Matic ha firmato. Passi avanti per Frattesi. Piace Gundogan
Nemanja Matic è ufficialmente un nuovo giocatore della Roma. Il serbo classe ’88 è arrivato ieri nella Capitale dove si è sottoposto alle visite mediche di rito. Oggi la firma su un contratto annuale da 3.5 milioni più rinnovo automatico per un secondo anno se in stagione avrà raggiunto la soglia minima del 50% di partite giocate.
Rimanendo a centrocampo, sembra ormai sfumato un possibile arrivo di Ruben Neves. Il Wolwerhampton lo lascerebbe partire solo per una cifra che si aggira tra gli 80 ed i 100 milioni. Un prezzo troppo alto non solo per la Roma, ma anche per tutte le altre pretendenti. Così i giallorossi virerebbero su Gundogan del Manchester City. Il tedesco sembra ormai fuori dal progetto di Guardiola ed in più ha il contratto in scadenza a fine mese. Dunque la Roma potrebbe operare un altro colpo a parametro zero, il terzo dopo gli arrivi di Svilar e Matic.
Entra nel vivo la trattativa per Frattesi. Mourinho lo vuole a tutti i costi e Tiago Pinto è disposto a inserire una o due contropartite tecniche per agevolare la chiusura dell’affare. Al Sassuolo piacciono Felix e Bove, ma il tecnico portoghese non vorrebbe privarsi del centrocampista; al suo posto si potrebbe inserire uno tra Tripi e Volpato insieme a Felix. Rimangono da definire i termini, se a titolo definitivo o con diritto di riacquisto da parte della Roma.
Sul fronte interno si starebbe lavorando alla permanenza di Zaniolo, con Tiago Pinto che nei prossimi giorni dovrebbe incontrarsi con l’agente del giocatore per discutere il prolungamento contrattuale e l’aumento dell’ingaggio. Confermato Vina, che vuole giocarsi le sue carte in giallorosso anche se parte dietro Spinazzola e Zalewski tra le preferenze di Mourinho. Una conferma decisa anche sul piano economico, visto che l’uruguaiano non ha molto mercato e ad oggi la Roma non recupererebbe i 13 milioni spesi per acquistarlo.
Pellegrini non si vende. Matic firma settimana prossima. Occhi sul telentino Akgun
La Roma attende Matic, che tra lunedì a mertedì prossimi arriverà nella Capitale per sottoporsi alle visite mediche e apporre la firma sul contratto. Un primo tassello per il centrocampo, reparto non ancora ultimato in attesa delle uscite e di nuovi arrivi.
Sul fronte cessione emerge l'interesse del Lione per Veretout, per cui la Roma chiede minimo 10 milioni di euro. Un'operazione che potrebbe trasformarsi in uno scambio di giocatori. Infatti Aourar, centrocampista proprio dei francesi e con il contratto in scadenza a fine giugno, è stato offerto dal suo agente alla Roma. Il profilo del 23enne non dispiace a Mourinho, con la Roma che potrebbe accontentarlo o in uno scambio con Veretout o acquistandolo a parametro zero e liberare una casella cedendo il 21 giallorosso. Ma Aourar non è un obiettivo primario.
In cima alla lista di Tiago Pinto vi sono Ruben Neves del Wolwerhampton e Douglas Luiz dell'Aston Villa. Potrebbe arrivare uno dei due, ma ciò non esluderebbe Frattessi; che piace molto e per cui sono già stati avviati dei contatti con il Sassuolo. Per sbloccare la trattativa la Roma potrebbe inserire delle contropartite tecniche, così da far scendere anche il prezzo del cartellino. Vi è anche l'indiscrezione Pobega, di proprietà del Milan ed al Torino in prestito nell'ultima stagione. Ma per il ragazzo classe '99 non vi è nulla di concentro. Era idea del Milan inserirlo come contropartita per arrivare a Zaniolo, ma non riusltano contatti tra i due club per il 22 della Roma. Nell'unico incontro con i rossoneri si è solamente parlato di Forenzi e del riscatto da parte dei neo campioni d'Italia, con la Roma che acconsentirebbe allo sconto facendo scendere la cifra dai 4 milioni iniziali ai circa 3.
Rifiutata una maxi offerta per Pellegrini da parte del Newcastle: 60 milioni di euro a cui la Roma ha replicato con un secco no. Intanto gli inglesi avrebbero mostrato interesse anche per Ibanez, che sempre in Premier piace al Tottenham. Tiago Pinto fissa il prezzo del difensore sui 30 milioni, forse per screditare eventuali corteggiatori.Qualora si dovesse cederlo potrebbe arrivare Theate dal Bologna. Ipotesi solo accennata ad oggi.
Più concreti, invece, i passi mossi per Solbakken. Il norvgese ha già un accordo con la Roma e va in scadenza a dicembre. Il Bodo però non fa sconti e per liberarlo subito chiede 5 milioni. Un'operazione che potrebbe essere facilitata dalla possibile cessione di El Shaarawy, che piace all'Atalanta.
Per la fascia destra si pensa ad una rivoluzione, con Celik ed Akgun nel mirino. Entrambi turchi e valutati sui 7 milioni. Celik, 25 anni, gioca nel Lille con cui andrà in scadenza a giugno dopo una stagione da protagonista con 40 presenze, tre reti e tre assist. Un bottino niente male per un terzino. Akgun, invece, di anni ne ha 21 ed è di proprietà del Galatasaray. Nell'ultima stagione si è messo in mostra agli ordini di Montella nell'Adana Demirspor dove, in coppia con Balotelli, ha collezionato nove gol e ben 17 assist. L'ex aeroplanino giallorosso ne consiglia caldamente l'acquisto e la Roma potrebbe approfittarne, visto che il Galatasaray potrebbe accettare anche delle contropartite in campo del gioiellino già a segno con la propria nazionale alla seconda presenza assoluta.
Matic, manca solo la firma. Si lavora all'arrivo di Celik. Sfuma Bissouma
La stagione calcistica è finita da meno di un mese, ma per gli addetti ai lavori non esiste riposo.
Giusto il tempo di fetseggiare il successo in Conference League e poi nuovamente a capofitto sul lavoro. C'è il calciomercato da seguire ed una nuova Roma da assemblare.
I primi tasselli sono già arrivati.
