INSIDEROMA.COM – MATTEO LUCIANI – “Il mio ruolo preferito? Portiere!”, così Alessandro Florenzi, nato nella frazione romana di Vitinia ventotto anni fa, ha dichiarato scherzosamente in passato in un’intervista che intendeva porre in risalto la sua grande versatilità all’interno dello scacchiere tattico giallorosso.
In effetti, ne ha compiuta di strada quel ragazzo che a partire dall’estate del 2012, agli ordini di Zdenek Zeman, si è unito al gruppo della prima squadra romanista, diventando costantemente più importante, stagione dopo stagione, pur con l’avvicendarsi di ben sei allenatori.
Cresciuto nel vivaio della Roma e laureatosi Campione d’Italia (da capitano) con la Primavera di Alberto De Rossi nella stagione 2010/2011, Florenzi debutta tra i ‘grandi’ in giallorosso a vent’anni, precisamente la sera del 22 maggio del 2011, quando la formazione capitolina, allora allenata da Vincenzo Montella, è di scena all’Olimpico contro la Sampdoria per l’ultima sfida di un campionato assai deludente per i colori giallorossi. Il ragazzo entra in campo a una manciata di minuti dal termine in sostituzione di un certo Francesco Totti; giusto il tempo di un paio di palloni toccati per rompere il ghiaccio e poi ecco l’estate, che lo porta a farsi le ossa in Serie B, a Crotone.
La stagione in Calabria, agli ordini dell’ex allenatore in seconda di Mazzone, Leonardo Menichini, prima e di Massimo Drago poi, è semplicemente straordinaria: Alessandro Florenzi viene impiegato come esterno di spinta e alla fine del campionato raccoglie ben trentasette presenze con addirittura undici gol all’attivo.
Certi numeri non passano inosservati dalle parti di Trigoria.
Un’estate dopo la cessione in prestito al Crotone, il club giallorosso, grazie al parere favorevole di mister Zeman che ha affrontato Florenzi con il suo Pescara l’anno precedente nella serie cadetta, esercita la recompra sul cartellino del calciatore, versando ai calabresi poco più di un milione di euro.
Grazie alla sua ottima capacità di abbinare qualità e quantità, Florenzi sembra poter interpretare alla perfezione il ruolo di incursore nel centrocampo a tre del dogmatico 4-3-3 di stampo zemaniano. In effetti, l’ex Crotone guadagna sin da subito molto spazio in mezzo al campo; l’allenatore boemo apprezza la capacità di ‘buttarsi negli spazi’ e di ‘vedere la porta avversaria’ del ragazzo e gli regala spesso addirittura la maglia da titolare.
Nonostante l’esonero di Zdenek Zeman dopo la figuraccia interna contro il Cagliari, Florenzi continua a collezionare minuti anche con il sostituto del boemo: Aurelio Andreazzoli. La stagione 2012/2013 si conclude però nel peggiore dei modi per la Roma, con la cocente delusione della sconfitta nella Finale di Coppa Italia contro la Lazio e l’estate seguente dà vita alla prima, grande rivoluzione nel parco giocatori dell’era americana. Il centrocampista classe 1991, tuttavia, non si muove dalla Capitale.
Sulla panchina giallorossa arriva da Lille Rudi Garcia: tra il tecnico di Nemours e Florenzi è amore a prima vista. Sin dalle prime amichevoli estive, il mister transalpino elogia l’atteggiamento e le qualità del ragazzo, che diventa un punto fermo nell’undici titolare della squadra capace di vincere le prime dieci giornate della Serie A 2013/2014.
La grande novità, comunque, riguarda il ruolo ritagliato da Garcia per Florenzi. Il modulo è lo stesso di Zeman, 4-3-3, ma con un’interpretazione completamente diversa. La sessione estiva di mercato ha portato a Roma l’esperto terzino ex Inter Maicon, da sempre più abile ad offendere che a difendere, così il nuovo allenatore giallorosso ritiene che piazzando Florenzi sulla linea degli attaccanti a destra possa creare con il brasiliano una ‘catena’ perfetta e non troppo scoperta. I risultati gli danno ragione. La stagione dell’ex Crotone e della Roma è straordinaria: 85 punti (nuovo record per il club di Trigoria) e secondo posto in campionato, con la sensazione per larghi tratti della stagione di poter lottare per lo scudetto con la Juventus di Conte.
Il grande limite della Roma 2013/2014 secondo Garcia e l’allora ds Sabatini è stato in gran parte il fatto di avere una rosa ‘corta’, pertanto per il ritorno in Champions e per tentare l’assalto allo scudetto si decide di puntare sull’ampliamento delle possibilità di scelta in favore dell’ex tecnico del Lille. Il grande colpo dell’estate giallorossa viene individuato in un esterno offensivo mancino da poter inserire sul versante di destra, per giocare con il cosiddetto ‘piede invertito’ come accade per l’ivoriano Gervinho sul fronte opposto dell’attacco: proprio il ruolo ricoperto da Florenzi. Il ragazzo si preoccupa, ma Garcia lo rassicura sul fatto che gli impegni saranno davvero tanti e lui avrà bisogno di forze sempre fresche. Alla fine, a Trigoria arriva Iturbe dal Verona: sarà lui il titolare dall’inizio della nuova stagione.
Florenzi, tuttavia, non faticherà a trovare spazio, sia a causa degli infortuni e delle prestazioni non eccelse di Iturbe, sia perché nella seconda parte della stagione la Roma perde Maicon, fermato da continui acciacchi e si trova senza terzino destro titolare: ecco allora che Garcia cambia nuovamente ruolo al ragazzo e lo ‘trasforma’ nel nuovo esterno difensivo di destra del proprio undici di partenza. I risultati sono incoraggianti, tanto da far esporre Walter Sabatini ad affermare che il club “punta con decisione su Florenzi in quel ruolo per il futuro“.
Effettivamente, a partire dalla stagione 2015/2016, salvo eccezioni dovute a situazioni di emergenza in rosa, nessuno dei tre allenatori succeduti a Rudi Garcia (Spalletti, Di Francesco, Ranieri) sposta Alessandro Florenzi dalla posizione di terzino destro.
Nonostante le critiche ricevute in alcune circostanze dai tifosi romanisti a causa di disattenzioni difensive, infatti, il numero ventiquattro garantisce infatti una tale capacità di impostazione dell’azione dalle retrovie e di spinta in fase di possesso palla che sembra un delitto rimuoverlo dal ruolo originariamente ritagliato per lui da Rudi Garcia.
Nella primavera da poco trascorsa, però, l’allenatore della Roma diventa Paulo Fonseca, portoghese proveniente dagli ucraini dello Shakhtar Donetsk e nei primi test in famiglia, si nota come la posizione in campo di Florenzi venga cambiata dal nuovo tecnico, che riporta l’ex Crotone sulla linea degli attaccanti.
Un indizio di tale possibilità sembrerebbe venir fornita anche dalle mosse del mercato giallorosso, con il ds Petrachi che si interessa al terzino destro in uscita dal Napoli Hysaj
Nel match amichevole contro il Gubbio, tuttavia, Florenzi è tornato a svolgere il ruolo di terzino destro. Chiaramente, Fonseca è in piena fase sperimentale (basti pensare al Davide Santon centrale di centrocampo visto contro il Rieti), ma non sorprenderebbe a questo punto vedere il nuovo capitano della Roma schierato in avanti nelle prime uscite ufficiali della nuova stagione.
D’altronde sarebbe solo un futuro con vista sul passato.