Nzonzi nel mirino del Monaco

Steven Nzonzi, arrivato alla Roma in estate, non ha mai convinto a pieno la dirigenza giallorossa e potrebbe già lasciare il club al termine della stagione. A riferirlo è il giornalista Nicolò Schira, che sul suo profilo Twitter annuncia come Nzonzi sia finito nel mirino del Monaco. Il club francese avrebbe già sondato il terreno per il centrocampista, per capire se ci fossero le basi per intavolare una trattativa.


Gattuso: "Roma? Sono legato al Milan, non credete a queste cose che vengono scritte"

Gennaro Gattuso, tecnico del Milan, ha voluto chiarire le voci di mercato che lo vorrebbero vicino alla Roma. Queste le sue parole in conferenza stampa:

Se ci sono stati contatti con Totti?

"Io con Totti non parlo da qualche mese, l'ho chiamato per fargli gli auguri quando è stato il suo compleanno. Io sono un professionista, legato al Milan per altri due anni di contratto, non posso parlare con altre società. Devo molto al Milan, non credete a queste cose che vengono scritte".


Passetti, DG Cagliari: "Per Barella siamo tranquilli. Valuteremo tutto con calma"

Mario Passetti, DG del Cagliari, ha parlato del futuro del centrocampista Barella; che piace anche alla Roma. Queste le sue parole riportate da L'Unione Sarda: "Barella? Vedremo cosa accade a giugno. Lui cresce, ha ambizioni, noi siamo tranquilli. La questione è stata gestita bene a gennaio, quando è stato facile accogliere la sua volontà di restare. Non c’è nulla di scritto. Siamo nelle condizioni di analizzare con calma tutte le possibilità".


Cassano: "Totti rappresenta la Roma, mi piacerebbe vederlo presidente. De Rossi è più allenatore"

Antonio Cassano, ex giocatore della Roma, ha parlato ai microfoni di Sky Sport 24 del suo passato nella Capitale e della squadra giallorossa oggi:

Che ricordo hai di Roma-Juventus 4-0 e di quel periodo?
"Un ricordo meraviglioso. C’era il problema, però, che due partite le facevo bene e sei me ne andavo in vacanza. Era un periodo bello perchè ero giovane. Parliamo di quindici anni fa. Un momento meraviglioso, quella stagione là ho fatto il record di gol: 21. Però non abbiamo vinto niente".

Roma-Sampdoria del 2010?
"Noi lottavamo per un posto in Champions League. Se il primo tempo fosse finito 5-0 per loro (la Roma, ndr), nessuno avrebbe potuto dire nulla. Nel secondo tempo si sono un po’ spaventati, abbiamo pareggiato e poi vinto. Hanno perso uno scudetto in modo clamoroso, a tre giornate dalla fine e la mia squadra, l’Inter, ha fatto il triplete quell’anno".

Ranieri adatto per raggiungere la Champions?
"Sì, è una brava persona, non so se potrà iniziare un nuovo ciclo. Mi piacerebbe vedere sulla panchina della Roma una persona di personalità come Donadoni. Mi piacerebbe vedere Totti presidente, lui rappresenta la Roma. E’ una persona intelligente ed equilibrata, affiancato da qualcuno che lo consigli sugli acquisti di calciatori può fare una grande carriera. La Roma è Totti, né Pallotta e né Baldini da Londra".

De Rossi?
"E’ più da allenatore, Totti dice due parole al giorno".


Berdini: "Si può revocare l'interesse pubblico ma senza penale. Sono favorevole allo Stadio"

Paolo Berdini, ex assessore all'urbanistica di Roma, ha parlato del futuro Stadio della Roma ai microfoni di Radio Cusano Campus:

