Conferenza Stampa Juric e Svilar: "In questo momento il risultato è primario. Dobbiamo mettere più cattiveria agonistica"

Ivan Juric e Mile Svilar, rispettivamente allenatore e portiere della Roma, hanno parlato in conferenza stampa alla vigilia della partita di Europa League che vedrà la Roma impegnata contro l'Union Saint Gilloise:

PAROLE JURIC

In questi giorni ha ricevuto una chiamata dei Friedkin che le hanno garantito la fiducia per il prossimo futuro? Come mai ieri ha concesso un giorno di riposo?
"Sento la fiducia, poi è chiaro che bisogna fare i risultati e siamo concentrati su quello. Il giorno di riposo? Il programma arriva da lontano, era programmato, avendo tante partite e sforzi mentali era giusto per tutti far ricaricare la squadra mentalmente e farla preparare per questa partita"

Una chiamata diretta dei Friedkin?
"Sì, ci siamo sentiti. È tutto chiaro, non dovete indagare troppo"

La partita di domani?
"Bisogna vincere e fare una grande partita, ne abbiamo bisogno per il morale. Mi dispiace parlare di episodi, ma vedendo la partita di Verona perderla non è giusto. Dobbiamo concentrarci e fare una partita seria per il risultato, la classifica e il morale"

Ha centrato il problema della Roma?
"Dopo Firenze abbiamo fatto due belle partite, a volte gli episodi determinano i giudizi. Analizzando tutto la partita è stata positiva. In questo momento il risultato è primario, i ragazzi devono attaccarsi a quello che stanno facendo mettendo più cattiveria agonistica, se possibile, e credere in quello che fanno"

La squadra tiene più il possesso palla, è legato alla qualità o alle conoscenze precedenti?
"Se vedi le ultime 10-11 partite del Torino vedrai che il 60% del possesso era per noi. È un dato di fatto. Questa squadra può fare benissimo tutte e due le cose, in certe partite lo abbiamo fatto: con aggressività rubando la palla e il dominio. Mi piace tutto, in questo momento non abbiamo risultati ma la squadra può fare tutto"

Ogni volta che c'erano le pressioni alte si faticava a coprire le transizioni degli avversari anche con De Rossi. Sta pensando a due formazioni diverse o solo a quella di domani?
"Se parliamo di Firenze ti dico che è stato un disastro. Se guardo quella di Verona ricordo l'ultima ripartenza e non ne ricordo altre. Col Torino in totale la squadra ha subito quattro tiri, col Verona sette. Nelle ultime due non abbiamo subito ripartenze con Verona e Torino, a Firenze è un'altra cosa perché la squadra non è concentrata. Con tutta sincerità domani dobbiamo vincere e ci concentriamo su quella di domani, i ragazzi ne hanno bisogno del morale. A Verona i ragazzi erano convinti di vincere e non è successo, domani faremo di tutto per vincere e poi penseremo a domenica"

PAROLE SVILAR

Dalla porta ti sei fatto un'idea di questi squilibri della squadra? Riuscirai mai a giocare con la Nazionale belga?
"Siamo stati un po' sfortunati in queste ultime partite, dobbiamo fare meglio ma ci stiamo ancora adattando. Andrà meglio molto presto. Da domani vogliamo iniziare a vincere, alzare il morale e pensare partita dopo partita. Sulla seconda domanda non posso risponderti purtroppo"

Sei uno dei punti forti di questa squadra. Hai la sensazione a volte che con gli arbitri ci sia qualcosa che non va?
"Io mi sento normale, provo a concentrarmi sul lavoro giorno per giorno per vincere perché ne abbiamo bisogno. Non so cosa possa dire, ci sono stati episodi non giusti verso di noi e l'ultimo è successo domenica: il secondo gol era da annullare, poi forse sarebbe stata un'altra partita. E non è l'unico episodio che è successo A volte sentiamo che tutto è contro la Roma in questo momento. Ma dobbiamo concentrarci su quello che possiamo controllare, ci dobbiamo concentrare e poi i risultati andranno meglio. Se pensi a quello che non puoi controllare sei meno concentrato in campo e in questo momento non è la cosa giusta"

Vedendo la tua carriera avresti lasciato l'Anderlecht così presto? Come vedi il resto della tua carriera?
"So che quando torno in Belgio questa domanda mi viene posta, ma non sono più concentrato sul passato ma solo sul futuro e penso solo a questo"

Dopo Firenze abbiamo sentito Pellegrini fare un'analisi cruda, vi siete parlati?
"Sì, abbiamo parlato negli spogliatoi con il mister e stiamo parlando tutti i giorni. L'episodio a Firenze era una partita bruttissima, non eravamo noi. Nelle due partite dopo abbiamo reagito in un modo buono e diverso, ma domenica ci sono stati episodi che non erano nelle nostre mani e non possiamo cambiarlo. Possiamo cambiare quello che facciamo in campo, pensiamo solo a questo"


Conferenza Stampa Juric: "Il Verona avrà voglia di riscatto, sarà una partita difficilissima ma se non si fa risultato non abbiamo fatto niente"

Ivan Juric, allenatore della Roma, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della partita di Serie A tra la Roma ed il Verona:

Come sta Dovbyk? Riproporrà il centrocampo visto col Toro?
"Dovbyk dovrebbe allenarsi oggi, in base a quello decideremo. Gli altri uguale, devo vedere chi ha recuperato e chi no, ma sono tutte scelte tecniche. Gioca uno o l'altro non mi cambia. Ieri Dovbyk non si è allenato, non ha fatto nulla dall'ultima partita"

Verona è un campo ostico. Come si affronta?
"Un ambiente positivo che spinge tanto. Hanno giocatori veloci e tecnici, hanno alternato eccellenti prestazioni con altre meno buone. Ora vengono da risultati negativi anche se a Lecce hanno fatto bene. Saranno incattiviti, con voglia di riscatto. Sarà difficilissima"

Contro il Torino ha schierato sette under 25, come si concilia con la richiesta di vincere subito? La Roma non vince in trasferta da otto partite
"Abbiamo tanti giovani con margini di crescita importanti, si può fare risultato anche con i giovani. Guarderemo allenamenti e prestazioni, non se uno è giovane. Loro hanno più probabilità di crescere, quelli più grandi sono una garanzia e bisogna farli rendere al massimo. Come mentalità dobbiamo andare partita dopo partita, se non si fa risultato a Verona non abbiamo fatto niente. Mi aspetto la stessa mentalità e organizzazione vista col Torino, magari vincendo anche partite più equilibrate"

Soulé?
"Ha giocato tantissimo prima di ammalarsi, non vedo problemi. In quel posto abbiamo ottimi giocatori, bisogna scegliere di partita in partita. Baldanzi sta facendo benissimo, Dybala bene, lui può crescere. Ci vuole pazienza con i giovani, anche se vogliamo tutto e subito. Bisogna lavorare tantissimo con loro, ma sono sereno"

Dybala può giocare un'altra gara ravvicinata? Lo rivedremo più vicino alla porta?
"Lui ha colto l'importanza della partita, giocare bene a calcio. Il resto non conta, la partita si vince allenandosi bene, questo è un concetto chiave. Dybala ha fatto il falso nove, ma anche in altre gare insieme a Dovbyk ha tanta libertà, superiore rispetto agli altri, perchè ha il senso dello spazio. Ogni volta che gioca gli diamo più libertà rispetto ad altri"

