Radja Nainggolan si è espresso riguardo a questi giorni difficili e sul suo rapporto col calcio in una diretta Instagram assieme a Kat Kerkhofs, moglie di Dries Mertens.
Riguardo la quarantena Trovo veramente difficile a livello mentale restare dentro casa, spero di riprendere a vivere normalmente il prima possibile. Cosa faccio di diverso? Passo le nottate alla Playstation oppure organizzo barbecue e giochi da tavolo con degli amici. La società ci ha dotato di attrezzi per allenarci, ho una cyclette che ho messo in terrazza. La noia la fa da padrona, non sono fatto per stare da solo, ho bisogno di fare gruppo e condividere momenti con i miei compagni”.
Il vizio del gioco “Ho smesso di frequentare i casinò, ma spesso in quei posti ci ho lasciato davvero tanti soldi. Alcune volte anche centinaia di migliaia di euro, e tutti persi in poche ore…”.
Il rapporto con l’ex commissario tecnico Martinez “Non ho mai capito perchè non mi abbia ritagliato un ruolo importante, anche se devo ammettere, e lo apprezzo, che lui per primo sia venuto a dirmi che in nazionale non sarei stato considerato una stella come invece ero alla Roma. Per me però erano tutte scuse, non ho mai capito realmente i motivi per cui mi abbia trattato così”.
Tornare in Belgio? “Dopo 15 anni in Italia è normale voglia restare qui, non sarebbe per nulla facile fare le valigie. Non ho mai pensato di tornare in patria, sono stato dimenticato molto in fretta”.
Sul periodo Covid e la malattia della moglie Claudia “Il CoronaVirus ora è al centro dell’attenzione e gli altri malati vengono un po’ messi in disparte. Cerchiamo il meno possibile di frequentare gli ospedali ma così le terapie vengono rinviate. Spero che tutto ciò finisca prima possibile perchè mia moglie ha un sistema immunitario debole. Ho tanta paura di contagiarla perché quando esco per fare la spesa capisco di correre un rischio, però devo dire che sto molto attento e quindi credo che sia andato tutto bene. Col passare del tempo vedremo se il problema di Claudia è risolto, lo step più difficile l’abbiamo superato, ora siamo in una fase di conservazione”.
Come vivo il calcio e la vita? “Giocare a pallone per me è stato sempre un hobby, ho avuto la fortuna e la bravura di trasformarlo nel mio lavoro. Vivo al massimo ogni giornata perchè ognuna di esse può essere l’ultima. Ciò che conta per davvero per me è raggiungere gli obiettivi che mi sono prefissato ed educare al meglio i miei figli”.