Roma-Inter: cancelli aperti dalle 15:30

Tre vittorie di fila in campionato, zona Champions sempre più vicina, "ma ancora non abbiamo fatto nulla", ha detto Daniele De Rossi.
 
Servono altri punti, serve continuità. E il prossimo impegno vede la Roma affrontare in casa la capolista della classifica, l'Inter di Simone Inzaghi.
Sabato 10 febbraio alle 18:00 è in programma allo Stadio Olimpico Roma-Inter, gara valida per la giornata numero 24 di Serie A.
 
I cancelli apriranno alle 15:30. Il consiglio è quello di arrivare almeno 90 minuti prima del calcio d'inizio per non perdersi lo spettacolo del pre partita.
 
Chi avesse bisogno di supporto può rivolgersi al punto assistenza su viale delle Olimpiadi o al Call Center AS Roma 0689386000 a partire dalle 14:00 fino al fischio d'inizio.

ASRoma


"Nessuno è imbattibile"

La fuga scudetto dell'Inter passa da Roma e dalla carica di De Rossi. DDR promette: "Voglio una squadra spavalda". Angelino e ElSha le chiavi per il 3-5-2 mascherato. Darmian in vantaggio su Dumfries nei nerazzurri. Si gioca alle 18.  

Corriere dello Sport


Tutta Roma

All’Olimpico arriva la capolista per una sfida sulla carta proibitiva. Alle spalle della squadra però giocheranno anche i soliti spalti traboccanti passione. E nel gruppo si respira una rinnovata consapevolezza. Tutto può succedere, bisogna crederci: siamo la Roma!

Il Romanista


Carica DDR, la Roma vuole calare il poker

Daniele De Rossi è pronto a vivere il suo primo big match da tecnico. La squadra non vince quattro partite consecutive in campionato da tre anni e mezzo: De Rossi studia le mosse per sfatare il tabù. 

Gli ultimi quattro successi di fila in serie A sono arrivati nel 2020. Dybala guida il gruppo. A centrocampo il dubbio è Bove dall'inizio.    

Corriere dello Sport


I gladiatori

Domani l'Olimpico diventa teatro del confronto tra colossi di Roma e Inter

L'esplosione di Thuram rende incandescente la sfida con Lukaku. Marcus Non ha fatto rimpiangere il belga che ha una grande occasione per affermare la propria superiorità. Lautaro e Dybala nel ruolo di "tutor".    

Corriere dello Sport


Josè Mourinho: "La Conference League il ricordo più bello per la gioia che ha dato"

José Mourinho, ex allenatore dell'AS Roma, è stato protagonista di alcuni spot in vista di Euro 2024. Lo Special One ha rilasciato alcune dichiarazioni all'influencer Ohm.

 
C’è un ricordo bello che ha dentro? “Sono tanti, tanti belli, tanti brutti ed è molto difficile dirlo. Se devo dire l’ultimo, che non è sicuramente il trofeo più importante che ho vinto, però per la dimensione di gioia che ha portato, il trofeo con la Roma è quello che scelgo. Però sono accadute tante cose belle nella mia carriera, partite fantastiche da ricordare ed è veramente difficile decidere. Anche per i ricordi brutti è la stessa cosa: ho perso due semifinali di Champions League ai rigori, ho perso una finale di Europa League ai rigori, ho perso una finale di Europa League perché l’arbitro ha deciso che non dovevamo vincere…”.
 
C’è un giocatore che le piacerebbe allenare? “Non c’è un giocatore che posso nominare. Messi non ha bisogno di un allenatore perché sa tutto, è nato con tutto. Potevo nominare lui solo per dire di aver avuto l’onore di allenarlo, ma no… Ci sono tanti giocatori bravissimi. Per dire una cosa in connessione con la Roma, volevo De Rossi all’Inter e al Real Madrid ma non è stato possibile. Volevo Totti all’Inter ma non è stato possibile”.

L'Olimpico da scudetto: sarà tutto per Big Rom

Si corre verso l'ennesimo sold out per la maxi sfida contro Inzaghi. 

I romanisti sono pronti a caricare Lukaku, bersagliato dai fischietti nella sfida d'andata a San Siro. In casa la Roma ha raccolto 28 punti solo uno in meno della capolista.  

