Finale Conference League: ‘’Dobbiamo lottare per il club e per i tifosi’’ le parole di Rui Patricio

Le parole di Rui Patricio, portiere portoghese dell’AS Roma, in vista della finale di Conference League contro il Feyenoord di questa sera a Tirana.

Prima un’analisi sugli avversari dei giallorossi:

‘’Il Feyenoord è una squadra ben organizzata e ha ottimi giocatori che possono sicuramente fare la differenza. Quando prepareremo la partita, studieremo quei giocatori e i loro punti di forza, ma anche i punti deboli cercando di capire come sfruttarli. Sarà una grande finale. Sappiamo di affrontare una grande squadra, quindi faremo di tutto per vincere. Dobbiamo lavorare sodo, come facciamo ogni giorno, per poter essere al meglio.’’

Le sue emozioni in vista della sua prima finale europea con un club:

‘‘Sono orgoglioso perché è sempre stato uno dei miei obiettivi principali: arrivare in finale, soprattutto in Europa. Dall'inizio della stagione è stato sempre questo l'obiettivo. Quando giochiamo una competizione, qualunque essa sia, dobbiamo fare tutto il possibile per vincerla. Arrivare in una finale europea è il sogno di ogni giocatore, ma il prossimo anno dovremo lottare per altri trofei. Siamo ad altissimi livelli, in un club che ha tutte le condizioni per vincere titoli: deve essere questo il nostro scopo, giorno dopo giorno.’’

La possibilità, per la Roma, di poter alzare il primo titolo europeo della propria storia:

‘’Ci motiva di più, ma dover vincere implica anche una maggiore responsabilità. Dobbiamo fare del nostro meglio, lottando per il club e per i tifosi, e dobbiamo ricordarcelo. Ogni giocatore conosce le proprie responsabilità; sa cosa deve fare, perché siamo professionisti. Sappiamo che è molto importante e faremo il possibile perché i tifosi meritano sicuramente questo trofeo.’’

di Daniele Mattioli


Finale Conference League: ‘’Non abbiamo paura del blasone della Roma’’ le parole di Cyriel Dessers

Nei giorni antecedenti la finale di Conference League, di questa sera a Tirana, tra l’AS Roma ed il Feyenoord l’attaccante della compagine olandese Cyriel Dessers ha rilasciato un’intervista.

Il 27 enne belga si è detto fiducioso per la finalissima contro la squadra allenata da Josè Mourinho.

‘’Non vedo l'ora di scendere in campo. Giocare le finali è il massimo a cui uno sportivo può aspirare in carriera, specialmente partite come queste. Non vedo l'ora che arrivi quel giorno e spero di giocare la migliore partita della mia vita. Siamo fiduciosi. Non abbiamo paura del blasone della Roma. Siamo consapevoli delle nostre qualità e di cosa siamo in grado di fare. Naturalmente dovremo dare il massimo, ma sappiamo anche che quando ci riusciamo, possiamo battere chiunque. Sappiamo cosa aspettarci. Siamo ben preparati. Se facciamo il nostro e giochiamo al meglio, tutto è possibile.’’

Sulla possibile vittoria della classifica marcatori, al momento guidata proprio dal n.33 del Feyenoord con 10 reti davanti alle 9 di Tammy Abraham:

‘’È una sensazione fantastica. Andare in doppia cifra per un attaccante è la realizzazione di un lavoro iniziato prima dell'inizio della stagione. Quando ci riesci in una competizione europea è ancora più speciale. Con questi gol entri in una ristretta cerchia di giocatori che hanno lasciato il segno in questa stagione, non solo a livello europeo ma anche col proprio club. Al Feyenoord sto scalando le classifiche e ciò è molto gratificante. È grazie alla squadra se riesco a trovarmi in quella posizione e segnare quei gol. Non mi riferisco solo agli assist o ai passaggi che ricevo dai miei compagni, ma anche al lavoro difensivo. Noi preferiamo pressare molto alto, il che significa che i nostri difensori si trovano spesso in situazioni di uno contro uno o giocano con molto spazio dietro. Magari sono io a esultare in maniera più evidente dopo ogni gol, ma in realtà è l'intera squadra che lo rende possibile, per quanto possa sembrare un luogo comune. Devo essere il punto di riferimento e trovarmi al posto giusto.’’

di Mirco Monda


Finale Conference League: La Roma a Tirana per cambiare la propria storia

I giallorossi questa sera scenderanno in campo, alle ore 21:00 a Tirana, contro il Feyenoord per la finale di Conference League. Sarà la prima finale di una competizione europea, per l’AS Roma, dalla stagione 1990/91 quando la formazione capitolina fu sconfitta per 2 a 1 dall’Inter in finale di Coppa Uefa.

