9 Mar 2019In Breaking News3 Minuti

Ranieri: “Il momento è delicato, in dodici partite ci giochiamo il futuro”

Claudio Ranieri ha parlato per la prima volta della sua seconda avventura sulla panchina dei giallorossi. L’intervista completa andrà in onda alle ore 19:30 e questo è uno stralcio delle sue dichiarazioni ai microfoni di Roma TV

Tornare a Roma per me significa tanto, tutto. Sono stato tifoso della Roma fin da bambino, poi giocatore e allenatore. Stanotte quando ho saputo di poter essere io l’allenatore non ho dormito, lo vedo come un segnale positivo. La mia romanità, nascere a San Saba, crescere a Testaccio mi lega alla Roma che era nel mio DNA. Tutta la mia vita calcistica è legata a questi colori. Ricordo che quando ero calciatore e giocavo nel Catania, facemmo gli spareggi a Roma e prima di entrare allo stadio facevo mettere la canzone di Antonello Venditti, per caricare la squadra. È stata una lunga giornata, ma quando si fanno le cose con passione non si sente la fatica. Sono tornato a Trigoria, l’ho trovata cambiata con molte cose nuove. Si sta dando una struttura da squadra internazionale e questo da tifoso non può che farmi piacere. Chiederò ai giocatori di dare il meglio di loro in queste ultime dodici partite, di aiutarsi e di sentire il valore della maglia e di appartenere a questa città, come tutti i tifosi vogliono. Solo se danno tutto quello che hanno io sarò appagato, questo per me conta più del risultato. È importante valutare l’aspetto psicologico, dopo queste due sconfitte i ragazzi saranno certamente abbattuti, ma devono saper reagire da uomini, coscienti che questo è il passato. Cerco sempre di collegare la vita calcistica con quella quotidiana, siamo dei privilegiati, facciamo un mestiere che tanti vorrebbero fare, mi reputo una persona fortunata. Dobbiamo tirar fuori il meglio che abbiamo, con l’attaccamento alla maglia. È normale che i tifosi non siano soddisfatti, ma se vedono che i calciatori in campo danno il massimo e poi magari all’ultimo l’arbitro non concede un rigore sanno apprezzare comunque l’impegno della squadra. Sono cambiato nel tempo, il calcio è cambiato da quando ho iniziato ad oggi. Se sono stato chiamato dalla Roma significa che mi sono aggiornato, la voglia di migliorarmi non mi abbandona. In questa lunga giornata ho parlato con la squadra, chiedendo loro determinate cose. Il momento è delicato, in dodici partite ci giochiamo il futuro, c’è la possibilità di tornare in Champions League. I ragazzi sono sensibili, alcuni potrebbero essere non abituati, essendo giovani, ad una piazza così importante, chiedo ai tifosi di stargli vicino ed incoraggiarli anche e soprattutto nei momenti difficili, perché poi alla fine chi soffre veramente siamo noi tifosi”.