Josè Mourinho e i dissidenti… una lunga storia di amore e poi odio
MASSIMO PAPITTO – INSIDEROMA
Josè Mourinho è sempre stato un allenatore esigente nel suo modo di intendere il calcio e intorno a lui ha sempre voluto calciatori devoti al suo credo calcistico. I vari Ibrahimovic, Milito, Julio Cesar, Terry, Ricardo Carvalho, Lampard, Drogba, Matic, Deco, Maniche, Kane e tanti altri si sarebbero buttati nel fuoco per lui… ma ci sono anche alcuni che non hanno mai legato con lo Special One tanto da andarci allo scontro verbale e a volte anche addirittura quasi fisico.
La storia è lunga e i calciatori sono tanti: Eto’o che per lui avrebbe fatto follie al Chelsea ebbe col portoghese degli screzi nella parte finale della sua carriera: Eto’o aveva 33 anni, la carriera stava declinando. Dopo un gol, esultò arrancando, come una persona anziana. Era successo che Mourinho, in un’intervista pubblica, aveva messo in dubbio la vera età del camerunense. Eto’o se l’era legata al dito: “Mi tratta da vecchio”. Uno screzio comunque veniale se si pensa a quelli avuti con altri come ad esempio Paul Pogba al Manchester United. Il francese era stato indicato come calciatore poco professionale per essere un giocatore importante dei Red Devils. Il suo pensare solo all’aspetto fisico e ai social non era andato giù al tecnico portoghese. Il terzino sinistro Luke Shaw lo seguì a ruota: dopo diverse discussioni fu anch’esso emarginato. Altro dissidente è stato Mario Balotelli lì anche Mourinho non è riuscito a trasformare l’attaccante italiano in un calciatore importante nonostante però diversi tentativi di venirgli incontro. Il talento tedesco Mezut Ozil nel Real Madrid è stato prima voluto e poi scaricato per mancanza di carattere nelle partite che contavano. Al Chelsea non ha avuto un grande rapporto anche con Shevchenko trattato da emarginato prima di ravvedersi e di chiedergli scusa e scrivere addirittura la prefazione della autobiografia del centravanti ucraino e poi Pedro (emarginato anche a Roma e mandato ad allenarsi a parte prima della cessione alla Lazio) e Eden Hazard con cui ha avuto da ridire sul fatto che il belga avesse una formazione professionale scadente rispetto alle sue potenzialità. Rapporti difficili sono nati anche con Iker Casillas portiere leggenda del Real Madrid messo da parte per questioni extra campo e addirittura con Cristiano Ronaldo, non amato mai fino in fondo nonostante la stessa nazionalità e gli stessi obiettivi sportivi in carriera: quelli di primeggiare contro tutto e tutti. Nella sua ultima avventura (prima di Roma) al Tottenham ha messo in disparte Ndombele perché non si allenava come lui voleva e si nascondeva poi durante le partite. A Roma l’ennesimo capitolo della sua ambizione di successo ha fatto vittime però non illustri al momento: Borja Mayoral, Reynolds, Diawara, Villar e per ultimo Karsdorp che non si sentirà solo. E’ in buona compagnia. La lista è lunga ma Mourinho ha le spalle larghe: può contare su 26 trofei in carriera e sulla stima dei suoi tanti pretoriani. Dei dissidenti ha imparato a farne a meno.