Non ci meritiamo la seconda colonnina della classifica
MASSIMO PAPITTO – INSIDEROMA.COM
Chi è di una età superiore ai trentacinque anni sa che la classifica della serie A durante Novantesimo Minuto, la Domenica Sportiva, i tg sulle tv generaliste ecc ecc si divideva tra la prima e la seconda colonnina. Le prime nove a sinistra e le seconde nove a destra quando il campionato era a 18 squadre e ora lo stesso da quando il campionato è a 20 con dieci e dieci. Ecco, la Roma è nella seconda parte della classifica di Serie A malinconicamente.
E’ uno scherzo del destino? E’ una presa di coscienza di una situazione che oramai è andata abbondantemente sopra il livello di guardia? Probabilmente si, perchè anche il tecnico che ora allena la Roma, mister Ivan Juric, è un allenatore da seconda colonnina della classifica: la sua storia e le squadre allenate in precedenza (Torino e Verona) dicono tristemente questo.
Il vero grosso problema allora sembra essere proprio questo, a guardare la squadra giocare sembra che i calciatori non si siano ancora calati in una realtà da “tuta da lavoro” piuttosto che da “vestito elegante” mentre le dichiarazioni post partita dell’allenatore dicono esattamente quello che la Roma in questo momento è: una squadra da metà classifica. La sensazione è quella che Juric sia tarato per questo tipo di partite e che non si sia reso conto che perdere le partite a Roma avendo qualche occasione gol di più dell’avversario non è accettabile e non può andare bene. La Roma non è una squadra abituata a stare in quelle posizioni ma il tecnico sembra non accorgersene. Sembra essere un allenatore senza ambizione e che si fa andare bene anche una prestazione sfortunata con un gol preso all’ultimo minuto in contropiede fuori casa in modo confusionario. Cosa non possibile nella Roma. Le sensazioni e le percezioni preoccupano più delle prestazioni e delle dichiarazioni a mezzo stampa.
La Roma preoccupa e a preoccupare tanto purtroppo è chi la dirige tecnicamente e chi la amministra che non si fa vedere da tempo. Quanto sembrano lontani i tempi di Mourinho che quando perdeva, non le mandava a dire a tutti. Sembrava una rivoluzione e a pensarci adesso, guardandoci nella seconda colonnina della classifica, ci viene una nostalgia bestiale.