Il primo acquisto, a parametreo zero, è stato il portiere belga Svilar, in uscita dal Benfica con cui non ha rinnovato il contratto. Un giovane talento da far crescere alle spalle di Rui Patricio per prenderne il posto un domani. Stessa formula (parametro zero) ma con ruolo ed esperienze diverse per Matic, svincolatosi dal Manchester United. Uomo di Mourinho, manca solo la firma sul contratto (annuale più ozpione per un secondo anno) per sancire il tutto. Un ottimo colpo per non far rimpiangere Mkhitaryan (accasatosi all'Inter), e dare una nuova impronta tattica al centrocampo.
Nel mentre Tiago Pinto si divide tra nuovi acquisti e cessioni. In entrata mancano gli ultimi dettagli per gli arrivi di Solbakken e Celik, rispettivamente 23enne e 25enne. Due innesti che inizieranno a prendere confidenza con il clima capitolino prima di essere utilizzati da titolari, ovviamente se verranno rispettate le aspettative. Celik, tra i due, potrebbe avere più spazio già dall'inizio della stagione come vice Karsdorp; forte anche della chiamata personale di Mourinho per vestire il giallorosso. La telefonata pare abbia ottenuto l'effetto desiderato, ora rimane da superare lo scoglio Lille e chiudere le trattative. Si era vociferato di un possibile inserimento di Veretout nell'affare, ma pare che il club francese non potrebbe permettersi l'oneroso ingaggio.
Veretout è comunque dato in partenza, con il Marsiglia che lo segue attentamente. La Roma non lo valuta meno di 15 milioni.
Sempre in Francia piace Kluivert, seguito dagli stessi marsigliesi e dal Monaco. L'olandese, che ha giocato l'ultima stagione in prestito al Nizza, potrebbe cambiare casacca a causa del mancato accordo sul riscatto da parte degli aquilotti rossoneri.
Entrambe le uscite potrebbero contribuire al tesoretto da reinvestire per il ritorno di Frattesi. Il giocatore, cresciuto nella Roma, non ha mai nascosto il suo desiderio di tornare a vestire il giallorosso. Un sogno che Mourinho vorrebbe avverare, ma deve esserci l'intesa con il Sassuolo. I neroverdi lo valutano intorno i 35 milioni, la Roma al momento ne offrirebbe 15 ma sarebbe disposta a salire anche a 20. Determinante in questa trattattiva sarà la percentuale di rivendita al 30% destinata alla Roma qualora Frattesi venga ceduto ad un altro club. Un'arma a favore del club di Trigoria, che potrebbe rinunciarvi in cambio di uno sconto sul prezzo del cartellino del talento neroverde.
Altri nomi in ottica Roma sono quelli di Senesi del Feyenoord e Guedes del Valencia. Per entrambi non sono ancora state presentate offerte ufficiali, quindi per ora si tratta solo di indiscrezioni. Sopratutto per quanto riguarda Guedes circolano voci, direttamente dalla radio ufficiale del club spagnolo, di una possibile offerta con l'inserimento di Diawara e Villar come contropartite tecniche; ma non vi è al momento nulla di vero.
Sfuma quasi definitivamente Bissouma, con l'Arsenal che è in pole position per il centrocampista malese, propenso a rimanere in Premier League.
Inizio vincente per la Roma di Mourinho. Debutto da 9 per Abraham
Giornata di riposo per la Roma, che domani mattina tornerà ad allenarsi in vista del match di ritorno di Conference League contro il Trabzonspor. Una giornata, quella di domani, in cui verranno presentati alla stampa ed ai tifosi i due neo acquisti Viña e Shomurodov. Entrambi sono scesi in campo sia giovedì scorso (decisivo Shomurodov autore della rete della vittoria) che ieri sera contro la Fiorentina.
Un esordio vincente per la Roma di Mourinho, che ha buttato nella mischia il nuovo numero 9 Abraham. L'attaccante inglese ha risposto presente ed è stato decisivo in ben quattro occasioni; procurando l'espulsione di Dragowski al 17', fornendo i due assist per la rete di Mkhitaryan e per la prima delle due marcature di Veretout ed infine colpendo una traversa. Un Abraham che si è dimostrato già pronto per stupire e soprattuto al servizio della squadra, ed il suo recupero sulla trequarti difensiva in apertura di match lo dimostra. Un acquisto che speriamo possa trovare presto la via del gol, che avrebbe meritato gà ieri sera.
I PRIMI TRE PUNTI - La partita si mette quasi da subito in discesa per la Roma, che al 17' si trova sopra di un uomo dopo l'espulsione di Dragowski per fallo su Abraham, imbeccato da Ibanez con un lancio lungo ed atterrato al limite dell'area dall'estremo difensore viola. Italiano, a cui l'espulsione non è andata giù, corre ai ripari sostituendo Callejon con il portiere di riserva Terracciano. Un ingresso che dopo appena sei minuti viene "rovinato" da Mkhitaryan, abile a farsi trovare da Abraham al limite del fuorigioco e piazzare la palla all'angolino basso di destra.
Vantaggio per la Roma, che però in avvio di secondo tempo si rovina da sola i piani, pareggiando il conto degli uomini in campo. Al 52', infatti, Zaniolo commette un fallo inutile a centrocampo; rimediando il secondo giallo e quindi l'espulsione.
Ne approfitta subito la Fiorentina che al 54' sfiora il pareggio con Vlahovic, abile a controllare in area e concludere in porta, ma Rui Patricio compie una grande parata e salva il risultato. Non può nulla però al 60' su Milenkovic; che si libera bene in area, raccoglie un cross dalla trequarti e batte il numero uno giallorosso con un mancino sotto misura.
Dopo aver subito la Roma non si demoralizza, anzi, alza la testa e inizia a macinare gioco. Come ammesso dallo stesso Mourinho al termine del match, i giallrossi hanno giocato meglio in dieci contro dieci che quando erano in superiorità numerica. Un gioco che si traduce in altre due reti che chiudono il risultato sul 3-1. Autore di entrambe le reti Jordan Veretout, ex di giornata, che dapprima sigla di sinistro sul primo palo ricevendo l'assist di Abraham dalla parte opposta dell'area (azione esaminata al VAR per possibile fuorigioco del nove giallorosso) e successivamente si insersce bene ricevendo il filtrante di Shomurodov e battendo Terracciano un destro preciso a fin di palo.
Una Roma che ha risposto presente, che ha saputo reagire immediamente dopo il pareggio della Fiorentina e che non ha mai mollato. Forte fisicamente, determinata e concreta. Una buona prestazione per i ragazzi di Mourinho, che ha festeggiato il suo ritorno in Serie A nel migliore dei modi. Ma ora non ci si deve montare la testa. Massima attenzione e concentrazione sul lavoro a Trigoria in vista di giovedì ed al ritorno di Conference League contro il Trabzonspor, un match da vincere per qualificarsi alla fase a gironi della competizione.
