Conferenza di presentazione Mkhitaryan: “L’Inghilterra ormai appartiene al passato, sono concentrato sulla Roma”. Petrachi: “Penso di aver costruito una squadra tosta” (Video)
La Roma è felice di presentare Henrikh Mkhitaryan. Arrivato nella capitale il 2 settembre in prestito dall’Arsenal, alle 12 sarà protagonista della conferenza nella sala stampa del centro sportivo Bernardini.
Gianluca Petrachi introduce l’armeno: “Siamo orgogliosi di aver portato un altro giocatore di livello internazionale. Sono convinto che la sua capacità tecnica, la sua personalità e la sua intelligenza possa portare tanto a tutta la Roma calcio. Siamo pronti a garantirgli tutto ciò di cui ha bisogno: sostegno, affetto e soprattutto voglia di giocare al calcio. Credo che la Roma e la sua tifoseria si metterà nella condizione di far sentire tutto il proprio calore a questo calciatore”.
Mkhitaryan: “Sono davvero felice di essere qui, prima di arrivare ho passato un periodo non facile. Sono consapevole di dove sono arrivato e cosa vogliono fare qui, ho incontrato i compagni e il mister oggi, c’è un ambiente ideale per un futuro roseo”.
In quale ruolo credi di poter dare il tuo apporto alla Roma?
“Posso ricoprire tutte le posizioni d’attacco, quello che per me più conta è essere utile alla squadra. La mia prerogativa è partire dall’esterno per accentrarmi e metterò a disposizione tutte le mie qualità”.
Hai già incontrato alcuni compagni in nazionale?
“Abbiamo parlato dopo il match contro l’Italia, con Florenzi sulla città. Anche con Dzeko ho parlato sulla partita, sui gol fatto. Alla fine dopo le gare con le nazionali eravamo focalizzati sulla prossima partita della Roma”.
La media gol nelle ultime stagioni è stata più bassa rispetto alle tue qualità. Cosa ti manca per fare un salto di qualità a livello realizzativo?
“In Nazionale gioco più centrale dietro la punta e ho più spazio, devo essere anche in area per finalizzare. Con Arsenal e Manchester United partivo da una posizione più arretrata, il mio ruolo era più quello di cucire il centrocampo con l’attacco. Il mio obiettivo è fare più gol e assist possibili”.
Per Petrachi: negli ultimi giorni sono arrivati più giocatori in prestito. Questo è un problema per dare continuità?
“Per quanto riguarda Smalling e Miki era anche difficile imbastire operazioni diverse. Volevo fare investimenti sui giovani, in passato sono stati fatti investimenti importanti su giocatori per i quali magari era meglio prendere in prestito e valutarne le caratteristiche. Quando un mese fa mi era stato detto di prendere Miki era impensabile farlo in prestito, andava comprato. E’ un top player e aveva delle caratteristiche economiche per cui bisogna essere attenti anche al bilancio. Il ragazzo ha rinunciato anche a dei soldi per essere qui, ecco perché parlavo di intelligenza per un calciatore che vuole scommettere su se stesso. Con lui e Smalling abbiamo fatto delle operazioni furbe, come dico io. Il tempo dirà se avremo fatto le cose giuste”.
In passato hai giocato contro lo Shakhtar: cosa pensi dello stile di gioco di Fonseca?
“Ho seguito lo Shakhtar sia in Champions che in campionato, ha sempre giocato un calcio spettacolare e offensivo. Mi ha stupito come tenesse testa anche alle grandi squadre, senza avere paura. Spero che il mister possa fare lo stesso qui a Roma offrendo un calcio spettacolare”.
Per Petrachi: sulla questione centravanti?
“Nelle mie conferenze ho sempre detto che Dzeko era il centravanti ideale della Roma e mi sarebbe piaciuto tanto trattenerlo. A volte si fanno anche strategie per arrivare a certi obiettivi, ho sempre nutrito la speranza di tenere Dzeko. Tutto quello che era successo lo scorso anno aveva pesato sull’umore del calciatore, io ho fatto di tutto per fargli capire che qui il vento stava cambiando, ho cercato di fargli capire che all’Inter non sarebbe stato così importante come qui. Ho fatto un prezzo che l’Inter non ha mai raggiunto e questo dimostrava che non era così importante. Gli altri sono stati sempre alternativa, la nostra prima scelta era Dzeko”.