Corriere dello Sport


Baldanzi vede l'Inter e sogna in grande

L'attaccante è pronto per la sfida di domani. Tommaso Baldanzi un anno fa segnò il gol vittoria a San Siro contro i nerazzurri. Adesso vuolela replica con la Roma.   

Corriere dello Sport


El Shaarawy: "De Rossi sembra ancora un compagno. Vittoria della Conference momento più bello"

Stephan El Shaarawy ha rilasciato un’intervista a Star Casunò Sport, sponsor partner della Roma.

Di seguito le parole del classe 92′ che si è soffermato anche sul rapporto con De Rossi.

 Descriviti come calciatore e compagno di squadra dentro e fuori dal campo.

“Nasco come esterno sinistro, alternando la fase offensiva e difensiva. Sono un giocatore di movimento e con il passare degli anni sono diventa più duttile, adattandomi a diversi ruoli in caso di emergenza. Ho sempre avuto un buonissimo rapporto con i compagni e lo staff, mi sono sempre fatto voler bene da tutti”.

Che ricordi hai del tuo esordio alla Roma?
“Mi torna subito in mente il gol contro il Frosinone, è stato un gol liberatorio e un’emozione unica. Venivo da un’esperienza non facile a Monaco, sono arrivato a Trigoria e dopo due allenamenti con la squadra Spalletti mi disse che avrei giocato titolare. Feci il gol del vantaggio sotto la Curva Sud, un’emozione unica”.

Come è cambiato il tuo rapporto con De Rossi da compagno ad allenatore?
“Non è cambiato quasi niente. Daniele ha sempre mantenuto lo spirito allegro che aveva anche da compagno di squadra, sempre sorridente e con la battuta pronta, ma quando entrava in campo era un guerriero che dava tutto per la maglia. Lo è ancora oggi, soprattutto con chi conosce da più tempo. Siamo esperti e professionisti, sappiamo quando c’è da scherzare e quando entrare in campo e dare il massimo per la Roma”.

Hai un rito prepartita?
“Parecchi, tanti piccolo riti scaramantici. Sono tanti anni, non ci faccio neanche quasi più caso”.

Come gestisci la pressione?
“Ognuno prepara la partita a suo modo. Ovviamente si pensano a tante cose che potrebbero accadere, ma quando inizia la partita prevale l’istinto e viene tutto in maniera naturale. Io cerco di focalizzarmi sulle cose positive delle partite precedenti per arrivare più positivo alla partita”.

Il momento di svolta nella tua carriera?
“Il secondo anno al Milan, quando feci la miglior stagione della mia carriera, e l’arrivo a Roma nel 2016”.

Definisci con una parola i tifosi della Roma.
“Non è facile. Sono speciali, hanno un amore incondizionato per questa società nonostante i risultati sportivi. In ogni partita sono sempre lì a tifare a farci sentire tutto il loro calore. Siamo felici di averli accanto”.

A che calciatore del passato ti senti di assomigliare?
“Mi sono sempre ispirato a Kaka, il mio idolo”.

Cosa farai al termine della carriera?
“Non so se rimarrò nel mondo del calcio, potrei intraprendere la strada imprenditoriale. Io e mio fratelli abbiamo fatto diversi investimenti nel mondo immobiliare e delle macchine, per cui c’è anche quell’opzione lì. Manca ancora un po’, le idee potrebbero cambiare”.

Il momento più bello con la maglia della Roma?
“La vittoria della Conference. Il primo trofeo con questa maglia, un sogno che si è avverato. Poi sicuramente il giro di Roma e la festa sul pullman con la gente”.

Cosa ti porti dietro di ciascun club della tua carriera?
“Sono state tutte esperienze importanti con emozioni positive e negative, mi hanno fatto crescere e capire tanto. Con il Genoa ho esordito in Serie A, Padova è stata la mia prima esperienza fuori casa e mi sono trovato da Dio. Al Milan ho fatto il salto dalla Serie B, ho fatto la mia stagione migliore. In Cina è stata un’esperienza e un’opportunità che ho voluto sfruttare, a Monaco non ho ottenuto risultati positivissimi, ma da lì sono arrivato a Roma e rilanciato verso gli Europei del 2016. Il ritorno a Roma è stato molto importante, ora penso a fare bene qua”.

