17 Gen 2024In Breaking News7 Minuti

La bandiera è la maglia della Roma, è il simbolo, è l’unica cosa da onorare

INSIDEROMA.COM – FEDERICO FALVO – La bandiera è la maglia della Roma, è il simbolo, è l’unica cosa da onorare perché rappresenta la città”.

È con queste parole, pronunciate dallo storico presidente Dino Viola, che si potrebbe riassumere l’attuale momento della Roma. Senza puntare il dito contro nessuno, senza accuse o polemiche; ma solo con la voglia di fare ancora di più per rendere onore alla maglia giallorossa ed al simbolo cucito sul petto.

La notizia di ieri mattina è stata una doccia fredda per tutti il popolo romanista e non. Un fulmine a ciel sereno, uno scenario che quasi nessuno avrebbe ipotizzo. Ma ormai è successo, l’esonero è stato ufficializzato e Josè Mourinho non è più l’allenatore della Roma.

È stata una scelta giusta? Ognuno darà la risposta che ritiene più opportuna in base alle proprie analisi. Dati alla mano il ruolino di marcia della Roma non era all’altezza del suo blasone. 29 punti in 20 giornate sono obiettivamente pochi, più da squadra di mezza classifica che rispetto agli obiettivi dichiarati ad inizio stagione. Il gioco latitava, con prestazioni troppo altalenanti e spesso con poche idee. Ma, con cinque punti di distacco dal quarto posto, ci sarebbe stato il tempo per invertire la rotta e Mourinho avrebbe potuto trovare le soluzioni adatte. Si poteva lasciarlo al suo posto fino al termine della stagione e poi salutarsi a giungo alla scandenza del contratto. Ma per la società la scelta migliore è stata l’esonero. Per la società questa è stata la scelta giusta. Una scelta ponderata? Probabilmente si, considerando che avrebbero potuto interrompere il rapporto con Mourinho ben prima del 16 gennaio. Una scelta di petto? Forse, viste le discussioni che (pare) ci siano state tra i Friedkin e lo Special One dopo aver comunicato ed appreso della separazione. Ma ormai la scelta è stata fatta, indietro non si torna più, si guarda solo avanti.

Ed il futuro della Roma, da ieri sera, si chiama Daniele De Rossi. Un figlio di Roma, cresciuto con il giallorosso cucito addosso e che ha dedicato a questi colori tutta la sua carriera da calciatore. Un uomo, il cui rammarico era di poter dedicare alla “suaRoma una sola carriera, che potrà iniziarne un’altra sempre nel nome di questa squadra. Un allenatore forse alle prime armi, con poca esperienza alle spalle, ma con tanta intelligenza tattica e con una leadership fuori dal comune. Ranieri disse di lui “Ha già la testa da allenatore”. Un professionista che ha vissuto e pensato calcio per quasi tutta la sua esistenza. Una persona che magari in questo momento sta vivendo questa nuova avventura con più timore rispetto ai tifosi, non perché non conscio dei propri mezzi ma perché ha tra le mani il destino della squadra che ha sempre amato. Un destino che però è pronto a scrivere, che si sente pronto di costruire; altrimenti, in caso contrario, non avrebbe mai accettato l’incarico. L’importante è lasciarlo lavorare, non criticarlo a prescindere ma stargli accanto. Sostenerlo, perché il momento non è facile per i tifosi ma nemmeno per lui, che ha tutto da dimostrare e in caso negativo tutto da perdere. Lasciarlo lavorare, perché solo il futuro ci dirà che allenatore sarà. Ricordando che nessun allenatore ha iniziato con la strada spianata, nemmeno Mourinho che alla Roma è stato amato ed alla Roma ha regalato un trofeo e due finali europee consecutive. Mourinho è diventato lo Special One, non è nato con questo appellativo; se lo è costrutio partita dopo partita, trofeo dopo trofeo. Nessuno potrà negare i suoi successi, nessuno dimenticherà la sua carriera; sicuramente a Roma nessuno dimenticherà il suo nome e quello che ha dato alla piazza giallorossa. Ma Mourinho ormai, (forse) purtroppo, appartiene al passato. Godiamoci De Rossi, vediamo di cosa è capace ed auguriamoci possa avere una carriera alla pari di quella di Mourinho. Auguriamoci possa essere nuovamente il condottiero della Roma per diversi anni, questa volta dalla panchina. Tieniamo ben presente che lui, da allenatore e primo tifoso così come tutti i tifosi giallorossi, vorrà (e sicuramente si impegnerà di fare) solo il bene della e per la Roma.

Da oggi si apre un nuovo capitolo per la Roma, nel nome di uno dei suoi giocatori più rappresentativi a livello mondiale. Un nuovo inizio per De Rossi stesso, che sta già lavorando per preparare la sfida di sabato contro il Verona. Una nuova pagina da scrivere per la cara e vecchia Roma, che alla fin dei conti è l’unica realtà che rimarrà per sempre. Perché i giocatori vengono acquistati e ceduti, gli allenatori arrivano e vanno via (ovviamente auguriamo a De Rossi una carriera molto lunga in giallorosso e ricolma di successi), i presidenti cambiano; ma la Roma ci sarà sempre e sarà la vera protagonista. Sarà sempre presente nei cuori della sua gente, anche e soprattutto nei momenti di difficoltà. La Roma ci sarà anche dopo di noi; sempre lì, nel suo centro sportivo di Trigoria sito in piazzale Dino Viola.

E come diceva il presidente, “la Roma è l’unica cosa da onorare”.

Sempre.

a cura di Federico Falvo