6 Giu 2019In Breaking News8 Minuti

Lo saluteremo con leggerezza, ma è stato uno dei più grandi

INSIDEROMA.COM – MATTEO LUCIANI – La stagione sportiva appena terminata, con ogni probabilità, verrà ricordata come l’ultima di Edin Dzeko con la maglia della Roma. Il centravanti bosniaco, infatti, con il contratto in scadenza nel 2020, è pronto ad accasarsi all’Inter di Antonio Conte, da sempre suo grosso estimatore, tanto che nel bollente gennaio del 2018 fu proprio il mister salentino a provare a portarlo in tutti i modi nell’allora suo Chelsea: un tentativo sfumato a un passo dalle firme, principalmente per volontà dell’attaccante ex City e della sua famiglia, che fece infine virare i Blues sul francese Giroud.

Peccato che il commiato durante Roma-Parma sia stato consumato in modo non adeguato rispetto a quanto Dzeko ha rappresentato per i colori giallorossi nei suoi quattro anni di militanza: un’uscita dal campo polemica nei confronti di Claudio Ranieri, reo di averlo sostituito troppo presto secondo il bosniaco, condita inizialmente pure da qualche ingeneroso fischio, subito coperto, tuttavia, dagli scroscianti applausi della maggioranza del pubblico capitolino.

L’avventura romanista di Edin Dzeko è stata sostanzialmente un lungo percorso quadriennale sulle montagne russe.

Tutto inizia nell’estate del 2015. Nonostante le dichiarazioni infuocate di mister Rudi Garcia nei confronti della dirigenza del club e del suo modus operandi in sede di calciomercato, la Roma effettua operazioni in entrata davvero sontuose, tra cui quelle inerenti all’egiziano ‘Momo’ Salah (reduce da sei mesi eccezionali alla Fiorentina), al portiere Wojciech Szczęsny dall’Arsenal, all’esterno Iago Falque (proveniente dal Genoa e da un campionato superbo con tredici gol all’attivo), al centrale difensivo tedesco Antonio Rudiger, al terzino sinistro Lucas Digne (fortemente voluto dal tecnico romanista, che lo aveva già avuto alle proprie dipendenze in quel di Lille) e appunto a Edin Dzeko.

La trattativa per strapparlo al Manchester City è tutt’altro che semplice, ma alla fine l’allora ds della Roma Walter Sabatini raggiunge un accordo con i Citizens: quindici milioni di euro complessivi (quattro versati subito e i restanti undici nell’estate seguente per il riscatto obbligatorio) e il bosniaco diventa il nuovo centravanti giallorosso.

I tifosi romanisti sognano, d’altronde un vero centravanti di tale levatura non si vedeva dalle parti di Trigoria probabilmente dai tempi del ‘Re Leone’ Gabriel Omar Batistuta. Dzeko sbarca a Fiumicino sommerso dall’affetto del suo nuovo pubblico, che si reca in massa ad accoglierlo all’aeroporto. Il debutto all’Olimpico, nell’amichevole di presentazione della squadra contro il Siviglia del futuro direttore sportivo della Roma, Monchi, è da sogno: passano soltanto pochi minuti e l’ex City ‘spacca’ la porta con un destro al fulmicotone. “È arrivato l’uomo giusto” pensa il popolo giallorosso.

La prima stagione in Serie A, però, è tutt’altro che felice per Dzeko. La Roma di Garcia, dopo un illusorio primato in classifica tra ottobre e novembre, crolla e il centravanti resta sepolto dalle macerie insieme a molti dei suoi compagni, incapace di reagire forse anche a causa di un carattere non proprio da leader.

A gennaio del 2016, Luciano Spalletti torna sulla panchina giallorossa e mostra subito grande fiducia nei confronti di Dzeko, che definisce “il centravanti ideale. Se l’estate scorsa mi avessero chiesto chi avrei voluto al centro dell’attacco, avrei fatto un solo nome: quello di Edin“. Dichiarazioni forse anche esagerate da parte dell’allenatore toscano, volte tuttavia a tentare in ogni modo di valorizzare ancora un patrimonio economico e tecnico del club.

Neppure Spalletti riesce inizialmente nel ‘miracolo’ di rigenerare Dzeko, che finisce la stagione frequentemente in panchina per lasciare spazio al nuovo arrivato Diego Perotti, che giostra nel ruolo di ‘falso nueve’, poiché il tecnico di Certaldo vede volare la sua nuova Roma senza un centravanti vero.

Un’estate dopo l’arrivo in pompa magna tutto è cambiato e l’ex City finisce al centro di svariate voci di mercato. Alla fine, Dzeko rimane e risulta essere in miglior acquisto possibile per la squadra di Spalletti versione 2016/2017. Dopo un inizio ancora scarsamente incoraggiante, infatti, il bosniaco mette il turbo e non smette più di segnare, terminando la propria annata con trentanove gol in cinquantuno partite.

La separazione da Luciano Spalletti, che avviene durante l’estate del 2017 al culmine di una stagione fatta di sin troppi veleni con Francesco Totti, per Dzeko è un duro colpo. Il calcio di Eusebio Di Francesco, nuovo mister giallorosso, mal si sposa con le sue caratteristiche e il calciatore in principio non ne fa mistero neppure davanti alle telecamere.

Anche se non più a grappoli come nella stagione precedente, i gol arrivano, ma Dzeko, come detto, si ritrova ugualmente a un passo dall’addio a gennaio del 2018: l’ingaggio è troppo pesante per le malandate casse giallorosse e il Chelsea propone una somma che permetterebbe alla Roma di effettuare anche una discreta plusvalenza con il cartellino dell’attaccante. Il bosniaco, però, non è convinto di volare a Londra e sceglie la causa romanista, diventando poi uno dei grandi protagonisti del cammino in Champions League che conduce la compagine capitolina a un passo dalla finalissima di Kiev.

L’ultima, tremenda annata della Roma, però, sembra resettare tutto ciò che Edin Dzeko è stato in grado di mostrare al pubblico giallorosso. Il numero di gol cala sensibilmente (sono comunque quattordici) e spesso a indispettire i fan romanisti è l’atteggiamento in campo dell’ex attaccante del Manchester City. Tornano i fischi della prima annata romana e anche il pensiero, tanto da parte della società, quanto a questo punto dello stesso calciatore, che il percorso in giallorosso sia ormai da considerare concluso.

Edin Dzeko, dunque, si appresta a iniziare una nuova avventura, con ogni probabilità a tinte nerazzurre.

Restano i fischi e le contestazioni subite in giallorosso, ma anche i tanti gol.

Lo saluteremo probabilmente senza troppi rimpianti. Eppure, quando ci guarderemo indietro, scopriremo che Dzeko è stato un attaccante in grado di segnare 87 gol in 178 partite disputate e di entrare nella top ten dei migliori marcatori romanisti di sempre in soli quattro anni: insomma, forse unicamente allora saremo consapevoli che Edin Dzeko è stato uno dei più grandi centravanti della storia della Roma.