Prima di quell’occasione bisogna tornare indietro altri 7 anni per rivedere i giallorossi in una finale europea. Nella stagione 1983/84, appunto, la Roma guidata da Nils Liedholm arrivò in finale di Coppa Campioni uscendone, però, sconfitta 5 a 3 dopo i calci di rigore contro il Liverpool. L’unico successo internazionale della formazione capitolina risale alla stagione 1960/61 con la vittoria nella Coppa delle Fiere.

Chi, invece, non ha mai conosciuto sconfitta in una finale di una coppa europea è proprio l’allenatore capitolino Josè Mourinho. Lo Special One, infatti, ha un record di 4 vittorie e 0 sconfitte nelle finali da lui disputate.  Nel 2003 il suo Porto ebbe la meglio in finale di Coppa Uefa contro i Celtics per 3 a 2 mentre l’anno seguente, sempre con la formazione portoghese, compì l’impresa di vincere la Champions League con un perentorio 3 a 0 sul Monaco. Gli ultimi due successi dell’allenatore giallorosso risalgono al 2010 con la Champions League vinta con l’Inter per 2 a 0 sul Bayern Monaco ed infine l’Europa League vinta con il Manchester United, nel 2017, contro l’Ajax. L’unico trofeo che pare essere stregato per lo Special One sembra essere la Supercoppa Europea, unico trofeo che ha sempre visto uscire sconfitto l’allenatore portoghese nelle 3 edizioni a cui ha partecipato: 2003 con il Porto contro il Milan (0-1), 2013 con il Chelsea contro il Bayer Monaco (4-5 dopo i c.d.r.) ed il 2017 con il Manchester United contro il Real Madrid (1-2).

Quella di stasera a Tirana sarà quindi la terza occasione per i giallorossi di poter mettere in bacheca un titolo europeo dopo le 2 finali perse mentre per Mourinho la possibilità di allungare la sua striscia positiva nelle finali delle competizioni europee.

di Mirco Monda


Finale Conference League: Voler mettere da parte un passato asciutto per scrivere una nuova storia di emozioni

Mancano poche ore, i problemi della vita quotidiana che scorrono come sempre, il lavoro, la famiglia, la salute ma a scadenza regolare il pensiero va là oltre l’Adriatico, a Tirana, nella capitale albanese dove la nostra squadra del cuore ha il difficile obiettivo di sovvertire quella che… lo sappiamo, senza dire nulla.

Noi qui stretti tra noi aspettiamo quel fischio d’inizio come l’espiazione di tutti i mali, vogliamo metterci alle spalle un passato asciutto per scrivere una nuova lieta storia piena di emozioni.

Di parole non ce ne sono molte, la scaramanzia la fa da padrona, ogni amuleto e scongiuro sono ammessi per cui non ci resta che urlare come liberazione quel FORZA ROMA a squarcia gola che sempre e comunque urleremo! Daje Roma Daje.

di Maurizio Ciottilli


Finale Conference League, Mourinho: "In finale per vincere e scrivere la storia. Mkhitaryan è a disposizione"

Alla vigilia della finale di Conference League sono intervenuti in conferenza stampa il mister Mourinho ed i giocatori Pellegrini e Mancini:

PAROLE MOURINHO

È stato un lungo viaggio, iniziato il 19 agosto e in mezzo 9 mesi di un bellissimo percorso e 55 partite ufficiali. Arriva qui con quale consapevolezza?
"È vero, siamo arrivati alla fine del percorso di questa stagione con due finali da giocare in 4 giorni: la prima finale ci dava quello che meritavamo e quello che era il nostro obiettivo dal primo giorno, cioè giocare in Europa League e migliorare la classifica dello scorso anno. In quella finale non si poteva scrivere la storia, ma finire il lavoro di una stagione e raggiungere un obiettivo, ma senza scrivere la storia. Per la Roma finire in una posizione di qualificazione in Europa League è normale. Questa finale è storia, che è stata già scritta per arrivare qui e giocare una finale europea dopo tanti anni, ma quando arrivi in finale devi fare tutto il possibile per scrivere la vera storia, cioè vincere la finale".

Lei aveva detto che doveva contenere l'euforia, come sta la squadra? E Mkhitaryan?
"Lo abbiamo fatto prima di Torino, era una partita difficile ed era importante il focus, sapere che giocare una finale ha un livello alto di tensione e non c'era bisogno di avere una doppia tensione: giocare coppa e qualificazione di Europa League. Abbiamo tolto questo, siamo qualificati. L'obiettivo è stato raggiunto, è stato il miglior modo di pensare solo a questa finale. Io e il mio staff da venerdì sera siamo insieme a Trigoria, non siamo mai usciti, ovviamente non potevo chiederlo ai giocatori. I giocatori stanno molto bene, con concentrazione, tensione giusta e gioia, perché serve anche la gioia. Stiamo bene. Mkhitaryan si è allenato oggi per la prima volta con la squadra, una sessione piccola senza significato del lavoro per la finale vista che era aperta alla stampa, non dico 'fake', ma basica. Per lui è importante per le sensazioni, mi fido della sua esperienza: alla fine dell'allenamento mi ha detto di sentirsi bene e a disposizione per giocare".

