INSIDEROMA.COM – ILARIA PROIETTI – Giù le mani da Nicolò Zaniolo. È un obbligo comune, della società, della tifoseria intera, dei giornalisti. Giù le mani da questo ragazzo. Classe ’99, arrivato alla Roma in punta di piedi, contropartita nell’operazione Nainggolan. Un giovane, un “primavera”, destinato al prestito o, chissà, a fare una-due presenze massimo in qualche turnover pensato da Di Francesco.
Ma le cose nella vita, quasi sempre, non vanno come te le aspetti e spesso nel calcio quelli che arrivano nel silenzio generale sono quelli che poi sorprendono di più. L’esordio al Santiago Bernabeu, infatti, non poteva essere un caso. Arrivano gli apprezzamenti di Mancini, il rammarico dei tifosi interisti, l’euforia di quelli giallorossi. Arriva l’esordio in Serie A, dove finisce per essere titolare in più di una partita a causa dei tanti compagni infortunati. Succede che Zaniologioca bene, con quella grinta e quella fame che ti spingono ad andare come un treno. Succede che Zaniolo sorprende, che è un giocatore a tutto campo, potente e intelligente. Succede che segna due gol, contro il Sassuolo, poi contro il Torino, uno più bello dell’altro.
Succede, forse, la cosa più pericolosa. Succede che questo ragazzo è amato dai tifosi. Non c’è cosa più rischiosa e potenzialmente deleteria per un giocatore così giovane. Perché uscire dalle grazie dei fan è assai più facile che entrarci, un momento tocchi il cielo con un dito, l’altro stai sprofondando a terra. Al primo sbaglio, al primo scivolone, non sei più il nuovo Totti. Sei solo un altro ragazzino che è passato per Roma, e tutte le frasi come: “Diamogli la 10”; “Zaniolo è il migliore giovane in circolazione”; “Alzate a Zaniolo lo stipendio” non avranno più alcun senso.
Non carichiamo questo ragazzo di un peso che non è pronto a sopportare. Lasciamolo giocare, lasciamolo esprimersi al meglio delle sue capacità. Lasciamolo crescere e fare sempre di più. Con la maglia della Roma, si spera.