“Koné sta spingendo da quando sono arrivato e lui ha bisogno di tirare il fiato. Con Rensch mi serviva un giocatore con i piedi buoni per giocare con Dybala ma anche per raddoppiare, loro hanno i due fratelli WIlliams. L’Athletic è primo nella Liga per dribbling riusciti, sapevamo delle difficoltà. Devo fare un plauso ai ragazzi, sono riusciti a stare sempre in partita, non si sono disuniti dopo il gol incassato e hanno avuto una grande forza di reazione. Questo grazie anche al pubblico, con tutte quelle bandiere è stato uno spettacolo bellissimo, complimenti”.
Il gol di Shomurodov sembra in fuorigioco all’inizio…
“No, anche in panchina dicevo se state cercando il fuorigioco non c’è. Sapevamo che se dovevano rivedere qualche cose, non sarebbe stato per fuorigioco”.
Cosa sta cambiando in questa Roma?
“L’allenatore (ride, ndr). No, i giocatori ti seguono, c’è feeling, loro mi danno fiducia e io la do a loro. Mi trovo bene con questa squadra, io non ero un campione come loro ma non mollavo mai in campo. Perdevo ma dovevano passare sopra, questo è quello che chiedo a loro. Anche oggi giocavamo contro una grande squadra. Tante volte mi avete sentito dire di lottare fino in fondo e tornare a casa, vinto o perso ma soddisfatti della gara perché di più non si poteva fare. Poi se uno non sta in forma ci sono i cambi”.
Lo Stadio?
“Era bellissimo, già me lo avevano detto i ragazzi, poi quando sono uscito sono rimasto a bocca aperta”.
Si vede una qualità che prima non si vedeva, è una questione mentale?
“È logico che quando una squadra comincia a fare risultato tutti tornano alla primordiale autostima. Quello che dico sempre è non fossilizzarsi su un errore e aiutare un compagno che sbaglia, spetta soltanto a me dire qualcosa ad un giocatore che ha sbagliato nella maniera più giusta. Tanto chi più chi meno siamo tutti permalosi, tutti sbagliamo”.