INSIDEROMA.COM – FEDERICO FALVO – Non sempre le partite vanno come si pensa debbano andare, o come si spera.
Il calcio è uno sport bellissimo determinato da diversi fattori, non segue una linea retta e non rientra nella casistica di una scienza esatta. E’ puro sport, sentimento, momento, emozione ed a volte anche tanta rabbia.
STORIA PASSATA – Come in quel lontano 20 aprile 1986. La Roma doveva vincere per continuare a reggere il passo della Juventus e giocarsi lo scudetto. Penultima giornata di campionato, all’Olimpico arriva il Lecce, alla sua prima esperienza in Serie A e già retrocesso. Una gara che sulla carta doveva essere già vinta dalla Roma, ma solo sulla carta. Perchè quella partita non va come tutti si aspettavano, o speravano. Apre le danze Graziani, dopo sette minuti, la gara sembra essersi messa in discesa; ma il Lecce reagisce e pareggia con Di Chiara al 34′. Non appagati, i salentini dilagano e prima della fine del primo tempo raddoppiano con Barbas su rigore. Ancora Barbas, nella ripresa, realizza la doppietta personale che costringe la Roma alla sconfitta, con Pruzzo che accorcia le distanze ma senza più speranze per conquistare almeno un punto. La Juventus, intanto, batte il Milan e si cuce sulle maglie lo scudetto.
STORIA RECENTE – Nel 2004, sempre contro il Lecce, succede ancora una volta quello che non ti aspetti. E’ la stagione che a Roma viene ricordata come quella “dei quattro allenatori“: Prandelli (dimessosi prima dell’inizio della stagione per problemi familiari), Voeller, Del Neri e Conti. Un anno che era inizato con una vittoria ed una sconfitta, ed alla terza giornata arriva all’Olimpico il Lecce. Questa volta passano in vantaggio “loro“, con Cassetti. La Roma sul finire di primo tempo conquista un calcio di rigore grazie a Ledesma che atterra Cassano in area di rigore.
Sul dischetto va il capitano Totti, una garanzia dagli undici metri, un cecchino quasi infallibile, quasi, per l’appunto. Quel giorno, 22 settembre 2004, Totti decide di esibirsi nel suo cavallo di battaglia, il “cucchiaio“. Stallo alla messicana con Sicignano, sguardo negli occhi, poi sul pallone e rincorsa…Totti calcia, Sicignano effettua un passetto in avanti, il pallone si alza, Sicignano decide di non lanciarsi nè a destra nè a sinistra. Rimane fermo, come tutto l’Olimpico che per pochi secondi trattiene il fiato, come se respirando si potesse influire sulla traiettoria del pallone. Col sennò di poi, sarebbe stato meglio soffiare su quel pallone. Perchè Sicignano non si muove, rimane fermo fino all’ultimo. Alza le braccia come se stesse effettuando lo stretching di inizio gara e blocca la sfera.
Totti non la prende bene e da una spinta all’estremo difensore dei salentini, che però non reagisce perchè sa che in quel momento è diventato l’unico ad aver parato un “cucchiaio” di Totti. Quella partita finirà 2-2, con Sicignano che prova anche a scambiare la maglietta con il capitano giallorosso, sbattendo però contro un secco “no” di un campione colpito nell’orgoglio.
Ma le partite contro il Lecce non fanno tornare alla mente solo ricordi brutti. E’ vero, nel 2012 al Via del Mare si è perso 4-2, ma è solo la seconda vittoria del Lecce contro la Roma. Perchè su 33 sfide totali, la Roma ha portato a casa il bottino pieno in 23 occasioni.
Un esito che speriamo possa verificarsi anche domani, soprattutto se prendiamo la famosissima carta in mano e leggiamo che negli ultimi tre precedenti la Roma non ha mai perso contro il Lecce. O se andiamo a ritroso all’anno dell’ultimo scudetto, quando la Roma batte 4-0 il Lecce in trasferta.
Questa stagione non si lotta per lo scudetto, o meglio, lo scudetto della Roma quest’anno si chiama “qualificazione in Champions League“, ed all’andata si è vinto 2-1 anche se con un pò di fatica.
Ma tutto questo è sulla carta, è storia, è un punto di vista ma non una verità assoluta. Perchè alla fine le partite non vanno come si pensa debbano andare, o come si spera; ed il calcio rimane uno sport bellissimo, determinato da diversi fattori.
a cura di Federico Falvo