El Shaarawy può giocare a destra? Zalewski come sta? Quanto manca a Dahl?
"Tutti e due vogliono giocare preferibilmente a sinistra, sono più comodi lì. Zalewski ha fatto bene a destra contro la Dinamo, aveva solo crampi. Vedremo come starà. Dahl è interessante: lo vedo come Angelino, da quinto perde un po', meglio da braccetto di difesa. Hanno meno uno contro uno rispetto a El Shaarawy e Zalewski, ma hanno un buon piede. Si allena con grande fame. Magari, è partito un po' indietro rispetto agli altri, ma mi sta piacendo per la mentalità che ha"


Conferenza Stampa Juric: "Il crollo di Firenze potrebbe dare una svolta in positivo. Ci sono stati litigi pesanti, ma meglio che sia successo"

Ivan Juric, allenatore della Roma, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della partita di Serie A contro il Torino:

Domani ci sarà una partita delicatissima contro il Torino, la Roma ci arriva all'undicesimo posto dopo un crollo a Firenze, non solo emotivo ma anche tecnico. Che tipo di cambiamenti ha in testa dopo una partita del genere?
"Hai detto bene, un crollo emotivo secondo il mio punto di vista guardando le immagini. Dopo 40 giorni di un buon lavoro dove ci sono state tante belle prestazioni mi aspettavo grande passione davanti, invece c'è stato un crollo totale che da un senso può essere una svolta in positivo. Meglio perdere così che perdere 1-0 e nascondere qualche problema che si cova da anni o da tempo, poi se raccogliamo bene tutto quello che è successo può essere una svolta come quando è stato per il Milan che ha preso cinque gol dall'Atalanta con Pioli, anche lì disse che da lì in poi cominciarono a lavorare nella giusta direzione".

Il Torino sta facendo un buonissimo campionato, è una squadra che conosce molto bene. In una serata come quella di domani si fa molta attenzione alla parte tattica o si lavora anche sulla testa?
"In questi giorni c'era di tutto, questo è chiaro. Il Torino ormai è consolidato, penso che là abbiamo fatto un bel lavoro per tre anni e ora Vanoli sta facendo bene, ci sono tanti giocatori cresciuti che stanno bene, acquisti buoni, stanno facendo un buon campionato. E' una squadra di valore e idee, bisogna stare attenti su tutti i particolari, sia a livello tattico che emotivo bisogna stare preparati".

Lei percepisce questa strana atmosfera da ultima spiaggia come se fosse la sua ultima possibilità di meritarsi la Roma? Tre anni fa al suo posto c'era José Mourinho, dopo la sconfitta contro il Bodo lui non convocò quattro giocatori che restarono fuori rosa, alcuni definitivamente. E' quello lo stile che si può adottare, cambiare e rivoluzionare tutto?
"Alla prima domanda non ci penso proprio, mi fate queste domande ciclicamente perciò non mi preoccupo, faccio il mio lavoro e poi quel che succede succede. Penso che la rosa della Roma non può permettersi esclusioni, anzi bisogna portare tutti dentro il più possibile, capire il significato della maglia, del posto e di quello che bisogna fare. Non escludere, ma far presente cosa bisogna fare in questo momento".

In questi giorni sono emerse tante voci su quello che è successo negli spogliatoi di Firenze, alla luce di quello che è successo anche sul campo, vede un gruppo convinto del progetto della Roma? Quello che ha visto può influire sulle scelte di formazione di domani?
"Sono stati giorni di litigi pesanti, però è meglio che sia successo, è uscito tutto quello che era accumulato. Penso che in questi due giorni, sia con litigi che discussioni, abbiamo indirizzato la barca almeno a livello di pensiero, quello che devo fare io e la squadra, su cosa deve essere concentrata e tutto il resto. Anche il mio carattere preferisce questo scontro, per andare avanti con la testa alta invece che fare chiacchiere alle spalle. Cercherò di mettere la miglior squadra possibile sul campo pensando a come vincere la partita, per me è tutto chiuso, 0-0 e si riparte alla grande. Ieri li ho visti giusti e convinti, magari meglio così che perdere 1-0 e continuare questo tran tran, è un momento importante per tutti quanti".

Cosa c'era di accumulato, quali sono i rancori di questa squadra? Non si capisce perché questi giocatori abbiano qualcosa contro di lei o De Rossi.
"Penso che deve rimanere tra di noi, ho detto che ci sono stati litigi e scontri ma tutto rimane tra di noi. Non voglio parlare di questo".

Torno sulle parole di Pellegrini: "Dobbiamo guardarci negli occhi e dirci la verità". Vi siete guardati negli occhi? Che verità vi siete detti?
"Ci siamo detti la verità, magari all'inizio in modo violento ma poi più ragionevole. Il mio punto di vista è che io sono l'allenatore e devo allenare e concentrarmi sul lavoro di allenatore e preparare la squadra, il medico deve prendersi cura dei giocatori e tutto il resto. Il giocatore deve giocare, per me è molto semplice, arrivo alla partita e gioco, non penso ad altro, devo pensare a come stopparla, la posizione del corpo, così come io devo pensare a come far giocare la squadra il meglio possibile. Ognuno di noi qua ha un lavoro preciso e deve occuparsi di questo, non di altre cose, la definizione dei ruoli è importantissima secondo me, ognuno deve fare il suo e concentrarsi su quello su cui può incidere".

In questi confronti di cui lei ha parlato, sono emerse delle differenze di vedute tattiche? Ci dobbiamo aspettare dei cambiamenti andando incontro alle esigenze di alcuni giocatori, oppure si continua sulla strada intrapresa in questi 40 giorni?
"In sette partite hai preso cinque gol, se vogliamo fare un paragone col Torino con questo modo di giocare ha preso 36 gol e la Roma 46. Per me sono solo scuse, se non sono convinti i giocatori me lo possono tranquillamente dire e me ne vado, ma non mi risulta, mi risulta che vogliono fare bene. Guardando gli errori che hanno fatto a Firenze che vogliono migliorare, perché porta tanti benefici, si può fare benissimo, hanno tutte le caratteristiche per fare alla grande sia la fase di possesso che di non possesso, in questo non vedo nessun tipo di problemi".

Ha sentito la proprietà in questi giorni? Facendo riferimento alle parole di Pellegrini, lui ha parlato di vuoto organizzativo, all'interno di questi confronti ha sentito lo stato d'animo di una squadra che si sta sentendo abbandonata senza una struttura societaria?
"Col presidente abbiamo contatti, abbiamo parlato di tutte le cose. Queste sono tutte cose che tolgono il pensiero sul campo, rimango della mia idea: io devo allenare, il dottore deve curare, il giocatore deve giocare. Come ho detto il primo giorno, guardando tutta l'organizzazione, non vedo mancanze, anzi preferisco che la società responsabilizzi me, il direttore e i giocatori. Tutto il resto è distrazione, ognuno ha il suo, deve lavorare forte, con grande umiltà, secondo me questa è la cura per uscire da questa situazione. Dopo una sconfitta così ci si chiarisce tutto".