La Roma saluta Dzeko e guarda al futuro. Il bosniaco rimarrà nella storia del club
INSIDEROMA.COM - FEDERICO FALVO - Edin Dzeko ha deciso il suo futuro, lascia la Roma per accasarsi all'Inter.
Un trasferimento a cui il club giallorosso non ha opposto una forte resistenza, forse perchè sapeva di non poter chiedere di più al bosniaco, miglior marcatore non italiano nella storia della Roma e terzo miglior marcatore di sempre del club.
IL PASSATO - Dzeko che arrivò alla Roma l'11 agosto 2015, da giocatore con già molta esperienza ma un futuro da scrivere. Un futuro che il "cigno di Sarajevo" ha scritto sia sul campo che fuori: cinque stagioni con il giallorosso addosso, 260 presenze, 119 gol, 55 assisti ed una famiglia bellissima.
Perchè a Roma Edin non ha solo trovato una famiglia a Trigoria, ma si è costruito anche la sua di famiglia con la moglie Amra. Un sodalizio che ha dato alla luce tre bambini che saranno legati sempre alla città di Roma dove sono nati. Così come siamo convinti rimarrà legato a Roma anche Dzeko. Perchè in giallorosso Edin è maturato in tutto e per tutto, arrivando a rappresentare la Roma da capitano. Un onore che prima di lui toccò a giocatori che della Roma e con la Roma hanno fatto la storia. Una storia a cui Dzeko ha contribuito per sei stagioni, essendo protagonista di grandi vittorie.
La prima, in ordine di tempo, la vittoria all'Olimpico contro la Juventus; condita con un gol di testa all'esordio davanti il suo pubblico, esattamente sotto la Curva Sud. Ma rimarranno nella storia gli scambi con Totti negli ultimi anni di carriera del leggendario 10 giallorosso; i colpi di classe da vero campione; il sinistro al volo a Stamford Bridge contro il Chelsea; la rete al Camp Nou contro il Barcellona nel 2018 bissata con quella dell'1-0 all'Olimpico che sancì la rimonta della Roma contro i catalani e l'approdo in semifinale di Champions League. E sempre nello stesso anno ed in Champions League la sua prima tripletta nella competizione contro il Viktoria Plzen, proprio con la maglia della Roma indosso.
Un giocatore immenso, che rimarrà per sempre nella storia della Roma come terzo miglior marcatore "all time" del club e primo marcatore straniero. Una storia durata esattamente sei anni dall'11 agosto 2015 all'11 agosto 2021.
IL FUTURO - Ma la storia, si sa, fa parte del passato. Così come Dzeko, purtroppo, ormai è un ex giocatore della Roma ed in casa giallorssa si deve guardare al futuro.
Un futuro che può contare sul nuovo arrivato Shomurodov, che si va ad aggiungere al già presente Mayoral. Ma a Trigoria cercano un attaccante di prospetto che possa sostituire adeguatamente Dzeko come prossimo numero 9 giallorosso. Tra i vari nomi spiccano quelli di Icardi, Azmoun, Belotti, Isak ed Abraham.
L'argentino Icardi è dato in uscita dal Paris Saint Germain, ma la trattativa non sembra decollare poichè la Roma vorrebbe il giocatore in prestito; cosa che non piace molto ai parigini più impegnati a concludere i grandi colpi in entrata.
Belotti ed Azmoun, cercati in precedenza, sembrano essere diventati ormai dei "piani B". Belotti, che sembrava destinato alla Roma, rimarrà molto probabilmente in granata con i giallorossi che già in passato avevano lasciato perdere l'affare a causa delle richieste troppo alte del Torino. Problemi di prezzo anche per Azmoun, con cui la Roma non chiuse prima di acquistare Shomurodov. L'attaccante attualmente è nel mirino del Bayer Leverkusen, ma le richieste alte dello Zenit stanno portando anche i tedeschi a ritirarsi dall'affare, nonostante lo stesso Azmoun spinga per una cessione.
Prezzo troppo alto anche per Isak, che ha da poco rinnovato con la Real Sociedad ed ha una valutazione di partenza intorno i 40 milioni.
Quaranta milioni, ovvero la cifra della trattiva già conclusa con il Chelsea per Tammy Abraham. L'attaccante inglese, classe '97, ha realizzato 21 reti in 56 presenze nelle ultime due stagioni con Blues dopo aver militato in prestito nelle serie minori per fare esperienza. Un attaccante che gioca prevalentemente da prima piunta, ma può ricoprire anche il ruolo di esterno offensivo. Un profilo perfetto per Mourinho, che ha chiamato il giocatore per convincerlo a vestire il giallorosso. Ma Abraham, nonostante sia stato inorgoglito dalla chiamata, è ancora titubante sul si definitivo alla Roma; avendo voglia di restare nella sua Londra per vestire la maglia dell'Arsenal. Tiago Pinto intanto ha trovato l'accordo con il Chelsea, per un totale di 40 milioni tra prestito oneroso e riscatto obbligatorio. Un accordo a cui potrebbe aggiungersi anche un diritto di recompra in favore del Chelsea qualora la Roma decidesse di cedere il giocatore. Giocatore che però ancora non ha deciso il proprio futuro ed attende la fine della finale di Supercoppa Europea (in programma stasera) prima di incontrare Pinto nella giornata di domani ed ascoltare la proposta della Roma.
Roma che aspetterà fino al fine settimana Abraham ed una sua risposta. Qualora il giocatore prendesse ancora tempo i giallorossi vireranno su altri giocatori.
Roma vs Debrecen 5-2 | Termina il match. La Roma vince e saluta i propri tifosi
INSIDEROMA.COM - DALL'INVIATO FEDERICO FALVO - La Roma, dopo la vittoria a Trieste, torna in campo per affrontare in amichevole il Debrecen. Sede dell'incontro lo stadio Stirpe di Frosinone.
Mourinho schiera i suoi con il 4-2-3-1. Rui Patricio tra i pali. Linea difensiva composta da Reynolds e Tripi esterni, Ibanez e Kumbulla centrali. Bove e Darboe sulla mediana con Perez, Pellegrini e Zalewski dietro la punta Mayoral.
LE FORMAZIONI UFFICIALI
ROMA (4-2-3-1): Rui Patricio (46' Fuzato); Reynolds (46' Karsdorp), Ibanez (46' Smalling), Kumbulla (46' Mancini), Tripi (82' Ciervo); Bove (46' Villar), Darboe (46' Diawara); Perez (46' Mkhitaryan), Pellegrini (46' Zaniolo), Zalewski (46' El Shaarawy); Mayoral (46' Dzeko).
