Parlano Montella e Balbo: “Fonseca ci ha sorpreso positivamente. E’ l’allenatore giusto”
Vincenzo Montella ed Abel Balbo, ex attaccanti della Roma e compagni di squadra nell’annata scudetto, hanno rilasciato un’intervista ai microfoni di Sky Sport:
Avete rappresentato tanto per la Roma. 189 gol tra tutti e due con la maglia della Roma in partite ufficiali. Secondo voi, avreste potuto giocare insieme o eravate troppo diversi?
Montella: “Questo non lo so. Non ci ho mai pensato. Ho avuto il privilegio di giocare con Abel, anche se lui era a fine carriera. Ma uno dei tanti consigli che mi dava e che studiavo guardandolo, è che penso sia stato veramente il calciatore che ha fatto più gol da calcio d’angolo e questa è una cosa che mi sono portato dietro in tutta la mia carriera e ho cercato di insegnarla ogni volta nelle squadre che allenavo”.
È un qualcosa che si può insegnare o è una cosa naturale?
Balbo: “Si studia, io studiavo queste cose. Sapevo che nelle punizioni laterali a favore o su calcio d’angolo se andavo a colpire di testa nove volte su dieci perdevo il contrasto, mentre se chiudevo sul secondo palo riuscivo a perdere la marcatura e avevo grandi possibilità di fare gol. Quindi ho fatto sempre quello, cerco di insegnarlo ai ragazzi e agli attaccanti. Rispetto a Vincenzo, penso che giocare con i grandi campioni è sempre facile. Non c’entrano le caratteristiche, i giocatori devono essere predisposti per fare un certo lavoro, per collaborare con la squadra, poi quando i giocatori sono bravi e sono simili, anche se noi non lo eravamo, possono giocare tranquillamente insieme”.
Abel, quando arrivò Batistuta alla Roma ci fu la questione della maglia numero 9, che, però, era già di Vincenzo Montella. Avresti fatto come lui e ti saresti tenuto la maglia o l’avresti donata a Batistuta?
Balbo: “Me la sarei tenuta anche io come Vincenzo perché se l’era guadagnata. È logico, arriva un altro campione e va bene, ma avrei fatto lo stesso e avrei rosicato se me l’avessero tolta”.
Montella: “Allora c’è anche un’anamnesi rispetto a tutto questo. Quando arrivò Batistuta per circa un mese ci fu uno spot mediatico in cui si diceva che la società gli aveva promesso la maglia. In tutto quest’arco di tempo a me né la società, né Gabriel, con il quale poi mi sono chiarito quando ci siamo incontrati, hanno mai chiesto la maglia. Se me l’avessero chiesta appena arrivato Batitusta, o l’avesse chiesto lo stesso Gabriel, sicuramente gliel’avrei lasciata o comunque sarebbe stato più probabile. Quando arrivai alla Roma c’era Bartelt che aveva la maglia numero 9 e la prima cosa che feci fu chiedergliela, gli dissi di farmi questa cortesia, perché avevo sempre sognato di giocare con la 9 e lui me l’ha lasciata“.
Vincenzo, cosa ti è rimasto della tua esperienza di allenatore?
Montella: “Probabilmente appena ho iniziato. Mi sono piaciute tutte, ma la prima, quando fui catapultato in Prima Squadra dai Giovanissimi, fu un salto che non prevedevo e che mi diede grandissima responsabilità e grandissimo entusiasmo. Mi sono divertito a Catania e a Firenze, il Milan era il sogno della mia vita, il ritorno alla Samp. Le esperienze sono tutte belle, con questo mestiere ti emozioni sempre”.
Cosa vi invidiate a vicenda?
Montella: “L’ho detto. Lui aveva movimenti da falco, da area di rigore. Era molto tecnico e calciava in egual misura con entrambi i piedi. Ecco, forse quello. Io non avevo questa abilità, anche se ho segnato tanto di destro ma la velocità con cui calciava Abel con entrambi i piedi sicuramente l’ho vista in pochi giocatori e uno di questi è Enrico Chiesa. Un calciatore che aveva queste caratteristiche.“
Balbo: “Soprattutto la sua abilità e il suo mancino. Era micidiale quell’aspetto lì. Nell’uno contro uno era molto bravo, io invece non lo ero. Poi il suo mancino era sicuramente davvero buono.“
Balbo, qual è il ricordo più bello che hai della città di Roma?
Balbo: “Calcisticamente sono tanti. Il più bello è stato quando abbiamo vinto lo scudetto, anche se io non sono stato un protagonista diretto quell’anno lì. Non ho partecipato molto, ma è stata sicuramente una delle emozioni più belle che ho provato come calciatore perché è stata la realizzazione di tutto l’insieme degli anni vissuti nella Roma. Quindi penso che quando si vince lo scudetto, soprattutto in Italia con una squadra come la Roma che, purtroppo, non vince tutti gli anni sono dei momenti speciali“.