Conferenza Stampa Juric: "È fondamentale vincere e per farlo bisogna essere più cattivi davanti la porta"

Ivan Juric, allenatore della Roma, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della partita di Serie A tra Roma e Fiorentina:

Come sta la squadra? Come valuta la condizione di Dybala e Pellegrini?
"Stanno bene. Pellegrini è stato sfortunato, ha avuto tante occasioni da gol ma il livello è alto. Creano tante situazioni pericolose e li vedo bene. Poi è ovvio che il gioco dipende dai loro gol, speriamo possano migliorare in questo aspetto. Mancini è ok, vediamo Soulè"

Quali sono le insidie della Fiorentina?
"Ha 20 elementi di grande qualità, hanno fatto acquisti ottimi. Ha preso una strada giusta e Palladino sta facendo bene, ha tante soluzioni, è una squadra di valore"

La Roma è una squadra che ha segnato poco. Come si migliora?
"Se una squadra ha tutto questo possesso e fa così tanti tiri in porta, c'è di tutto. Abbiamo preso tanti pali e creato tante situazioni nitide. Bisogna crederci di più, avere più convinzione. Ci lavoriamo, speriamo che tutti si sblocchino"

Con la Fiorentina è decisiva per capire le ambizioni della squadra?
"La squadra ha preso la strada giusta, si vede dalla prestazioni. Per vincere bisogna essere più cattivi davanti la porta e non concedere. Ogni partita è uno scontro diretto e ha un valore, noi vogliamo prendere una strada positiva. È fondamentale vincere"

Cosa ha Hummels in meno rispetto a N'Dicka?
"Quello che ho detto l'ultima volta è semplice. Scelgo in base a chi sta meglio in allenamento. Non guardo il curriculum, vedo chi mi da più sicurezza. Possiamo fare lo stesso discorso di Hermoso. Il futuro di N'Dicka è quello, può diventare un top player in quella posizione per doti fisiche e aggressività, e lo sta dimostrando. Domani avrà una prova difficile. È una scelta tecnica, non so dirti altro. Ci sono alcune caratteristiche che un allenatore preferisce, è una scelta tecnica"

Che momento stanno vivendo gli esterni?
"Saelemaekers sta recuperando bene, spero possa tornare dopo questo ciclo di partite. El Shaarawy potrebbe già rientrare alla prossima. Zalewski giovedì ha giocato molto bene, ha reagito molto bene, mi dispiace per la situazione in cui si trova. Sono contento per lui, ha dimostrato a livello mentale che è forte e che non è un bambino. Il suo dribbling può aiutarci contro le squadre bloccate"

A che punto è la sua Roma? La sua rosa può arrivare tre le prime quattro?
"Su tante cose siamo andati molto bene, ogni mio giocatore migliora, come accaduto in tutta la squadra. Il mio lavoro è quello, ho a disposizione tanti calciatori interessanti, anche chi è più grande"


Piccola peste

INSIDEROMA.COM - FEDERICO FALVO - La Roma, nonostante l'ennesima prova altalenante, riesce a vincere contro il Venezia e portarsi a casa tre punti preziosissimi. Il merito va ai cambi, i primi due per l'esattezza, che danno una marcia in più a tutta la squadra.

SOLO RISCHI - Il primo tempo della Roma è disastroso. Si crea molto poco e si concretizza ancora meno. Troppi gli spazi lasciati al Venezia, che li sfrutta al meglio ed al terzo minuto impegna Svilar che è bravo a deviare in corner. La Roma si fa vedere solo su iniziativa dei singoli, che non preoccupano Joronen. La forma fisica dei giallorossi, vuoi per l'impegno infrasettimanale, non è delle migliori; ma per i tifosi presenti all'Olimpico non è un alibi. Le qualità tecniche dei ragazzi di Juric dovrebbero bastare per avere la meglio su un avversario determinato, ma è il Venezia a creare i maggiori pericoli. I tentativi dei giallorossi si infrangono sulla difesa veneta, mentre i lagunari riescono ad incidere maggiormente in fase offensiva. L'unico pericolo concreto per Joronen è un colpo di testa di Pellegrini sugli sviluppi di un corner che termina di poco a lato. Svilar, invece, ha molto da fare ed al 44' deve arrendersi a Pohjanpalo. Busio prova la conclusione che si stampa sul palo, si crea una mischia in area con l'attaccante dei veneti che riesce a sbrogliare la matassa con un destro secco. 0-1 per gli ospiti a fine primo tempo e fischi dell'Olimpico per la prestazione dei giallorossi.

PICCOLA PESTE - La ripresa inizia come era finito il primo tempo, con il Venezia in rete al 57' dopo un contropiede finalizzato da Busio. Ma l'arbitro annulla per fuorigioco. La Roma trema e Juric corre ai ripari inserendo Pisilli e Baldanzi; due ragazzi che si riveleranno essere la mossa vincente. Entrambi corrono come forsennati contro tutti gli avversari, si lanciano su tutti i palloni e non si risparmiano mai; cambiando il passo della Roma. Due giovani con la testa da veterani che vogliono fare la differenza e condurre la squadra alla rimonta. Soprattutto Pisilli, che per ben due volte prova a battere Joronen di testa su corner ma non trova la porta. L'estro dei due ragazzi infonde carica anche al resto della squadra, che inizia a spingere e trova il pareggio al 74' con Cristante, che prova la botta da fuori aria deviata dal tacco di Busio: la sfera si impenna, supera Joronen e si insacca in rete. Adesso anche l'Olimpico ci crede e spinge a gran voce la Roma alla vittoria. Chi non ci crede, in senso metaforico, è Pisilli; che all'82' non crede a quello che è appena successo. E corre, come ha fatto dal suo ingresso in campo, corre velocemente verso Juric, verso il resto dei compagni in panchina. Corre e sorride. Esulta perchè questa volta, dopo aver preso le misure in precedenza, il suo tempismo di testa su corner è perfetto e la palla si insacca in rete. Urla di gioia, perchè in un colpo solo ha segnato il gol del vantaggio ed anche la sua prima rete in Serie A. Una rete che la piccola peste non dimenticherà mai. Lui che è romano e romanista, lui che ha sognato questo momento fin dai primi calci al pallone; lui che è stato la piccola peste della partita. Un epiteto positivo, quello di piccola peste, per un ragazzo che fin da subito ha dimostrato di poter giocare a certi livelli. Un giocatore già mentalmente pronto e sempre attento a migliorarsi costantemente, che sia sul campo o rubando con lo squadro dai compagni o dagli avversari. Un centrocampista che marca, pressa, ruba palla ma allo stesso tempo crea, si propone, serve i compagni e prova a rifinire. Una piccola peste del centrocampo giallorosso.

SOLO IL RISULTATO - Finisce così il match, 2-1 per la Roma, che rimonta il Venezia e si porta a casa i tre punti. Ed è questa l'unica nota positiva della giornata: il risultato. Quasi tutto il resto va rivisto e analizzato. Bisogna soprattutto lavorare sulla costanza, perchè non è possibile vedere sempre una Roma a metà. Bella per metà partita e quasi assente nell'altra metà. Da molti giocatori ci si aspetta di più a livello di impegno, perchè hanno tutti i mezzi per poter fare la differenza. Da altri ci si aspetta maggior partecipazione al gioco di squadra e meno sortite in solitaria. Gli unici elogi per ieri vanno a Pisilli e Baldanzi, che sono entrati in campo con la testa e la grinta necessaria per cambiare il passo e dare una scossa. Gli elogi vanno anche al Venezia, che è riuscita a mettere sotto la Roma e deve rammaricarsi solo con se stessa per alcune occasioni mancate; ma avrebbe meritato qualcosina di più.


