Perotti: “Quando batto un rigore sono scaramantico, non scelgo mai l’angolo”
Diego Perotti, giocatore della Roma, ha parlato alla rubrica “Quando batto un rigore” di Dazn, rispondendo a varie domande:
Come vivi il momento del rigore?
“Lo vivo in maniera tranquilla, a volte dipende dal risultato ovviamente e da che minuto arriva. Questo può cambiare l’emozione”.
Avevi dei riferimenti quando hai iniziato a calciare i rigori?
“Da bambino non ne calciavo molti, ho iniziato da professionista. Ho iniziato con un amico portiere al Siviglia, calciando con lui per vedere il modo di avere un vantaggio migliore.
Ho iniziato a calciare facendo la ricorsa camminando e poi ho modificato, dopo aver sbagliato un rigore”.
Come calci un rigore?
“Quando calcio un rigore faccio sempre lo stesso, sono scaramantico: metto il buco della palla nella direzione della porta, avvicino il piede con cui calcerò, faccio 7 passi all’indietro, guardo l’arbitro aspettando il fischio, guardo il portiere ma non troppo e quando l’arbitro fischia guardo la palla, provando a non andare troppo veloce per poi fare quel piccolo salto che mi consente di alzare la testa per vedere il portiere. Non scelgo l’angolo, vedo il movimento del portiere anche se non si butta fa sempre qualche finta e tento di calciare sul lato opposto. Non ho bisogno di guardare la palla prima di calciare, so dov’è nella mia mente e per adesso è andata bene”.
Prima di calciare sei sicuro di farcela o temi di sbagliare?
“Ogni volta che vado a calciare penso di essere il migliore, che farò gol, che non sbaglierò, do fiducia a me stesso e soprattutto ora con il VAR, dovendo aspettare alcuni minuti, approfitto di quel tempo a disposizione per caricarmi e pensare di essere il migliore”.
Il rigore che ti ha fatto più paura?
“Non so se paura ma ricordo un rigore all’Olimpico nel derby, con il risultato fermo sullo 0-0. Ho calciato bene, con la palla angolata, così abbiamo sbloccato la partita e abbiamo vinto”.
Quest’anno invece?
“Contro la Juventus, il portiere era Szczesny che mi conosceva. Ho tirato tanti rigori contro di lui in allenamento, molte volte me li ha parati ed ero quindi nervoso. Poi l’ultimo contro l’Hellas Verona è stato particolare. Non venivo da un buon periodo, avevo perso il posto da titolare, mi ero fatto male e le gare in cui ero entrato non avevo fatto male. In quel match sono entrato da freddo, senza scaldarmi, e appena entro sbaglio il controllo e loro fanno gol, annullato poi dal VAR. Ho avuto tante sensazioni mentre aspettavo il VAR. Sarebbe stata dura se loro avessero segnato per colpa mia. Dopo 10-15 minuti arriva il rigore, stavamo pareggiando quella partita. In campo c’erano Kolarov, Veretout (che aveva calciato gli ultimi rigori) ma non ci ho pensato due volte: sono andato lì, ho preso la palla perché sono il responsabile dei rigori. Non mi posso tirare indietro perché non sto giocando bene, non sarebbe onesto da parte mia, sono io che calcio i rigori nella Roma. Dovevo prendere la palla e fare gol”.