Il suo carisma può fare la differenza?
"Penso di no, la gente svaria nell'analisi. L'unico motivo per cui esiste questo feeling pro Roma è perché abbiamo un giocatore albanese, è la cosa più logica. Se la Roma vince un albanese alza la coppa. Questo ha un significato. Ho giocato una Supercoppa europea Manchester United-Real Madrid in Macedonia del Nord, è stato bellissimo. Qui a Tirana è lo stesso, è un momento importante per loro e lo meritano come Paese. Lo stadio è molto bello, ma è un peccato per la capacità. Sono comunque contento di giocare qui. Mi sono dimenticato che hai fatto 3-4 domande insieme...Ah la differenza, penso di no: le finali sono le ultime partite della stagione e quando arrivi all'ultima partita il lavoro è fatto. Per noi che abbiamo giocato venerdì non c'è niente da fare in questi ultimi giorni, la leadership non si può mettere sul tavolo o produrre un effetto. Domani è il giorno dei giocatori, noi allenatori siamo fuori: cerchiamo ovviamente di aiutare, il lavoro è fatto e domani è solo l'ultima partita, che fortunatamente è una finale. Dico fortunatamente perché quando arrivi in finale devi giocare con l'atteggiamento giusto".

Questo suo modo di essere serio è perché è una finale o ha qualche pensiero in più?
"È una finale. Fino a domani non c'è nient'altro nella mia testa, niente, solamente la finale. È il modo di essere, l'esperienza non aiuta. Pensavo che potesse aiutarmi, ma non aiuta. Il modo di essere e sentire è uguale alla mia prima finale. Se mi vedi serio magari è concentrazione, un mio modo per prepararmi. Penso solo a questo".

Lei è scaramantico?
"No no non lo sono, a volte litigo con qualcuno che lo è".

Quindi non la preoccupa che la gente a Roma veda la partita all'Olimpico?
"No, il sostegno e la passione dei tifosi può solo fare bene. Se la Roma ha perso la finale con gente davanti agli schermi, non è sicuramente colpa loro. Mi hanno chiesto con che maglia giochiamo domani, non voglio saperlo. È uguale. Non sono scaramantico".

Come sta la sua caviglia? Il futuro di Kumbulla? Può diventare il tecnico con più coppe europee diverse vinte.
"Non sono scaramantico, è la verità (ride, ndr). Non mi piace parlare di 'se', vediamo. Marash mi ha fatto veramente male, di tutti i giocatori era l'ultimo a poterlo fare perché è il più pesante. Pensavo di andare alla partita con le infradito perché il piede non entrava nella scarpa. Ho indossato un 44 e io ho 42.... È un bravo ragazzo e un bravo giocatore, ha imparato tanto e il prossimo anno sarà con noi al 100%. Ha potenzialità per diventare ancora più bravo".

La sua prima impressione del Paese? Le persone mi hanno detto di chiederle come uno Special One può vincere un match speciale?
"Hai parlato in inglese? Pensavo in albanese (dice ridendo e togliendosi le cuffie, ndr). La storia dello Special One è vecchia, quando sei maturo pensi di più alle persone e meno a te stesso. Per me è davvero una vecchia storia. Farò quello che fanno tutti gli allenatori: cercare di aiutare, non credo nei momenti magici. Il lavoro è fatto, è il momento della squadra, i giocatori, lo staff, tutti...è il nostro momento, non quello di un individuo. Non dobbiamo fare niente di speciale,  dobbiamo essere noi stessi. L'Albania è uno dei paesi in cui non ho giocato, sono felice di essere venuto. Non ho visitato la città, sono felice dell'aeroporto. Quando abbiamo giocato contro il Vitesse siamo stati in aeroporto per due ore, non so perché, ma ci sono stati troppi controlli, come fossimo criminali e stessero cercando qualcosa. Il campo è buono, lo stadio è bellissimo ma non può contenere 50-60mila persone. Sono felice di essere qui e di giocare questa finale albanese, se si può definire così".

È sorpreso di Zaleswki? In futuro in che posizione lo vede?
"Non sono d'accordo quando dice che ha passato un brutto periodo: un anno fa giocava in Primavera contro gente della sua età e in questo momento gioca in prima squadra. Questi mesi sono stati importanti per la sua carriera. Sulla sua posizione, ad essere onesto, può giocare ovunque. La gente ha diverse opinioni: quando hai qualità hai possibilità di giocare, è un bravo ragazzo, un buono studente. Ha un buon futuro per noi e per la sua Nazionale".