Solo un tempo non basta

INSIDEROMA.COM - FEDERICO FALVO - La Roma pareggia la prima partita della nuova versione dell'Europa League contro l'Athletic Bilbao, alternando un primo tempo quasi perfetto ad una seconda frazione di gioco sotto tono.

DOMINIO - Nei primi 45 minuti di gioco si è vista quasi solo la Roma. Il quasi è d'obbligo, perchè fino al 17' è l'Athletic Bilbao a fare la partita e provare ad andare in vantaggio. La Roma si limita a mantenere il possesso, facendo girare palla soprattutto nella sua metà campo per provare a far aprire gli avversari e creare spazi. Ma la musica cambia e sale sul palco l'orchestra giallorossa. Pressione costante, possesso palla stabile e senza troppi rischi, raddoppi e voglia di fare proprie le seconde palle. Suona tutto alla perfezione si traduce in sinfonia al 32', quando Agelino detta il ritmo con un cross perfetto dalla sinistra e Dovbyk prende l'accordo giusto per staccare di testa e battere il portiere. Il resto lo fa il coro, i 63 mila dell'Olimpico, che esplodono di gioia per la rete del vantaggio.

SUFFICIENZA - La ripresa inizia subito con una novità per la Roma, che sostituisce un acciaccato Dybala con Soulé. L'argentino ci prova subito a rendersi pericolo sfruttando un disimpegno sbagliato della difesa basca, ma spreca clamorosamente. Si abbassa l'intensità della Roma e prende fiducia l'Athletic, che grazie anche all'ingresso in campo Nico Williams cambia passo. La Roma spinge sempre di meno, forse anche a causa dei cambi non proprio azzeccatissimi. L'Olimpico accoglie l'esordio di Abdulhamid (entrato al posto dell'infortunato Celik) con gli olé, ma il ragazzo si vede che ancora non è al massimo della forma. Manca anche di fiducia, facendo un ottimo anticipo su Nico Williams e liberandosi per la fuga in solitaria; ma non ci crede totalmente e scarica sui compagni invece di dettare il contropiede. L'Atlhetic invece ci crede sempre di più e trova il pareggio all'85' con Paredes che sugli sviluppi di un corner sfrutta una spizzata di un compagno ed insacca.

NON BASTA - Finisce così, con un pareggio che ci può anche stare ma allo stesso tempo lascia dell'amaro in bocca. L'aria che si respira all'Olimpico al triplico fischio è carica di amarezza, perchè il gol degli ospiti è arrivato a pochi minuti dalla fine. Ma vi è anche tanta rabbia, per aver visto la Roma mollare quasi la presa nel secondo tempo. Juric, in conferenza stampa, dirà che secondo lui il suo modo di giocare non è troppo dispendioso a livello fisico. Noi gli crediamo, ma sul campo si è vista una Roma a due velocità diverse. Calo fisico o mentale, ci sarà sicuro da lavorare per migliorarli entrambi ed arrivare a mantenere il livello e la concentrazione alti per tutti i 90 minuti, recupero compreso.

Ma le premesse per fare bene ci sono tutte. Se la Roma giocherà sempre (o quasi) come nel primo tempo di ieri, ci sarà tanto da divertirsi. Il cammino è ancora lungo, ci sono molte partite da giocare e con la nuova formula dell'Europa League non è troppo importante arrivi primi; basta arrivare tra le prime otto per qualificarsi direttamente alla fase successiva e continuare a sognare.


Adesso basta

INSIDEROMA.COM - FEDERICO FALVO - La Roma esce dal campo del Genoa con un solo punto. A pochi secondi dalla prima vittoria del campionato è arrivata la doccia fredda, un colpo di testa di De Winter che ha sancito il definitivo pareggio. Il terzo della stagione, in quattro partite disputate. Un bottino troppo magro per una squadra che ambizioni da Champions League. Adesso basta, serve la vittoria.

SI SBLOCCA DOVBYK - Eppure nella prima frazione di gioco la Roma sembrava essersi messa alle spalle le prestazioni poco convincenti delle prime uscite. Si concede sempre qualcosa, ma la squadra fa girare bene palla e si muove nel modo corretto. Koné, una volta presa palla, punta verso l'area avversaria. Pisilli marca stretto ed in fase offensiva si stacca dal centrocampo per provare l'inserimento e dare modo a Dybala di accorciare e ricevere sui piedi. Saelemaekers ed El Shaarawy allargano le maglie della difesa rossoblu e puntano l'area quando possibile.
Ne guadagna anche la pericolosità, con due ghiotte occasioni nel giro di pochi minuti sventate da un ottimo Gollini che dapprima blocca un tiro centrale di Dovbyk e successivamente allunga in angolo un piazzato di El Shaarawy. L'estremo difensore del Genoa, al 37', era arrivato anche sul tap-in di Dovbyk; ma la palla è comunque terminata in rete. Un gol tanto atteso per l'attaccante della Roma, che ha dovuto aspettare altri cinque minuti di revisione VAR per un presunto fuorigioco. Si chiude così la prima frazione di gioco, con la Roma in vantaggio per 1-0.
Da segnalare anche un rigore non concesso su Dybala nonostante l'ausilio del VAR.

SOLITA STORIA - La ripresa comincia nel peggior modo possibile. Alexis Saelemaekers si infortuna ed è costretto a lasciare il terreno di gioco. Per lui, lo si scoprirà nella serata di ieri, si parla di una frattura composta del malleolo mediale per cui sarà operato già oggi. Un duro colpo per la Roma, che da questo momento in poi perde lucidità commettendo molti falli e rinunciando a fare tutto quello di buono fatto nel primo tempo. In un colpo solo sono mancate la cattiveria agonistica, la voglia di chiudere la partita ed il desiderio di sovrastare (sportivamente parlando) l'avversario.
È subentrata la paura, la Roma si è chiusa per provare a non subire più piuttosto che dominare la partita, ed infatti è arrivata la beffa finale. Nasce tutto da uno scontro di gioco tra Pellegrini e Sabelli, con il capitano giallorosso che rimane a terra e dopo essere stato soccorso dai sanitari è costretto a lasciare il campo come da regolamento. Il gioco prosegue ed il Genoa conquista un calcio di punizione; mentre De Rossi, che continuava a chiedere all'arbitro perchè non avesse fischiato fallo su Pellegrini, viene espulso per proteste. Il numero sette della Roma chiede di rientrare ma intanto il Genoa batte la punizione nel cuore dell'area giallorossa dove De Winter stacca di testa e pareggia.
Ad onor del vero bisogna ammettere che su Pellegrini non vi è fallo ma è un semplice contrasto di gioco. Nel primo tempo succede la stessa cosa ma a parti invertite con l'arbitro che lascia correre.

