Nemanja Matic: “A Roma va tutto benissimo. I tifosi sono molto carichi”
Nemanja Matic si è raccontato in un’intervista StarCasinò, queste le sue parole:
Ti piace Roma?
“Il clima è fantastico (ride, ndr). Molto meglio di quello di Manchester. A Londra è ok, ma a Manchester invece piove sempre”.
Sul suo italiano:
“Sto facendo il mio meglio, faccio sempre esercizio con il nostro insegnante Claudio. Sta facendo un ottimo lavoro con noi. Sto migliorando”.
I tifosi della Roma ti hanno dato come soprannome “il professore”, ti piace?
“Sì, mi piace. Insegno calcio? Spero sia per quello”.
In Inghilterra il tuo soprannome era “il lupo”:
“Sì, me l’hanno dato allo United i miei compagni, Rashford e altri giovani. Forse perché in allenamento trovavo sempre il modo di vincere, quindi dicevano che ero come un lupo”.
Il lupo è anche il simbolo della Roma:
“Sì, anche se al tempo non sapevo che sarei venuto alla Roma (ride, ndr)”.
Mourinho ha detto che Matic è il “Mourinho calciatore”, cosa ne pensi:
“Penso sia una cosa molto positiva. Tutti conoscono Mourinho come allenatore, spero che un giorno le persone possano dire che ero il Mourinho dei calciatori. Quindi lo ringrazio”.
Su Mourinho:
“Abbiamo lavorato insieme in tre occasioni. Ne vado fiero. A volte gli altri ridono e mi prendono in giro, ma è bello sapere che questo genere di allenatori ti rispetti. È molto importante”.
Qual è la differenza tra la Premier League e la Serie A?
“La Premier è cresciuta tantissimo negli ultimi dieci anni. Dal punto di vista finanziario tutti i club sono molto forti. I club sono cresciuti molto, hanno grandi allenatori e comprano i migliori giocatori. Non c’è molta differenza tra i top club e i più piccoli. In Inghilterra non esistono i club piccoli, tutte le squadre hanno ottimi allenatori e ottimi giocatori. C’è grande organizzazione, grandi strutture, grandi tifoserie. C’è differenza, lì c’è molto qualità. In Serie A c’è molta differenza tra le prime cinque-sei squadre e tutte le altre. Ma spero che la Serie A possa crescere e deve farlo”.
Qual è lo stadio più caldo dove hai giocato in Inghilterra?
“Lì tutti gli stadi sono pieni, c’è sempre una bella atmosfera. Sono fortunato ad aver giocato al Chelsea e allo United, perché tutti vogliono batterti e c’è sempre un’atmosfera calda. Quando segnano contro di te esultano il doppio. Se devo dire uno stadio, dico Old Trafford. Ho avuto la fortuna di giocarci cinque anni. 75 mila tifosi a ogni partita è qualcosa di speciale. Giocare lì è una sensazione speciale”.
Qual è il derby più sentito in Inghilterra tra quelli che hai giocato?
“Forse quello tra Manchester United e Liverpool”.
Puoi descrivere l’atmosfera del derby di Roma?
“È simile a quella che c’è tra United e Liverpool. Il giorno della partita i tifosi sono molto carichi. Ovviamente gli italiani sono più appassionanti rispetto agli inglesi. Il derby conta molto per loro, in Premier si pensa che sì, è un derby, ma sai che tra tre giorni c’è un’altra partita. Le persone si dimenticano presto della partita, qui invece il derby è importantissimo, i tifosi se lo ricordano per un anno”.
Cosa pensi dei tifosi della Roma?
Penso siano i migliori in Italia. Non perché giochi qui, ma perché qui visto che le altre squadre, per avere lo stadio pieno, devono giocare bene per più partite. Qui invece la fedeltà dei tifosi è fantastica. Da quando sono qui, nell’ultimo anno, abbiamo sempre avuto più di 60 mila spettatori all’Olimpico. È impressionante, non penso che per gli altri club sia così”.
Descrivi Matic in tre parole:
“Marito, padre e tassista”.
Tassista?