L’avversario più forte?
“Messi”.

Il ricordo più prezioso che ti lega al tuo ex allenatore Dionigi Donati?
“Lui è stato fondamentale nel mio percorso di crescita, così come mio padre. Il ricordo più prezioso è il primo gol in carriera, lui mi prese in spalla e mi fece fare il giro di campo. Poi l’ultimo saluto, quella è stata l’ultima volta che l’ho visto, è stato un momento molto toccante”.

Lo stadio che ti ha suscitato più emozioni oltre all’Olimpico?
“San Siro e Marassi. La mia famiglia tifa Genoa, io ho anche fatto il raccattapalle a Marassi. Sono cresciuto in quello stadio. San Siro è un sogno. Poi ovviamente l’Olimpico”.

Il momento più emozionante in Nazionale?
“L’esordio e la doppietta da capitano contro la Moldavia”.

StarCasinòSport


De Rossi in conferenza stampa: "Losi? Un errore. Mi scuso. Inter? Tanto forte"

Le parole di mister De Rossi alla vigilia di Roma-Inter:

Come state preparando questa partita?
“Col coraggio che devono avere i giocatori forti, noi siamo pieni di giocatori forti. Coraggio, intelligenza, conoscenza di chi andiamo ad affrontare. Qualsiasi squadra del mondo è battibile, lo è anche l’Inter che sicuramente è la più forte in Italia. Si alza il livello delle contendenti dal mio arrivo, cambia la metodologia di preparazione alla gara, affrontiamo una squadra abituata a tenere la palla e dominare il gioco. Ma ci sono momenti in cui possono soffrire, momenti in cui potremo dire la nostra. Siamo consapevoli di essere una squadra forte e di poter fare una grande partita”

Martedì scorso in occasione dei funerali di Losi, al di là dei contatti che ha avuto con la famiglia di Losi, cosa è successo nella Roma?

“Io parlo per conto mio, io non ho chiesto data e luogo, la partita del giorno prima, il post partita, mi dispiace molto non esser andato a salutarlo, è un errore, anche se non l’ho commesso in mala fede. E’ una questione di rapporti tra me e lui, c’era un grande rapporto, il figlio è come il padre, sa che tipo di rapporto c’era. Distrazione grave, ma mi dispiace non esser andato. Ho letto qualche ricostruzione un po’ così, non ero impegnato, non avevo cose particolari da fare, mi dispiace perchè ho letto il post del funerale e sono stato disattento, ho chiesto scusa e credo debba finire lì”

Lukaku e questa sfida?
“Cerco di distinguere l’aspetto emotivo da quello calcistico, qui devo parlare alla testa, al cuore e al calciatore tecnicamente. A me basterebbe facesse la partita che ha fatto col Cagliari, ha tenuto posizione, ha allungato la loro difesa, ha tirato in porta 5-6 volte se lo fa tutte le partite farà tanto. Poi è normale l’emozione un po’ c’è quando affronti una tua ex squadra, in generale ci sta di non essere sempre al top”

Continua a definire la Roma forte, tra le sue caratteristiche fa una fatica maledetta nei big match, ha perso 6 partite su 9 contro le grandi. Da cosa dipende secondo lei?
“La casualità non esiste nel calcio, però non voglio commentare scontri diretti che ho solo visto da tifoso, ci sono dei numeri che parlano ed esistono, vediamo come andrà domani e poi potrò fare una valutazione. Ci sta di perdere contro le big, ma a rotazione anche di vincere. A volte in campo ci sono livelli che parlano, l’Inter è tanto forte, così il Milan e la Juve sta tornando lì. Io sto facendo un lavoro per riportare la Roma a credere di poter vincere queste partite, tornare a quella dimensione lì dove anche quando giocavo io vincevamo spesso contro le big. Problema mentale? Parliamo di gente che ha vinto chi l’Europeo, chi un Mondiale, chi ha vinto altre competizioni internazionali. Cercheremo di far sì che questo braccio di ferro spinga dalla parte nostra, ma nella testa i giocatori non credo abbiano problemi particolari altrimenti non avrebbero fatto la carriera che hanno fatto”

