Federico Guidi, allenatore del Gubbio che oggi pomeriggio affronterà la Roma, ha parlato ai microfoni di Teleradiostereo. Queste le sue parole:
“Ho cresciuto Mancini, sia nei giovanissimi, negli allievi e nella Primavera. L’ho cresciuto nel settore giovanile della Fiorentina. Era un centrocampista centrale nei giovanissimi, ho ricordi eccezionali assieme a lui perché vincemmo il titolo italiano. Lo arretrammo in una scelta condivisa come difensore centrale. Quando sei un allenatore del settore giovanile cerchi di portare quanti più calciatori nel calcio professionistico, cerchi di capire quali siano le qualità migliori che possono proiettare il giovane nella categoria degli adulti. Non aveva il dinamismo necessario per giocare in spazi più ristretti, con lui decidemmo di fare lo spostamento anche perché dietro si sarebbe portato la capacità di costruzione del ruolo di centrocampista. Aveva quella grande concentrazione e aggressività necessaria a diventare un gran difensore, oltre all’abilità nel gioco aereo che aveva a centrocampo. Si sta parlando di un difensore che si sta affermando a grandissimi livelli, ha avuto una crescita esponenziale negli ultimi anni. Se uno va ad analizzare nel dettaglio il suo percorso sono pochissimi anni che fa il difensore centrale e qualche malizia la deve ancora apprendere nel ruolo. È talmente intelligente che riesce ad apprendere dettami diversi da un tecnico all’altro, come quando ha giocato a 3 o a 4 ed è riuscito sempre a mettere in evidenza grandi prestazioni. Sono sempre stato convinto che il talento in Italia esiste: c’è e ci sarà per sempre. Il problema è la nostra cultura perché i giovani sono considerati giovani quando non lo sono più, basti citare Bernardeschi e Rugani che sono ’94. All’estero i giovani sono 2001, addirittura 2003”.