20 Apr 2019In Breaking News11 Minuti

Radja e la Roma, una storia d’amore che sembrava infinita

INSIDEROMA.COM – MATTEO LUCIANI – Questa sera, alle ore 20.30, allo stadio Giuseppe Meazza di Milano c’è da scommettere che per Radja Nainggolan inizierà una partita tutt’altro che semplice. Non ci si vuol riferire tanto all’impegno fisico e tecnico da infondere contro una diretta avversaria nella lotta per un posto all’interno della prossima Champions League, quanto, piuttosto, ai sentimenti che inevitabilmente il belga sarà costretto a vivere: lui che, se fosse stato unicamente per scelta propria, mai si sarebbe separato da Roma e dalla Roma.

Il rapporto professionale tra il ‘Ninja’ e la società capitolina inizia a gennaio del 2014 ed è subito amore a prima vista (reciproco).

I giallorossi, allora allenati dal francese Rudi Garcia, sono reduci dalla brutta batosta subita in quel di Torino contro la Juventus: un secco 0-3 che fa scivolare la Roma addirittura a otto punti di distanza dal primo posto occupato dai bianconeri. Dopo il record ottenuto grazie alle dieci vittorie conseguite nelle prime dieci giornate di campionato, infatti, la formazione dell’ex Lille è incappata in una piccola crisi di risultati, con ogni probabilità dovuta anche all’impossibilità di far rifiatare l’undici titolare a causa di una schiera di seconde linee non all’altezza.

L’allora direttore sportivo giallorosso Walter Sabatini capisce la necessità di intervenire sul mercato di riparazione per fornire a mister Garcia qualche alternativa di maggior spessore e ‘piazza’ un colpo da maestro, dapprima in uscita: lo statunitense Michael Bradley viene ceduto per circa dieci milioni di euro al Toronto FC, club militante nella Major League Soccer americana. Grazie alla somma incassata, l’ex ds laziale può puntare con decisione verso uno dei migliori centrocampisti della Serie A: Radja Nainggolan, appunto. Il Cagliari dapprima mostra qualche resistenza, ma alla fine cede e lascia partire il proprio numero quattro in prestito per 3 milioni di euro, con opzione di riscatto della metà del cartellino da parte della società giallorossa fissato a 6 milioni. Un affare colossale.

Da ormai qualche stagione, Nainggolan era definito da ‘radio mercato’ in procinto di effettuare il salto in una big e alla fine, a 25 anni, arriva la Roma, che conclude un’ottima operazione anche in tempi relativamente brevi per ‘rispondere’, in qualche modo, alla brutta caduta dello Juventus Stadium.

Dal canto suo, il ‘Ninja’, mostra di avere le idee perfettamente chiare riguardo a cosa dover fare per confermarsi giocatore importante anche ad altissimi livelli: “Sceglierò il numero di maglia 44 perché se fino ad ora ho sempre dovuto impegnarmi al massimo, da adesso in poi i miei sforzi dovranno addirittura raddoppiare per dimostrare di poter valere una maglia come questa”.

Nainggolan debutta subito, peraltro da titolare, con la nuova casacca: la prima gara in giallorosso viene disputata il 9 gennaio del 2014, quarantotto ore dopo la chiusura dell’affare tra Roma e Cagliari, in occasione della sfida di Coppa Italia contro la Sampdoria di Sinisa Mihajlovic.

I tifosi possono subito apprezzare la grinta del calciatore, ma anche le sue buone doti tecniche: insomma, tutto ciò che lo aveva portato alla ribalta del calcio italiano nel corso delle annate precedenti.

In breve tempo, il belga conquista la Capitale.

Complice anche il terribile infortunio occorso a Kevin Strootman, Nainggolan diventa un perno del centrocampo a tre di Rudi Garcia, insieme a Daniele De Rossi e Miralem Pjanic. Le prestazioni dell’ex Cagliari sono sempre abbondantemente sopra la sufficienza e il tutto viene anche condito dai primi due gol messi a segno con la nuova maglia.

Dopo pochi mesi, Radja Nainggolan è già pazzo di Roma e della Roma, un sentimento che lo porta ad affermare a novembre del 2014: “Qui a Roma sto benissimo, non vedo il motivo per cui dovrei andar via. Vivo bene, sono felice, ho tutto quello che devo avere, in questi casi neanche tutti i soldi ti possono far cambiare idea. Potrei firmare a vita per la Roma, anche perché ho rinunciato a tante squadre. A meno che la società un giorno decida di cacciarmi”. Parole che, a distanza di anni e dopo il modo in cui è avvenuta la dolorosa separazione tra il calciatore e la squadra capitolina, risuonano tristemente profetiche.

