Juan, ex difensore centrale della Roma, ha rilasciato una lunga intervista al portale Calcipedia. Queste le sue dichiarazioni:
Come vive i primi giorni dopo il ritiro dal calcio giocato?
“Mi sto godendo questo “pensionamento” per stare con la mia famiglia, dopo una lunga carriera nel calcio. Ora mi godo un po’di riposo prima di tornare al Flamengo”.
Vuole iniziare una carriera da manager? Si può pensare ad un suo ritorno a Roma?
“A giugno tornerò al Flamengo. Non ho ancora un ruolo definito ma tutto può accadere nel calcio. La Roma è un club a cui sono affezionato, forse in futuro…”.
La Roma le ha reso omaggio quando è tornato nella capitale, è successo altro oltre a ciò che abbiamo visto sui social? Si tiene informato sul club?
“No, solo quello che avete visto sui social. Sono andato lì per incontrare i miei vecchi compagni, ho portato una maglietta del Flamengo a Totti e De Rossi. Seguo molto la Roma, leggo notizie, sono appassionato e molto legato. Ogni volta che posso seguo le partite e cerco di informarmi sulla situazione”.
Com’era il suo rapporto con Mexes e Burdisso?
“Abbiamo sempre avuto un buon rapporto, dentro e fuori dal campo. Quando sono arrivato a Roma sono stato ben accolto da tutti. Ho avuto un rapido adattamento con tutti nel gruppo. Ho finito per giocare molto con Burdisso a causa di un infortunio di Philippe, ma ci siamo capiti subito. Ci siamo completati”.
C’erano rapporti tra i sudamericani di Roma e Lazio nel periodo in cui ha vestito la maglia giallorossa?
“No, tutto resta nel proprio ‘angolo di città’. I sudamericani si incontravano, ma tra giocatori dello stesso club”.
Cosa pensa degli addii di Totti e De Rossi?
“Erano attesi in maniera diversa. Quello di Francesco era nell’aria, a causa della sua età anagrafica, ma è già tornato nel club come dirigente. Quello di Daniele non me lo aspettavo. Era un giocatore importante per il club, conosco l’affetto e l’amore che ha per Roma e la città. È un ragazzo importante negli spogliatoi. Mi ha colto di sorpresa il suo mancato rinnovo. Come tifoso della Roma sono stato davvero infastidito”.
Come vede l’attuale situazione della Roma?
“Da quello che sono stato in grado di seguire, la situazione è più agitata a causa dei risultati arrivati in campo. La squadra, dopo diverse stagioni, non è stata in grado di mantenere il ritmo degli ultimi anni. È stata una stagione atipica, il club ha perso giocatori importanti e i nuovi arrivati sono stati lenti ad adattarsi. A Roma la gente non ha sempre pazienza, ma credo che una stagione un a livelli un po ‘più bassi sia normale, tenendo conto che la squadra veniva da quattro, cinque anni in cui ha giocato ad alti livelli. Quello che mi ha impressionato di più è che internamente l’ambiente sembra essere più complicato, la direzione del club è cambiata molto”.
Durante la sua permanenza in Italia, hai incontrato leader come De Rossi, Totti, Pizarro e Perrotta. Chi la ha influenzata di più?
“Sono tutti idoli ed erano leader all’interno dello spogliatoio. Ognuno con le sue caratteristiche. Ogni giorno ho imparato molto da ciascuno. Forse il mio profilo si adatta meglio allo stile di Perrotta, che era anche un leader tecnico del club. Sono profili diversi e ho potuto imparare molto da tutti”.
Il periodo che ha inciso di più sulla sua carriera?
“Il mio periodo in Italia mi ha aiutato a leggere il gioco in modo più tattico, mi ha aiutato a costruire di più durante la partita e aiutato la mia condizione fisica. Ho giocato fino ai 40 anni, questo è quello che ho imparato in Italia. Oltre ai posizionamenti sul campo, ho notevolmente migliorato la parte fisica. Mi sono evoluto come atleta”.
Alla Roma ha vinto Coppa Italia e Supercoppa. Sente che avrebbe potuto ottenere qualcosa di più?
“Quando giocavo a Roma, spesso lottavamo per lo scudetto, principalmente con l’Inter. A quel tempo giocavamo un calcio di alto livello e avremmo vincere quel titolo. Gli’investimenti economici erano inferiori rispetto ai quelli delle principali concorrenti e siamo riusciti comunque a competere da pari a pari. Avevamo giocatori di alto livello, avremmo davvero potuto vincere uno scudetto”.
La rivalità con l’Inter?
“Abbiamo avuto molti scontri diretti. Quando non è successo in finale, li abbiamo incontrati ai quarti o in semifinale (di Coppa Italia). E’ stato una rivalità che è cresciuta negli anni, l’Inter aveva anche molti giocatori sudamericani, quindi la rivalità è aumentata tra di noi. È stato un periodo molto combattuto tra Roma e l’Inter e la ha contribuito ad accrscere l’importanza di questo classico”.
Cosa pensi dei tifosi della Roma?
“Sono davvero molto appassionati. Influenzano molto la squadra perchè vivono per il club, sono vicini sempre, giorno dopo giorno. Chi sa di cosa parlo conosce anche la passione che caratterizza i tifosi della Roma”.