La partita che non c’è
INSIDEROMA.COM - ALESSANDRO CAPONE -Il giallo ocra e il rosso pompeiano di questa città oggi saranno in campo a Bologna per la prossima sfida di campionato. Quando l’arbitro fischierà l’inizio in tanti possono pensare che l’evento sia completo. Ma c’è qualcosa che mancherà, è quello che da un senso a tutto. Senza questo qualcosa non avrebbe senso nemmeno che i giocatori siano in campo.
Mancherà la passione, quella vera e mancherà per l’ennesima volta, per l’ennesima scelta di vietare invece di tutelare. Eppure era tutto pronto. A quest’ora tante persone sarebbero dovute essere in treno, in macchina, in pullman con il sorriso sul volto pronte a sostenere la propria squadra e a colorare ogni singolo chilometro che divide Roma da Bologna. E invece non potrà essere così perché in un’epoca che definiscono il futuro si fanno ancora molte scelte un po’ antiche e a volte superficiali.
Ma oltre alle motivazioni, di cui ovviamente si può parlare per cercare quantomeno di comprenderle, è la totale mancanza di rispetto verso chi aveva già investito il suo tempo e il suo denaro onestamente guadagnato e che vedrà ancora una volta perso fra l’indifferenza generale di chi dovrebbe garantirne i diritti. Non è la prima volta, anzi, grazie al calcio moderno ormai si arriva a comunicare giorni e orari delle partite troppo a ridosso delle stesse e questo rende sempre più difficile e dispendiosa l’organizzazione economica e lavorativa. Ma la cosa a volte incomprensibile ė soprattutto che anche quando si riesce ad organizzare per tempo ci si ritrova con un nulla di fatto perché viene vietata una trasferta (vedi l’ultimo esempio di Como) a viaggio già pagato senza nemmeno spiegazioni esaustive da trovare in maniera facile.
Oggi però il livello è stato quello successivo. Viaggio pagato e biglietto del settore in tasca, ma niente, nemmeno quello da più la certezza di poter partire al seguito della propria passione. Perché così facendo è quella che si colpisce, ed è come se senza saperlo si colpisca quello che a tutto da un senso. Prezzi sempre più alti e denaro sprecato prende di mira chi in realtà tiene tutto a galla con fatica e convinzione. Tanti, troppi anni di regole e divieti che hanno più il sapore della continua emergenza e della scelta più facile invece di quella più giusta. Anni che ogni volta vorrebbero togliere il piacere e il privilegio di inseguire ancora un sogno. I soldi e il potere da soli non potranno mai mantenere l’essenza di questo sport e alle generazioni avvenire sarà impossibile trasmettere quel brivido e quelle sensazioni, quelle emozioni e quel senso di appartenenza, quei sorrisi e quella gioia. Così facendo tutto diventerà solo uno show senza trasporto.
Forse è questo che consapevolmente o inconsapevole si vuole, non si può sapere. Sarebbe da approfondire e capire meglio i metodi di giudizio che portano a queste situazioni. Ci sarebbe bisogno di un dialogo che non c’è. Quello che sembra evidente è che di riflesso tutto questo si trasformi in una sorta di repressione della passione, soprattutto verso le nuove generazioni che per l’ennesima volta si ritroveranno davanti al televisore ad assistere ad una partita che in realtà non c’è perché senza avere la possibilità di esse li, di sostenere e viverla tutti insieme non può essere una vera partita.
Sempre e comunque AVANTI ROMA, ma oggi ancor di più AVANTI ROMANISTI
Il giorno del Derby
INSIDEROMA.COM - ALESSANDRO CAPONE - Ci sono giornate che ripensando a mente fredda riscaldano ancora di più e lasciano sul volto un sorriso e un senso di fierezza e tranquillità come se il peggio fosse passato.