La Roma ha giocato due finali, il designatore Rocchi ha parlato oggi anche degli errori arbitrali. Comunque vada domani la finale, questa stagione è positiva per lei?
"Per me sì, è una stagione positiva".

Ha dei dubbi di formazione? Ha fatto giocare Spinazzola anche titolare, ha concrete chance o è un premio?
"Non è un premio, è un giocatore disponibile per domani. 10 mesi fuori sono tanti, ha lavorato tanto per tornare, gli mancavano minuti e sensazioni, quello che ha avuto col Torino cioè 75 minuti in campo che sono diversi dai 6-7 minuti di Firenze. Le sensazioni di Torino sono state positive, domani è una possibilità per noi".

PAROLE PELLEGRINI

Cosa ha di più la Roma?
"Penso sia una finale, sarà una partita decisiva, non mi sento di dire che la Roma abbia qualcosa in più o che il Feyenoord abbia qualcosa in più. Mi sento di dire che faremo di tutto per vincere, ce la giocheremo con determinazione, cercando di coronare il percorso di crescita fatto con questa vittoria".

Cosa dirai ai compagni domani?
"Credo che una finale sia diversa dalle altre partite, mi sento di dire realmente ai compagni un 'grazie'. Al di là di come vada, e vogliamo che vada in un senso e ci proveremo, ci terrò a ringraziarli. È stato un anno bellissimo, in cui tutti ci siamo sempre sacrificati l'uno per l'altro, abbiamo sofferto e gioito insieme. Questo rende un gruppo e una squadra vera. L'ho detto da un paio di settimane che finalmente siamo una squadra vera, per me che sono il capitano quando si ha la sensazione di avere a che fare con una squadra vera è tutto più semplice".

Un messaggio per i tifosi?
"I nostri tifosi sono stati incredibili, ci hanno sempre sostenuto. Quindi direi che siamo a fine stagione, sarà una partita importantissima per noi e per loro. Possiamo rassicurarli: domani la Roma cercherà di giocare con tutto quello che ha in corpo per vincere la partita".

Oggi sono 14 anni che la Roma non alza un trofeo, avresti mai immaginato di vederti qui?
"14 anni fa ero con la mia famiglia, sono tutti tifosi della Roma. Non avrei mai pensato di essere qui, di poter giocare questa partita così importante per tifosi e società. Quest'anno abbiamo fatto un ottimo percorso, che ci ha fatto crescere sempre di più, ma a chi non piacerebbe portarsi qualcosa a casa. La partita va presa con gioia e serenità, siamo determinati e concentrati. Spero che possa diventare uno dei giorni più belli della mia vita".

Il fatto di alzare la coppa da romano e romanista ti dà più responsabilità?
"Sì, sono responsabilità belle da prendersi. Se vuoi arrivare ad un certo punto in cui vincere diventa la normalità devi prenderti delle responsabilità. Sarei contentissimo di vincere, ma legare questa cosa solo a me perché sono il capitano e romanista è sbagliato, la squadra la fanno tutti i componenti. Quando dico che siamo migliorati e stiamo diventando una squadra vera mi riferisco a 360°. Se domani dovessimo vincere questo gruppo penserebbe a vincere subito altro".

E' la partita più importante della vostra carriera?
"Per me assolutamente sì, è la prima finale che ho la possibilità di giocare e in più la faccio con questa maglia addosso".

PAROLE MANCINI

Le difficoltà da temere?
"Non bisogna temere niente in una finale. Abbiamo studiato il Feyenoord, dal centrocampo in su hanno qualità, come noi. Domani 50-50%, abbiamo preparata la partita in questi 5 giorni e sappiamo cosa dobbiamo fare. Siamo pronti ad affrontare punti deboli e forti".

Continuerai a giocare come sai?
"Mi stai chiedendo se prendo il giallo? (ride, ndr) Chiaramente le finali si giocano su tanti aspetti, quello mentale per i difensori è il più importante. È importante vedere e capire quello che fanno gli avversari, bisogna essere sempre lucidi e nelle finale di più. Il mio modo di giocare è essere aggressivo e tenere gli avversari lontani dalla porta, ma con più concentrazione".

Un messaggio per i tifosi?
Mancini: "Sono stati unici, una parte sarà qua domani e una parte all'Olimpico. L'unica cosa che possiamo fare è dare tutto in campo".

Cosa ne pensate del Feyenoord più riposato? Avete parlato con Kumbulla dell'entusiasmo della città?
Mancini: "Le parole del mister sono vere, se fossimo stati quinti potevamo giocare le ultime 3 partite diversamente. Invece ci siamo complicati le cose da soli. Domani è una finale, possiamo giocare anche 300 minuti per la vittoria, non si deve far sentire la stanchezza, stiamo bene mentalmente e fisicamente. Marash ci ha raccontato subito dopo il Leicester, ci ha detto che qui tifano per la Roma e siamo felici".