ADESSO BASTA - Termina, dunque in pareggio il match di Marassi. Un altro pareggio. Adesso basta pareggiare, la Roma deve tornare a vincere e farlo già domenica prossima. Basta scendere in campo con queste prestazioni altalenanti. Basta dare tutto in una frazione di gioco per poi sparire nella seconda. Basta creare poche occasioni e sprecarle pure. Basta giocare con un atteggiamento che potrebbe sembrare di superiorità verso gli avversari. Basta, anche, con le prestazioni mediocri di alcuni giocatori.
È vero che siamo la Roma, che siamo una grande squadra e non siamo quelli visti in queste prime quattro partite. Ma adesso basta sentirselo solo dire, è arrivato il momento di dimostrarlo veramente e seriamente.

Si deve lavorare, molto duramente, sistemare tutto quello che non va, fare un'inversione di rotta. Si deve correre, pressare senza sosta e non risparmiarsi mai; perchè le altre corrono mentre la Roma è ancora inchiodata li, in fondo. Si deve tirare fuori il carattere, quello che la Roma ed il suo allenatore hanno quasi sempre avuto quando la guidava sul campo con il numero 16 sulle spalle. Si deve iniziare a fare sul serio, altrimenti arriverà un "basta" molto più pesante che potrebbe destabilizzare tutto l'ambiente, sia all'interno dello spogliatoio che quello del tifo.

Adesso basta, rivogliamo vedere la vera Roma.


Una sosta per "fare" la Roma

INSIDEROMA.COM - FEDERICO FALVO - Pronti, via, pausa.
L'attesa dei tifosi, per la ripresa del campionato, era snervante. Nonostante un'estate ricca di sport, tra Europeo ed Olimpiadi, il rivedere in campo la propria squadra del cuore è un sentimento insostituibile. Riassaporare i momenti che precedono la partita, rivedersi con gli amici al pub prima di recarsi allo stadio, varcare i tornelli per salire i gradini che portano al proprio posto. Tutti momenti ormai ripetuti all'infinito e che si fanno anche inconsciamente, in maniera macchinosa, ma che ogni volta che si effettuano sembra di essere la prima.
E come ogni prima partita della stagione si ripropongono le proprie aspirazioni, le sensazioni su come andrà l'anno calcistico e su cosa si vincerà o per cosa si lotterà. Il tutto condito dai mille nomi di possibili nuovi acquisti o delle probabili cessioni. In breve: il calcio in tutte le sue sfaccettature.

FALSA PARTENZA - Appena resi noti i calendari, per la Roma si prospettava un avvio non troppo difficile, almeno per le prime due giornate. Cagliari ed Empoli, sulla carta, erano due sfide abbordabili e che potevano concludersi con due vittorie. Invece si è bissato l'avvio di scorsa stagione: pareggio alla prima e sconfitta alla seconda. Il rammarico per il solo punto raccolto a Cagliari si è trasformato in rabbia e fischi dopo la sconfitta casalinga contro l'Empoli. Il dito, più che contro i singoli, si è puntato contro la prestazione della squadra. Moscia, senza desiderio se non nel finale quando ha accorciato le distanze spinta più dalla disperazione che dalla consapevolezza nei propri mezzi.
Tutte premesse che facevano temere il peggio per la trasferta dello Juventus Stadium, con molti che si aspettavano la sconfitta esattamente come avvenuto un anno fa contro il Milan. Invece a Torino scende in campo una Roma più combattiva, più compatta e che riesce a strappare un punto senza troppo soffrire. C'è da dire che anche la Juventus non ha costruito grossi pericoli; vuoi per demeriti suoi o vuoi per i meriti dei difensori giallorossi. Ma quello che conta è che non si è perso il primo scontro diretto della stagione, che di per se ti da una grossa spinta per tornare in campo dopo la sosta con un piglio diverso.

LAVORO, LAVORO E LAVORO - L'unica via per risalire velocemente la classifica ed inanellare una serie di risultati positivi è quella del lavoro. Al momento si potrà fare in maniera limitata, avendo diversi giocatori via con le rispettive nazionali, ma si potranno gettare le basi per il lavoro che si dovrà fare da ora in avanti.
Ci sono vari tasselli da sistemare. Alcuni sono stati messi a posto con le ultime mosse di mercato, che hanno visto approdare a Roma gente d'esperienza come Hermoso e giovani di gamba e talento come Koné e Saelemaekers. Il resto del lavoro lo si dovrà fare in campo. Creare l'amalgama tra chi già era in rosa e chi è arrivato da poco, dare più dinamismo al gioco, mettere in pratica le direttive del mister e tirare fuori il carattere.
Lo stesso De Rossi domenica, in conferenza stampa, ha ammesso che con alcuni ragazzi dovrà lavorare molto. Chi per migliorare i movimenti in campo, chi aumentare l'intensità e chi ritrovare la condizione. Non mancano le lodi, ampiamente meritate, per Pisilli; che entra sul campo del fortino bianconero senza timori reverenziali e sforna una prestazione più che sufficiente.
Parole di stima ed incoraggiamento per Dovbyk, che domenica sera ha dovuto vedersela contro due mastini come Gatti e Bremer; ma che in generale deve dare di più. Al di là del gol che ancora manca all'appello, ma che per De Rossi arriverà molto presto e sarà seguito da molti altri, l'ucraino dovrà impegnarsi di più. Oltre a battagliare con i difensori centrali, ha il fisico per reggere botta ed avere il sopravvento; Dovbyk dovrà anche mettere più intensità, muoversi maggiormente in campo per liberarsi e ricevere il passaggio o creare spazi per i tagli e gli inserimenti dei compagni. Del resto se i compagni non riescono a servirti sui piedi, devi fare in modo di farti consegnare la palla anche in profondità. La squadra si può aiutare in tanti modi, anche incitando dalla panchina come sta ancora facendo El Shaarawy; non ancora in condizione ma che presto vorremo rivedere in campo.

RICOMINCIARE - Campo che la Roma rivedrà il prossimo 15 settembre a Marassi contro il Genoa e che ci si augura possa vederla vittoriosa. Campo che sicuramente vedranno i giocatori che torneranno dalle nazionali nelle condizioni migliori e che meriteranno la presenza per quanto dato in allenamento. Perchè su questo De Rossi non transige: in campo va chi spinge forte in allenamento. Chi dimostra la voglia di esserci e di contribuire, di farsi valere e giocarsi le proprie carte. Ma soprattutto speriamo di vedere in campo una Roma rinata, rinvigorita e con due o tre marce in più. Una Roma agonisticamente cattiva e con la voglia di (ri)cominciare il proprio cammino in campionato inanellando successi su successi.

È il momento di correre, di provare a non sbagliare nulla e di rimanere concentrai sempre. Perchè le altre già corrono, i punti persi contro Cagliari ed Empoli già pesano; ma nulla è ancora perduto e gli obiettivi sono ampiamente raggiungibili.
Non siamo partiti per vincere lo scudetto, non chiediamo gli allori da subito. Ma pretendiamo la voglia ed il desiderio di "fare la Roma".


Poca incisività e meccanismi da oliare. La Roma parte in prima, ma si deve già cambiare marcia

INSIDEROMA.COM - FEDERICO FALVO - Anche la Roma, come quasi tutte le big del campionato (almeno finora), ha fatto il suo esordio in Serie A conquistando un solo punto sul campo del Cagliari.

