Smalling non ce la fa. Llorente invece torna

Chris Smaling non ce la fa e contro il Monza non ci sarà. Diego Llorente invece è tornato ad allenarsi in gruppo ieri pomeriggio e sarà nell'elenco dei convocati per il lunch match di domenica prossima.  

Il Romanista


Con voi

I Friedkin si schierano con Zalewski ed El Shaarawy: «Pieno sostegno, sono stati vittime di reiterate speculazioni ingiustamente lesive per la loro immagine. C’è totale fiducia in Nico e Stephan quando dicono di essere estranei al calcio scommesse». Intanto anche i legali del polacco annunciano la querela. 

Il Romanista


Il ritorno di Llorente fa felice Cristante

Ieri lo spagnolo ha ripreso ad allernarsi con il gruppo e sarà a disposizione col Monza. 

Diego Llorente giocherà titolare al centro della difesa, così Cristante potrà tornare a centrocampo e dare maggiori soluzioni al tecnico. Ancora fuori Smalling e Sanches. Entrambi puntano la sfida con l'Inter. 

Corriere dello Sport


Per Lucio e Mou un doppio El Shaarawy

La nuova stagione di Stephan El Shaarawy: in estate il no a Galliani. Mourinho lo ha reso più duttile nella scelta del ruolo e ora il Faraone è una risorsa in Nazionale e nella Roma. 

Spalletti lo aveva avuto a 24 anni a Trigoria: lo ha trovato più maturo. 

Corriere dello Sport


Eusebio Di Francesco al CdS: "Nella Roma sono stato io a farmi da parte e non fui esonerato"

Il tecnico del Frosinone Eusebio Di Francesco ha concesso un’intervista al “Corriere dello Sport” ed è tornato anche sull'argomento Roma. Queste le sue parole: "Facciamo un passo per volta. Intanto è il momento di raccontare che la Roma non mi esonerò per quella partita di Champions. Sono stato io il primo a farmi da parte. Avevo comunicato ai dirigenti che non ero più a mio agio nella Roma, anche a causa del litigio con un calciatore di cui non farò il nome. Su Mourinho poi si è espresso così: "Qui parliamo di un’icona, è un allenatore che sta sopra a tutti noi. Fenomenale per personalità e comunicazione. E sa sempre quello che vuole: il risultato. Se poi chiedi il gusto personale, parlo di tecnici diversi e magari emergenti. Tipo De Zerbi, appunto." Un pensiero finale poi anche sul caso calcio scommesse: "È una faccenda seria, sociale: i calciatori sono uomini, innanzi tutto. Quanto a Federico, gli ho sempre ricordato che ha avuto una grande fortuna a giocare a calcio. È un’occasione che non si può sprecare. Il risultato è che lui non sa nemmeno giocare a carte e preferisce leggere, cosa che mi rende molto felice. Ma bisogna anche fare un distinguo: non c’è niente di male ad andare al casinò una volta ogni tanto. L’ho fatto anche io. Il pericolo è additare dei ragazzi, dei professionisti, di una colpa che non hanno. Quindi stiamo attenti. Il problema è la ludopatia, non la partita a poker con gli amici".   

Corriere dello Sport


Smalling torna ad allenarsi in gruppo e Mourinho sorride

Dopo Llorente ora è il turno di Smalling: il difensore inglese stava meglio già da alcuni giorni ed oggi è tornato ad allenarsi con il gruppo. Una doppia buona notizia per la difesa di Mourinho


Josè Mourinho ad Adidas: "La cosa più importante per vincere è la squadra"

Vittorie, sconfitte, il suo modo di allenare e di vivere il calcio: José Mourinho porta tutti nel suo mondo in un'intervista rilasciata per Adidas sulla sua maniera di stare in panchina. Queste le sue parole. 

"Ero uno studente abbastanza bravo. Ho ottenuto un posto all’Università di Economia e sono andato a lezione, ma dopo un paio di settimane ho deciso che non faceva per me. Prima di diventare un professionista del calcio ho imparato tante cose diverse. Ho anche insegnato ai bambini con la sindrome di Down, che è stata un’esperienza incredibile, e mi ha fatto capire così tanto. Le lingue? Non è possibile essere un allenatore di calcio di alto livello senza parlare tante lingue. Il calcio è diventato universale. Nello spogliatoio hai ragazzi di molte nazionalità diverse, e ovviamente devi imparare la lingua madre del paese in cui ti trovi. Alla fine, per avere più empatia e comunicare meglio con le persone con cui stai lavorando devi essere davvero bravo in diverse lingue. "Ho lavorato con Sir Bobby Robson in Portogallo e poi sono andato con lui a Barcellona nel 1996. Per un giovane come me è stata un’esperienza incredibile. Poi sono stato un assistente del signor Van Gaal, che era un allenatore completamente diverso da Sir Bobby e questo mi ha reso consapevole di due filosofie completamente opposte”. 

