INSIDEROMA.COM – ROBERTO CONSIGLIO – James Pallotta sta affrontando uno dei suoi periodi più difficili da quando è diventato presidente della AS Roma nel 2011. La questione legata al mancato rinnovo del contratto di Daniele De Rossi, per chi scrive, rappresenta probabilmente il punto di maggior distanza tra la tifoseria giallorossa ed il patron americano.
In questa situazione, nonostante le varie critiche piovutegli addosso, il numero uno di Boston sembra deciso a continuare sulla sua strada senza se e senza ma. Pochi giorni fa, per commentare i vari striscioni che gli vengono “dedicati” dai tifosi romanisti di varie zone del mondo, lo yankee americano ha affermato: “Se vogliono gettare merda su di me bene, ma io non torno indietro”. Insomma, ancora una volta, il dirigente americano si mostra abbastanza sicuro delle sue scelte poco popolari che però, secondo il suo parere, vengono prese a totale interesse della “azienda” AS Roma. Non è infatti la prima volta che James Pallotta se ne esce con prese di posizione che vengono pesantemente contestate dalla tifoseria giallorossa, soprattutto dal punto di vista comunicativo. E da questo punto di vista sono molti gli esempi che si possono citare.
Quello che ci viene per primo alla mente risale all’aprile 2015 poco dopo la partita Roma-Napoli. In quell’occasione, i tifosi della Sud, esposero uno striscione di offesa verso la madre del tifoso napoletano Ciro Esposito.
Venendo a conoscenza di quel fatto, Pallotta bollò gli ultras giallorossi come “fucking idiots” per ciò che era avvenuto sugli spalti dello stadio Olimpico. Già nelle ore posteriori a tali dichiarazioni si levarono numerosi polveroni, dalla Città Eterna, in cui si accusava il patron americano di non stare dalla parte dei suoi tifosi che, per molti, rappresentano una delle tifoserie più calde ed appassionate di tutta Italia.
In altre occasioni Pallotta, sempre nel nome degli interessi della società, ha preso scelte parecchio impopolari. Tra gli esempi che si possono fare in questo campo ci stanno il mancato rinnovo di Totti, IL Capitano per i tifosi, e l’aver dato carta bianca ad un dirigente come Monchi, da molti ritenuto il principale responsabile della distruzione di una rosa capace di arrivare in semifinale di Champions League, senza aver detto mai nulla sull’operato del ds andaluso.
Un’altra accusa che ha visto Pallotta come elemento principale della contestazione è stata quella riferita alla vicenda della costruzione del nuovo stadio della società. Uno stadio che secondo alcuni, anche se negli ultimi tempi la fila dei contrari si è notevolmente allargata, il presidente vuole soprattutto per meri interessi personali.
Tornando alla questione di De Rossi un fatto in particolare ci colpisce. Il fatto che Pallotta non si sia mai presentato davanti alle telecamere per spiegare questa sua presa di posizione.
Difatti, per chi non se lo ricorda, il patron americano manca da Roma dal 2 maggio 2018. In quel caso era venuto nella Città Eterna per prendersi un merito che, però, non era stato certo direttamente lui a raggiungere: l’arrivo in semifinale di Champions.
Quel giorno infatti i capitolini, scendevano in campo nel ritorno della semifinale della coppa delle grandi orecchie contro gli inglesi del Liverpool. A molti sembrò che Pallotta venne a Roma non tanto per stare vicino alla squadra in sè ma più che altro per prendersi i meriti dell’impresa sportiva e per ridare smalto alla sua immagine che, già allora, era stata criticata più volte per determinati motivi.
In queste ultime ore sono molti gli appelli arrivati a Boston per far sì che il presidente americano ci metta la faccia dopo una stagione più che deludente che, probabilmente, si chiuderà con i giallorossi fuori dalla prossima edizione della Champions League. Alcune voci dicono che Pallotta potrebbe presentarsi per l’ultima di De Rossi in programma domani, domenica 26 maggio 2019.
Chi scrive dubita che ciò avverrà veramente, visto il clima di dura contestazione che si respira attorno a quell’evento non solo contro il presidente ma verso la società di Trigoria per intero.
Ma, come dicevamo, Pallotta si è sempre preso tutte le sue responsabilità in ambito Roma e, dal momento che in questo ha palesato grande decisione e coraggio, non avendo fatto mai nulla di veramente tangibile per ricucire il rapporto con i tifosi ma andando dritto per la sua strada, si presentasse all’Olimpico almeno per dimostrare rispetto verso i suoi “clienti” e metterci la faccia una volta per tutte.
L’unica cosa, quindi, che sentiamo il bisogno di dirgli è questa:
Caro James, vieni allo Stadio a prendere i fischi.
Perché forse impopolare lo sarai sempre, ma almeno ti verrà riconosciuta una certa coerenza.