Sul progetto dello stadio della Roma a Tor di Valle, il Comune potrebbe incorrere in sanzioni se venisse meno l’interesse pubblico?
Ma quando mai? Questa è una bugia atroce. La delibera di Marino diceva che la condizione assoluta per dire sì allo stadio era che la metà degli spostamenti degli spettatori dovevano essere garantiti dal ferro, questa condizione non è ancora stata ottemperata dalla Roma con i progetti. Quindi si può revocare l’interesse pubblico, senza nessuna penale, come bene ha fatto il IX Municipio ieri. Questo la Raggi lo sa benissimo, ma evidentemente non lo ha memorizzato bene. Io sono favorevole allo stadio, ho sempre detto che c’erano altri luoghi più adatti per costruirlo. Purtroppo però la buona amministrazione ha dovuto soccombere al malaffare. La sindaca dice che il M5S ha gli anticorpi? Lanzalone l’hanno chiamato loro, non è sceso da Marte. Chi ha lavorato insieme a me per sbloccare il progetto stadio è stato Ferdinando Imposimato, un uomo straordinario che ha dato la sua vita per la legalità di questo Paese. Imposimato era stato il candidato del M5S al Quirinale, è stato abbandonato dalla sindaca Raggi e sostituito con Lanzalone. La Raggi dovrebbe spiegare come mai ha sostituito un magistrato integerrimo come Imposimato con Lanzalone”.

Montino propone lo stadio a Fiumicino…
No, lo stadio deve essere costruito a Roma e deve servire a riqualificare le periferie più brutte d’Europa –ha dichiarato Berdini-. Mi dispiace per Montino, ma questa è una risorsa della città di Roma”.

Sullo stato dello Stadio Flaminio...
Stiamo abbandonando un gioiello di inestimabile valore della Roma degli anni 50/60, in un quartiere meraviglioso. Il Flaminio vive nel degrado più totale, è abbandonato ed è sempre peggio. Non siamo arrivati ancora al peggio ma se aspettiamo altri vent’anni di abbandono crollerà da solo, com’è stato per il Velodromo olimpico dell’Euro. Facciamo delle cose che lo rimettano ad uso di una città che ne ha bisogno, perché così si completano pezzo per pezzo i quartieri storici di Roma. Il pubblico deve tornare a pensare in grande alla sua città. Si può salvare ancora, si può ristrutturare senza abbatterlo, rispettando la meraviglia dell’architettura Nervi”.

La proprietà…
Il Coni ha rinunciato alla gestione dello stadio, il Flaminio è del Comune che non fa niente per ristrutturarlo. Non lo fa, secondo me, per una mancanza di prospettive e di volontà perché per un luogo che sta a un chilometro da piazzale Flaminio, dai luoghi più belli di Roma, i soldi si trovano. La Fondazione Ghetti ha elaborato una proposta, anche loro potrebbero contribuire, altri sponsor potrebbero contribuire. Il problema è che se l’Amministrazione è ferma non ci sarà mai nessuno che investe. L’Amministrazione invece deve trovare forza per coinvolgere i privati che metterebbero dei soldi. I privati possono intervenire”.

Accordi tra pubblico e privato…
"I contratti tra pubblico e privato sono noti e utilizzati in ogni città del mondo. Una struttura si può dare in comodato d’suo, in affidamento. Ma bisogna avere un’idea generale, che riguarda tutto quel meraviglioso quartiere Flaminio, completarlo con l’uso dello stadio. Questa è un’opera che deve fare solo il Comune, solo la parte pubblico può avere una visione d’insieme. Poi i privati si possono coinvolgere ma se manca l’input pubblico tutto resta fermo. Io consiglierei a un privato di investire sullo Stadio Flaminio, il ritorno d’immagine sarebbe straordinario. Sarebbe un affare per la città, per il Comune e per colui che investe. Non siamo più capaci di rispolverare i nostri gioiello, li lasciamo marcire”. 


Lotito: "Stadio della Roma tipico esempio di come scoraggiare l’iniziativa privata”

Claudio Lotito, presidente della Lazio, è intervenuto in mattinata alla Relazione annuale sulla Pubblica Amministrazione, rilasciando anche alcune dichiarazioni in merito allo stadio della Roma. Queste le sue parole, riportate da Radio Radio:

L’imprenditore deve avere dei tempi certi, la famosa certezza del diritto, e non quello che è successo fino ad oggi, con norme che dicono tutto e il contrario di tutto e devono essere interpretate. Mi sovviene alla memoria il detto <>. Questo non è possibile perché poi alla fine scoraggi le iniziative, crei responsabilità nei confronti della classe che è preposta ad assumere determinati provvedimenti, che soprattutto chi è meno coraggioso blocca, perché non vuole assumersi eventuali responsabilità. Un tipico esempio è quello che sta succedendo con lo stadio della Roma. Quell’intervento della magistratura è nato perché non c’è stato preventivo assenso. Ritengo che chi ha agito lo ha fatto in buona fede, il problema è la mancanza preventiva degli atti, serve un assenso che non è politico, ma tecnico, giuridico, amministrativo e contabile. Chi fa impresa deve avere certezze”.