C'è stato un momento in cui si è accesa una scintilla?
"A dirti la verità da inizio stagione, il nostro obiettivo era la finale. Ovviamente è più facile a parole. Siamo partiti nel girone pensando fosse 'la coppa dello scherzo', poi abbiamo preso la batosta a Bodo. Poi a mano a mano affrontavamo ogni partita per raggiungere la finale. Ci manca l'ultima cosa per fare qualcosa di unico".

E' la partita pià importante della vostra carriera?
"Vale per me lo stesso, ho fatto la finale di Coppa Italia ma una finale europea è diverso quindi sì è la più importante".

Abraham ti ha chiesto il favore personale di fermare Dessers?
"Non solo a me, tutta la squadra. L'ho studiato, è un buon attaccante, Abraham è più forte. Spero che Tammy alle 23.30 sia il capocannoniere di questa competizione".


Finale Conference League: il punto della situazione in casa Feyenoord

Dopo una settimana di ritiro a Lagos in Portogallo, il Feyenoord è rientrato a Rotterdam per concludere il percorso in vista della finale di Conference League contro la Roma di mercoledì 25 maggio a Tirana. La squadra olandese arriverà nella capitale albanese nella giornata di oggi, dove effettuerà la rifinitura.

La formazione guidata da Arne Slot ha concluso il campionato olandese, l'Eredivisie, al terzo posto con 12 punti di scarto dall’Ajax primo in classifica. Nell’ultimo turno lo scorso 15 maggio, ininfluente per la classifica finale, è arrivata una sconfitta per 2 a 1 contro il Twente con il gol di Dessers che ha solo accorciato le distanze tra le due squadre dopo che i padroni di casa si erano portati sul 2 a 0 nei primi 40 minuti.

I numeri dei bianco rossi nel campionato olandese: 22 vittorie, 5 pareggi, 7 sconfitte, 76 gol realizzati e 34 subiti

Mister Slot ha diramato la lista dei convocati in vista della Finalissima di Conference League: Justin Bijlow, Valentin Cojocaru, Ofir Marciano, Thijs Jansen, Marcus Pedersen, Lutsharel Geertruida, Marcos Senesi, Tyrell Malacia, Jorrit Hendrix, Luis Sinisterra, Alireza Jahanbakhsh, Orkun Kökcü, Bryan Linssen, Philippe Sandler, Reiss Nelson, Fredrik Aursnes, Gernot Trauner, Patrik Wålemark, Ramon Hendriks, Guus Til, Jens Toornstra, Cyriel Dessers e Denzel Hall.

di Mirco Monda

 


TIRANA, ROMA-FEYENOORD: Per Amore e per Passione

(FRANCESCA  CECI - INSIDEROMA.COM) - Mercoledì, comunque vada, saranno #lacrime. O di gioia (finalmente) o (ancora) di delusione. E' questo l'interrogativo che ci tormenta in queste ore e la verità è che in fondo in fondo vorremmo saperlo già oggi come andrà a finire. Da un lato, la #paura. Dall'altra la #speranza.

Nel mezzo, un'unica verità da sempre: al fischio finale saremo sempre noi, #Romanisti oltre ogni tempo, perchè nessuno meglio di noi sa quanto ci è costato credere in un sogno che troppo spesso si è trasformato nel peggiore degli incubi.

Perchè è vero, siamo quelli di #Roma- Lecce e quelli di #Roma- Liverpool e pure quelli di #Roma -Slavia Praga e #Roma- Samp. Eppure, nonostante tutto siamo soprattutto quelli che sono rimasti sempre lì. Niente ci ha fatto cambiare idea. Abbiamo continuato a credere e a fissarlo quel #sogno di vittoria, ostinato e contrario. E' forse per questo che tifare Roma somiglia a un atto di fede.

#InsideRoma volerà a #Tirana, anche e soprattutto per Gabriele Nobile che prima di essere il nostro Editore, è stato un grandissimo Romanista. Potrei, ad esempio, raccontare di quando dopo la finale di Coppa Italia persa contro la #Lazio, contro ogni deontologia professionale, ci siamo guardati e abbiamo esclamato: "sti caxxi di aggiornare il sito, chiudemo tutto".

Eppure il massimo l'hai raggiunto, quando nel pieno della tua battaglia più dura, nei giorni più bui e disperati, l'ultima cosa che hai fatto prima di finire in terapia intensiva d'urgenza, fino a un'ora prima, guardavi la partita della Roma sul tablet dal letto dell' ospedale. Perchè essere romanisti è pure questo. Una #malattia che per noi può salvarci da un'altra malattia.

La verità è che dovevi esserci tu a Tirana, ci saremo noi e non sarà lo stesso ma proveremo a fare del nostro meglio. Io però mercoledì il tuo numero lo farò lo stesso, so che - in qualche modo - mi risponderai per dirmi quello che ci dicevamo prima di ogni "benedetta" partita: #Daje Roma Daje.