AFFANNO - Nel primo tempo il motore dei giallorossi fa fatica ad accendersi. Gira a vuoto, senza dare la spinta giusta per poter ingranare la marcia. Manca lucidità e l'intensità non è delle migliori. Troppi errori negli ultimi 25 metri, con filtranti troppo lunghi ed un'intesa tra compagni non oliata come si deve. Fortunatamente il Cagliari non colpisce, anche se non ha mai rinunciato a pressare e giocare la propria gara. A dire il vero la prima occasione pericolosa della gara la costruiscono proprio i sardi, ma la conclusione di Marin non impensierisce Svilar. Sul fronte giallorosso si mettono in luce i nuovi acquisti Le Fée e Soulé. Il primo si fa vedere sia in interdizione che in fase offensiva con filtranti o inserimenti, purtroppo sterili e senza esito. Estro e voglia di incidere per Soulé, che forse per il voler strafare o forse per la giovane età commette errori di scelta che sono costati alla Roma il possesso della sfera. Quasi assente Dovbyk, che comincia con il freno a mano tirato dando l'impressione di essersi smarrito come un turista senza navigatore e portata di mano.

FERMI AL PALO - Nella ripresa la Roma entra in campo con un piglio diverso, desiderosa di prendersi l'intera posta in palio. Soulé e Zalewski sfiorano il vantaggio, ma prima Scuffet e poi l'imprecisione vanificano il tutto. Ma è al 55' che la Roma sciupa la miglior palla gol creata fino a quel momento. Angeliño dalla sinistra crossa basso in area, Dovbyk esegue un velo sublime per l'accorrente Pellegrini che però rallenta la corsa e calcia quasi in caduta: tiro insidioso ma centrale con Scuffet che para. Girandola di cambi da ambo le parti con De Rossi che si gioca la carta Dybala. Ed è proprio suo il cross morbido che all'80' trova Dovbyk in area, ma il colpo di testa dell'ucraino si infrange contro la traversa. Una sorte avversa che due minuti più tardi si accanisce anche contro il Cagliari, con Marin che prova la conclusione dalla distanza e Svilar tocca quel tanto che basta per deviare la palla sul legno. All'83' la situazione sembrava essersi sbloccata, con Pellegrini abile a respingere in rete una respinta di Scuffet dopo un diagonale violento di Dovbyk; ma è tutto vano. Gol annullato, Pellegrini era davanti la linea dei difensori rossoblu quando era partita la conclusione. Rimane lo 0-0, che poi sarà anche il risultato finale del match.

TANTO LAVORO - La partita di Cagliari ha dimostrato che c'è ancora tanto lavoro da fare. Vanno trovati gli automatismi tra i reparti e tra i ragazzi in campo. Le corsie difensive andrebbero coperte meglio, poichè la Roma si è trovata spesso in inferiorità numerica e scoperta sulle ripartenze sarde. Davanti servirebbe più lavoro sugli inserimenti, per trovare i tempi giusti di passaggio e non sciupare delle potenziali occasioni pericolose. Tutte cose che non dobbiamo spiegare noi al mister De Rossi, che già oggi lavorerà con la squadra prima del giorno di riposo concesso per domani.
Fanno un pò riflettere le scelte di formazione iniziale, nello specifico Zalewski dal primo minuto invece che El Shaarawy. Una spiegazione potrebbe essere la voglia di giocarsi l'estro del "Faraone" nella ripresa con gli avversari più stanchi. Oppure per Zalewski è stata una prova per dimostrare il proprio valore prima di decidere se privarsene in questi ultimi giorni di mercato o poterci puntare un'altra stagione. Risultano però troppo tardivi i cambi di El Shaarawy ed Abraham, entrati in campo quando la gara non aveva quasi più nulla da raccontare.
Lasciano l'amaro in bocca le smorfie e le quasi lacrime di Dybala dopo il saluto ai tifosi della Roma. Possono significare tutto, come niente. Possono essere lacrime di addio come di consapevolezza che quell'amore non lo troverà più da nessun'altra parte. La verità non la sappiamo, forse non la sapremmo mai, pretendiamo che qualcuno ce la racconterà; ma intanto rimaniamo con l'amaro in bocca.

Un amaro più per l'occasione sciupata a Cagliari e per i tre punti mancati che per un addio di un giocatore. Perchè una cosa è sacrosanta: "Niente e nessuno è più importante della Roma".


De Rossi: "Il sogno è riuscire a portare questa squadra il più in alto possibile. Dybala? È convocato, ma nessuno è più importante della Roma"

Daniele De Rossi, allenatore della Roma, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della partita di Serie A contro il Cagliari:

Ci sono indisponibili per Cagliari? Come sarà gestita la vicenda Dybala?
"Non ci sono indisponibili, Paredes giocherà con la Primavera perché è squalificato e ha bisogno di minuti. Siamo contenti di avere questo sostegno dalla Primavera, Paredes giocherà un numero di minuti prestabilito. Dybala? Abbiamo sentito che c'è qualcosa, ma Paulo sta con noi. Tutti i giocatori hanno delle situazioni aperte di mercato, ma Dybala viene con noi, non ci sono problemi ed è convocato"

Prima stagione dall'inizio da allenatore della Roma: quali sono le tue ambizioni e i tuoi sogni?
"Sono le speranze di altri otto o nove allenatori che lotteranno per gli stessi obiettivi. Spero di continuare a vedere questo entusiasmo e dedizione al lavoro che la squadra ha avuto nel precampionato. La prima fase era piena di giovani, ci hanno dato una mano e grazie al loro alto livello la qualità non è calata. L'ultima parte è stata fantastica. Mi piacerebbe dire che quelli che ci sono oggi ci siano anche il due settembre, ma sappiamo che non è così per nessuna squadra. Il sogno è di riuscire a riportare questa squadra più in alto possibile e la direzione dal punto di vista mentale dei giocatori è ineccepibile"

L'allenatore De Rossi come valuta l'eventuale perdita di Dybala? Da tifoso come si fa a digerire un'eventuale partenza così importante?
"Non puoi chiedermi di fare il tifoso, lo sono ma ora non posso farlo. I tifosi sono legati a determinati momenti di un giocatore e solo uno sopra di me sa cosa significa essere così legati a un popolo. Da allenatore devo cercare di non parlare delle voci. Non sono stato presente nelle discussioni e poi domani c'è una partita importante. Penso che Paulo spiegherà un domani ciò che è successo in questi giorni. A livello tecnico Paulo è un giocatore molto forte. Quello che dovevo dire l'ho detto alla società e a Paulo, parlo sempre con tutti i giocatori, ho un bel rapporto e dico sempre le cose in faccia. Finora sta funzionando per quanto riguarda il rapporto umano. Nessuno è più importante della Roma, niente e nessuno. Io non ho nessun interesse od obbligo di silenzio, io voglio solo fare una squadra forte. All'allenatore salva una squadra forte e i risultati buoni, voglio solo quello. Io voglio fare una grande carriera da allenatore e una grande stagione con la Roma, il mio obiettivo sarà lasciare la Roma in una posizione di classifica superiore a quella che ho trovato"

Soulé?
"A volte ci limitiamo a vedere che ha giocato in una squadra retrocessa. In cinque o sei statistiche è uno dei primi tra gli Under 23 in Europa. Noi dobbiamo essere bravi a metterlo a suo agio. Anche tutti gli altri ragazzi si sono inseriti bene, stanno tenendo il livello di questa squadra alto".