Il derby di Roma non è e non sarà mai una partita come le altre e per certi versi, forse, non è nemmeno una partita. Nel senso che i novanta minuti più recupero sono “solo” la parte finale di un misto di emozioni che ci si porta dietro da giorni soprattutto nei periodi in cui le cose non vanno come dovrebbero andare. Pochi alti e molti bassi hanno portato verso fine anno molte preoccupazioni di cui se ne sarebbe fatto tranquillamente a meno e a cui forse non si era preparati. Ma quando quella sfida si avvicina, dopo l'ultima partita dell'anno, è come se man mano si entrasse dentro un tunnel di sensazioni che si stringe sempre di più giorno dopo giorno, ora dopo ora fino ad arrivare alla mattina dell'evento carica di attesa e sempre piena di convinzioni e speranze.
Uscendo di casa si trovano le strade della città che cominciano a colorarsi con sciarpe e bandiere già fuori dai finestrini delle auto che sventolano fra le intermittenze delle luci natalizie. Di tanto in tanto qualche accostamento di colori non è quello “giusto”, ma in questa giornata va bene così. L'avvicinamento lento che smorza l'attesa che passa poi fra cori, fumogeni e qualche fuoco d'artificio e viene interrotta di tanto in tanto solo da qualche brindisi che sembra fermare per un attimo il tempo caricandosi a vicenda rendendo l'ambiente sempre più caldo spingendo tutti verso l'obiettivo.
Mentre la sera comincia a calare i cancelli dello stadio si aprono e passo dopo passo si arriva davanti agli scalini. Un respiro profondo e uno dopo l'altro portano ciascuno al proprio posto. Difficile guardare dall'altra parte perchè ogni volta che lo sguardo ci cade tutti i sensi si fanno più acuti. Il riscaldamento delle squadre alza i decibel. I colori di Roma riempiono la sua curva ricordando uno dei punti fermi e il fischio di inizio è vissuto quasi come una liberazione dalla lentezza del tempo che non passava mai da giorni. Le voci alte, le mani a ritmo e tutta quella energia accumulata che si riversa verso il campo. Tutti tesi, uno di fianco a l'altro, tutti convinti di potercela fare e di far naufragare la nave dei sogni (che sotto alcuni aspetti potrebbero essere incubi) avversari. E se ci si crede, arriva...arriva il momento più bello, quello in cui si inizia a capire che la serata potrebbe essere quella giusta, quella in cui tutto torna al suo posto.
Il tiro che parte e il portiere degli altri che sfiora...la rete si muove e il boato è di gioia portando con se abbracci, sorrisi e braccia al cielo...la città è tutta giallorossa e i minuti di che seguono sono euforia pura, pressione e voglia di vincere. Qualche minuto dopo il campo aperto e il passaggio sulla destra. Il primo tiro respinto dal portiere avversario respinge anche la voce indietro ma la ribattuta libera il nuovo urlo di gioia ancora fra abbracci e sorrisi convinti. L'intervallo per recuperare energie e ripartire anche se poi il tempo d'un tratto torna a rallentare e la sensazione è che così sia lunga, e a tratti è lunghissima. I secondi scorrono e portano i minuti verso la fine della partita e quando gli avversari si fanno più nervosi rimane solo il tempo per il triplice fischio.
La città è tutta nostra. Il freddo della notte di gennaio è scaldato dalla gioia e dai cuori che battono forte. Il sonno e la stanchezza non ci sono. Qualcosa di nuovo sembra essere iniziato. La felicità accompagnerà questa settimana con una tranquillità che mancava da un po di tempo. E' solo l'inizio, tutto sembra meno buio ora ma bisogna continuare. Per Bologna è tutto pronto.
Come sempre senza paura...AVANTI ROMANISTI!
C'è solo l'AS Roma
INSIDEROMA.COM - ALESSANDRO CAPONE -C'è un momento in cui tutto diventa surreale. Si guarda, si ascolta, si pensa ma senza arrivare a concepire come si possa arrivare ad un certo punto che, vista la situazione, si può solo sperare che non sia di non ritorno. La cosa più assurda però è quando ci si rende conto che tutto accade perchè manca qualcosa che non è materiale. C'è una parte che da sempre e comunque e una parte che prende e, cosa ancora più assurda toglie.
