Tiago Pinto: “Usciremo dal momento di difficoltà. Sono stato bravo e veloce a prendere Lukaku”
Tiago Pinto, nella classica e attesa conferenza stampa di fine calciomercato, ha parlato della sessione appena conclusa. Ecco le sue parole.
Che pensa di iniziare la stagione a scadenza? A Mourinho verrà proposto un rinnovo: è uomo del presente o anche del futuro?
“Faccio un’introduzione: mantengo la parola, ho sempre detto che non parlo tanto, ma sono disponibile a chiarire le situazioni del mercato alla fine della finestra del mercato. So perfettamente che ci sono altre domande e temi da affrontare. I rinnovi sono temi importanti, trattati internamente e non li trattiamo pubblicamente. In questo momento siamo consapevoli del momento che stiamo vivendo, siamo carichi e motivati per riprendere dopo la sosta il nostro obiettivo e le nostre forze per portare a casa i risultati. Siamo concentrati sulla Roma e su cosa poter fare meglio. I temi li affrontiamo internamente nei tempi e modi giusti”.
Verrà un momento in cui la Roma tornerà a investire sul serbatoio giovani?
“Quando comincia una sessione di mercato penso che dobbiamo mettere insieme tre piani diversi: il piano tecnico, dove vogliamo sempre costruire una squadra migliore della stagione precedente, e se facciamo il paragone tra i giocatori andati via e quelli arrivati la squadra è migliore perché abbiamo più alternative; il piano economico, abbiamo un settlement agreement quindi quando gli altri ds sono andati in vacanza io sono andato a cercare accordi economici per rientrare nel piano; poi il piano strategico: un club come la Roma per uscire da questa situazione è importante prendere giocatori giovani che possano avere risultati sportivi e economici nel futuro. Se avevo pagato 20 milioni Ndicka e Aouar, magari questa non sarebbe stata la domanda. Capisco la domanda, con i paletti stiamo cercando di equilibrare tutti e tre i piani, non è semplicissimo. Non dimentichiamo che dall’arrivo di Mourinho il settore giovanile è sempre stata una parte principale della strategia, lui ha sempre puntato sul settore e ha dato l’opportunità ai ragazzi. Oggi abbiamo due giocatori come Zalewski e Bove che sono ormai di prima squadra e altri due che lavorano sempre in primo squadra. Abbiamo aumentato il monte ingaggi, è legittima la domanda ma siamo riusciti a mettere tutti e tre i piani insieme”.
I due giocatori che ha citato hanno già fatto qualcosa, parlavo di giocatori come Marcos Leonardo.
“Marcos Leonardo è un obiettivo, è vero che questi giovani di prospettiva sono sempre nel nostro orizzonte. Oggi questi giocatori hanno valori importanti, quando abbiamo l’opportunità di farlo e lo facciamo. Ma vogliamo spiegare che Ndicka portandolo a zero sembra uno scarto di qualcuno e così non è”.
La squadra ha l’obbligo di lottare per la Champions? Mourinho è venuto in conferenza parlando di giocatori accostati alla Roma in circostanze particolari, per lei è uno stimolo o come sminuire?
“Sarà impossibile uscire da questa conferenza stampa con la sensazione di scontro con Mourinho. Voglio fare molta attenzione in quello che dico sull’allenatore, non vorrei minimante che possa uscire il minimo scontro tra di loro. Ci diciamo le cose in faccia, siamo motivati e carichi per portare avanti i progetti della Roma. Ripeto, non voglio il minimo scontro con nessuno e il tema Champions dal primo giorno in cui sono arrivato che ho sempre sentito sia la grande ambizione della proprietà. Ed è anche la mia, per me l’obiettivo è quello. Ma se arriviamo o no è un altro tema e se siamo obbligati o no, non sono parole che uso. Dal mio punto di vista, la logica è questa. Se si può giocare con le parole, non penso che io e Mourinho siamo in disaccordo con le cose. Il tema degli infortuni, dico due cose: con tutto il rispetto per la Roma, i tifosi e la città, è ovvio che non siamo il Manchester City. Potevo anche prendere Rice, magari se ero al City non ero io seduto qui, ma uno migliore. Dobbiamo sapere la realtà. L’altro tema è quello degli infortuni: oltre a Dybala, dal momento in cui Mourinho è arrivato il suo staff tecnico e lo staff medico della Roma siamo riusciti a mettere in condizioni interessanti quelli con problemi. Questa connessione è un asset, lo posso usare per convincere i giocatori. Renato Sanches, per non avere dubbi sul futuro, se andrà male l’unico responsabile sono io: sono ossessionato da quel giocatore, lo volevo al Benfica e adesso siamo riusciti a prenderlo. Se avrà problemi nel futuro, sarà colpa mia. Sono convinto che con questo allenatore, lo staff tecnico e medico, con tutto intorno, siamo capaci di farlo rendere. Per questo abbiamo fatto un tipo di contratto che se farà un tot di partire lo dobbiamo prendere. Come giocatore mi fa impazzire”.
