Una serata con Zdenek Zeman: “La bellezza non ha prezzo”
INSIDEROMA.COM – FEDERICO FALVO – Giovedì 1 dicembre è stata una serata ricca di storia a tinte giallorosse e non solo. Una serata ricca di aneddotti, ricordi, sorrisi, momenti di commozione ed anche risate di gusto. E’ stata la serata di Zdenek Zeman, che ha presentato la sua autobiografia insieme al giornalista Andrea De Caro.
La Bellezza Non Ha Prezzo, questo il titolo del libro che lo stesso Zeman vuole spiegare: “Mi piace il bello, ma penso piaccia a tutti. Qualche volta per difendere il bello ci vuole anche coraggio, e penso di averlo avuto sempre“. Un biglietto da visita che racchiude quasi tutta la carriera del tecnico boemo, che stempera immediatamete la pressione con il suo stile inconfondibile: “Mi sono concesso per questo libro, ma non so se ho fatto bene. Per dieci anni mi hanno chiesto di fare questa autobiografia, pensavo fosse meglio farla post mortem. Poi ci ho ripensato e mi sono detto che era meglio adesso perché potevo evitare ci fossero imprecisioni“.
Un allenatore che ha sempre preferito uno stile offensivo rispetto a quello difensivo, come ricorda lo stesso Sinisa Mihajlovic intervenuto nel corso della serata: “Una volta siamo andati con Andrea (De Caro) a vedere gli allenamenti di Zeman a Trigoria nella sua seconda avventura romana. Cinque giorni di allenamenti, mai un esercizio per la difesa, solo attacco“. Ma Zeman non replica, anzi, così come le sue squadre, continua nella sua presentazione: “Penso che sia piaciuto agli zemaniani quello che facevano le mie squadre, anche se non sempre ci siamo riusciti al meglio. Oggi ci si lamenta tanto delle cattive condizioni dei campi d’erba. Ma quanta polvere abbiamo respirato sui campetti di terra. Certe volte c’erano i sassi che spuntavano dal terreno. Però erano bei tempi. Il sud mi piace di più perché fa caldo, perché la gente è più calda e perché vincere lí o a Roma è un’altra cosa. La mentalità vincente non significa vincere sempre, ma dare tutto per vincere e trasmettere questo concetto anche a chi ha meno qualità degli altri“.
Interviene anche Luigi Di Biagio, che con Zeman ha un rapporto speciale avendolo avuto a Foggia, Roma e Brescia: “Si ho avuto il privilegio di avere il mister e l’ho avuto tre volte. Con il mister ho un rapporto privilegiato anche se ci siamo scontrati in tante situazioni. Mi ha aperto un mondo. A volte provavamo a rifiatare e magari facevamo qualche passaggio in orizzontale. E lui allora ti sostituiva. Diceva sempre che c’è passaggio solo quando tagli l’uomo“.
Uno Zeman scatenato, che racconta anche un aneddoto sul suo approdo alla Roma: “Squilla il telefono, rispondo pronto e sento ‘sono Sensi’ ed io replico ‘so Napoleone’ e metto giù. Poi mi chiama Perinetti e andai a Villa Pacelli da Praga per firmare con la Roma“.
Presente all’evento anche Eusebio Di Francesco, che alla Roma vi ha giocato ed allenato: “Mi hanno sempre detto di essere un allenatore zemaniano. Io ne sono fiero, perché per me è stato una fonte d’ispirazione. Ricordo che durante una cena quando ero a Pescara mi disse ‘hai delle idee, ma devi trovare la tua strada’. E dopo quell’esperienza andai al Sassuolo e il resto è storia“. Replica Zeman da grande maestro ed ispiratore per i suoi ragazzi: “Se tu credi in una cosa e la settimana dopo credi in un’altra ti fai male. Ma non fai male solo a te, anche agli altri“. Poi prosegue spiegando il perchè non abbia mai firmato un contratto per più di una stagione: “Ho sempre firmato per un anno perché così poi si poteva valutare. La società se si trovava bene continuava o in caso contrario no“.
Non mancano le frecciatine ai suoi ex giocatori: “Di Francesco correva più di tutti. Anche perché se non avesse avuto la corsa, difficilmente avrebbe giocato a calcio“. Come non mancano i ricordi ed anche i rimpianti: “Arrivando la seconda volta a Roma dopo Pescara pensavo di poter far bene. Poi le condizioni di interferenza del lavoro mio di Cangelosi non ce lo hanno permesso. Serviva un esecutore di quello che volevano loro più che un allenatore“.
Immancabile anche il capitolo doping, a cui Zeman si è sempre opposto con fermezza: “La salute è la cosa più importante, io sono rimasto a prima. Per me la gente sana non ha bisogno di prendere farmaci. Se una persona fa sport si presume sia sana, si fanno anche le visite di idoneità“. Gli fa eco il professor Donati, che nel 1998 lo sostenne nella lotta al Doping: “Che Zeman si sia servito della sua notorietà in maniera generosa è chiaro. Lui ha creato una breccia con le sue frasi. Dopo le due dichiarazioni un giovane tecnico dell’ antidoping mi disse che le analisi non venivano fatte e gettate via. Mi disse qualcosa di sconvolgente e Guariniello mandò i suoi ispettori ed i risultati delle analisi non gli furono mostrati. Le analisi sui calciatori non venivano fatte. Cadde il presidente del Coni. Questo ha fatto Zeman, ed ha pagato. Questo è tutto“.
In chiusira una frase che spiega il titolo del libro ma anche la filosofia zemaniana: “La bellezza non ha prezzo. Per me il grazie della gente vale più di 100 scudetti“.