Sembra che un pezzo alla volta si voglia togliere il senso di appartenenza che alimenta questa passione, la voglia di viverla dentro ciascuno come è sempre stato. E' quasi un secolo... e se veramente si pensa di voler (e poter) estirpare delle radici così profonde che dal luglio del 1927 sono partite da Via Uffici del Vicario 35 e ora sono sotto ogni strada di questa città... bè... sinceramente ci sarebbe da riflettere a ciò che si va incontro.
Sembra che si voglia togliere la gioia e il trasporto di vedere, seguire e soprattutto tifare per far spazio ad un modo di vivere il tutto solo commerciale, quello che si può pagare, quello senza il sentimento dove qualsiasi cosa ha un prezzo e le facce (quelle che costano) contano più dei colori, più della storia e soprattutto più della passione.
Sembra che si pensi che si possa trattare qualcosa di così importante nel cuore come fosse un qualsiasi asset di un gruppo, un numero su una casella del bilancio. Forse non è ben chiaro che in quella casella c'è un popolo che porta con se un'emozione che vale più di qualsiasi cifra a tanti zeri.
Tutto è surreale si... le assenze ingiustificate ma ancor di più i silenzi, le mistificazioni della realtà dove si prospettano crescite che francamente... insomma... i risultati li vediamo tutti...
Per far parte di questa famiglia bisogna meritarlo e non bastano i soldi, non bastano i contratti. E allora... chi c'è cerchi di meritarselo... Con l'impegno, il sudore, la lotta fino alla fine. A chi quel brivido ce l'ha dentro non importa per quale obbiettivo, non importa se per la vetta o per evitare il peggio, è importante lottare tutti insieme sempre e comunque.
Nessuno può rubare un sogno se continua anche ad occhi aperti.
Nessuno può togliere la gioia di vederlo anche quando sembra un incubo.
Nessuno può comprarlo perchè ha valore si... ma non economico
Nessuno può impedire di tifarla finchè c'è ancora ci crede
Se qualcuno non è disposto a gioire o soffrire per questi colori, per questa passione, per questa città... allora faccia un passo indietro. Non sono i risultati che contano ma tutto quello che si fa è che ci si mette. Sembra che si voglia togliere la Roma da dentro la Roma... e no... non si può fare... nessuno può togliercela... Ridatecela perchè è nostra. C’è solo l’AS ROMA.
Forza Roma sempre e comunque. Nel bene e nel male... avanti romanisti.
Nun se po’ spiegà
INSIDEROMA.COM - ALESSANDRO CAPONE - Nun se po’ spiegà quello che a vorte succede
Robba che te potresti sentì’ cede
Nun se po’ spiegà come te fa sentì
Ma che davero state a di?
Nun se po' spiegà quello che te passa pe la testa quanno te calpestano la passione
Diciamo che li per li te scappa quarche imprecazione
Nun se po’ spiegà perché tanto nun lo sanno
Che significa pe te rimanè fori perché le cose nun vanno
Nun se po’ spiegà a chi nun lo sa
A levaje un simbolo, è come si lo stai a accortellà
Nun se po’ spiegà che qui nun è ‘na questione de mancati risultati
Perché fosse pe quello, semo belli che abituati
Nun se po spiegà che passione e business so du cose che stanno all’opposto
Beh, pe forza, una senta er core, l’artra guarda er costo
Nun se po’ spiegà quanto te è costato rimanè fori pe dimostrà un dissenso
Ma è proprio questo che tu je da un senso
Nun se po’ spiegà che vordì allontanasse mezz’ora dar vessillo
Ma a chi viene da un artro monno, ma manco a prova’ a dillo
Ma ‘na cosa si, forse se po di’
Pe tanta e tanta gente la Roma è ‘na cosa seria, delle vorte basterebbe solo stalla a sentì.