Sugli arbitri ci sarà stessa linea dello scorso anno?
“Tutti i miei amici rideranno in Portogallo, il mio storico non è positivo. Siamo alla terza giornata del campionato, non voglio fare guerre né polemiche. Dobbiamo sentire quello che dicono gli arbitri e loro devono sentirci. Io ho un po’ smesso, non capisco più nulla. Non so rispondere. Oggi non capisco nulla e faccio fatica a rispondere. Non riesco a capire la differenza tra Zaniolo a Napoli e Rui Patricio contro il Milan. Non è una critica. Quello che sento che c’è calcio giocato e calcio del Var. Più che polemiche e interviste, le persone responsabili devono sentire quello che dicono allenatori e giocatori. Su alcune cose mi sento in difficoltà a dare un’opinione, quando non capisci l’uniformità e del tempo, non solo in Italia. Sappiamo che con il caldo delle partite e di voler vincere quando ci sentiamo sotto ingiustizie abbiamo atteggiamenti che alle persone non piacciono. Ma faccio fatica a capire la strada che il calcio segue”.
Scamacca, Marcos Leonardo, Beltran, Lukaku: se ci può spiegare la linea.
“Faccio una battuta: ho 38 anni, sono divorziato e non ho figli, sono abituato a prendere no, non è un problema. Non ho seguito attentamente tutti i nomi che ci hanno accostato. Due li abbiamo trattati: per Scamacca abbiamo parlato e non siamo riusciti per ragioni pubblicamente conosciute. Seguiamo Marcos Leonardo da 15-16 mesi, non era una situazione fatta ma l’accordo era sulla buona strada e abbiamo avuto la sfortuna che in un paio di mesi un club storico come Santos lotta per non andare in B, il coordinatore tecnico è stato licenziato, hanno cambiato allenatore e venduto due ragazzi, quindi la situazione si è complicata. Mi è dispiaciuto, ma è ancora un obiettivo e lo conosco bene. Tutti avete riconosciuto che è stato un mercato difficile per i club che cercavano un attaccante, è stato veramente complicato. Penso che tutti qua e i tifosi sono contenti di arrivare al 28 agosto e avere Lukaku invece del 1° agosto e avere Tonino. Su Beltran e la Fiorentina non so di cosa parli, conosciamo Beltran e non so cosa sia successo con la Fiorentina, per me è tutto a posto”.
La cessione Matic: impossibile risanare la situazione? Frattesi?
“Vi piace veramente parlare dei miei insuccessi (ride, ndr). Non voglio dire grandi cose su Matic, mi dispiace e non me lo aspettavo. Le ultime due settimane di Nemanja qua non me le aspettavo, ma sono diverso da voi su queste cose: voi prendete il lato negativo, io positivo. Siamo riusciti a prendere Paredes, non voglio perdere energie su queste cose, succedono, non merita molte più parole. Ho sempre detto che Frattesi era uno dei giocatori che mi piacevano di più, siamo liberi di scegliere, non ho rimpianti e voglio bene a tutti questi giocatori. Penso che Davide e Scamacca saranno importanti per l’Italia, voglio bene ad entrambi. E in ogni caso su Frattesi abbiamo preso dei soldi”.
