Smalling: “Orgoglioso di essere alla Roma. Nel corso dell’emergenza ha dato l’esempio”
Chris Smalling, difensore della Roma in prestito dal Manchester United, ha rilasciato una lunga intervista a The Times. Eccone uno stralcio:
L’impegno per l’associazione Football Beyond Borders?
«I calciatori possono avere una pessima reputazione e a volte questo sentimento è giustificato perché le persone commettono errori: si possono fare stupidaggini ma in tutte le classi sociali, non solo noi come calciatori. Molti di noi calciatori sono consapevoli delle responsabilità che abbiamo».
Come hai fatto ad arrivare ai massimi livelli del calcio?
«Ora vedono tutti il mio successo nel mondo del calcio ma è stato un lungo viaggio. Voglio dimostrare che tutto è possibile, affinché i più giovani sognino in grande. Se riesco a ispirarli, è fantastico. Molti bambini vogliono diventare calciatori, ma la mia realizzazione non è mai arrivata fino a quando non avevo 19, 20 anni. Quando cresci, molti sogni possono essere infranti. Non pensi che siano nemmeno possibili a volte”.
Quanto è importante l’autostima per la crescita personale?
«Tutti hanno bisogno di qualcuno che punti su di loro, ma alla fine si tratta solo di forza di volontà. È importante ripetersi spesso: “Questo è quello che voglio e lo avrò a prescindere da qualunque cosa, anche se i miei genitori dubitano di me, anche se i miei amici non mi credono, anche se la società pensa che non ho possibilità”. Può anche richiedere molto tempo, prima che arrivi la fortuna e ti continui a guidare nel tuo percorso. È qualcosa che cerco di sottolineare ai bambini. Non credo che si possa arrivare in cima senza quella convinzione. Anche i migliori ricevono critiche».
Quanto influiscono i social media?
«Fa decisamente male quando attraversi dei periodi difficili e ricevi critiche, giuste o sbagliate che siano, è sempre difficile prendersele. Alcune persone sono solo dispettose, altre si scatenano perché hanno i loro problemi. I leoni da tastiera vogliono solo provare a rovinare la giornata di qualcuno. Non ci si può nascondere dai commenti ma credo fermamente in me stesso. È qualcosa che deve essere controllato, le aziende possono fare di più. Ci sono tanti casi, molto tristi, che riguardano l’abuso dei social media e ciò che hanno causato».
Kanté ha deciso di non tornare ad allenarsi con il Chelsea…
«È una scelta personale. Siamo stati tutti a casa, isolati, siamo potuti uscire solo quando era necessario. Si può fare un passo indietro in allenamento quando si saprà che tutte le misure sono state prese e ci sono stati tutti i test del caso. Posso capire la posizione di tutti quelli che si tirano indietro quando manca la massima chiarezza. Fortunatamente, qui a Roma, ho la sensazione che abbiano questa chiarezza. Ci hanno tenuti al corrente. Abbiamo avuto incontri regolari con il CEO, Guido Fienga, per parlare delle diverse misure e restando aggiornati. È stato molto utile conoscere le loro discussioni con la Lega e i dottori e ce lo stanno trasmettendo direttamente. Ecco perché credo che molti giocatori qui si sentano a proprio agio nel tornare, perché conoscono le diverse misure. Conoscono i protocolli di sicurezza. È stato tutto elencato, ma se alcuni giocatori in alcuni club non hanno ancora chiara la situazione, allora posso capire che siano un po’ spaventati fino a quando non viene tutto alla luce. Anche io vorrei lo stesso”.
Le iniziative della Roma durante la quarantena?
«La Roma ha un cuore molto grande. L’ho notato rapidamente qui. Ha aiutato molto le persone, senza limiti. È fantastico. Hanno davvero dato l’esempio e altri club ne hanno preso spunto per fare lo stesso. Sono molto orgoglioso di essere associato alla Roma grazie a tutte le loro iniziative».
L’arrivo alla Roma?
«Era una sfida che volevo fare. Sono una persona che vive senza avere rimpianti. Mi piacciono le nuove sfide fuori dalla mia zona di comfort e il poter mostrare alla gente che tutto è possibile».
Perché hai scelto di diventare vegano?
«Mia moglie è un’ottima cuoca. È qualcosa che mi ha aperto gli occhi quando l’ho incontrata. Stiamo cercando di avvicinare i bambini alla cucina, mangiando in modo sano. Mia mamma non era una grande cuoca. Era un tipo “prendi quello che puoi e mettilo in forno”. Essere vegani è qualcosa di cui sono appassionato. Ricevo molte domande sul veganismo da persone nel calcio, da diversi sport, da nutrizionisti di altri club per consigli. Sono felice di parlare e condividere il mio percorso».