A disposizione: Boer, Fuzato, Karsdorp, Smalling, Mancini, Villar, Zaniolo, Diawara, Mkhitaryan, Dzeko, Ciervo, El Shaarawy.
Allenatore: José Mourinho.
DEBRECEN (4-2-3-1): Kosicky; Bevardi, Barath (77' Nikolic), Deslandes (72' Charleston), Ferenczi (78' Korhut); Dzsudzsak, Varga (78' Benyei); Szecsi (31' Kusnyir), Bodi (59' Tischler), Sos (46' Ugrai); Barany (59' Pinter)
A disposizione: Grof, Nikolic, Ugrai, Bényei, Pintér, Poor, Kusnyir, Tischler, Korhut, Dos Santos
Allenatore: Szabolcs Huszti
Arbitro: Davide Moriconi
Assistenti: Francesco Valente - Francesco Rizzotto
Quarto ufficiale: Mario Perri
Allenamento Roma, seduta pomeridiana a Trigoria tra torello e partitella
INSIDEROMA.COM - DALL'INVIATO, FEDERICO FALVO - A Trigoria è iniziato l'allenamento della Roma dopo la vittoria di ieri in amichevole contro il Montecatini, con il risultato di 10-0.
La squadra ha iniziato con il lavoro in palestra; mentre i portieri Fuzato, Cardinali e Boer sono scesi sul terreno di gioco per effetuare dei mini scatti. Gli estremi difensori proseguono il lavoro con respinte basse da terra e lavoro di gambe tra i conetti.Il lavoro continua con prese in tuffo, sia a mezza altezza che basse.
Nel mentre fanno loro ingresso in campo i giocatori, che si riuniscono a centrocampo con il tecnico Mourinho. Grazie al maxischermo posto a bordo campo, l'allenatore spiega ai giocatori i movimenti effettuati ieri in amichevole; soffermandosi principalmente sul ruolo dei due mediani.
Terminata la fase video i giocatori si spostano sul lato sinistro del campo per lavoro di stretching e scatti. Finito ciò i giocatori si sono divisi in gruppi da cinque per fare torello. Quattro a passarsi il pallone ed uno a pressare, con scambio di elementi tra un gruppo e l'altro a intervalli regolari.
Terminato il torello i giocatori si sono divisi in due squadre, rossi e arancioni, per lavorare sulla corsa e nell'attaccare la porta. Due alla volta partono da destra verso sinistra (gli arancioni) per attaccare la porta con cross dalla sinistra, per poi ritornare al punto di partenza facendo la stessa cosa ma con cross da destra. I rossi stesso esercizio ma partendo da sinistra verso destra.Terminato l'esercizio i giocatori si sono divisi in due squadra da 7 con tre jolly, Villar, El Shaarawy e Carles Perez. I tre jolly giocheranno per entrambe le squadre in questa partitella. Pausa con cambio dei jolly, entrano in campo Pellegrini, Mkhitaryan e Zaniolo.
Finisce la seduta d'allenamento.
Euro 2020, è l'ora della finale. L'Italia in cerca del successo contro i "padroni di casa" dell'Inghilterra
INSIDEROMA.COM - FEDERICO FALVO - L'Italia è in finale ad Euro 2020 e stasera dovrà vedersela contro l'Inghilterra nello stadio di Wembley, dove la presenza dei tifosi di casa (inglesi) sarà di molto superiore agli azzurri. Ma lo spicchio azzurro sugli spalti del tempio calcistico londinese sarà di grande aiuto morale agli undici che scenderanno in campo per portare un trofeo a casa.
GLI AVVERSARI - L'Inghilterra, che come l'Italia ha giocato tutte le partite del girone in casa, ha vinto il proprio girone con sette punti, frutto di due vittorie ed un pareggio. Una nazionale che inizialmente sembrava arrancare, portata avanti dai gol di Sterling e dalla fantasia di Grealish. Ma nella fase ad eliminazione diretta si è visto finalmnete il capitano Kane, che a suon di gol ha aiutato i suoi a sbarazzarsi di Germania, Ucraina (a Roma) e Danimarca.
Una nazionale giovane e molto talentuosa, che nel futuro potrà contare su: James, Rice, Bellingham, Saka, Foden, Mount, Sancho e Rashford.
Ma un'Inghilterra che può fare ffidamento soprattuto sulle parate di Pickford. Sulla determinazione in difesa di Walker e la bravura nei colpi di testa di Maguire. Sull'esperienza di Henderson unita alla forza di Phillips. Alle reti di Kane e la velocità di Sterling.
Una nazionale che vuole vincere nuovamente un torneo (sarebbe il primo Europeo della sua storia) a Wembley, come successo nella Coppa del Mondo del 1966.
I PRECEDENTI - In totale tra Italia e Inghilterra si sono giocate 27 partite, che hanno visto gli azzurri sorridere in dieci occasioni. Otto le vittorie inglesi mente sono nove i pareggi.
La prima sfida assoluta tra Italia ed Inghilterra si giocò in amichevole nel 1933, con il risultato finale di pareggio per 1-1 con le reti di Ferrari e Bastin. Nel 1934 e sempre in amichevole la prima vittoria inglese per 3-2; ripetuta altre tre volte prima che l'Italia avesse la meglio nel 1973. La partita era sempre un'amichevole, decisa dalle reti di Anastasi e Capello.
Italia che vinse anche la prima partita ufficiale durante le Qualificazioni al Mondiale 1978, sempre per 2-0 con marcatori Antognoni e Bettega. Al ritorno vinse l'Inghilterra 2-0 mentre nel 1980 durante l'Europeo (fase a gruppi) l'Italia uscì vincitrice per 1-0 con rete di Tardelli.
Italia che vinse anche le sfide nei Mondali casalinghi del 1990 (quarti di finale), nel gruppo di Qualificazione ai Mondiali del 1998 (l'andata, il ritorno finì in pareggio), nell'Europeo del 2012 ai rigori e nel girone dei Mondiali brasiliani del 2014.
Italia che contro l'Inghilterra non perde da un'amichevole del 2012.
Questa di stasera sarà la decima finale per l'Italia in un grande torneo per nazionali, la quarta in un Europeo che gli azzurri hanno vinto solo una volta (1968). Dopo la Germania (14 finali), l'Italia è la seconda nazionale che vanta più finali tra Mondiali ed Europei.
Sarà la prima volta in assoluto per l'Inghilterra in una finale Europea, la prima dopo ben 55 anni dal Mondiale 1966 vinto. E' la nazionale che più di tutte ha impiegato così tanti anni per tornare a giocarsi un trofeo.