Soldi che sono già utilizzabili?
“Ti ringrazio per la domanda. Ho bisogno di spiegarlo, magari per colpa mia avremmo potuto spiegarlo. Abbiamo due cose diverse nel piano del FFP: il settlement agreement, quando sono andato in fretta a fare i 30 milioni circa, noi siamo messi bene, tutto entra in questo piano. Dopo c’è un altro strumento che è il transfer balance, che fa monitoraggio dei giocatori nella lista A Uefa tra un anno all’altro ed è difficile metterlo a posto. Abbiamo fatto 15 milioni di euro dalle future rivendite, Zaniolo no perché è andato in prestito. Questi soldi non entrano nel transfer balance. Abbiamo fatto 17 milioni di euro con Missori, Volpato e Tahirovic, loro non erano lista A ma B e quindi non contano. Ho litigato una settimana con Luis Campos per Paredes sulle cifre, abbiamo fatto 2,5 milioni di trasferimento e 2,5 di bonus e deve giocare 80% delle partite da titolare. Nel balance conta il 100%. Con i principi del FFP sono d’accordo e anche con quelli della sostenibilità, ma con questo strumento il nostro lavoro diventa difficile perché arriviamo al momento in cui i due nuovi non possono entrare in lista. È una cosa tecnica, che vi sto spiegando”.
Qualcuno ha scherzato sul suo cambiamento fisico da quando arrivato ad ora. Questioni esterni e portiere.
“Pure io ho capito questo, sono diventato diverso ma sono dimagrito e ho successo. Sono stanco, non lo nascondo. È difficile essere tre mesi sotto questa pressione ed ansia senza dormire e mangiare, non mi condiziona molto la pressione esterna ma voglio fare le cose fatte bene. Infatti dopo la conferenza vado in Portogallo. Penso sia normale il giudizio delle persone su queste tre partite, per fortuna e speriamo avremo 54 partite da fare. Abbiamo Spinazzola, Zalewski, e gli altri che hanno qualità, possono fare meglio come tutti noi, ma sono troppo affrettati i giudizi per tre partite. Avremo margine di crescita, siamo motivati per far meglio e lo faremo, sono sicuro. Sul portiere ancora di più. Quando sono arrivato qui la situazione portieri era un problema. Rui è stato il migliore della Conference, poi nei top della Serie A per clean sheet, ora che non è stato al livello ci facciamo domande. Se giochiamo male, lo facciamo tutti. Ho fiducia in tutti i giocatori al 100%. Se qualche agente di un portiere ti ha detto che li ho chiamati, è bugia”.
Non è pericolo per i giocatori avere allenatore e Gm in scadenza?
“Ho risposto prima, su questi temi dei rinnovi parliamo nelle sedi giuste e non qui. Sono sicuro che in questo momento siamo tutti concentrati su un obiettivo: fare del nostro meglio durante la sosta, poi migliorare quello che dobbiamo quando ci ritroveremo tutti, insieme ed uniti come una famiglia. Ho detto quello sulla situazione dell’allenatore, figuriamoci se mi preoccupo della mia. È l’ultimo dei problemi”.
La trattativa più difficile?
“Sono veramente fortunato, l’ho detto nell’ultima conferenza stampa. Durante la prima estate non potevo uscire di casa dopo la partenza di Dzeko ed è arrivato Abraham, poi Dybala e quest’anno Lukaku. Sono trattative diverse, persone diverse, la cosa principale è far sentire ai giocatori che sono importanti. Non è tema di soldi e contratto, ma far capire che Roma è un club importante dove possono sentirsi importanti. Sono scaramantico, in tutte le sessioni mi piace portare uno così e vediamo nelle prossime. Sono molto fortunato”.
Spettro Arabia Saudita, si è parlato anche di Dybala. Avete mai avuto paura di perderlo?
