Marcello Lippi, ex CT della nazionale Campione del Mondo 2006, ha parlato ai microfoni di soccermagazine.it del calcio attuale e della sua esperienza alla guida degli azzurri:
Tra il 2010 e il 2020 Napoli e Roma sono state le squadre che hanno più dato fastidio alla Juventus. Secondo Lei quale sarà invece la società che terrà testa ai bianconeri nei prossimi 10 anni? “Penso l’Inter e la Lazio, le attuali due che hanno a parer mio del potenziale, ma anche la Roma effettivamente può organizzarsi per contrastare questo predominio. Le squadre attuali, insomma. Il Milan è ancora un pochettino da ricostruire“.
L’ultimo ventennio del calcio italiano è stato caratterizzato dai continui paragoni tra due campioni che anche Lei ha allenato: Totti e Del Piero. Al di là dell’aspetto tecnico, può dirci qual è la principale differenza tra i due? “Al di là dell’aspetto tecnico non c’è nessuna differenza. Sono due splendide persone, due splendidi ragazzi capaci di legare con tutti i compagni. Non ci sono grandi differenze“.
C’è una domanda romantica che facciamo ogni volta che sentiamo uno dei campioni del mondo del 2006: spesso si parla delle emozioni e di cosa si è provato, Lei può dirci invece che cosa o a chi ha pensato quando è diventato campione del mondo, subito dopo il rigore di Grosso? “È una costante la mia: siccome tutti i sacrifici che ho fatto nella mia carriera li ho fatti insieme alla mia famiglia, nei momenti di grande gioia e di grandi conquiste ho sempre pensato alla mia famiglia. E ovviamente anche ai miei genitori che non hanno potuto provare queste emozioni“.
Per concludere: da calciatore Lei è stato una bandiera della Sampdoria, il cui maggior rappresentante oggi è Fabio Quagliarella. Ecco, pensando anche al Sudafrica, non crede che abbiate raccolto entrambi meno di quanto meritavate? “Lui probabilmente ha raccolto meno e magari sarebbe stato più giusto che lo impiegassi un po’ più frequentemente. Per quanto mi riguarda io non ho nessun rimpianto nella mia carriera, ho avuto degli alti e bassi, ma sono stati talmente tanti gli alti che va bene così“.