Allenamento Roma, rifinitura iniziata in sala video, poi palestra e campo. A parte Karsdorp e Santon

La Roma è scesa in campo alle 16:30 a Trigoria per effettuare la rifinitura in vista del match di domani contro l’Udinese, in programma alle 18:00 allo Stadio Olimpico. I giallorossi hanno iniziato in sala video per studiare l'avversario, per poi passare al lavoro tra palestra e campo. Individuale per Karsdorp e Santon. De Rossi e Florenzi sembrerebbero essere recuperati ma, a causa dell'emergenza terzini, il tecnico Claudio Ranieri ha provato Marcano sulla corsia sinistra durante la partitella finale


Virga: "Bruno Conti per me è come Padre Pio. A volte piango mentre vedo la Roma in tv..."

AS ROMA MATCH PROGRAM – RICCARDI - Il suo 10 aprile da romanista è stato un altro. Non quello che in questi giorni stanno celebrando tutti a distanza di un anno, Roma-Barcellona 3-0"vissuta a casa da tifoso, con la mia famiglia". Ma quello di tredici anni prima, del 2005. Contro l’Udinese, al Friuli. È la sua prima volta da calciatore professionista. Valerio Virga – classe 1986 – esordisce quel giorno in Serie A con la maglia giallorossa, "quella del mio cuore". Ha giocato in tutte le competizioni: campionato, Champions League e Coppa Italia. 17 presenze complessive tra il 2005 e il 2009 segnando 1 gol, alla Triestina in Coppa Italia. "Io c’ho la pelle giallorossa, ma ammetto che faccio fatica a vedere la Roma in televisione…".

Spieghi meglio, fa fatica a vedere la Roma?
"A volte piango anche e sono costretto a spegnere la tv. Ma è per il fatto che io stavo lì, ne ho fatto parte e quel senso di incompiuto non mi abbandona. È difficile da spiegare, soprattutto per chi le legge parole di questo tipo".

A dire il vero un suo ex compagno di squadra, Simone Palermo, dichiarò una cosa simile sempre al match program: "Non entrerò mai più allo stadio Olimpico, quello è il luogo dei miei sogni rimasti in sospeso".
"Esattamente. È questo concetto qui. E non è nemmeno un senso di rivalsa o di rabbia verso la Roma, anzi. A Trigoria sono cresciuto e diventato uomo. Oggi gioco nella Biellese, in Serie D, ma per tutti sono Valerio Virga, ex giocatore della Roma. E io sarò sempre grato a due persone…".

Quali?
“Bruno Conti e Alberto De Rossi. Il primo mi prese dal Monterotondo e mi portò nel settore giovanile dandomi la possibilità di fare tutta la trafila. Non solo, con lui ho esordito in Serie A a Udine dandomi tanta fiducia. Entrai al posto di Massimiliano Marsili, che non fu fortunato e venne sostituito da me dopo mezzora di gioco. Quel giorno in tribuna c’era tutta la mia famiglia e subito dopo il mio ingresso in campo sfiorai il gol, Morgan De Sanctis fece una grande parata su una mia conclusione. Per me Bruno è come Padre Pio, un santino”

Ha citato anche Alberto De Rossi.
“Semplicemente l’uomo più importante della mia carriera. Mi ha allenato dai Giovanissimi Nazionali fino alla Primavera, abbiamo vinto tanto. Nella stagione del mio debutto in campionato, facevo la spola con la Primavera e alla fine vincemmo il campionato a Lecce. Dico la verità, non riesco più ad accettare di non vedere più Alberto in vita mia. Quando mi sintonizzo su SportItalia per seguire la Primavera e lo vedo, mi emoziono. Penso a tanti momenti vissuti insieme, indimenticabili”.

