10 Dic 2025In Breaking News3 Minuti

Mario Hermoso: “Gasperini mi ha rifatto sentire importante. Gli sono grato”

Mario Hermoso, alla vigilia di Celtic-Roma, ha parlato in conferenza stampa al fianco di Gasperini.

Di seguito le sue dichiarazioni. 

A Cagliari abbiamo visto cosa è successo: hai avuto modo di parlare con Folorunsho?
“Non abbiamo parlato, non spetta a me commentare quello che è successo, si commenta tutto da sé. Spetta alla Lega decidere fino a che punto determinati atteggiamenti sono accettabili”

Ti sei mai sentito fuori dal progetto?
“Quando sono arrivato qui a Roma, sono arrivato in un momento difficile per il club. Ci sono stati diversi cambi di allenatori, perché ho vissuto dei mesi complicati sia a livello sportivo che personale. Nel mercato di gennaio ho avuto l’occasione di andare a giocare al Leverkusen e quindi ho ritrovato quelle sensazioni di cui un calciatore ha bisogno. Mi sono sentito importante e fino all’infortunio, diciamo, tutto è andato per il meglio. In vista della nuova stagione, era chiaro che, alla luce dei precedenti negativi avuti nella prima parentesi alla Roma, era difficile per me poter pensare di continuare. Mi sembrava anche che il club stesse cercando dei profili diversi e più interessanti per il progetto che avevano intrapreso, ma quando è iniziata la nuova stagione, grazie al mister, grazie a un colloquio che abbiamo avuto già dal primo giorno, in cui io avevo chiesto di avere l’opportunità di fare un precampionato normale, una preparazione, cosa che non avevo potuto fare nella stagione precedente. Il mister mi ha dato questa opportunità, mi ha detto che mi avrebbe giudicato sulla base del lavoro fatto quotidianamente in campo. Gli sono molto grato, mi ha fatto sentire di nuovo quel piacere di allenarmi, di giocare, di affrontare le sfide senza paura. In questo senso, sento che siamo due persone simili, persone che vanno dritte per la loro strada, senza paura, senza timore. Alla luce di tutto questo, spero di poter continuare questo rapporto, questa collaborazione ancora a lungo, e mi pare che anche i risultati si stiano vedendo a livello mio personale e di squadra”.

La cosa che stupiva l’anno scorso, ricordando il calciatore che eri stato a Madrid, è che sembravi diverso. Quest’anno nella Roma abbiamo ritrovato caratteristiche avevi. A parte le differenze fra tecnici, hai trovato caratteristiche comuni tra i due?
“Come è stato detto pochi minuti fa, il mister è stato uno dei primi a introdurre la difesa a 3, per difendere e per impostare, creare lo spazio per centrocampisti e attaccanti, con continui inserimenti. Mi adatto bene a questo calcio, mi piace, con o senza palla. A livello fisico quando sono arrivato non era un buon momento per me. L’affinità con Simeone è la grande capacità di saper trasmettere alla squadra dentro al campo e nello spogliatoio a gruppi di calciatori con lingue diverse, culture diverse, modi diversi di intendere il calcio. Si tratta di un’operazione complessa, è far andare tutti nella stessa direzione”.