Che poi, adesso che ci penso, era la stessa frase che ci dicevamo alla fine. Comunque fosse andata.

 

Per Gabriele, per Antonio, per tutti quelli che hanno amato questi colori e non ci sono più ma che mercoledi saranno comunque accanto a noi in un abbraccio che, per una sera, annullerà la distanza Terra-Cielo.

AVANTI ROMA, AVANTI ROMANISTI!


InsideRoma vi racconterà la Finale di Conference League tra Roma e Feyenoord in diretta da Tirana

In vista di quello che è l’appuntamento più importante della storia recente della Roma, il sito InsideRoma è lieto di annunciare a tutti i propri lettori che volerà a Tirana per raccontarvi in diretta  la finale di Conference League tra gli uomini di Josè Mourinho e il Feyenoord.

Lo farà in svariati modi, che andranno dalla cronaca della partita fino alle parole dei protagonisti, passando attraverso approfondimenti, foto, video e molto altro ancora.

LA FINALE DI CONFERENCE LEAGUE RACCONTATA IN DIRETTA DA TIRANA
L’appuntamento è ovviamente per mercoledì 25 maggio quando, all'Arena Kombëtare di Tirana, in Albania, la Roma e il Feyenoord si sfideranno nell’atto conclusivo della manifestazione. Non perdetevi quindi il racconto della finalissima di Conference League, declinato con l'obiettivo di trasmettervi le stesse emozioni che vivremo dagli spalti dell’impianto albanese.

GLI APPROFONDIMENTI E LE ANALISI DELLA FINALISSIMA
Sarà una settimana ricca di notizie sul nostro sito per raccontarvi nel modo più completo possibile questo storico appuntamento. Leggerete a partire dalle prossime ore numerosi approfondimenti, analisi e le parole di tutti i protagonisti, sia della Roma che del Feyenoord.

E INFINE: FOTO, VIDEO SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK
Non ci saranno solo articoli però. Sulla nostra pagina Facebook troverete infatti diversi contenuti multimediali, tra cui foto e video, per raccontarvi l’atmosfera della Finale, dentro e fuori dal campo di gioco.

La finale di Conference League sarà raccontata dal nostro inviato Daniele Mattioli. In redazione, in Italia, saranno invece presenti la direttrice Francesca Ceci, Federico Falvo, Mirco Monda e Maurizio Ciottilli.


Feyenoord: Gli avversari dei giallorossi in finale di Conference League

Conosciamo meglio la squadra olandese, terza in Eredivise, che si giocherà la finale di Conference League con la Roma il prossimo 25 maggio a Tirana

La formazione di Rotterdam, oramai fuori dai giochi per il titolo olandese essendo ad 11 punti dall’Ajax capolista a sole 3 giornate dal termine del campionato, ha iniziato il suo percorso europeo lo scorso 22 luglio con il secondo turno di qualificazione alla Conference League. Gli uomini di Arne Slot hanno faticato contro i kossovari del Klubi Drita, pareggiando a reti bianche in Kosovo e vincendo poi, a Rotterdam, per 3 a 2 grazie alla tripletta, con gol decisivo al 90’, del centrocampista Guus Til.

Nel turno successivo, invece, tutto facile per la formazione dei Paesi Bassi che si è sbarazzata agevolmente della compagine svizzera del Luzern con un secco 6 a 0 tra andata e ritorno (0-3 / 3-0).

Nello spareggio finale, per accedere ai gironi di Conference League, fondamentale è stata la vittoria nella partita d’andata per 5 a 0 che ha permesso al Feyenorod di perdere il ritorno per 3 a 1 contro gli svedesi dell’Elfsborg senza compromettere l’accesso alla fase a gironi.

Inserito nel gruppo E assieme allo Slavia Praga, all’Union Berlin ed al Maccabi Haifa, il Feyenoord è diventata una macchina quasi perfetta con un tabellino, fino alla semifinale, di 12 risultati utili consecutivi, 0 sconfitte subite, 8 partite vinte, 4 pareggiate, 2 clean sheet (partite con 0 gol subiti) ed una media gol realizzati di 2.34. Il gruppo E ha visto gli uomini di Slot passare come testa di serie davanti al team ceco.

Dopodiché, negli ottavi di finale, gli olandesi hanno affrontato il Partizan Belgrado ma il 5 a 2 in terra serba, ed il 3 a 1 in Olanda non ha creato patemi alla formazione di Rotterdam.

Più difficili, invece, i quarti di finale dove i bianco rossi hanno affrontato uno Slavia Praga agguerrito che ha imposto un pirotecnico 3 a 3 agli olandesi a Rotterdam dovendosi giocare le proprie carte di qualificazione in Repubblica Ceca. Gli uomini di Slot non si sono fatti intimorire e con un secco 3 a 1 hanno staccato il pass per la semifinale dove ad attenderli vi era il Marsiglia.