Dopo la partita con l’Armenia ti sono arrivati messaggi dai tifosi? Perché dalla Premier sei venuto in Italia?
“Ho ricevuto molti messaggi daitifosi, erano contenti della mia prestazione e io lo ero per loro. Ora però voglio concentrarmi sulla Roma, è una nuova esperienza, lotterò fino alla fine, cercherò di aiutare la squadra. Non ho paura della pressione, so che quando si gioca per grandi squadre è così, il minimo errore viene criticato e la cosa positiva esaltata. Ho 30 anni, so come gestirle e come comportarmi. Ho scelto la Serie A perché è una grande occasione, ho accettato subito con entusiasmo, non abbiamo neanche parlato di soldi. Sono qui per godermi il calcio e raggiungere gli obiettivi”.
Per Petrachi: siamo a 4 infortuni dall’inizio della stagione. Cosa state facendo per porre fine a questo problema?
“Sicuramente sono valutazioni oggettive che personalmente sto facendo. Posso dirvi tranquillamente che lo scorso anno nel Torino ho avuto pochissimi infortuni a livello muscolare. Quando arrivi in un’altra squadra devi capire le metodologie e quando arrivi in top squadre ci sono giocatori con personal trainer e devo valutarli. A volte esiste anche la casualità, capisco che qua siano tutti scottati dai 50 problemi muscolari e l’attenzione sia altissima. La storia di Pastore si conosce, quello che mi ha stupito è Zappacosta perché si è fatto male in riscaldamento e non presentava alcun problema. Quello di Under ci può stare perché è un fibra bianca, un esplosivo. Posso garantire che faremo il massimo, stiamo rifacendo i campi perché i ragazzi spesso si sono lamentati della durezza del terreno ed è un alibi che voglio togliere. Rizolleremo tutti i campi e mi auguro che da oggi in poi le cose possano migliorare”.
Hai la sensazione che lasciando la Premier lasci il campionato più importante. Vuole tornarci da vincente o è una scelta definitiva?
“Ho lasciato l’Inghilterra quindi ormai appartiene al passato, sono concentrato sulla Roma e sulla Serie A. Scegliendo la Roma non penso di aver fatto un passo indietro, si è presentata questa occasione e l’ho colta all’istante. Per un calciatore è importante giocare e trarre piacere da quello che fa, cosa che all’Arsenal nell’ultimo mese non capitava”.
Per Petrachi: alla fine del mercato, pensa di aver raggiunto i suoi obiettivi? E’ un mercato da Champions League?
“Credo di averci messo l’anima in questo calciomercato, ho cercato di mettere tutto quello che avevo dentro con una logica calcistica. Ho cercato di fare una piccola rivoluzione perché era necessario farla. A tutti voi ho chiesto un po’ di pazienza, quando si dice di essere all’anno zero non si può pensare di non averne anche se nel calcio il tempo non lo dà nessuno. Ho pensato a qualcosa su cui far rinascere l’orgoglio romanista, sono convinto di aver creato un gruppo importante, tanti giocatori che non volevano stare qui sono andati via. Abbiamo fatto rinnovi di giocatori importanti come Zaniolo, Under che tanti dicevano avremmo dovuto venderli e invece li abbiamo tenuti qui. Su delle basi importanti che aveva, secondo me sono stati inseriti giocatori di spessore. C’è un allenatore che sta cercando disperatamente di portare la sua cultura del lavoro, certamente non vorrei più parlare di calciomercato ma del Sassuolo. Dal punto di vista del punteggio forse ci manca qualcosa per la partita contro il Genoa, quando non ti arrivano i risultati nell’immediatezza c’è sempre un po’ di sconforto ma sono molto ottimista, vedo come si allenano i ragazzi e vedo quel senso d’appartenenza, vedo che stanno a cena insieme. Quando sono arrivato c’era molta disgregazione, ora vedo unità. Non posso garantire che sia da Champions perché non faccio il veggente, però penso di aver costruito una squadra tosta che partita dopo partita farà vedere il proprio valore”.