INSIDEROMA.COM – MASSIMO PAPITTO – E’ maggio, ma sembra novembre. Davvero è l’ultima di campionato? E’ l’ultima tua? Ma dai che come ti dicevo è novembre. Non vedi che cazzo de tempo? Piove, ha piovuto e pioverà ancora te sembra maggio? A maggio eravamo abituati a venì allo stadio al’ultima in bermuda, adesso portamo dentro la tasca i cappelletti invernali. Dai! Piove lacrime di pioggia sul nostro stadio colmo, stracolmo d’amore, di romanismo, di maglie tue di tutte le tue diciotto stagioni con la squadra tua, nostra.
63 mila eravamo ieri? Ma dai stanno a scherzà! Ma che non l’hanno visto che eravamo de più? Non c’era un posto libero, neanche sulle vetrate, neanche sulle scale e quando è così a Roma significa che l‘evento è grosso, epocale, pieno d’amore. L’ultima volta che l’avevo visto così era per l’addio dell’altro fuoriclasse di Roma col dieci sulle spalle. Neanche Roma-Liverpool si è avvicinato minimamente al bagno d’amore e di folla di ieri sera.
Hai radunato proprio tutti. Gli amici di sempre, i padri coi figli, i fidanzati innamorati, i ragazzi che ti hanno visto soltanto per pochi anni e quelli che ti hanno visto crescere fin dai primi calci. C’erano tutti i romanisti che dovevano esserci e se mancava qualcuno era proprio perché non poteva. Sicuro. Ci metto la firma. La mano non me la brucio. Fidate.
La partita è stata tutto un contorno, un aspettare di tributarti il giusto applauso, il giusto pianto, il giusto gesto d’amore. Dall’inizio alla fine il “Daniele De Rossi eee oooo” è riecheggiato per tre ore senza mai perdersi di intensità e anzi anche aumentando il volume nel momento del giro di campo. Tremavano i muri Daniè, non sto a scherzà, lo sai mi conosci, sai che sono uno che dice le cose in faccia come te. Non amo fingere niente. Sono schietto, vero, ho preso esempio da te che sei stato uno dei pochi (pochissimi) calciatori (uomini) straordinari che ho incontrato in questo maledetto e a volte brutto mondo del calcio.
Sei stato, sei, e sempre sarai un uomo vero, puro, prestato al gioco del calcio.
Ora cosa ci lasci? Che Roma sarà quella dopo di te? Quando saremo in difficoltà (e capiterà purtroppo spesso) dove mi girerò per chiedere aiuto? Non vedrò più la tua faccia rassicurante e questo mi mancherà. Lo so, mi dirai: come fai a saperlo già che ti mancherò? Lo so Daniè, lo so. Non mi chiede niente altro ma lo so che mi mancherai. Uno come te non si sostituisce. Barella? E’ forte per carità ma non ne bastano tre per fare un De Rossi. E lo sai pure tu che è così.
Ora dopo tutto quello che è successo ieri dove vai? Parti vai in vacanza ma a cosa penserai? Davvero indosserai un’altra maglia addosso? Io non lo so mica se è la cosa giusta. L’ho capito ieri sera guardando il viso delle persone. Siamo tutti troppo innamorati di te. Pensaci. Prometti.
Qualsiasi cosa sceglierai so che ti farà felice. E allora buon viaggio Capitano, ma poi ritorna qua da noi. Se puoi.