Dal 22 Luglio 1927
Cala la sera e le luci che iniziano ad accendersi illuminano le strade della città che oggi si addormenterà un po più tardi perché sarà tenuta sveglia dai cori che, come ogni anno, risuoneranno partendo dai vicoli del centro per arrivare in ogni via e in ogni angolo del mondo dove ci sia un cuore giallo ocra e rosso pompeiano che batte.
E’ il ventuno luglio di una calda estate. Non ci sono partite ma i colori di Roma cominciano a riempirla e non importa da quale punto si parta, lo scopo è dirigersi tutti nello stesso punto, quello in cui tutto ebbe inizio e niente di ciò che c’è adesso esisterebbe se non fosse partito in quel giorno del 1927 dando vita a una passione, ad un’idea, ad un sogno, ad una emozione che oggi come allora da a tanta e tanta gente quel brivido in fondo al cuore.
E’ li che stai andando, come sempre, in Via degli Uffici del Vicario, al numero 35 a brindare davanti ad un portone ad un compleanno che senti tuo. Bottiglia pronta e passi lenti, come a volersi gustare il momento dell’avvicinamento e sentire dentro la tensione come ci fosse una partita da giocare.
Tanta gente intorno con lo stesso sguardo e lo stesso sorriso pronta a fare gli auguri a chiunque si senta parte di tutto questo. Arrivare li davanti e attendere la mezzanotte fra battute e speranze sulla stagione che sarà e sui chilometri da percorrere che già adesso stanno per ricominciare.
Poi ognuno con il suo conto alla rovescia e tutto comincia ad accendersi sempre più e il volume che si alza. Ai cori si mischia il suono delle bottiglie stappate e dei brindisi mentre l’aria si colora di giallorosso perché ora è il ventidue luglio…ora sono novantasette…Uno sguardo ancora a quel portone…
Tanti Auguri A.S. ROMA…Tanti Auguri Romanisti…
Siamo pronti a ricominciare
Alla prima a Cagliari.
La settimana di ferragosto, in Sardegna, sai che prezzi. Almeno a Torino ci si va tutte e due le volte che almeno il ghiaccio per strada non si trova. A Venezia sarà bello umido un’altra volta. Su quel ramo del lago di Como prima di Natale. Il derby uno a gennaio, l’altro ad aprile, bisogna vederli due volte in tre mesi. E ti pareva, guarda un po le ultime otto., che se ci stiamo giocando ancora la coppa. Comunque intanto qualcosa prenota che in qualche maniera si fa. Ma a Lecce in macchina? Certo, se ci dicono giorni e orari sarebbe anche meglio.
I giorni dopo l’uscita dei calendari sono sempre giorni di sogni, dei viaggi immaginati, un po come il primo giorno di scuola di una passione. Fra speranze e convinzioni è come mettersi alle spalle la stagione passata e iniziare quella successiva. Con l’abbonamento già in tasca (forse è il caso di dire, purtroppo, sul cellulare) già si immagina ciò che potrebbe e non potrebbe essere. Quello che sicuramente è certo sarà ancora un altro anno di emozioni da vivere e sostegno costante al proprio posto al fianco dei nostri colori. Non importa alla passione di acquisti e cessioni, di trattative e prestiti, di procuratori o di sussurri. Importa solo sapere dove e quando e su questo si potrebbe fare molto meglio ma sembra poco importare comunicarlo per tempo durante l’anno a chi di dovere. Ma ormai si è abituati ai soliti ostacoli organizzativi che vengono messi davanti anche se così non dovrebbe essere. Si è abituati anche alla scomodità di luoghi e orari a distanza di poco tempo, anche se così non dovrebbe essere.
Tanti pensieri nella testa, tante cose potrebbero esser fatte meglio (sempre a volerlo ovviamente), tante voci inascoltate, ma alla fine sempre lo stesso pensiero perché tanto come sarà andata si vedrà alla fine, l’importante è che adesso già siam pronti a dar via alla battaglia, onorare la maglia, sempre fiero di te.
Forza Roma, ricominciamo tutti insieme, noi pronti a chiunque e in qualsiasi momento si trovi sulla nostra strada.