A proposito di simboli, lei era in panchina in quel Sampdoria-Roma 2-4 in cui Totti fece quel gol meraviglioso di sinistro al volo. In un’inquadratura, si nota anche il suo volto tra l’incantato e lo stupito.
“Ho ancora quel video sul mio cellulare, me lo hanno mandato degli amici e l’ho sempre conservato gelosamente. Che dire di quel gol? Pazzesco. Ma non era certo il primo che faceva Francesco. In allenamento e in partita dispensava continuamente colpi di genio. La mia faccia in quell’occasione dice tutto. È stato un onore far parte di quella squadra con tanti campioni e di essere stato parte della Roma per un periodo”.

Giocò anche in Champions League e segnò un gol in Coppa Italia.
“Grazie a Spalletti, che mi tenne a Roma nella stagione 2006-2007 facendomi sentire importante. Così come il direttore sportivo, Daniele Pradè. In Champions scesi in campo dal primo minuto nella partita con il Valencia, che era decisiva per accedere gli ottavi di finale. La vincemmo, segnò Panucci, io rimasi in campo per ottanta minuti circa e passammo il turno. In Coppa Italia feci gol su assist di Vucinic contro la Triestina nel ritorno degli ottavi di finale. E vincemmo quella coppa in finale con l’Inter. Quel trofeo è anche mio”.

Poi, nel corso della carriera ha girato tanto.
“Ho fatto diverse esperienze anche per via del mio carattere a volte un po’ particolare. Avevo un contratto lungo e oneroso con la Roma che non tutte le società potevano permettersi. Contratto che scadde nel 2014. Tornassi indietro, magari, farei altre scelte. E anche diversi infortuni mi hanno condizionato in vari momenti. Ma in ogni caso non mi lamento, ho fatto del calcio la mia professione e ancora oggi mi tolgo belle soddisfazioni”.

Oggi gioca in Serie D, con la Biellese. E ha cambiato ruolo, è diventato difensore centrale.
“Esattamente. Da esterno d’attacco, ho arretrato parecchio il mio raggio d’azione e ora gioco in difesa. Non è stata una scelta di qualche allenatore o direttore sportivo, è stata una mia decisione. Più scendi di categoria e più calci prendi. In più venivo da un infortunio e non volevo prendere altre botte. Così ho provato a giocare dietro e mi è andata bene. Sto facendo un campionato meraviglioso con la Biellese, una società a cui sono riconoscente e che sta puntando tanto sul sottoscritto. Anche fuori dal campo”.

Fuori dal campo?
“Sì, oltre che fare il calciatore, alleno nel settore giovanile e do una mano a tutte le categorie che posso seguire. Conosco tutti i tesserati di questa società, lavoro tante ore in campo. Quello è il mio habitat naturale”.

Si è trasferito definitivamente al nord, pare di capire.
“Qui sto bene e vivo con la mia famiglia. Non avrò pace finché non avrò contribuito a riportare la Biellese nelle categorie che merita. Lo scorso anno ci abbiamo provato, non è andata bene. Meritiamo di fare il salto e andare più su, così come ha fatto la Pro Vercelli. Un’altra società importante da queste parti, che è sempre andata di pari passo con la Biellese. Però tengo pure a un’altra cosa, la posso chiedere a lei attraverso questa intervista?”.

Prego.
“Mandate i miei saluti ad Alberto De Rossi e Bruno Conti. Li porto nel cuore, come porto nel cuore la Roma. Come già detto, io c’ho la pelle giallorossa…”.


Candela: "Roma-Udinese ultima chance per tornare in Champions"

AS ROMA MATCH PROGRAM - Vincent Candela, ex terzino giallorosso, è stato intervistato in vista del match tra Roma e Udinese, avendo vestito entrambe le maglie. Queste le sue parole:

La sfida di ieri al Tre Fontane?
“Tante emozioni. Scendere in campo con la maglia giallorossa dopo tanti anni, con il capitano e tanti amici per una bella cosa: la beneficenza. Lasciamo stare i commenti sulla partita: loro fanno i piloti, ma noi siamo ex calciatori, anche se abbiamo la pancia. Almeno per me... (ride, ndr)".