L'ARBITRO - L'arbitro del match sarà l'olandese Bjorn Kuipers, 48enne di Oldenzaal ed internazionale dal 2006.
Nella sua carriera Kuipers ha diretto Italia contro Inghilterra in una sola occasione durante il Mondiale 2014. In quella partita vinse l'Italia per 2-1.
Ma il bilancio degli azzurri con Kuipers non è proprio positivo, con due sconfitte ed un pareggio nei quattro precedenti totali. Unico successo azzurro con Kuipers proprio quello sull'Inghilterra.
Il fischietto olandese, invece, porta bene agli inglesi che con Kuipers hanno raccolto due successi a livello giovanile e due a livello di nazionale maggiore. Solo una sconfitta per i sudditti di sua maestà con Kuipers, proprio contro gli azzurri.
Domani è la tipica partita in cui pronostici e sensazioni della vigilia passano in secondo piano. E' una finale, e questo termine basta a indicare quanto sia una partita ricca di tensione e agonismo.
Che vinca il migliore, con l'augurio che lunedì mattina ci possa svegliare con il trofeo a brillare su tutte le prime pagine dei quotidiani nazionali.
Mourinho si presenta alla Roma: "Grazie ai tifosi per come mi hanno accolto. Sono in debito con loro"
INSIDEROMA-COM - DALL'INVIATO FEDERICO FALVO - José Mourinho, nuovo allenatore della Roma, è pronto a cimentarsi in questa nuova avventura a tinte giallorosse. Sulla Terrazza Caffarelli lo Special One parlerà alla stampa per presentare la nuova stagione con la Roma:
Arrivato Thiago Pinto, che aprirà la presentazione di Mourinho. Stretta di mano fra i due e foto di rito per la stampa.
Parla Thiago Pinto: "Buongiorno a tutti. Mi scuso per il mio italiano non perfetto. Ecco Mourinho, credo basti. E' il primo step per la nuova era della Roma. La carriera di Mourinho parla da se e vorrei ringraziare Dan e Ryan Friedkin per averlo portato alla Roma. Grazie anche a Mourinho per accettato il progetto della Roma".
Parla Mourinho: "Prima di tutto grazie ai tifosi, che mi hanno accolto in maniera eccezzionale. Ancora non ho fatto nulla ma l'accoglienza è stata davvero emozionante, mi sento in debito con loro. Grazie alla famiglia Friedkin, ma il modo come i tifosi mi hanno ricevuto mi ha colpito, è stato fantastico. Siamo vicino la statua di Marco Aurelio, e nulla viene dal nulla. Quello che i Friedkin vogliono fare con il club, per come ne abbiamo parlato, è qualcosa di grande. Vogliamo costruire il futuro ma senza dimenticare il nostro glorioso passato. I Friedkin vogliono fare grandi cose, anche in ottica futuro, con grande passione. Adesso è tempo di lavorare, con il mio staff e con la mentalità dedita al lavoro. Ho scelto la Roma anche per la splendida città, una città di responsabilità e c'è un legame incredibile tra squadra e città per via del nome e dei colori. C'è tanta responsabilità che sento ma non siamo qui in vacanza, siamo qui per lavorare. Allenamento alle 16, grazie e arrivederci (ride, ndr)"
Come si sentirà a lavorare in una città, o in Italia, dove si pensa al calcio tutto il giorno?
"Ho dovuto cambiare numero di telelfono già tre volte (ride). Scherzi a parte, è fantastico. Quando hai già lavorato in Italia ti manca questo ambiente. Ma siamo qui per lavorare come anche voi siete qui per lavorare".
Come proverà a cambiare la mentalità di questo gruppo che la scorsa stagione è arrivto settimo?
"Prima di tutto dovrò conoscere il gruppo, questo è molto importante. Ovviamente ci saranno dei principi fondamentali che non saranno negoziabili, ma li inculcherò ai ragazzi già dal primo allenamento. L'allenamento sarà sempre al 100%. Ho fatto la quarantena a Trigoria ed ho avuto modo di parlare con i vari collaboratori ed ho visto grande voglia di lavorare insieme. E' questo è molto importante".
Si legge molto il suo nome sui giornali, che ha sentito altri giocatori per portarli a Roma. E' vero?
"Ti assicuro che non ho parlato con nessuno, solo con il mio staff ed i responsabili delle varie aree del club".
Come ritrova la Serie A ed il campionato italiano rispetto a quando è andato via? E' una sfida per lei tornare qui?
"La prossima sfida è sempre la più importante della mia carriera. Quindi questa è la mia sfida adesso. L'Italia è finalista all'Europeo, con giocatori che giocano quasi tutti qui, quindi non è un calcio che si è indebolito. Sarà compito di noi tutti allenatori farlo crescere. Io lavoro per la Roma, ma indirettamente anche per il calcio italiano".
Chi sarà il capitano della Roma? Ancora Dzeko?
"Il capitano si vedrà più avanti. Di sicuro chi sarà il capitano della Roma lo sapranno prima i giocatori ed in seguito voi. Ma non parlo di cosa andrò a fare con i ragazzi e di cosa dirò con loro. Nè di come lavorerò".
Cosa ci può dire di Cristante e Spinazzola che sono in finale dell'Europeo? Al posto di Spinazzola prenderà qualcuno?
"Siamo contenti di avere due giocatori in finale e ci auguriamo che possano tornare da campioni. Non ho mai lavorato con loro ancora ma li sento miei giocatori. Cristante è rispettato molto da Mancini e quando ci sono momenti di difficoltà fa affidamento su di lui. Aspetto Cristante ha braccia aperte. Su Spinazzola dispiace per l'infortunio, ma ha un atteggiaqmento positivo e si riprenderà. Non lo avremo per molto tempo e sarà difficile sia per lui che per noi. Ma abbiamo Calafiori, deve lavorare tanto ed abbiamo fiducia lui. Scusi direttore (si rivolge a Pinto) ma abbiamo bisogno di un terzino sinistro".
Cosa vi siete detti con Spinazzola tre giorni fa? E quale sarà il budget di mercato?
Parla Pinto: "Noi stiamo lavorando ogni giorno per trovare le soluzioni sul mercato ed abbiamo fatto un'analisi attenta della rosa attuale. Non vedete cosa facciamo ma stiamo lavorando e vi assicuro che a fine mercato avremo una rosa all'altezza della Roma e di Mourinho".
Con quali sentimenti torni in Italia? Gli stessi del passato?