Come si concilia la perdita del giocatore più forte con l'avere una squadra più forte? Mourinho si lamentò dell'assenza di una persona che potesse parlare proprio di questi argomenti: anche a lei farebbe piacere? Non avverte l'assenza di questa persona?
"Neanche un dirigente può parlare di queste cose, si tratta di qualcosa in più di semplici voci, ma magari il due settembre ne parleremo tranquillamente. Non è che io non voglio parlare di questa cosa, ma al momento non si sa niente, anche un dirigente e Dybala farebbero fatica a parlare di una cosa non compiuta. Io vorrei parlare di meno, anche da giocatore era così. Le conferenze prepartita sono totalmente inutili, non c'è bisogno di una figura comunicativa. Ma se domani entrasse nello staff una persona del genere la valuteremo e magari sarei anche contento. Dybala? Un anno fa il Napoli ha venduto tutti i top e poi alla fine dell'anno ha vinto lo scudetto. A volte le squadre anche perdendo dei pezzi si ricostruiscono e rinascono"

Ha percepito il pensiero dei tifosi attorno a determinate scelte di mercato?
"La maggior parte delle scelte sono mie, quindi i ragionamenti sono miei. La società analizza i giocatori, non credo si fidino ciecamente, ma alla fine i giocatori li ho scelti io insieme al direttore. Qui ci lasciano carta bianca, anche se a volte non si riescono a prendere gli obiettivi primari. Il consenso popolare? Tutti vogliono rendere la gente felice, anche io. Qualche giorno fa ho preso degli insulti sui social, ma abbiamo un lavoro da fare e da svolgere e io ho determinate convinzioni tecniche"

Dove si potrà investire? In che reparto c'è tanto da fare?
"Ieri ho parlato alla squadra e ho detto 'So che il momento è delicato, qualcuno può essere distratto e confuso, ma dobbiamo pensare al Cagliari. Pensiamo solo a questo, se qualcuno non se la sentiva poteva parlarmene e l'avrei accettato'. Il ruolo e il dove non è mai giusto dirlo qui, è giusto dirlo nelle sedi opportune con la società e l'ho fatto. Così come è giusto dirlo al giocatore e l'ho fatto, lo avverto prima per fargli cercare la sistemazione migliore. Le caratteristiche che chiedo sono sempre le stesse"

Quanto è rimasto sorpreso dagli insulti ricevuti sui social? Che lavoro sta facendo con Dovbyk? 
"Le caratteristiche di Dovbyk non sono tanto distanti da quelle di Lukaku, hanno una carriera diversa ma le caratteristiche sono simili. Abbiamo preso un finalizzatore che attacca benissimo lo spazio, forte, veloce e abbastanza pulito nei controlli, decisivo dentro l'area. Le consegne sono quelle, di partita in partita cambieremo qualcosa, ma stiamo cercando di fargli capire ciò che vogliamo. Nella prima parte di ritiro mi sono accorto che ai nuovi dicevo troppe cose, volevano fare dieci cose insieme, quindi abbiamo diminuito il numero di consegne. Le Fée voleva fare qualcosa di giusto per la squadra e magari si dimenticava il pallone, quindi l'abbiamo lasciato più libero e abbiamo visto un altro giocatore. I social? Do poco peso a queste cose, ma non è stato piacevole. Probabilmente nel quotidiano non direbbero quelle cose nei miei confronti, non auguri tumori o la morte della famiglia a una persona che incontri per strada. Ora sorrido, per dieci minuti danno fastidio. Cento messaggi così sono brutti, ma se fai il calcolo su quanti sono i romanisti sono pochi. Poi a volte apri la foto di quelli che ti scrivono, a volte sono quattordicenni o subumani. Sapevo che tornando qui sarebbe potuto succedere e il rapporto rispetto all'era da calciatore si sarebbe potuto incrinare, ma di base non sono mai stato protetto e coccolato come i tifosi della Roma hanno fatto con me. Ma allo stesso tempo nessuno mi ha fatto male come alcuni tifosi della Roma. Magari qualche risultato buono aiuterà a recuperare il rapporto anche con quelli che si divertono sui social"


Forza Roma, sempre

INSIDEROMA.COM - FEDERICO FALVO - La Roma è stata eliminata dall'Europa League. Si ferma in semifinale il cammino dei giallorossi, battuti in nel doppio confronto contro il Bayer Leverkusen. Questo è l'esito della serata ed il succo di ogni discorso che si possa fare in merito alla gara. Complimenti al Bayer Leverkusen che sta vivendo la stagione perfetta, sicuramente la migliore di tutta la sua storia dall'anno di fondazione; la Bundesliga è stata già vinta con largo anticipo ed ora mancano due finali (Europa League e Coppa di Germania) per provare a fare il Triplete. Tanto di cappello e complimenti sinceri a loro, essere battuti dai più forti non è mai un dramma.
Ma soprattutto complimenti alla Roma, condannata all'andata dagli episodi ma mai rassegnata al proprio destino. Alla BayArena i giallorossi ci hanno creduto anche quando in pochi ci speravano, lottando e soffrendo su ogni pallone e dando tutto in ogni azione. Nessun rimpianto e nessuno rimorso. Si è dato tutto, ci si è spinti fino al limite ma purtroppo non è bastato.

IL SOGNO - Eppure a fine primo tempo la gara sembrava essersi messa sui binari giusti, grazie alla trattenuta di Tah su Azmoun ed al rigore trasformato da Paredes. Quarantacinque minuti non di dominio, ma di lotta. Attacchi da ambo le parti, con il Bayer Leverkusen desideroso di spegnere sul nascere qualsiasi barlume di speranza dei giallorossi, mentre le Roma provava a tenere palla per piazzare il colpo del vantaggio. Equilibrio e velocità, ma anche tanta sfortuna quando Spinazzola alza bandiera bianca ed è costretto ad uscire dal campo lasciando spazio a Zalewski. Cambia il piano di gara, poichè Zalewski non regge il confronto con Frimpong che è molto più veloce rispetto a lui, e De Rossi è costretto a invertire le fasce: El Shaarawy a sinistra su Frimpong e Zalewski a destra su Grimaldo. Intorno alla mezz'ora la Roma suda freddo quando Palacios prova la botta dalla distanza e colpisce il palo, la sfera carambola sulla schiena di Svilar e continua la corsa verso la porta ma la difesa riesce a liberare. Una doccia fredda, che si trasmforma però in un ardente fuoco quando l'arbitra fischia il rigore per la Roma. Uno a zero all'intervallo e tuto ancora aperto.
Nella ripresa si lotta ancora più duramente, le speranze di riacciufarre il risultato si fanno più concrete e diventano realtà quando Hlozek, sugli sviluppi di corner per la Roma, tocca la sfera di mano. L'arbitro, richiamato al VAR non ha dubbi e fischia il secondo rigore per la Roma. Sul dischetto va nuovamente Paredes che trasforma con decisione. 0-2, la rimonta è compiuta, i supplementari non sono più un miraggio.

