La Roma e un gennaio finalmente diverso rispetto ai precedenti
Si respira aria di un gennaio diverso in casa Roma. Nonostante le diverse critiche ricevute, in alcuni casi rivolte quasi più a destabilizzare l’ambiente che a portare qualcosa di costruttivo, i giallorossi sono per ora imbattuti in questo 2023. Dopo la vittoria di misura ottenuta sul Bologna, è arrivato l’importante pareggio in rimonta – da 2-0 a 2-2 negli ultimi 6 minuti di gioco – in casa dei campioni in carica del Milan e i doppi successi casalinghi contro il Genoa in Coppa Italia e Fiorentina in campionato.
3 vittorie e un pareggio in 4 partite disputate: numeri importanti che indicano come la squadra allenata da Josè Mourinho sia in salute.
Sembrano passati secoli infatti da quando, puntualmente, gennaio rappresentava il mese in cui i sogni di gloria della Roma svanivano rapidamente nel giro di poche partite.
Nella storia recente giallorossa, il primo a provare sulla propria pelle le difficoltà di inizio anno è stato Claudio Ranieri nella stagione 2010-2011, quella successiva alla splendida cavalcata terminata al secondo posto in classifica.
A inizio mese la Roma era infatti a -7 punti dalla vetta della classifica, distacco che salì a -9 a fine gennaio con il successivo addio dell’allenatore arrivato nelle settimane successive. Meglio non andò a Luis Enrique (2011-2012) e a Zdenek Zeman (2012-2013) che arrivarono all’Epifania particolarmente euforici dopo le vittorie a Napoli e contro il Milan ma che subirono una netta ridimensionata. Il tecnico spagnolo rimase a -10 punti dalla vetta, mentre Zeman passò dal -12 a -21 lunghezze di distacco a fine mese, preludio dell’esonero che avvenne dopo poche giornate.
Ha provato a invertire la rotta Rudi Garcia che, nella lotta contro la Juventus, ha incontrato qualche difficoltà nel primo mese dell’anno, pur difendendosi con onore. Nel 2013-2014 il tecnico francese passò da -5 a -9 punti, mentre nel 2014-15 da -3 a -7. L’anno successivo venne esonerato proprio a metà gennaio per fare spazio a Luciano Spalletti, che incappò subito in una serie di brutti risultati passando da -4 a -12 a inizio febbraio, prima di riprendersi e centrare il posto in Champions League. Anche nella stagione successiva Spalletti ha trovato qualche difficoltà, passando da -4 a -7 punti dalla vetta. Non è andata meglio a mister Di Francesco nelle due annate a Roma: da -8 a -16 punti nel 2018, stagione terminata comunque con l’approdo in semifinale di Champions League e il terzo posto in campionato – ultimo tecnico a riuscirci – e da -23 a -25 nel 2019.
Il trend è iniziato a mutare con Fonseca in panchina. Il tecnico portoghese, dopo un pessimo gennaio nella sua prima stagione, da -7 a -15 nel 2020, riuscì a rosicchiare un punto l’anno successivo, passando da -7 punti dalla capolista al -6 di fine mese. La crisi arrivò a febbraio, con la decisione di puntare tutto sull’Europa League, terminata con l’approdo in semifinale.
Lo scorso mese di gennaio è invece forse stato il periodo della svolta per Mourinho che, dopo la sanguinosa sconfitta in casa contro la Juventus – vittoriosa a Roma passando da 3-1 a 3-4 in pochi minuti – decise di cambiare modulo dando solidità alla squadra senza perdere terreno in classifica (da -14 all’inizio a -15 punti dalla vetta a fine mese).
Proprio l’attuale allenatore giallorosso sta compiendo un piccolo miracolo in questa prima parte di gennaio con 3 vittorie e un pareggio in 4 partite disputate. Una striscia di risultati utili che tutti i tifosi della Roma sperano possa continuare a partire dall’insidiosa trasferta di La Spezia del prossimo fine settimana.
di Daniele Mattioli