Sei talmente affezionato che continui a vivere a Roma, giusto?
Balbo: “Sì, vivo a Roma. Da quando sono arrivato nel ’93 non sono più andato via, quindi sono quasi 30 anni che sto qua“.
In quale giocatore in attività vi rivedete?
Balbo: “Non è facile. Io ero un centravanti un po’ inventato, non il classico centravanti. Avevo fatto solo il centrocampista prima di arrivare in Italia. Vedo qualcosa in Dzeko, che è molto simile a me, perché è uno che anche se gioca molto dentro l’area riesce a venire indietro e aiutare con la manovra e a costruire il gioco con la squadra e fare il regista per la squadra“.
Dzeko è arrivato a 102 gol con la maglia della Roma e ha raggiunto Vincenzo, che ha omaggiato il bosniaco con un bellissimo tweet. Vero?
Montella: “Sì, abitiamo nella stessa via e proprio pochi giorni prima mio figlio Emanuele mi aveva chiesto una foto con lui. Poi è successo questo pandemonio e non c’è stato modo di fargliela fare, quindi ha coinciso la cosa con le altre due. Mi rivedo in Dybala. Vi racconto un aneddoto. Quando allenavo il Catania, ormai credo siano passati più di 10 anni, il direttore Lo Monaco che andava sempre in Argentina, tornò e mi disse ‘Mister, ho trovato un giocatore che le assomiglia molto in Argentina. Uguale a lei. Gioca in Serie B in Argentina’ e io dissi ‘Direttore, compriamolo subito’ e lui mi rispose che costava troppo. All’epoca costava già 3/4 milioni, però poi l’ho sempre seguito e devo dire che molto spesso mi rivedo in lui. Anche se a Paulo piace giocare più lontano dalla porta rispetto a come interpretavo io il ruolo“.
Chi era più completo fra Totti e Del Piero?
Montella: “Bella domanda. Ho avuto il privilegio di giocare con Francesco 7/8 anni nel pieno della carriera. Con Alex ci incontravamo in Nazionale, lo conoscevo meno. Sono due giocatori diversi, anche se giocano nella stessa posizione e con gli stessi risultati. Francesco negli anni si è trasformato da centravanti con grandissimi risultati, Alex penso che sia sempre stato più una seconda punta con grande senso del gol.“.
Siete dell’idea che ora si difende molto meno e che se aveste giocato adesso avreste fatto il doppio dei gol? Oppure la pensate diversamente?
Montella: “Questo non lo so. Non c’è la controprova. Sicuramente i tre punti hanno agevolato il fatto che le squadre giochino più per la vittoria rispetto a prima o all’inizio della nostra carriera. Adesso l’attaccante è un po’ più tutelato perché ci sono le telecamere ovunque ed è anche vero che, però, c’è anche un po’ più di tatticismo rispetto a prima. Quindi forse alla fine si compara un po’ tutto“.
Balbo: “Penso che adesso le nuove regole aiutino moltissimo chi fa gol, perché sono fatte apposta per questo, per fare più bello il gioco, quindi un attaccante ha dei vantaggi che prima non aveva. Se avessimo fatto più gol? Penso di sì, però bisogna sempre dimostrarlo. È difficile, anche se negli anni in cui abbiamo giocato noi c’era anche una diversa qualità dei difensori. A noi ci marcavano Maldini, Costacurta, Turam, Nesta e senza disprezzare nessuno, purtroppo nel campionato italiano questi difensori non ci sono“.
Balbo hai mai pensato o avuto voglia di tornare a far parte della Roma?
Balbo: “Mi piacerebbe senz’altro poter lavorare in qualche modo per la Roma. Non ho mai avuto la possibilità, nemmeno fino ad adesso. Non lo so, non credo di poterla avere, ma sicuramente sarebbe una cosa bella per me poter fare parte in qualche maniera della Roma“.
Che impressione avete avuto dalla Roma?
Montella: “Fonseca è tra gli allenatori che mi ha sorpreso di più positivamente. La Roma ha un’identità e muove sempre qualcosa in base all’avversario, quando l’abbiamo affrontata noi è stata una partita competitiva per poco tempo. Sono stato sorpreso poi dagli scarsi risultati dell’ultima parte, tutto dipende da come poi avrebbe reagito la squadra. Mi piace molto”.
Balbo: “La penso come Vincenzo. Fonseca è un ottimo allenatore, si è adattato bene al campionato italiano, e non era scontato. Adesso è un po’ di tempo che è in difficoltà, ma può capitare. La Roma è un’ottima squadra, forse manca qualcosa a livello caratteriale, ma Fonseca è l’allenatore giusto”.