La situazione per Nainggolan non cambia neppure dopo l’addio di Garcia e l’avvento di Spalletti all’inizio del 2016; anzi, sotto la guida del mister toscano, il rendimento del centrocampista ex Cagliari addirittura migliora anche grazie a un cambio di posizione in campo che lo avvicina maggiormente alla porta avversaria e a diversi gol in più messi a segno.

Nell’estate del 2016 si torna a parlare con insistenza di un addio del belga. D’altronde la Roma, come ogni anno, ha bisogno di fare cassa per poi reinvestire e stavolta sembra proprio toccare a Nainggolan, che, dal canto suo, di abbandonare la Capitale proprio non mostra intenzione. Il Manchester United piomba pesantemente sul centrocampista, tuttavia Spalletti pone un veto assoluto sulla cessione del ragazzo e alla fine a partire è Miralem Pjanic, direzione Juve.

Il ‘Ninja’ non nasconde la propria gioia per essere rimasto a Roma e in un’intervista al canale tematico della società confessa che ormai “ho fatto una scelta di vita. Mi piace vivere a Roma, mi trovo bene qui. Vorrei restare per i prossimi cinque anni”. Dopo un’altra annata stratosferica, con il record di gol in carriera (ben 14) raggiunto, Nainggolan si trova per l’ennesima volta al centro di voci di mercato. Stavolta il belga sembrerebbe sulla via di Milano, sponda Inter, per seguire il suo ex allenatore Spalletti, allontanatosi dalla Capitale dopo un’estenuante lotta intestina con Francesco Totti.

Effettivamente l’allenatore di Certaldo pone Nainggolan in cima alla lista dei desideri proposta alla presidenza meneghina, ma il calciatore non ne vuole proprio sapere di spostarsi da Roma e alla fine, a luglio del 2017, firma il rinnovo con i giallorossi. L’evento viene celebrato con una foto che ritrae il ragazzo sorridente accanto al nuovo ds giallorosso Monchi: un anno dopo, tutto sarebbe incredibilmente cambiato.

La stagione 2017/2018, infatti, sarà l’ultima del ‘Ninja’ in giallorosso. Il direttore sportivo arrivato da Siviglia per portare la Roma finalmente alla vittoria di qualcosa di importante, infatti, è stufo della vita privata fuori dalle righe del belga e già a gennaio del 2018, dopo l’ormai celebre video in cui Nainggolan a Capodanno insieme ad amici confessa di essere ubriaco, cerca di ‘piazzare’ il centrocampista. Sembra fatta per un trasferimento in Cina, ma poi salta tutto.

Il ragazzo resta altri sei mesi nella Capitale, consapevole però che ormai sia sostanzialmente finita.

Il 26 giugno del 2018 Radja Nainggolan si ricongiunge con Luciano Spalletti, firmando per l’Inter.

Il belga, comunque, mostra subito come non sia entusiasta della nuova avventura: “Non credete che io stia benissimo a dover lasciare Roma. Ma a volte ti mettono di fronte a delle scelte”, in questo modo il ‘Ninja’ risponde a un tifoso giallorosso che su Instagram lo aveva implorato di puntare i piedi e restare a Trigoria.

L’obiettivo, nemmeno troppo velato, del messaggio social del centrocampista è Monchi, ritenuto il vero colpevole di quell’addio alla Roma che mai avrebbe voluto si consumasse.

Passano le settimane e Nainggolan in nerazzurro proprio non ingrana. Emergono poi dei messaggi vocali, non si sa bene indirizzati a quale persona, nei quali il belga confessa che “voglio tornà alla Roma..essendo amico di Totti, magari spinge lui…”.

L’amore per il giallo e il rosso, insomma, è tutt’altro che sopito.

Il resto è storia di questi giorni: Monchi che saluta tutti e abbandona la nave, che egli stessi ha costruito, mentre affonda, tornando in fretta e furia in quella Siviglia che aveva lasciato per “misurarsi con altre sfide” e le ultime parole al vetriolo di Nainggolan nei confronti dello spagnolo.

Soprattutto, tuttavia, la sensazione che il sentimento profondo del belga verso la maglia e la gente romaniste sia rimasto intatto: “Senza di lui (ndr Monchi) avrei potuto essere ancora là…”.