IL TEMPO – AUSTINI – Dzeko-dipendenti. Troppo. La Roma si tiene strettissima il bosniaco confermato in estate con tanto di rinnovo, ma ha bisogno di tanto altro. A cominciare da una spalla del bosniaco in fase realizzativa. Nelle prime sei partite ufficiali il bomber romanista ha segnato quattro gol, tre li ha realizzati Kolarov su calcio da fermo, due i timbri di Kluivert mentre una volta a testa hanno esultato Mkhitaryan, Zaniolo, Cristante e Under. Ma serve qualcosa in più. Dall’addio di Salah in attacco non c’è più un partner fisso di Edin, tantomeno un sostituto che possa consentirgli di rifiatare. Perché Dzeko non può giocare sempre al massimo e già con l’Atalanta si sono viste le inevitabili conseguenze fisiche di un impiego senza soste: il numero 9 romanista ha faticato nel duello con Kjaer ed è venuta meno la principale arma di Fonseca per «saltare» il pressing e la marcatura a uomo di Gasperini. Domani a Lecce tocca ancora a Dzeko – un turno di stop si può immaginare giovedì in Europa League col Wolfsberger – che attorno a lui troverà un reparto probabilmente rivoluzionato rispetto alla infrasettimanale dell’Olimpico: a destra si dovrebbe rivedere Kluivert, sulla corsia opposta Mkhitaryan mentre stavolta Zaniolo sembra destinato al ruolo di trequartista centrale, visto che Pellegrini non sta benissimo. A meno che Fonseca non voglia ridare fiducia a Pastore, zero minuti giocati negli ultimi due match, ci si aspetta molto soprattutto dall’armeno, l’acquisto last-minute che ha infiammato i tifosi e regalato un esordio da applausi col Sassuolo. Poi tra Bologna e Atalanta Mkhitaryan ha deluso, è sembrato poco ispirato e senza brillantezza fisica. Nulla di preoccupante, ma Fonseca ora gli chiede di diventare un leader tecnico della Roma. Anche perché la concorrenza non manca. La gestione di Zaniolo si basa su altri principi, il tecnico l’ha tenuto fuori inizialmente con il Sassuolo perché non era contento dei suoi allenamenti nei giorni precedenti a quella sfida. Un segnale forte da dare al singolo ragazzo e al gruppo, per ottenere subito risposte dal punto di vista caratteriale.
Lecce sarà il primo test dopo una sconfitta, un’occasione per cancellare subito la elusione post Atalanta ma pure un esame di personalità, con la pressione tutta sulle spalle della Roma. Passare da un eccesso all’altro è la prassi da queste parti e un risultato diverso dalla vittoria aprirebbe di fatto i primi veri processi. Fonseca aspetta la rifinitura di oggi per le scelte definitive, oltre a Dzeko qualcuno come Fazio, Kolarov e Cristanste avrebbe bisogno di rifiatare ma non è detto che accada in Puglia. Se Smalling si mostrerà pronto per la seconda partita in quattro giorni Mancini si candida a giocare al suo fianco, mentre Diawara chiede spazio in mediana: più probabile che lo avrà in coppa giovedì con Spinazzola e Zappacosta ai box straordinari in vista per Florenzie Kolarov sulle fasce, mentre Kalinic non sembra ancora pronto per sostituire Dzeko dal 1°. Prima o poi dovrà farlo, servono anche i suoi gol. È non gli servirà sforzarsi chissà quanto per segnare più di Schick.