Samuel: “A Roma ho dato sempre tutto. Fonseca mi piace molto, ha le idee chiare”
Walter Samuel, ex difensore della Roma dal 2000 al 2004, ha parlato ai microfoni di Roma TV durante la trasmissione A casa dell’ex:
Come stai?
“Bene, sono qui a casa, adesso un po’ più libero, ma tutto bene. Per fortuna adesso la situazione sta migliorando“.
Il periodo appena trascorso?
“Sì vorrei salutare dei familiari che ho in Argentina e persone che conosco a cui sono morti dei cari, è stato molto brutto. Io mi sento argentino, ma vivo da tanti anni qui, due miei figli sono nati in Italia. Sento molto dispiacere per quello che è successo, speriamo che possa finire al più presto per tornare alla normalità“.
Cos’hai fatto durante il lockdown?
“Ho fatto un po’ il cuoco la sera, mi toccava. Ho un piccolo spazio dietro casa e ho approfittato imparare a fare alcuni piatti che mi piacciono ma che non avevo mai fatto. Alcuni sono riusciti bene, altri meno“.
All’Inter però tu cucinavi e gli altri mangiavano.
“No, facevamo tutti insieme, io però rimanevo tanto davanti alla griglia, insieme a Nico (Burdisso, ndr) ed altri ragazzi. Mi piaceva stare lì intorno, avevamo tutti dei compiti: Zanetti girava per i tavoli, noi stavamo alla griglia“.
A Roma come mangiavi?
“Bene bene. È stato un periodo bellissimo, ho ottimi ricordi di Roma, lì è nata la mia prima figlia, abbiamo fatto una cosa incredibile vincendo lo Scudetto. Per il mangiare c’era di tutto, ti dicevano “Ci penso io” e non finivano più di portare roba da mangiare e pure buona. In Argentina non mangiavo tanto pesce, invece a Roma ho iniziato a mangiarlo e mi piace tanto“.
Capello controllava tutto?
“Sì, il mister era un bel martello, personalmente mi ha fatto crescere molto. Lui ha tenuto in riga tutti, sapeva quando sgridare la squadra e ammorbidirsi, come dopo l’eliminazione in Coppa Italia. Mi ha dato molta fiducia, lo ringrazierò sempre“.
Da avversario, che sensazioni avevi ad affrontare la Roma?
“Le prime volte era una sensazione non dico brutta, però strana. C’erano giocatori con cui avevo giocato, come Totti, De Rossi, Cufré, era strano affrontarli. Piano piano è passata e poi subentra la voglia di vincere. A Roma ho dato sempre tutto, ero tranquillo non sentivo pressioni. I tifosi mi vogliono ancora bene, mi scrivono spesso anche sui social, mi fa piacere che sono rimasto nei loro pensieri. Ho giocato in un gruppo fantastico, durante i quattro anni alla Roma“.
Su De Rossi al Boca Juniors?
“Ha fatto una scelta coraggiosa, andare in Argentina anche con la famiglia, io ho fatto il percorso inverso. È stata una bella sfida. Per me ha fatto bene se se la sentiva, io ho giocato in stadi incredibili, ma quello stadio è unico. Mi dispiace poi che abbia lasciato, perché forse altri sei mesi o un anno poteva fare qualcosa di importante. Come ha detto Burdisso, poteva aiutare anche gli altri ragazzi a crescere, perché Daniele è un ragazzo intelligente sia calcisticamente, che fuori dal campo. È durata poco, ma secondo me lui se l’è goduta tantissimo“.
Che tipo di allenatore sei?
“Non ho un modulo preciso in mente, forse il 4-2-3-1, o il 4-3-3. Guardando il calcio e sentendo anche gli altri allenatori, penso che ognuno debba decidere in base ai giocatori a disposizione, sono pochi quelli che possono scegliere i giocatori. Forse soltanto chi allena le squadre importanti può scegliere quali giocatori prendere. Quello che ho chiaro è che mi piace il coraggio nella squadra, che prenda in mano la partita, non voglio una squadra che attenda“.
Ti piace la Roma di Fonseca?
“Sì mi piace molto, ho anche avuto il piacere di conoscerlo, quando con il corso siamo andati a trovarlo. Sia lui che il suo staff mi sembrano molto preparati, spero che nel futuro possa arrivare a lottare per lo Scudetto. Mi sembra una persona intelligente, con le idee chiare. Ci ha ricevuto benissimo, lo ringrazio ancora per questo. Fa un bel calcio, ha le idee chiare, ha giocatori a disposizione che possono crescere come Zaniolo e Pellegrini, la Roma può migliorare ancora“.
Il tuo gol al Lecce nell’anno dello Scudetto su assist di Candela?
“Nemmeno ricordavo chi avesse fatto il cross. Sono stato molto contento, è stata una gara molto difficile. In Italia nessuna gara è facile, quella era una partita chiusa, in cui avevamo sofferto, anche se dovevamo vincere per forza. Ho avuto la fortuna di fare gol e mi è esplosa la gioia. Vincent era unico, era un trequartista a sinistra in pratica. Sinceramente penso che con quella squadra potevamo vincere di più, peccato“.