La gara decisiva per l’accesso alla finale di coppa è stata la partita d’andata, a Rotterdam, dove le due formazioni si sono sfidate a viso aperto con il punteggio finale che ha visto i padroni di casa uscire vittorioso sul 3 a 2 grazie alla doppietta decisiva di Dessers. Nella gara di ritorno, in Francia, le due squadre si sono contenute a vicenda chiudendo la sfida sullo 0 a 0 e regalando cosi al Feyenoord la finale contro la Roma di Mourinho.

Le armi di forza di Slot sono sicuramente il centroavanti Cyriel Dessers, autore di ben 10 reti (primo di tutta la competizione a +1 da Tammy Abraham) e 2 assist e l’esterno Luis Sinisterra che ha realizzato 6 reti e servito 4 assist. Nella difesa olandese spicca il nome del 24 enne Marco Senesi, già più volte accostato al Napoli nelle scorse finestre di mercato mentre a centrocampo gli occhi sono tutti sul giovanissimo Orkun Kokcu, talento turco di 21 anni con una quotazione di mercato già attorno ai 18 milioni di euro.

(Monda Mirco - insideroma.com)


Avanti Romanisti

ALESSANDRO CAPONE - Ci sono serate che hai atteso, cercato, conquistato. Sono quelle serate dove ti senti sospeso fra il sogno e la realtà.
Mentre ti avvicini a quel luogo così carico di significati, mentre le luci che ne celebrano la bellezza si fanno sempre più forti e la tua passione si mescola a quella di chi è intorno a te, mentre a ogni passo lungo il ponte aumentano i battiti dalla tensione, mentre tutto il mondo corre… qui… ad un tratto… tutto sembra fermarsi…Le torce che accendono la sera, i fumogeni che riempiono l’aria e diradandosi mostrano facce tese che cercano di sciogliersi in qualche brindisi. I suoni, i rumori, i colori, ti senti come al centro del mondo, come se tutta un’attesa fosse concentrata in questo punto dell’universo. Non sarà così nella realtà,  ma sicuramente è il tuo e di chiunque vedi intorno a te. La file all’ingresso che aumentano sempre più, così come i tuoi pensieri che si lasciano andare a momenti di euforia per poi rivivere nella mente le serate amare che gli anni ti hanno lasciato dentro. Ma il bello è questo, perché nonostante tutto, ogni volta, torni a crederci come fosse la prima. C’è sempre una gioia, un momento, un ricordo da conservare. Tutto questo non ha nulla a che fare con l’aspetto sportivo. Questo è sentimento e passione, emozione e appartenenza, è il punto in cui i sogni sono faccia a faccia con la realtà perché se ci credi, a volte, le due cose possono incontrarsi e mescolarsi.
Ed è in questo turbinio di pensieri che inizi a salire i gradini. Li guardi uno ad uno, quasi li conti come fosse un conto alla rovescia per una partenza e arrivato in cima, alzi gli occhi e capisci che si, veramente si parte e adesso tocca anche a te. Il manto verde circondato dai colori della tua città, uno sventolio incessante che smuove l’aria spazzando ogni timore e adesso i brividi ti vengono....Ora non è più il momento dei pensieri, ora è il  momento di conquistare il sogno di giocarti una finale europea e tu devi fare la tua parte.
Prendi il tuo posto, guardi dall’altra parte. Gli inglesi sono tanti ma oggi capiranno cosa vuol dire sentirsi lontano casa. Fai un respiro, le squadre in campo per il riscaldamento e come ogni volta, si capisce che la tua passione, i tuoi colori, la tua città non sarà mai sola, mai. Poi cor core acceso e la bandieretta in mano la cornice diventa il quadro e si fa sempre più bello da lasciare incantati. IN BRITANNIA CUNCTI NOMEN ROMANORUM HORREBANT e oggi i britannici devono temerci sul serio. Mentre tanta gente comincia a soprirà e carica la voce dando il via alla spinta,  un fischio secco fa cominciare a correre il pallone sul terreno di gioco. I decibel si alzano secondo dopo secondo e migliaia di cuori che battono all’unisono andando a creare uno spartito e un ritmo che in campo stavolta viene interpretato al meglio. Ora sei immerso nel trasporto, sei travolto dalla voglia di raggiungere l’obiettivo. E’ iniziata da poco ma cominci a pensare che veramente questa sarà la volta buona perché vedi la palla che vola verso il centro dell’area inglese. A metà coro un sospiro. E poi un colpo de testa da fa ‘ncantà…  il pallone la rete va trovà…l’urlo di gioia collettiva. E in una bolgia di esultanza fra abbracci, braccia al cielo e polmoni che si svuotano d’aria e per un attimo ti ritrovi seduto con le mani sulla testa e ti chiedi se veramente sarà così…L’urlo della città riecheggia sotto un cielo di una notte piena di nuvole, squarciandole e portando il sereno dentro chiunque abbia il core grosso, mezzo giallo e mezzo rosso. Da questo momento tutti con le forze amplificate nello stadio si fa sentire la voce di Roma che si spinge verso Tirana. Il conto alla rovescia è lunghissimo. I minuti lenti ti portano a fine primo tempo dove rimani in silenzio concentrato con qualche sguardo e qualche sorriso teso scambiato con chi è insieme a te. Sei pronto per ricominciare. Il tempo sembra ancor più lento, i minuti interminabili e qualche sussulto ti fa trattenere il fiato che, terminato il recupero, quando parte il triplice fischio, puoi liberare nell’aria con un urlo di felicità che ti porta in finale. Non vorresti più andar via... perché in fondo… quelli come noi… una finale europea… se la sono meritata nel tempo. Per averci sempre creduto, per esserci sempre stati, per continuare a inseguire le emozioni. Non è nell’importanza della competizione che si trova l’importanza del sentimento. In una emozione che non conosce ragione ti perderai da ora al venticinque maggio come in delle montagne russe emotive. Ed è questo quello che volevi vivere, quello che hai meritato, quello che hai conquistato stagione dopo stagione, coro dopo coro, chilometro dopo chilometro. E adesso AVANTI ROMANISTI… PRENDIAMOCI LA COPPA E PORTIAMOCELA A CASA…