Ha un ricordo particolare delle sue sfide contro l’Inter?
“Ci sono stati tanti anni in cui ci siamo divisi e battuti per lo scudetto e le coppe nazionali, a parte tre titoli hanno sempre vinto loro e quindi sono stati più bravi. Era una sfida sentita, bella calda, tra giocatori c’è sempre stato rispetto. Mi dispiace non poter tornare a San Siro da allenatore perchè a parte l’Olimpico, è lo stadio in Italia più emozionante. Penso sarà una sfida bella come nel 2008-2010, l’obiettivo è tornare a giocarla non con 20 punti di distacco”

Quanto può cambiare il ritorno di Smalling? Quanto può avere nelle gambe Sanches in termini di minutaggio?
“E’ fondamentale come gli altri, tutti quanti saranno utili viste le tante partite che abbiamo davanti. Stanno diminuendo la distanza fisica con i compagni, si allenano e al termine fanno ulteriore supplemento fisico, la testa sta tornando, così come il fisico. Quello che vedo mi piace e sono convinto che saranno importanti”

El Shaarawy subito titolare con te, una tua valutazione?
“Uno dei compiti più difficili prima di queste partite contro una squadra che la classifica dice che sta facendo meglio di te, è quello di tenere bene a mente il rispetto sì, ma anche avere un po’ di spavalderia. L’eccesso di rispetto porta paura e così perdi le partite. Servirà intelligenza, capacità di comprendere i momenti. Sappiamo che soffriremo e ci potranno schiacciare, questa consapevolezza vale 10-15 minuti, se poi diventa 40 minuti significa consegnargli la vittoria. Noi possiamo vincere, il Sassuolo ha battuto l’Inter, sul lungo del campionato non siamo in grado di tenere il loro passo, ma nella gara singola possiamo farli soffrire e portare a casa i tre punti. Stephan, lo conosco da tantissimi anni, sta avendo un’evoluzione mentale importante, una volta era troppo buono, morbido forse leggerino, mi arrabbiavo con lui in campo, adesso è giocatore vero, come approccio, come mentalità, quando lo vedevo da fuori entrare faceva sempre la differenza. Mi piace lui e Zalewski che sta facendo bene, punto anche su di lui e sono i due giocatori che possono giocare alti a sinistra, sono contento di questa coppia. In questo momento sto premiando Stephan che ci sta dando qualcosa in più. Se ti dico se gioca Stephan capisci la formazione (ride ndr).”

Inter e poi Feyenoord, ci può stare un adattamento tattico con l’inserimento di Bove?
“Noi siamo concentratissimi su questa, quella dopo è importante, ma metteremo domani la squadra migliore per provare a vincere la partita contro l’Inter. Bove può giocare dall’inizio o subentrare, ma non facciamo rotazioni in funzione della sfida di giovedì”

Ranieri ha detto che sei un predestinato, fino a tre partite fa eri una scommessa. Per De Rossi chi è De Rossi come allenatore?
“Ho letto di essere un predestinato anche due anni fa. Dopo la SPAL in pochi hanno creduto in me, spesso le porte sono rimaste chiuse dopo quei 4-5 mesi non positivi. Predestinati non esistono, io voglio fare questo lavoro, mi piace farlo, un po’ per caso mi sono trovato nel posto dove sognerei di fare l’allenatore tutta la vita. Il fatto di essere arrivato qui, è un segnale importante, mi sento quasi più a casa mia dove è più difficile rispetto a dove il livello è un po’ più basso. Non penso alle etichette ma a fare il mio lavoro e a farlo bene”.


Chris si rivede

Dopo ben 162 giorni di assenza dai campi, Smalling è pronto per tornare a disposizione della Roma. Da Mou a DDR, dalla difesa a tre a quella a quattro: l’inglese ritrova una squadra stravolta ma si candida per un finale di stagione da protagonista. 

Assenza Roma a Losi, De Rossi invia le scuse al figlio

Il figlio di #Losi riceve le scuse di #DeRossi e fa sapere: "Ci siamo ripromessi di incontrarci presto, c’è stato un deficit di comunicazione all’interno della società #Roma”.