Kluivert: “Voglio vincere la Champions con la Roma. A chi mi critica chiedo di darmi del tempo”
Justin Kluivert ha rilasciato un’intervista a DAZN. Queste le sue dichiarazioni:
Il debutto in prima squadra:
“Il mio debutto con l’Ajax, ero felice perché il sogno che avevo da bambino si stava realizzando, nessuno avrebbe potuto rovinare quel giorno, o quella stagione. Ero felissimo, il telefono era impazzito. Anche mio padre ha esordito giovanissimo con la maglia dell’Ajax che ci sia riuscito anche io è meraviglioso, non riesco neanche a immaginare come sarebbe se ci riuscisse anche mio figlio, un giorno. Per arrivare a quel momento ho speso un sacco di energie, sangue, sudore e lacrime come dice la canzone di André Hazes che si sente all’Amsterdam Arena: bloed, zweet, en tranen, ed è veramente tutto quello che devi dare. La dedizione è importante ed è per questo che ho avuto questa opportunità”.
La figura del padre
“È il mio idolo, la guida che ho sempre seguito fin da bambino. Ha fatto così tante cose nella sua carriera… tutti abbiamo un modello da seguire. Per un compleanno mi regalò una mela di vetro e mi disse che la mela non cade mai lontano dall’albero. Per me fu una cosa speciale. Anche lui aveva bei numeri (a Justin viene fatto vedere qualche gol del padre ndr). Sono molto diverso da lui, però vedendo questi video penso di aver ereditato qualche giocata. Al Barellona fu una bella parte della sua carriera. Io dopo le partite potevo correre in campo e giocare con i miei fratelli, siamo in due dalla stessa madre, due da un’altra. Con i miei fratelli giocavamo ovunque, che fosse in uno stadio enorme o per strada”.
Cosa ti disse Mourinho dopo quel match contro il Manchester United?
“Quando ho giocato contro di lui è venuto da me e mi ha detto fosse felice di vedermi giocare con la maglia dell’Ajax, perché mi ha visto crescere quando era nello staff del Barcellona. Non ha provato a comprarmi (sorride ndr).
A Kluivert vengono mostrati dei filmati di suoi gol da giovanissimo
“Anche de Ligt mi disse che volesse esultare come facevo io (estrarre la bandierina usandola a mo di mitra e sparare ai compagni ndr), ma non riusciva a estrarre la bandierina dal terreno e lo prendevamo in giro. Nel video ci sono lui e Malen (attaccante del PSV) che segna di testa. È bellissimo vederli arrivati così in alto. La gente pensa che sia tutto facile e si crea un’opinione negativa subito. Per me è sbagliatissimo, se uno a 20 anni arriva alla Juventus non è così strano che abbia bisogno di imparare: arrivi in un Paese nuovo, devi arrangiarti da solo, è tutto diverso. Il gruppo è diverso: anche de Ligt ha giocato 10 anni con l’Ajax, lo è anche per me. La gente non capisce le difficoltà, se può ti critica. Dovete darci del tempo, non credo sia chiedere troppo”
Il tuo modo di giocare è cambiato rispetto a quando eri più giovane?
“Mi piace ancora andare in dribbling, provare a fare fuori 4 o 5 uomini, ma non è più così facile. Non ci riesco più come prima, ma è ancora la mia ideaa vincente di calcio”.
Torino-Roma, esordio in giallorosso:
“Il mio esordio con la Roma, non lo dimenticherò mai. Servire quell’assist per Dzeko, che poi segna un gol del genere (tiro di sinistro al volo ndr) è da sogno. Arrivare in un nuovo club ed essere subito determinante è stupendo, non potrei dimenticare quel momento”.
van Basten era l’idolo del padre, il tuo? Hai una foto con il tuo idolo?
“Sai che non lo so, beh con mio padrei sì, ma non con quello cui mi ispiro, per quello che è dentro e fuori dal campo. Per me è Cristiano Ronaldo, lo ammiro da quando sono piccolo. Ho anche esultato come lui in una gara Ajax vs PSV, era una partita molto importante, ho segnato il gol del 3-2- e l’ho fatto”.
Viene mostrato un video del fratello piccolo, appassionato durante una partita di calcio:
Mio fratello è troppo divertente, gioca con la U13 del Barcellona e sta andando alla grande. Molti pensano che io giocassi nell’Ajax e lui nel Barcellona grazie a mio padre, ho sempre risposto di venirmi a vedere a giocare… Questo mi ha reso il giocatore che sono oggi, era qualcosa che mi bruciava dentro”.
Ora Fonseca loda la tua visione difensiva, è strano per un attaccante.
“Sì, è vero, quando sono arrivato qui ero terribile in fase difensiva quindi mi sono focalizzato molto su questo. Nella fase di non possesso avevo molti problemi e in Italia devi saper giocare anche per gli altri: se non difendi non vai in campo. Devi dimostrare di essere all’altezza quando hai il pallone, ma anche quando devi recuperarlo”.
La dedica dopo un gol al suo amico Nouri (a 20 anni crolla a terra in campo per una aritmia che gli provoca danni permanenti):
“La sua storia è un qualcosa che non puoi capire se non eri là. Lo conosco bene era, un piccolo idolo per me. Il quell’Ajax era il migliore, un leader, un gentleman nonostante la sua età. Lo rispettavano tutti. Quel gol contro il Viktoria Plzen con la Roma, come tutti gli altri che ho segnato, sono un po’ anche per lui e questo era un gol importante, perché sono diventato il calciatore più giovane ad aver segnato un gol in Champions per la Roma. È fantastico che il mio nome sia nella storia del club, ma è solo l’inizio, di gol ne voglio fare molti altri in tutte le competizioni e sono certo che ci riuscirò”