"Sono l'allenatore della Roma, niente di più. Non ho altro ruolo e sarò concentrato sulla Roma. Se come allenatore della Roma potrò dare qualcosa al calcio italiano sarà fantastico. Difenderò sempre i miei e farò di tutto per difenderli, ma non creerò problemi o cercherò problemi. Mi voglio divertire. Torno magari con maggiore mentalità, ma difenderò sempre i miei giocatori e la società".
In passato, ha detto, che è stato ossessionato dalla vittoria. Si sente una vittima della vittoria?
"Sono vittima di quello che ho fatto. Se non vinciamo, perdiamo. A Manchester ho vinto tre titoli ma è stato considerato un disatro il mio operato. Al Tottenham eravamo in finale di coppa ma è stato lo stesso un disastro. Qui alla Roma penserò una partita alla volta. Vogliamo vincere la prima di campionato, poi penseremo alla seconda partita e vorremo vincere anche quella. Ma c'è tanto lavoro da fare che già si sta facendo e che continueremo a fare per migliorare sempre più".
Il suo arrivo ha scatenato molto entusiasmo. Ma alcuni hanno detto che non è più al top, cosa vuole rispondere a loro?
"Nulla. Uno scudetto col Chelsea, un'Europa League con lo United e il Tottenham da 12esimo in campionato all'Europa".
Che Roma vuole?
"Non la Roma di Mourinho. Voglio la Roma dei tifosi. Io sarò uno di più, ma i tifosi sono tanti e la Roma è loro. Non mi piace parlare della Roma di Mourinho".
La Roma è abbastanza forte per vincere già adesso?
"La realtà è che abbiamo chiuso a meno 29 punti dallo scudetto e meno 16 dal quarto posto. Prima dobbiamo capire perchè successo questo, poi dovremo lavorare. Se possiamo accelerare questo processo meglio. La mia natura è che i giocatori si sentino liberi di lavorare".
Ritiene positiva una stagione senza titoli?
"Parliamo di lavoro e di progetto. Tu parli di titoli, noi di lavoro, tempo e progetto. I titoli arriveranno. Ma la dirigenza non vuole un successo isolato, vuole arrivare in alto e rimanerci. Questo non è facile ma vogliamo arrivarci, essere sostenibili. Lasciateci lavorare e ci si arriverà".
Come vede Zaniolo? In che zona del campo lo userà?
"Dovremmo parlare e vedremo. Ho giocatori di grande tecnica e con tanta passione. Dobbiamo lavorare tanto e capire tante cose. Zaniolo è un talento fantastico, ma sappiamo cosa è successo con gli infortuni. Ma gli troveremo il suo habitat naturale dentro la squadra per esprimersi al massimo, come faremo con tutti. Serve un'idea di gioco in cui i giocatori si sentono felici di giocare e di esprimersi".
Nel documentario "All or Nothing" si è visto il vero Mourinho? Che idea tattica ha per la Roma?
"Abbiamo un'idea ma dobbiamo capire come poterla esprimere al massimo. Non vogliamo giocatori in situazioni che non piace a loro. Per esprimere il gioco al massimo serve una squadra che giochi felice. Oggi devi avere anche la possibilità di cambiare sistema tattico, ed oggi si può fare. Piano piano lo faremo. Il docuemntario non l'ho visto ma ero naturale. Le telecamere c'erano ma erano nascoste. Magari all'inizio eravamo condizionati ma poi te lo dimentichi e ti concrenti sul tuo lavoro".
Quando incontrerà l'Inter le dispiacerà non affrontare Conte? Su Ronaldo cosa ci può dire?
"Ci sono allenatori che nella storia di un club non vanno mai paragonati con altri. Qui Capello o Liedholm non si possono paragonare ad altri, come all'Inter io o Herrera. Ronaldo non deve preoccuparsi di me, non gioco difensore centrale".
Come vede la sua Roma fra tre anni?
"Festeggiando qualcosa".
Se si dovesse vincere i nuovi nati si potrebbe chiamare José. Cosa pensi di questa cosa?
"Meglio Giuseppe (ride)".
Euro 2020, Italia-Spagna: è l'ora della semifinale. Il confronto tra le due nazioni è di parità
INSIDEROMA.COM - FEDERICO FALVO - L'Italia, dopo aver superato l'ostacolo Belgio, si è qualificata alle Semifinali di Euro 2020 dove affronterà la Spagna. Teatro della partita sarà il magico Wembley di Londra, che ha già ospitato gli azzurri negli ottavi di finale contro l'Austria.
GLI AVVERSARI - La Spagna, qualificatasi da seconda nel proprio raggruppamento, ha iniziato male questo Europeo pareggiando le prime due partite contro Svezia e Polonia. Dopo varie polemiche La Roja ha iniziato a ingranare la marcia vincendo contro Slovacchia e Croazia e riuscendo ad avere la meglio contro la Svizzera ai rigori. Una semifinale che la Spagna ha conquistato dopo nove anni di assenza. Era infatti dal 2012 (anno in cui vinsero il torneo) che gli spagnoli non raggiungevano una semifinale, lasciando Euro 2016 agli ottavi di finale proprio per mano dell'Italia (2-0 a firma di Chiellini e Pellè).
L'allenatore Luis Enrique, ex tecnico della Roma durante la stagione 2011/12, vuole entare nella storia della sua nazionale e portarsi a casa il quarto europeo assoluto; che renderebbe la Spagna la nazione più vincente del torneo.
Ad aiutarlo nell'impresa ci sono grandi giocatori come il portiere De Gea (a cui viene preferito Unai Simon). Gli esperti difensori Jordi Alba e Azpilicueta che affiancano il forte Laporte e le promesse Pau Torres ed Eric Garcia. A centrocampo la Spagna può vantare Busquets, Koke, Rodri, Thiago e Llorente; oltre al "napoletano" Fabian Ruiz ed il giovane Pedri. In attacco spicca su tutti Morata, in prestito alla Juventus dall'Atletico Madrid, ed il capocannoniere dell'ultima Europa League, Gerard Moreno. Ma un occhio di riguardo va anche a Ferran Torres e Dani Olmo, giocatori di grandissimo livello.
Una nazionale che all'inizio sembrava troppo disunita in campo e con degli equilbri tutto al contrario che definiti, ma che piano piano ha trovato la sua dimensione arrivando ad un passo dalla finale.
I PRECEDENTI - Ma prima della finale c'è da giocare il match contro l'Italia, il 36esimo totale tra le due squadre.
