Fonseca: “Sogno di vincere trofei importanti. La Roma è il cuore della città”
VIRGINIA RIFILATO – Paulo Fonseca, tecnico della Roma, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Roma TV che verrà trasmessa domani. Questa un’anticipazione ed una sintesi delle sue parole, curate da InsideRoma:
Hai realizzato i tuoi sogni?
“Ho sempre avuto la fortuna di essere ciò che desideravo. Da ragazzo sognavo di essere calciatore e lo sono stato, poi ho sognato di fare l’allenatore e lo sono diventato, sognavo di allenare un grande club europeo e lo alleno. A livello professionale mi sento molto realizzato. Adesso sogno di vincere trofei importanti, la Champions League o il campionato, uno dei principali campionati europei, come quello italiano. Più in generale sogno di essere felice ogni giorno, vivere la vita in modo tranquillo. Per me la felicità è essere felici anche fuori dal mondo del calcio”.
Come hai vissuto l’emergenza Coronavirus?
“Prima di tutto con molta tristezza per chi è scomparso e chi ha perso qualcuno, poi con apprensione per tutti noi, abbiamo affrontato qualcosa di sconosciuto e che non eravamo capaci di controllare. Ho vissuto questo periodo anche con positività. Lasciami dire che, per quanto mi riguarda e senza essere banale, ho vissuto il periodo con la mia famiglia. È un periodo certamente tragico che supereremo prima o poi ma è un periodo che ci può insegnare molto. La verità è da questo periodo dobbiamo imparare cio che è veramente importante nella nostra vita“.
Le iniziative della Roma?
“È stata un’esperienza molto gratificante, in questo momento tragico la Roma ha trovato diversi modi di aiutare le persone. È la prova che la Roma non è solo un club come dice l’inno: la Roma è il cuore della città. Sono stato orgoglioso di ciò che ha fatto la Roma e di averne fatto parte“.
Cosa è cambiato alla ripresa degli allenamenti?
“Tante cose, dalla preparazione al modo di vivere lo spogliatoio, così importante per noi. È tutto diverso. La Roma è stata veramente esemplare in questa situazione, seguendo tutte le indicazioni del protocollo, dalla divisione nelle rispettive stanze al mangiare separati, praticamente stiamo insieme solo in campo per allenarci, si fa attenzione a tutto. Immagina cosa vuol dire non abbracciarsi durante una partita, sono cose che in certi momenti ti rafforzano, hanno un’importanza emotiva. Tutto questo non ci sarà, sono curioso di vivere questo momento di maggiore distanza, una distanza che è difficile mantenere nel calcio, è molto difficile non avere contatti, non abbracciarsi, non festeggiare insieme, non complimentarsi con avversari o arbitri. Mi è già capitato di giocare senza pubblico, è terribile non avere i tifosi, è una cosa che cambia una partita, la rende più triste e meno emotiva, a maggior ragione qui a Roma, dove c’è la Curva Sud che ci sostiene in modo così caloroso, dando un sostegno importante alla squadra. Non potremo contare sulla forza che ci danno nei momenti complicati, ovviamente sarà difficile vivere questo periodo lontano dai nostri tifosi che vivono la squadra con tanta passione“.