Mourinho, filosofia e vittoria

"Quando vedo i colleghi che combattono per non retrocedere e riescono a mantenere la loro squadra nella divisione, per me, questo è vincere. Vincere non significa necessariamente essere il ragazzo che solleva la coppa. Vincere non significa portare a casa una medaglia o un trofeo. La cosa più importante nel nostro sport è vincere e non vendere la filosofia. Non bisogna vendere scuse, ma essere un vincitore. Devi avere una forte personalità per dire: “ok, io sono il capo, faccio le decisioni”. Questo non è negoziabile. Se le sessioni di allenamento iniziano alle 10 del mattino, non aspetto un solo minuto. Anche se sei Diego Maradona, che non ho mai avuto il piacere o l’onore di allenare. Iniziare alle 10 è iniziare alle 10. La squadra è la cosa più importante, anche se sei il miglior giocatore del mondo. La squadra è la cosa più importante. Ognuno deve seguire le regole e mostrare il rispetto per i colleghi. Come allenatore, devi essere morbido e forte. Forse soft non è la parola giusta. Devi essere aperto, molto aperto a ciò che pensano i giocatori, a ciò che i giocatori sentono, e non solo attenerti alle tue idee, perché lavori con un gruppo. Il gruppo deve avere una voce: ha bisogno di avere un’opinione, di condividere. E devi essere aperto con i giocatori per farlo funzionare come una squadra”.

Mourinho e la sconfitta

"Vinci tre partite di fila, ma non è il paradiso… magari poi arriva una sconfitta. Perdi due, tre partite di fila. Non è nemmeno un inferno, perché uscirai da questo momento buio e vincerai di nuovo. È molto importante mantenere l’equilibrio e questo è qualcosa che ho imparato molto con l’esperienza. Penso che più esperienza hai, più sei equilibrato e più i giocatori ti guardano e vedono una roccia, come qualcuno di cui possono fidarsi. Empatia significa tutti insieme nello stesso progetto. Un club è fatto di molte persone. Proprietari, direttori, allenatori, giocatori. Tutti. Empatia per me significa che tutti stanno andando nella stessa direzione. Il segreto del successo? Direi preparati il meglio che puoi. Non fare tutto in fretta, troppo presto, perché è molto difficile. Quindi, quando prendi il tuo primo lavoro da allenatore, devi essere pronto. Se non sei pronto per il lavoro, lo perderai velocemente”.

 

 

 

 

fantacalcio.it


Prima l'Iran, ora la Roma: Azmoun è pronto per Mourinho

Sardar Azmoun ha brillato con la sua nazionale vincendo il torneo in Giordania e ora scalpita per avere un'occasione con la maglia giallorossa e mostrare il suo valore. 

La sua stagione è cominciata con il freno a mano tirato per l'infortunio al polpaccio subito a luglio. L'attaccante adesso è in buone condizioni.   

Corriere dello Sport


Medicina giallorossa: è tutto un altro Paredes

In Argentina sono sicuri: Leandro Paredes è un giocatore totalmente rigenerato. 

Il centrocampista ha ritrovato il passo di una volta dopo la crisi al Psg: merito di Mourinho e del club. 

Corriere dello Sport


Tutti a casa alè

Dopo giornate trascorse con una manciata di titolari e tantissimi “bambini”, Mourinho ritrova a Trigoria i nazionali, a 72 ore dalla sfida al Monza. Da testare le condizioni di Smalling, recuperato Llorente e cautela su Sanches. Dybala punta l’Inter, Pellegrini il derby. Tornano i nostri!

Il Romanista


Caso Scommesse, i legali di El Shaarawy: "Lui è estraneo ai fatti"

I legali di #ElShaarawy smentiscono Fabrizio Corona con poche parole e chiare: "Stephan El Shaarawy e le scommesse, di qualunque tipo, non hanno niente da spartire. Non ha mai scommesso né gli è mai interessato farlo. È assolutamente sereno di fronte ad accuse totalmente infondate e calunniose. Tutto viene di conseguenza, in primis ogni inevitabile azione a tutela del nostro assistito. Questo è quanto abbiamo da dire rispetto alle indiscrezioni di queste ore su ulteriori rivelazioni, con tanto di video/audio, di Fabrizio Corona a Striscia la notizia".


Zibi Boniek a ReteSport: "La Roma ha perso troppi punti"

Zibi Boniek, attuale vicepresidente dell'UEFA ed ex giocatore della Roma, a Rete Sport ha detto la sua sulla squadra di Mourinho: "L’ho vista giocare veramente bene per la prima volta a Cagliari. Su 8 partite di campionato, la Roma avrebbe dovuto avere almeno 18-20 punti. Concedo la sconfitta col Milan, ma per il resto visto il calendario la squadra giallorossa ha perso troppi punti".

Su Mourinho: "Sento dire che non ha più stimoli, non scherziamo: ha un contratto importante, ha un ruolo fondamentale nella Roma, le partite le giocano i giocatori anche se il tecnico è molto importante. Sappiamo benissimo che le sue squadre non giocano un grande calcio. Mourinho ha vinto 26 titoli, fa parte della storia, nessuno glieli toglierà, ma guardo il rendimento della Roma di quest’anno, finora in campionato abbiamo maturato un ritardo eccessivo. Con il Monza sarà una sfida difficile, poi inizia un ciclo di partite terribili. La Roma deve giocare meglio sul piano tattico e calcistico, altrimenti di partite ne vincerà poche. I Friedkin? Non mi hanno mai offerto un ruolo nella Roma".

Retesport