Stadio della Roma, divulgata la relazione del Politecnico di Torino
Il parere del Politecnico di Torino, riguardate il progetto per il nuovo stadio della Roma, è stato pubblicato sul sito ufficiale della capitale comune.roma.it.:
“Il parere di questo gruppo di lavoro è che – dal punto di vista dei trasporti – lo stadio possa essere realizzato nell’area in analisi, subordinando tuttavia necessariamente la relativa messa in esercizio al completamento di una serie di interventi: questi ultimi includono soprattutto l’ambito ferroviario (Roma-Lido, FL1), ma anche nel complesso un’offerta plurimodale (pedonale, con biciclette su percorsi sicuri, con TPL, ecc.), supportata da “ITS” (Intelligent Transport Systems), anche in relazione alla gestione della sosta. Si tratta peraltro di obiettivi comunitari, che la Città ha pienamente mostrato già di perseguire, soprattutto nel redigendo PUMS. L’analisi della circolazione plurimodale adiacente allo stadio stesso, insieme con il polo urbanistico-infrastrutturale dello stadio di Tor di Valle, dovrebbe poter essere inclusa nel PUMS, perseguendo un beneficio per la collettività superiore a quello degli utenti diretti – sia sistematici sia occasionali – della nuova area. L’utenza dello stadio e di aree limitrofe dovrà preventivamente essere consapevole e magari convinta – con i fatti – che potrà, se compatibile con i propri spostamenti, giungere e defluire dallo stadio con due alterative ferroviarie a disposizione, delle quali dovrà potersi preliminarmente fidare, in virtù delle loro auspicate efficienza e puntualità”.
Il Politecnico spiega poi il termine ‘catastrofico’, utilizzato nell’esporre le conclusioni sulla ‘viabilità stradale’: “Gli scriventi ritengono che, in presenza di soluzioni basate sostanzialmente su “infrastrutture stradali” e carenti d’interventi importanti sulle alternative modali (pur auspicate dall’inizio dello studio a cura del proponente), la già pesante situazione preesistente sul tessuto viario urbano di Roma possa aggravarsi. Pertanto gli scriventi sostengono che tale scenario sia da non perseguire, sia perché ritenuto poco professionale, sia perché non congruente con gli obiettivi europei di cui al § 1. Gli scriventi sono consapevoli che l’utente usuale della viabilità stradale romana possa essere presumibilmente abituato a situazioni di traffico intenso ed alla congestione, all’occasione, forse in media con un approccio molto più paziente d’un utente stradale di altre città meno affette da condizioni di traffico intense ricorrenti, tuttavia non si ritiene che questa sia una situazione da accettare passivamente; questo atteggiamento di accettazione passiva non è stato peraltro affatto riscontrato tra i responsabili tecnici in materia in Roma, che si adoperano con soluzioni anche innovative in fieri per alleviare il traffico stradale; si sostiene questa posizione tanto più perché con un traffico veicolare intenso non solo si può intaccare la produttività personale quotidiana di chi ha necessità di usare l’auto, ma anche perché si va ad incidere sui consumi energetici e l’impatto atmosferico delle autovetture. L’uso del termine catastrofico posto tra virgolette denuncia quindi un quadro che si consiglia fortemente di evitare, consapevoli che si tratta pur sempre di problemi di traffico (non di strutture civili né di incidentalità, ecc.), ma con impatti possibilmente su inquinamento e salute”.