La prima sfida assoluta tra Italia e Spagna risale al 1924, nell'amichevole terminata 0-0. La prima vittoria spagnola risale all'anno dopo (1925) con l'1-0 di Errazquin. Nel 1927 e sempre in amichevole la prima vittoria azzurra, firmata da Baloncieri e l'autorete di Prats.
La prima sfida ufficiale tra Italia e Spagna riale alle Olimpiadi del 1928, quando dopo un pareggio per 1-1 l'Italia si impose per 7-1 nella seconda sfida. Questa sconfitta, ad oggi, è ancora la più pesante sconfitta subita dalla nazionale spagnola.
Spagna che l'Italia sconfiggerà anche nei Quarti di finale del Mondiale 1934, con un 1-0 di misura dopo il precedente pareggio per 1-1.
Anche negli Europei del 1980 e nei Mondiali del 1994 arrivano due successi azzurri, con la Spagna che ha la meglio sull'Italia solo ai rigori in Euro 2008. La prima vittoria spagnola in gare ufficiali e nell'arco di 90 miuti, purtroppo per l'Italia, è arrivata nella finale di Euro 2012: 4-0 per La Roja a firma di David Silva, Jordi Alba, Fernando Torres e Juan Mata.
L'anno successivo in semifinale di Confederation Cup vinse nuovamente la Spagna ai calci di rigore, mentre negli Ottavi di Finale di Euro 2016 vinse l'Italia 2-0.
Gli ultimi match tra le due nazionali risalgono al 2017, durante le Qualificazioni al Mondiale 2018 con un pareggio per 1-1 ed una vittoria della Spagna per 3-0.
In totale Italia e Spagna si sono suddivise le vittorie (10 a testa), mentre sono 15 i pareggi.
L'ARBITRO - L'arbitro del match saràil tedesco Felix Brych, 45enne di Monaco di Baviera ed internazionale dal 2007.
Il fischietto, di professione avvocato, ha diretto un match tra Italia e Spagna nel 2011, in occasione dell'amichevole vinta dagli azzurri per 2-1. Un secondo precedente con Italia e Spagna si verificò durante le Qualificazioni al Mondiale del 2018, con il match che finì in pareggio (1-1).
Con gli azzurri vi furono altri quattro precedenti, di cui tre vinti ed uno pareggio. L'Italia, dunque, non è mai stata sonfitta con Byrch arbitro.
Uno solo, dopo i due già citati, il precedente con la Spagna nel pareggio per 1-1 contro la Francia nelle Qualificazioni ai Mondiali del 2014.
Domani sarà un match tra due squadre che si rispettano molto e che potrebbe dar vita ad un match emozionante e ricco di velocità e tecnica. Un match molto difficile, tra due squadre dalla grande tradizione e dalla determinazione dei vincenti. Domani non sarà un semplice Italia-Spagna, domani ci si gioca la finale.
Euro 2020, Belgio-Italia: azzurri alla sfida più difficile dei quarti di finale. Ma la storia premia l'Italia
INSIDEROMA.COM - FEDERICO FALVO - L'Italia, dopo il successo nei tempi supplementari contro l'Austria, si appresta a scendere in campo contro il Belgio per i Quarti di Finale di Euro 2020. All'Allianz Arena di Monaco le due nazionali si sfideranno per accedere alle Semifinali e continuare l'avventura nel torneo.
GLI AVVERSARI - Il Belgio, al primo posto del ranking Fifa, è una nazionale che è cresciuta molto negli ultimi anni. Basti pensare che nel 2009 era al 66esimo posto del ranking e nel 2016 già ne occupava la vetta. Un Belgio che tra gli anni 70 ed 80 altalenava belle prestazioni (come il secondo posto agli Europei del 1972) a brutte annate, toccando livelli molto bassi intorno agli anni 90. Nel 2012 la grande rinascita grazie anche a diversi giovani che oggi sono i leader del Belgio che domani affronteranno gli azzurri.
Su tutti spicca il nome di Romelu Lukaku, campione d'Italia con l'Inter e giocatore dalla grande forza fisica e precisione sotto porta. Insieme a lui anche Mertens, l'altro "italiano" che veste la maglia del Napoli. Ma non sono gli unici giocatori di grandissimo livello che giocano nel Belgio. Tra gli altri ricordiamo il portiere Courtois ed il capitano Eden Hazard (entrambi del Real Madrid); gli esperti difensori Vermaelen (Vissel Kobe ed ex Roma), Alderwield (Tottenham) e Vertonghen (Benfica). Il terzino Castagne, ex Atalanta ed oggi al Leicester dove gioca insieme al giovane centrocampista Tielemans ed all'ex Sampdoria Praet. Witsel e Thorgan Hazard che giocano con il Borussia Dortmund o l'esterno Carrasco dell'Atletico Madrid. Ma su tutti Kevin De Bruyne, centrocampista e fuoriclasse del Manchester City.
Una nazionale di grandissimo talento che il CT Martinez guida dal 2016 e che ha portato agli Europei con un cammino perfetto durante le qualificazioni: 10 vittorie su 10 partite giocate. Un CT che ha saputo creare il giusto mix di giovani e giocatori esperti arrivando al terzo posto nei Mondiali del 2018. Un CT che domani non vorrà sbagliare in quello che sulla carta sarà il Quarto di Finale più avvincente.
I PRECEDENTI - Sono 22 i precedenti totali tra Italia e Belgio, che in una fase finale dell'Europeo si sono affrontate tre volte (1980, 2000 e 2016) durante i gironi. In quelle tre occasioni l'Italia non ha mai perso, raccogliendo due vittorie per 2-0 nel 2000 (reti di Totti e Fiore) e nel 2016 (reti di Giaccherini e Pellè). Pareggio per 0-0 nel 1980; mentre nell'unico precedente in un Mondiale (1954) l'Italia vinse 4-1 con reti di Pandolfini, Galli, Frignani e Lorenzi (Anoul per il Belgio). Nel 1972, durante le Qualificazione all'Europeo vinse il Belgio per 2-1, mentre l'altro incontro del girone finì 0-0.
Nei rimanti precedenti, tutti in match amichevoli, si sono registrate 11 vittorie azzurre, due pareggi e tre vittorie del Belgio.
Dal primo incontro in assoluto nel 1913 al 1950 si sono registrate sei vittorie consecutive azzurre, con il Belgio che ha raccolto il suo primo successo nel 1952. Da li tre vittorie consecutive dell'Italia, interotte nel 1972 dal primo pareggio tra le due squadre.
L'ARBITRO - L'arbitro del match sarà lo sloveno Slavko Vincic, 42enne di Maribor ed internazionale dal 2010.
