INSIDEROMA.COM – FEDERICO FALVO – Ieri sera è andato in scena il Derby della Capitale. Una città intera si è fermata per assistere ad una delle partite più sentite in Italia, anzi, forse è quella più sentita. Uno dei derby più infuocati al mondo insieme a Boca Juniors-River Plate e Celtic-Rangers.
Una partita che si inizia a giocare la settimana prima, con battibecchi tra amici o colleghi di fede calcistica diversa. Ci si punzecchia, ci si prende in giro in maniera goliardica, si difendono i propri colori allo stremo. Perché il Derby di Roma è tutto questo. È amore, passione, ansia, paura e gioia. Un mix di sentimenti che si vivono al 360 gradi e per tutta la settimana che precede la partita.
Passa (quasi) tutto in secondo piano. Si attende il giorno della partita in maniera spasmodica. Chi subisce il “fascino” della scaramanzia si esibisce nei suoi riti. Chi, invece, non crede nella scaramanzia fa finta di essere superiore all’ansia dell’attesa. Per l’appunto fa finta, perché vuoi o non vuoi alla fine in ansia ci vai pure tu.
E più ci si avvicina allo Stadio Olimpico più sale questa ansia. Si contano i minuti ed i secondi che mancano al fischio d’inizio, quasi non si vedesse l’ora di mettere fine a questo malessere interiore e sprigionare tutta la gioia per essere presenti all’evento.
Poi, per fortuna, si comincia. Le tifoserie danno vita a coreografie spettacolari con i propri colori ben visibili. Perché che si tifi la Roma o si tifi la Lazio, per il tifoso quei colori sono sinonimo di orgoglio.
Ed anche ieri l’orgoglio dei tifosi si è fatto valere, forse anche più dei giocatori in campo.
Perché il Derby, diciamoci la verità, non è stata una partita entusiasmante. Come ogni stracittadina si è giocato molto di fisico per intimorire gli avversari ma anche per mascherare le proprie paure. Perché perdere un Derby fa male all’orgoglio, può anche compromettere una stagione. Vincerlo, invece, darebbe una spinta in più per il prosieguo del campionato. Vincere un Derby è una gioia immensa, ti fa credere di essere invincibile, ti rende il re della città (almeno fino al Derby successivo). Ma non è questo il caso.
Non è questo il caso perché ieri sera non ha vinto nessuno. Le squadre in campo si sono date battaglia ma senza prendere troppi rischi. Vi sono state poche occasioni da entrambe le parti, con la Roma che si è vista annullare un gol per fuorigioco di Cristante. La Lazio ci è andata per tre volte vicina al gol, ma prima il palo e successivamente due interventi di Rui Patricio hanno vanificato il tutto.
Un Derby sterile, finito 0-0 e con un punto per parte. Un Derby che potremmo definire “delle occasioni perse”, perché in una giornata di campionato dove le dirette concorrenti hanno perso terreno si doveva sfruttare l’occasione.
Si doveva fare meglio. La Roma doveva fare meglio. Non ha giocato male, ma non ha nemmeno dato vita ad una grande prestazione. I giocatori hanno dato tutto, non si sono risparmiati e soprattutto nel primo tempo si è riuscito a spingere bene sulle fasce. Bene Spinazzola e Karsdorp, con l’olandese che per due volte prova la conclusione sfiorando prima l’incrocio dei pali e poi l’opposizione di Provedel dopo (sulla ribattuta segnerà Cristante ma in fuorigioco). Spinazzola sulla sinistra spinge forte e vince il confronto personale con Lazzari, ma nel secondo tempo ripiegherà insieme a Karsdorp per non mettere in difficoltà Mancini e N’Dicka già ammoniti. Dybala è marcato a vista e “toccato” duro ogni volta che prova a liberarsi dell’uomo. Lukaku è tenuto a uomo e viene limitato bene, ma quando si riesce a liberare e partite in progressione non viene fermato. Bove, da romanista vero, sente il Derby e si fa prendere dall’emozione in due occasioni, quando non riesce a scaricare per Dybala nel cuore dell’area e quando non trova il tempo per calciare in porta; ma nel complesso la sua è stata una buona partita. Dietro il terzetto Mancini-Llorente-N’Dicka gioca bene e limita i danni. Solo una volta perdono la concentrazione, quando non liberano l’area e pur di uscire palla al piede regalano un corner agli avversari. Bene anche Rui Patricio, che si esalta su Romagnoli.
Una prova che avrebbe potuto portare più di un solo punto, ma non è stato così. Mourinho e Sarri a fine partita scherzeranno sul fatto che nessuno dei due riderà ma nemmeno piangerà. Conoscendo lo Special One, non riderà ma si rammaricherà per il risultato che non piace e sta stretto.
Un risultato giusto per quanto proposto in campo dalle due squadre, ma una grande occasione persa per accorciare sul quarto posto.
a cura di Federico Falvo