Marco Delvecchio goleador?
“Sì, era contento di aver fatto tanti gol, crede di essere ancora un campione come una volta, ma è mio amico quindi va bene così".

Insomma ne è valsa la pensa di tornare a vivere la Roma da vicino?
“Io la Roma l'ho sempre sentita vicina, sono molto orgoglioso di essere tornato a casa. L’impegno con Roma Radio e tutto il resto sono motivo di gioia per me. È bello lavorare a stretto contatto con tutti in società, è stato bello ritrovare tanti amici, dal magazziniere fino a Francesco Totti”.

Da doppio ex, la coinvolgiamo nella presentazione di Roma-Udinese. Una sfida importantissima in questo “mini-campionato” per arrivare alla Champions League.
“È una partita così importante che per me il risultato è scontato, la vittoria. Per me la vincono, facile. Sono molto fiducioso. La stagione di quest’anno ha avuto tanti alti e bassi, ora è un momento particolare, ma siamo ancora là a un punto dalla Champions. La vittoria con la Sampdoria ha dato tante motivazioni e orgoglio per fare bene. È l’ultima chance di levarci la soddisfazione di tornare in CL, quando tutti ci hanno dati per spacciati”.

L’Udinese si gioca la salvezza all’Olimpico, prima con noi e poi contro la Lazio. Come stanno?
“Hanno cambiato tre volte allenatore e sono in un periodaccio, strano. Per una società stabile come è sempre stata l’Udinese, cambiare così tanto in corsa non è da loro. Mi dispiace, ma è il momento giusto per affondarli nel senso buono del termine, nella partita. Non è con noi che devono fare punti. Abbiamo perso con loro all’andata, una motivazione in più per volere una rivincita. Dobbiamo attaccarci a tutte le motivazioni”.

Lo scorso anno Igor Tudor li ha portati alla salvezza, che giudizio ha del mister?
“Non lo conosco personalmente. Conosco il giocatore, era molto serio, un professionista. Conta il valore dell’uomo, per raggiungere a tutti i costi la salvezza”.

E la Roma che periodo sta vivendo?
“Un momento particolare; dopo aver quasi toccato le stelle in Champions lo scorso anno, in questa stagione abbiamo regalato almeno 15 punti. Un motivo che fa ben sperare per l’anno prossimo. Sbagliando siamo lì a un punto dal quarto posto, e a 6 punti dal terzo e quindi immagino che cambiando poco, ma soprattutto lavorando sulla testa, tutti insieme, compatti con il solo obiettivo di vincere”.

A proposito di testa, mister Ranieri appena arrivato ha puntato molto sulla motivazioni…
“È presto per vedere il lavoro che sta facendo sulla squadra e io non lo ho mai avuto come allenatore non so quindi come imposti il lavoro. È entrato in modo duro, a parole, con i giocatori e speriamo che porti i suoi frutti. La squadra sta tornando in forma anche fisicamente e Ranieri sfrutterà la sua esperienza in queste sette partite che mancano. Fisicamente e con la testa il gruppo sta tornando sulla retta via. E l’esperienza del mister sarà importantissima… il suo valore aggiunto è la sua grande esperienza, importantissima in questo momento”.

Se lo aspettava il gol di De Rossi?
“L’obiettivo era vincere, chiunque facesse gol. Speravo arrivasse il gol di Schick, è un ragazzo umile, che non ha mai fatto polemica ma ha subìto parecchie critiche. Ha fatto una buona gara, cattiva al punto giusto. Lui tecnicamente è bravo ma mentalmente deve acquisire sicurezza. Gli manca di giocare tre, quattro partite consecutive, per allentare un po’ la pressione, soprattutto quando si è molto giovani. Deve guadagnarsi la fiducia dell’allenatore, dei suoi compagni e dei tifosi… Daniele non ha bisogno di dimostrare a nessuno il suo valore, sono contento sia tornato in squadra e che abbia realizzato il gol vittoria. Ma “non ha bisogno” di fare gol… ma l’importante è aver portato a casa i tre punti”.

