INSIDEROMA.COM – MASSIMO PAPITTO – Ho scelto il titolo di un noto film campione di incassi qualche anno fa per provare a raccontare la solita sparizione che coinvolge la Roma tra gennaio e febbraio da qualche stagione a questa parte.
Perfetti sconosciuti sono i giocatori della Roma che ora vediamo portare in campo, alcuni con demerito, la maglia della Roma addosso. La Roma è completamente evaporata dopo il 4-1 rifilato alla Fiorentina prima della sosta natalizia. Da lì in poi il buio. Pesto. La sparizione. L’ennesima. E la Roma di Fonseca che fin lì era stata non straordinaria ma convincente di colpo è diventata brutta e senz’anima. Dal 5 gennaio in poi solo quasi brutte figure intervallate soltanto dal passaggio di turno in Coppa Italia a Parma (poi persa contro la Juventus) e dal bel derby giocato contro la Lazio ma non vinto nonostante le tante occasioni da gol e il dominio del gioco. Questi gli unici due acuti di un gennaio e in parte un febbraio da incubo. Da psicanalisi. La completa sparizione di giocatori e di una compattezza di squadra che si era intravista e che un po’ addirittura piaceva. Il mercato di gennaio poi ha fatto il resto perché bisognava molto probabilmente potenziare una squadra in lotta per il quarto posto Champions e invece sono stati presi ragazzi (Ibanez, Villar e Carles Perez) non pronti a lottare da subito per un obiettivo importante, quasi imprescindibile.
L’addio di Florenzi poi non è stato metabolizzato da tutti e alcuni ancora si chiedono il perché visto che al suo posto stanno giocando Santon e Bruno Peres e non Dani Alves. Tante sono state le domande senza risposta che ora anche il campo sta confermando visto che anche Kolarov sta deludendo, Smalling e Mancini sono tornati dei calciatori normali e Pellegrini anche lui sembra la brutta copia di se stesso. In pochi si stanno salvando e il gioco di Fonseca ne sta risentendo. Lui che prima sembrava un uomo fiero al comando ora sembra invece impaurito dalle difficoltà e sta palesando qualche normale limite. In più poi c’è la Lazio che vola e si sta giocando come non mai lo scudetto come prima rivale della Juventus. Il tutto tanto per aggravare la situazione.
Negli anni ci hanno detto di prendere esempio dalla cattiveria sportiva e aziendale della Juventus e ora c’è chi ci dice di prendere esempio anche dalla lungimiranza gestionale della Lazio che negli anni ha potenziato fino ad arrivare a giocarsi qualcosa di impensabile. Prendere esempio da queste due realtà da sempre odiate è l’ennesimo dolore che il vero tifoso romanista sta provando in questo momento vedendo la sua squadra che invece è una “perfetta sconosciuta”.