“Sì, porto sempre in giro i miei figli. Scuola, allenamenti… troppe responsabilità (ride, ndr)”.
E come calciatore come ti descriveresti?
“Non mi piace parlare di me, è difficile. Posso parlare di altri calciatori, per quanto riguarda me possono parlare altri. Alcuni diranno che sono un buon giocatore, ad altri non piacerà come gioco. Fa parte del mio lavoro. Spero che ci siano più persone che dicono che sono un buon giocatore, io do il massimo, cerco di migliorare ogni giorno, per aiutare i compagni, il club e rendere felici i tifosi. A fine carriera tireremo le somme”.
Ti consideri un centrocampista moderno?
“Dipende cosa si intende con moderno. Ci sono buoni giocatori e altri… non dico scarsi ma… ci sono giocatori più bravi e giocatori meno bravi. Ogni giocatore ha il suo livello, io penso di aver raggiunto il mio potenziale, ho dimostrato quello che so fare. Forse in alcuni momenti della carriera avrei potuto fare meglio, ma ho deciso di fare il padre oltre al calcio, dopo gli allenamenti. Magari avrei potuto fare qualcosa in più, ma avrei dovuto sacrificare l’altro aspetto della vita. Penso di aver avuto una carriera fantastica, che ancora non è finita, e ho anche del tempo da passare con la famiglia. E sono contento così”.
Qual è il giocatore più forte che hai affrontato in Premier?
“È una domanda difficile. Dico Yaya Torué. Quando sono andato al Chelsea nel 2014 lui era al City ed era mostruoso. Lui e Aguero erano probabilmente i migliori giocatori della Premier. Ho esordito da titolare contro Touré e mi sono chiesto perché non ho firmato sette giorni dopo (ride, ndr). Non ci siamo scambiati la maglia perché in quell’occasione ho tenuto la mia. Mi ricordo di aver giocato bene, abbiamo vinto 1-0. Ma ricordo che giocare contro di lui è stato molto difficile, era forte fisicamente, molto abile tecnicamente. Era forte in tutto. Da quel momento è stato un piacere affrontarlo e misurarmi con lui”.
Chi è il primo giocatore con cui hai scambiato la maglia?
“No, non lo ricordo. A casa ho circa 300 maglie scambiate con altri giocatori”.
Come ti prepari per le partite importanti?
“Non faccio niente di speciale, non ho rituali o cose del genere. Mi metto le bende e aspetto seduto al mio posto. Quando l’allenatore ci chiama per il riscaldamento, mi alzo e vado. Tranquillo? Sì, sì”.
Il miglior centrocampista con cui hai giocato?
“È difficile da dire, ho giocato con grandi giocatori al Benfica, al Chelsea, allo United e ora qui. Forse è più facile parlare di quelli che non giocano più, ho giocato con Lampard, Essien, Ballack… è difficile sceglierne uno. Sono stato fortunato… Al Benfica ho giocato con Pablo Aimar, un giocatore fantastico, il piccolo mago. Era un 10 vecchio stile, oggi i giocatori di questo tipo non esistono più”.
Qual è il tuo rapporto con Smalling e Abraham?
“Buono, avevo giocato con Chris al Manchester e con Tammy al Chelsea, aveva esordito quando ero lì. Lui mi ha chiesto se mi ricordassi del suo esordio e io ho risposto di no (ride, ndr). Era molto giovane. Mi ricordo che si allenava con noi. Abbiamo un buon rapporto, lui e Chris sono fantastici. Scherziamo spesso nello spogliatorio, è bello averli come compagni”.
Ti piace Roma?
“Sì, piace molto a me e anche alla mia famiglia. Ci godiamo il clima, il cibo, le persone, va tutto benissimo”.
Tuo figlio è tifoso della Roma?
“Certo, se non vinciamo si mette a piangere (ride, ndr)”.
Perché hai scelto il numero 8?
“Quando sono arrivato avevo preso il 21, poi Paulo (Dybala, ndr) mi ha chiamato in lacrime chiedendomi il 21 e gli ho detto ok (ride, ndr)”.
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