Quali saranno le prime quattro a fine campionato?
“Juve, Napoli, Inter e Roma; oppure Roma, Inter vediamo un po’”.

Qual è la squadra che fa più paura?
“Sarà importante la sfida di sabato Milan-Lazio. Chi vincerà sarà il nostro concorrente diretto. Speriamo in un bel pareggio. In quel caso aritmeticamente passeremmo avanti”.

La Roma ha cambiato la sua vita calcistica e non solo. C’è una cosa se potesse tornare indietro, farebbe in modo diverso?
“Nulla, rifarei tutto così”.

E il momento più alto?
“Lo scudetto…”.

Di chi fu il merito maggiore?
“Il primo segnale fu l’acquisto di Batistuta, per tutti noi. Eravamo un gruppo fantastico, penso a Rinaldi, Mangone, Nakata, Di Francesco, Zanetti… chi andava in panchina ha dato tanto, ogni giorno. La mentalità vincente di Capello poi ha fatto la differenza. E il tifo, lo stadio era sempre pieno, sia con il Perugia sia con la Juventus… è stato un insieme di fattori”.

Crede quella squadra meritasse vincere di più?
“L’anno dopo il gruppo è cambiato, è andato via Rinaldi, Di Francesco, Mangone e sono arrivati altri giocatori forti ma con diversa personalità come Panucci, Cassano e si è rotta l’alchimia. È stata la dimostrazione che il gruppo è fondamentale per vincere. Eravamo più forti, ma non è bastato”.

Come è finito a vestire la maglia dell’Udinese?
“È stato un lento avvicinarsi a Roma. Quando me ne sono andato non avrei potuto giocare in Italia, non ce l'avrei fatta, e quindi ho scelto il Bolton in Inghilterra. Poi dopo sei mesi mi mancava l’Italia e così ho accettato la chiamata dell’Udinese. Abbiamo fatto i preliminari di Champions League, era una bella sfida e ho accettato subito. Abbiamo fatto una buona stagione, sia in Europa sia in Italia. Mi trovavo bene ma poi mi sono accorto che mi mancava Roma così, grazie a Perinetti sono passato al Siena. Molto più vicino, facevo quasi tutti i giorni Siena-Roma. Dopo pochi mesi a Messina sono tornato definitivamente a casa, Roma”.


Roma-Udinese, i convocati di Ranieri. Presenti Florenzi, Perotti e De Rossi, out Nzonzi

Claudio Ranieri, tecnico della Roma, ha reso nota la lista dei convocati per la sfida di domani pomeriggio contro l’Udinese. Di seguito l’elenco completo apparso nell'account Twitter dei giallorossi:

Portieri: Olsen, Fuzato, Mirante.
Difensori: Juan Jesus, Marcano, Fazio, Florenzi, Manolas.
Centrocampisti: Cristante, Pellegrini, De Rossi, Coric, Zaniolo, Pastore, Riccardi.
Attaccanti: Perotti, Dzeko, Schick, Under, Kluivert, El Shaarawy.


Trauma al ginocchio sinistro per Nzonzi, salta l'Udinese

Steven Nzonzi, centrocampista della Roma, nel corso dell’allenamento odierno di rifinitura ha riportato un trauma al ginocchio sinistro e non è tra i convocati di mister Ranieri per la sfida di domani contro l’Udinese. Le condizioni del francese saranno valutate nei prossimi giorni.


Il Manchester United avvia i contatti con Raiola, l'obiettivo è Manolas (foto)

Kostas Manolas, difensore della Roma, è finito nel mirino del Manchester United, come riporta il giornalista de La Gazzetta dello Sport Nicolò Schira su Twitter. I dirigenti dei Red Devils avrebbero già avviato i contatti con Mino Raiola, agente del greco, per convincerlo a partire alla volta della Premier League in estate. Sul centrale giallorosso pende una clausola rescissoria di soli 36 milioni di euro che il Manchester sarebbe disposto a pagare.