FORZA ROMA, SEMPRE - Tutto è cambiato, adesso ci si crede ancora di più, si sente la spinta dei tifosi, anche quelli rimasti a Roma. Il Bayer Leverkusen capisce che ora si rischia grosso. C'è in gioco la finale, che sembrava quasi scontata per i tedeschi ad inizio della partita ma adesso non è più così certa.
Ma purtroppo gli episodi condannano nuovamente la Roma. Come all'andata, con l'errore di Karsdorp che cambia la partita, anche questa volta ci si fa male da soli. Corner per il Bayer Leverkusen, Svilar esce alto ma non riesce a far sua la sfera disturbato da Smalling ed un giocatore tedesco, la palla sfila verso Mancini che se la ritrova improvvisamente sulla spalla ed incolpevole la vede entrare in porta.
Uno a due, finisce tutto. Il morale crolla, la stanchezza si fa sentire ed ora non si hanno più le forze per provare un altro miracolo. Nessuna colpa per Svilar sul gol subito, ha fatto il suo dovere al massimo chiudendo lo specchio contro ogni assalto del Bayer Leverkusen. Nessun dito puntato contro Mancini, che non si aspettava quel pallone addosso e non ha potuto fare nulla. Solo sfortuna, che condanna la Roma.

Nel finale di recupero Stanisic segna anche il gol del 2-2 e fa esplodere di gioia la BayArena. Il Bayer Leverkusen è in finale, la Roma alza bandiera bianca.

Ma onore a questa squadra, che rinuncia solo all'ultimo alla sua terza finale europea consecutiva. Onore alla Roma, che ha disputato quattro semifinali europee consecutive, cinque in sei anni considerando quella del 2018 contro il Liverpool in Champions League.
Sostegno continuo ed incondizionato per questi ragazzi, che domenica affronteranno l'Atalanta (altra finalista di Europa League dopo aver battuto il Marsiglia) in uno scontro diretto che molto probabilmente varrà un posto nella prossima Champions League.

Forza la Roma, Sempre.

a cura di Federico Falvo


Tra Roma e Juventus finisce in pareggio. Un punto non basta, ma la prestazione fa ben sperare per il finale di stagione

INSIDEROMA.COM – FEDERICO FALVO – La Roma c’è. Ha messo da parte la stanchezza accumulata giovedì scorso contro il Bayer Leverkusen e ieri sera ha sfornato un’ottima prestazione contro la Juventus. I bianconeri, nonostante le prestazioni altalenanti degli ultimi tempi, erano indubbiamente più freschi rispetto ai giallorossi; ma non si è notata tutta questa differenza in campo. Ritmi alti e sostenuti per quasi tutta la partita, azioni continue da entrambi i lati ed alla fine è arrivato il pareggio. Un risultato giusto per quanto si è visto, ma che alla Roma va stretto dovendo guardarsi le spalle dall’Atalanta.

PARI E PATTA – La Juventus vuole fare il colpaccio e parte subito fortissimo con un tiro di Chiesa che si spegne a lato. Weah è frenetico e frana su Svilar procurandosi un cartellino giallo, ma è Vlahovic a rendersi il più pericoloso. Siamo al sesto minuto di gioco e l’attaccante serbo riceve in area in posizione favorevole ma tutto solo calcia clamorosamente fuori graziando la Roma. I giallorossi, dopo lo spavento per il possibile svantaggio, reagiscono e colpiscono la parte alta della traversa con Kristensen che stacca di testa dopo un cross dalla sinistra. Al 15’ arriva il vantaggio giallorosso con Lukaku che si ritrova il pallone sui piedi dopo una mischia in area e scarica in rete la palla che vale l’1-0. L’Olimpico esulta e sogna il colpaccio, incitando i suoi ragazzi che sfiorano il raddoppio ancora con Lukaku che di testa questa volta manda a lato. Ma la Juventus non si lascia affossare e reagisce, trovando il pareggio al 31’ con Bremer. Il difensore bianconero sfrutta un ottimo cross di Chiesa e di testa insacca. Ottimo il tempo di stacco del brasiliano, che però viene lasciato troppo libero di saltare senza essere contrastato adeguatamente, con Svilar che viene preso in controtempo e non abbozza nemmeno un tentativo di parata. Uno ad uno e tutto da rifare per la Roma. Ci prova Baldanzi a scardinare la difesa bianconera con ottimi passaggi e dribbling magistrali che fruttano due calci piazzati dal limite che Dybala non riesce a trasformare. Ottima la prestazione di Baldanzi, che a tratti sembrava essere il Dybala di giornata con movimenti e giocate che solitamente sono attribuite all’argentino. Una partita da sette in pagella per lui, che ha dimostrato di poter rappresentare al meglio la Roma e di essere degno di indossare questa maglia.

SAN SVILAR – La ripresa comincia con un cambio per la Roma, che sostituisce un acciaccato Dybala con Zalewski. Ma i tifosi non hanno nemmeno il tempo di domandarsi cosa abbia costretto la Joya ad uscire dal campo che sono subito richiamati all’attenti da Chiesa, che con diagonale di sinistro colpisce il palo. Al 59’ Weah entra in maniera ruvida su Paredes commettendo fallo. Potrebbe scattare il secondo giallo ma per Colombo non vi sono gli estremi per sanzionare il giocatore. Lo stadio si infiamma ed Allegri corre subito ai ripari sostituendo lo statunitense con Kostic. La Roma vede questa decisione come uno smacco e reagisce catapultandosi in avanti. I giallorossi sfiorano il nuovo vantaggio con Kristensen che si coordina bene e calcia di destro facendo sbattere la palla per terra; Szczesny è battuto ma alle sue spalle interviene Bremer che di testa alza la palla quel tanto che basta per farla uscire dallo specchio della porta. Si alzano i ritmi con la Roma che spinge e la Juventus che reagisce. All’80’ Locatelli, da posizione centrale, calcia in controbalzo e vede la palla dirigersi all’incrocio dei pali; ma Svilar vola e la mette in corner. Un intervento magistrale da parte del 99 giallorosso che si ripeterà otto minuti più tardi su Kean, alzando sopra la traversa un colpo di testa da posizione ravvicinata. Una parata che per estetica ha ricordato l’intervento di Buffon su Zidane durate la finale dei Mondiali 2006. Al 94’ l’ultima occasione della partita capita sui piedi di Abraham che riceve da Azmoun e calcia in porta trovando l’opposizione di Szczesny.

SPERANZE – Finisce così, con il risultato di 1-1 che lascia un po' di amaro in bocca, perché un solo punto è sicuramente meglio di niente ma non è abbastanza per tenere le distanze dall’Atalanta che stasera sarà impegnata a Salerno. Ma rimane la prestazione, ottima e dinamica. Si è vista una Roma che sa andare oltre la stanchezza o gli acciacchi quando si tratta di dover raggiungere l’obiettivo. Una Roma che ci spera e ci prova fino alla fine. Una Roma che, siamo sicuri, giovedì affronterà il Bayer Leverkusen con la consapevolezza di non avere un impegno facile ma anche la certezza che nulla è ancora impossibile. Una Roma che domenica prossima andrà a Bergamo con la fiducia di non essere inferiori agli avversari e di poter fare bottino pieno.

Una Roma che ci spera e che lotta fino al triplice fischio.

a cura di Federico Falvo