Roma vs Leicester 1-0 | La Roma è in finale di Conference League

ROMA (3-4-2-1): Rui Patricio; Mancini, Smalling, Ibanez; Karsdorp, Cristante, Oliveira, Zalewski; Pellegrini, Zaniolo; Abraham.
A disposizione: Fuzato, Kumbulla, Vina, Spinazzola, Maitland-Niles, Veretout, Diawara, Bove, Afena-Gyan, El Shaarawy, Carles Perez, Shomurodov.
Allenatore: Mourinho.

LEICESTER (4-3-3): Schmeichel; Ricardo Pereira, Fofana, Evans, Justin; Maddison, Tielemans, Dewsbury-Hall; Lookman, Vardy, Barnes.
A disposizione: Ward, Vestergaard, Castagne, Thomas, Amartey, Soyuncu, Albrighton, Choudhoury, Soumaré, Ayoze Perez, Daka, Iheanacho.

Allenatore: Rodgers.

Arbitro: Jovanovic.
Assistenti: Stojkovic e Mihajlovic.

Quarto Ufficiale: Grinfeeld.
VAR: Dankert.
AVAR: Fritz.


Conferenza Stampa Mourinho: "Partita di scarsa qualità"

Josè Mourinho, allenatore della Roma, è intervenuto in conferenza stampa dopo il pareggio contro il Bologna:

Si aspettava qualcosa in più dai subentrati?
"Partita povera. La squadra che voleva vincere non ha fatto il lavoro sufficiente per vincere, la squadra che non voleva vincere ha fatto il suo. Partita di scarsa qualità"

Zaniolo centravanti perchè? E perchè non Shomurodov?
"Alleno da 22 anni e non cambio. Così come non cambiate voi giornalisti dopo 22 anni. L'unica cosa che è cambiata è che li potevi vincere con un gol in fuorigioco, oggi no ma ieri una squadra ha vinto con un gol in fuorigioco. Se oggi non facevo cambio e avevo infortuni importanti sarei rimasto scoperto per giovedì. Siamo anche contati tra squalificati e con Mikhitaryan infortunato. Molte cose non sono cambiate in 22 anni. Capisco la domanda ma non voglio entrare nelle analisi che facciamo. Ho provato nel secondo tempo a cambiare le cose ma non ha fuinzionato. Pensavo di avere 30 minuti di gioco ma poi ne abbiamo giocati 15. Partita povera".

Quando allenava in Italia 12 anni fa ha parlato di prostituzione intellettuale, questa cosa è cambiata?
"Si, oggi non lo penso più. Vedo una stampa normale nelle sue analisi, anche se non leggo e non guardo tanto. Ma vedo una stampa seria, corretta e che analizza. La sua è una domanda corretta. Ma se voi volete nascondere che nel 2022 una squadra vince con un gol in fuorigico, allora mi dovrai rifare la domanda"

All'andata contro il Bologna disse che Zaniolo doveva andare a giocare fuori dall'Italia per il trattamento degli arbitri. E' ancora così o è cambiato qualcosa?
"Mi aspetto una domanda sul Bologna e non su Zaniolo (ride). Non capisco questa domanda ma ti posso dire che l'atteggiamente di Zaniolo è cambiato, quello degli arbitri nei suoi confronti no. Oggi lui è consapevole che è un bersaglio e si è educato da solo nel non protestare più. Gli arbitri però non sono cambiate nei suoi confronti".