Sono cinque i precedenti tra Vincic e l'Italia. Il primo risale al 2013 durante gli Europei Under 17, con l'Italia che vinse 2-1 contro l'Ucraina. Nel 2017, Europei Under 21, altri due precedenti con l'Italia che vinse 1-0 contro la Germania ma venne sconfitta in semifinale dalla Spagna per 3-1. Sempre nel 2017, durante le Qualificazione al Mondiale, Vincic arbitrò per la prima volta la nazionale maggiore che vinse 2-0 contro l'Albania. L'ultimo precedente al marzo scorso, quando l'Italia ha battuto 2-0 la Bulgaria in trasferta durante le Qualificazioni ai prossimi Mondiali.
Solo uno il precedente con il Belgio, durante la Nations League 2020. In quell'occasione i Diavoli Rossi vinsero 4-2 contro la Danimarca.
Domani sarà un match molto difficile. Forse il più difficile tra tutti i match dei Quarti di Finale. Un match in cui gli azzurri dovranno marcare stretto gli avversari per impedirgli di poter sfoggiare tutta la loro tecnica.
Un Quarto di Finale a cui l'Italia si qualifica per la quarta volta consecutiva. Ma nei tre precedenti si andò tutte e tre le volte ai rigori, che videro l'Italia per due volte eliminata (contro Germania e Spagna) ed una sola volta vincente contro l'Inghilterra. Il Belgio, invece, nel 2016 perse il proprio quarto di finale contro il Galles; ma quella fu l'unica sconfitta nelle ultime otto partite disputate negli Europei (sette vittorie).
L'Italia dal canto suo, dati alla mano, non ha mai perso in una fase finale di un torneo internazionale contro il Belgio.
Ma domani sarà un match in cui dati o numeri faranno solo da cornice per l'introduzione alla gara. Al fischio iniziale di Vincic entrambe le nazionali si daranno battaglia per portare a casa la vittoria finale e l'accesso alla Semifinale.
Euro 2020, Italia-Austria: prima volta all'Europeo. Gli azzurri non perdono dal 1960
INSIDEROMA.COM - FEDERICO FALVO - L'Italia, dopo aver superato la fase a gironi a pieni voti con punteggio pieno e nessuna rete subita, è pronta a cimentarsi nella fase ad eliminazione diretta. Si comincerà dagli ottavi di finale a Londra, con avversaria l'Austria.
GLI AVVERSARI - L'Austria è alla sua quarta partecipazione assoluta in un Europeo, il cui esordio risale al 2008. E' la prima volta che la Das Team raggiunge gli ottavi di finale, ad oggi il loro risultato migliore in questo torneo. Gli austriaci si sono qualificati come secondi nel Girone C con sei punti, dietro l'Olanda prima a nove punti e davanti l'Ucraina terza con soli tre punti ma ripescata.
Il CT dell'Austria è l'ex difensore tedesco Franco Foda, che ha promosso il portiere Bachmann come titolare dopo le due amichevoli pre torneo, prima di allora non aveva mai giocato con la propria nazionale.
Un'Austria che può contare sull'esperienza di Alaba (ex Bayern Monaco e neo acquisto del Real Madrid) e Dragovic (che passerà dal Bayer Leverkusen alla Stella Rossa). Sul talento di Sabitzer, uno tra i migliori del Lipsia ed accostato alla Roma in questo mercato; e su due conoscenze del calcio italiano: Arnautovic e Lazaro. Il primo, Arnautovic, arrivò all'Inter nel 2009 ma non ha mai lasciato il segno con sole tre presenze in Serie A ed una sola rete siglata con la Primavera nerazzurra. Anche Lazaro, attualmente infotunato, è arrivato all'Inter nel 2019 collezionando 11 presenze e due assist tra campionato e coppe, attualmente è in prestito al Borussia Monchengladbach.
I PRECEDENTI - Italia e Austria si sono affrontate 36 volte nella loro storia, ma mai in una fase finale di un Europeo.
La prima sfida assoluta risale al 1912, in un'amichevole vinta per 1-3 dall'Austria a Genova. Stesso esito lo scorso anno (1913) sempre in amichevole, con l'Austria che vinse per 2-0 a Vienna. Nel 1914 arrivò il primo pareggio tra le due squadre sempre in amichevole (0-0), ma per vedere la prima vittoria azzurra si dovrà aspettare fino al 1931, quando nella Dr. Gero Cup il duo Meazza e Orsi firmarono le due reti che permisero all'Italia di ottenere la prima vittoria sull'Austria (2-1).
Le ultime sfide tra le due nazionali risalgono a due fasi finale del Mondiale: 1990 nei gironi con vittoria azzurra per 1-0 a Roma (Schillaci) e nel 1998 sempre nella fase a gironi con il 2-1 dell'Italia a Saint Denis nel segno di Vieri e Baggio (Herzog su rigore per l'Austria). L'ultimo match in ordine cronologico tra Italia ed Austria è l'amichevole del 2008 terminata per 2-2 con reti di Gilardino ed autogol di Ozcan per l'Italia e reti di Pogatetz e Janko per l'Austria.
L'Italia non perde un match contro l'Austria dall'amichevole del 1960, quando i biancorossi si imposero per 2-1 fuori casa.
In totale, su 36 precedenti, le vittorie azzurre sono state 16 e 12 quelle austriache; solo otto i pareggi.
L'ARBITRO - L'arbitro del match sarà l'inglese Anthony Taylor, 42enne di Manchester.
Internazionale dal 2013, Taylor ha diretto l'Italia solo due volte. La prima nel 2019 contro la Grecia nelle qualificazione all'attuale Europeo (vinta 3-0 in trasferta dagli azzurri) e la seconda nel 2020 in Nations League contro l'Olanda nel pareggio per 1-1.
Mai un precedente tra Taylor e l'Austria, squadra che dirigerà domani per la prima volta.
L'Italia del CT Mancini dovrà vedersela domani contro un avversario ostico, da non prendere assolutamente sotto gamba. Sarà il primo ostacolo che gli azzurri dovranno superare prima di poter accedere ai quarti di finale dove dovrà vedersela (in caso di vittoria domani) contro la vincente tra Portogallo e Belgio. Un Europeo che entra nel vivo e che si accende sempre di più, con l'Italia che dovrà confermarsi ed evolversi per arrivare a dominare tutti gli avversari e garantirsi un ritorno a Wembley per la finale. Non sarà un gioco da ragazzi, ma nemmeno una sfida impossibile. L'Italia e Mancini sono preparati e pronti a continuare a regalare a tutti i tifosi delle "notti magiche".