“Pensavo che la domanda fosse se anche io andassi in Arabia. Ero molto contento di aver portato Dybala, qui mi avete chiesto della clausola e in tutta la stagione se n’è parlato. Abbiamo un grande rapporto con Paulo e il suo entourage, è un essere umano e professionista fantastico, abbiamo una comunicazione onesta, godiamoci il giocatore. Non ero preoccupato e almeno due stagioni possiamo goderci Dybala, poi nel momento giusto in futuro si parlerà di quello. Vi invito a fare una riflessione: quando si è detto e scritto che sarebbe andato via? Dovete riflettere sul chi e per cui si alimenta questa cosa. Non ho mai venduto aspettative fake, per cui ho un grande rapporto con lui, penso che sia contento qui e faremo tutto per continuare qui”.
Quando ha capito che l’operazione Lukaku sarebbe stata possibile?
“Non mi conviene dirlo. Ho tanti difetti ma non sono bugiardo. Non posso dire tre mesi fa, non potevo prenderlo a giugno e luglio. Ho un buon rapporto con le persone che lo seguono, conoscevo la sua situazione. Il mio lavoro è anche questo. Ci sono situazioni al 1° luglio impossibile, devi monitorare e non parlare con nessuno, poi sfruttare l’opportunità al momento giusto. L’intervento dell’allenatore è stato importante, come con tutti, ma in questo caso più importante per il lavoro che hanno. Poi avete visto il coinvolgimento dei proprietari, hanno semplificato il lavoro e hanno sbloccato le cose. Non mi va di dire il momento esatto, ma tutti questi giocatori come Lukaku e Dybala e altri che avevo in testa e non sono riuscito devi aspettare il momento e devi essere veloce. Abbiamo impiegato 4-5 giorni, se parli troppo perdi l’opportunità”.
Non le chiedo il voto, ma quanto è soddisfatto? C’è un rimpianto?
“La stagione scorsa avete dato un voto molto buono… si vede alla fine. Voglio essere sempre coerente con quello che dico, ho sempre detto che il mercato è il 20-30% del successo sportivo, il lavoro quotidiano è più importante. Da quando i Friedkin hanno preso il club chiaramente hanno fatto investimenti importanti, farlo evolvere dal centro sportivo allo stadio, e la squadra deve essere riflesso di questa strategia e ambizione più delle interviste e delle parole. Dobbiamo mettere i fatti. Nel mio lavoro cerco di fare il meglio e garantire migliori condizioni della scorsa stagione, se mi chiedete se sono contento? Ho sofferto tanto e lavorato tanto, non siamo mai contenti. Ho imparato male dal mio vecchio presidente che quando chiudo una trattativa potevo far meglio. Non sono mai felice. Penso che abbiamo fatto un buon lavoro per rendere giustizia all’ambizione della proprietà”.
Scorrettezza per Zapata?
“Ho anche i miei difetti, sono testardo. Durante una trattativa ho qualità e difetti e ho una cosa magari non molto orientata in Italia: ho un orientamento tedesco, se dico una cosa è quella e basta. Non parlerò mai di scorrettezza, Atalanta e Gasperini possono prendere una scelta. Non posso nascondere di aver parlato con Zapata, non siamo riusciti a prenderlo e abbiamo trovato altre soluzioni. Ripeto: abbiamo parlato con lui, è stata una trattativa e alla fine non è andata in porto e non dirò mai che non lo abbiamo preso per scorrettezza”.
Come si esce dalla crisi?
“Ripeto: quando perdiamo lo facciamo tutti, quando vinciamo altrettanto. Non siamo contenti della situazione, ma non c’è motivo di panico. Sono state tre partite, difficili poiché il mercato è aperto, c’è confusioni e ci sono problemi. Ma siamo consapevoli del valore che abbiamo, che possiamo fare meglio. Sono motivato e carico per tranquillizzare tutti, avremo le condizioni per migliorare dopo la sosta. Facendo paragone con mercato e risultati, manca equilibrio e so che qui è difficile a Roma. Il giorno in cui abbiamo Azmoun ho 100 messaggi su Instagram e mi dicono ‘vattene, sei scarso’, scarso lo sono. Prendo Lukaku e mi fanno i complimenti. I giocatori hanno qualità, l’allenatore anche, siamo consapevoli del momento ma siamo carichi e motivati per trasformare il problema in una situazione positiva.”