Champions League, vincono Liverpool e Tottenham
Sono terminate i primi due match validi per l'andata dei quarti di finale di Champions League.
Il Liverpool ha avuto la meglio sul Porto, che aveva eliminato la Roma, con il risultato di 2-0. Decisive le reti, tutte nel primo tempo, di Keita al 5' e Firmino al 26'. Nel corso del match protagonista anche il VAR che nega un rigore ai portoghesi per fallo di mano di Alexander-Arnold ed annulla il terzo gol dei Reds.
Nell'altro match di giornata, il derby inglese tra Tottenham e Manchester City, hanno avuto la meglio i londinesi grazie all'1-0 firmato da Son al 78'. In avvio del match i Citizens sabgaliano un rigore con Aguero che si fa respingere il tiro da Lloris.
La Roma tra presente e futuro
INSIDEROMA.COM - MASSIMO DE CARIDI - Testa al campionato ma il pensiero va anche alla Roma che verrà. Quest'estate, infatti, ci sarà tanto da fare per rimediare a quanto fatto nel periodo romano da Monchi, che ha ridimensionato la qualità del parco giocatore non dando una svolta alle casse societarie ed anzi costruendo una rosa che sta facendo fatica ad arrivare in zona Champions League.
IL NODO DS - Il primo tassello da inserire è quello del direttore sportivo. Varie soluzioni si affacciano: quella interna, che vedrebbe Francesco Totti prendere pieni poteri e Frederic Massara continuare le sue mansioni da ds ma l'altra costola della dirigenza con a capo Franco Baldini che spinge per Luis Campos, attualmente al Lille e Gianluca Petrachi, ora al Torino. Proprio con quest'ultimo lo stesso consulente del presidente Pallotta avrebbe avuto un incontro a Londra nei giorni scorsi per convincerlo a lasciare la società di Cairo ed a credere nella causa giallorossa. La svolta italiana permetterebbe una conoscenza radicata del nostro calcio e non ci sarebbe bisogno di apprendistato come capitato al nuovamente ds del Siviglia al suo arrivo nella Capitale e contemporaneamente sarebbe inserito un direttore sportivo che tanto bene ha fatto coi granata pur non avendo il budget dei top club italiani.
LA SCELTA DEL TECNICO - Poi, sarà la volta dell'allenatore. Allontanato Di Francesco e chiamato Ranieri per "salvare il salvabile", come si suol dire, servirà un tecnico in grado di sistemare le cose in una piazza stanca da 8 anni senza aver alzato neanche un trofeo e che abbia quindi capacità ed esperienza per sopportare i momenti di difficoltà e gli alti e bassi di tifoseria ed ambiente. L'arrivo di Giampaolo o Gasperini non farebbero fare questo salto di qualità ed anzi si rimarrebbe sulla falsariga di quanto fatto da Di Francesco, con l'aggravante che il mister abruzzese conosceva alla perfezione come funzionano le cose a Roma mentre gli altri 2 no. Per questo motivo, si spera di riuscire a convincere un grande nome ed affidargli la panchina giallorossa. I nomi sono quelli di Conte, Mourinho e Sarri. Il primo, però, vorebbe garanzie tecniche, la possibilità di giocare la prossima Champions ed uno stipendio da 10 milioni l'anno per 3 anni, come richiesto all'Inter. Difficile che possa esser accontentato. Il trainer portoghese ha voglia di tornare a confrontarsi col nostro calcio e le uniche opzioni possibili sono la sua Inter, il Milan e la Roma. I nerazzurri non pensano al ritorno dell'ex Manchester United, il Milan non pare una soluzione graditissima a Mou per i suoi trascorsi e quindi l'unica soluzione sarebbe proprio quella giallorossa ma con garanzie simili a quelle richieste da Conte. L'opzione più verosimile è quella di Maurizio Sarri, che non ha stabilito un ottimo rapporto con la tifoseria dei Blues, che ne chiedono l'esonero ogni volta che possono ma non ha intenzione di abbandonare l'opportunità offertagli di allenare un prestigioso club inglese a meno che non venisse mandato via.
Sei squadre in cerca di Champions. Gli impegni della Roma da qui alla fine del campionato
INSIDEROMA.COM – ILARIA PROIETTI – Se la conquista dell’ottavo scudetto consecutivo per la Juventus è, ormai, solo una formalità, ai piedi del Napoli – distante ormai anni luce dalla Vecchia Signora – le acque si agitano. Inter, Milan, Atalanta, Roma, Lazio e Torino si contendono un posto nell’Europa che conta. Fiorentina e Sampdoria abbandonano i sogni di gloria e lasciano le milanesi, le romane, Atalanta e Toro a lottare per il terzo e il quarto posto.
L’Inter, nonostante le défaillances del mese scorso, alimentate anche da un ambiente poco sereno per via del caso Icardi, è riuscita a stabilirsi in solitaria al terzo posto (57), mettendo cinque punti di distanza con i cugini rossoneri. Il Milan aveva iniziato il girone di ritorno di gran carriera, complice anche l’arrivo del pistolero Piatek, ma ha ultimamente ha perso qualche colpo. La squadra di Gattuso, infatti, è riuscita a mettere a segno un solo punto (il pareggio casalingo con l’Udinese) in quattro giornate, facendosi così raggiungere dalla Dea di Gasperini a pari punti (52). Subito sotto la Roma, ad una sola lunghezza di distanza (51). I giallorossi hanno fatto inferno e ritorno nell’ultimo mese, ma sono ancora, incredibilmente, in corsa per la Champions League, grazie ai passi falsi delle dirette contendenti e alla cinica vittoria di sabato sera contro la Samp a Marassi. La Lazio è a parità di punti col Torino (49) ma con una partita in meno.
GLI IMPEGNI DELLA ROMA – La Roma, rispetto alle avversarie, sembra avere un calendario più accessibile, poiché ha già affrontato tutti gli scontri diretti – meno che l’Inter – e non ha altri big match all’orizzonte, tranne la Juventus, già certa del tricolore, allo Stadio Olimpico a maggio. Il prossimo avversario dei giallorossi sarà l’Udinese (sabato 13 aprile), appuntamento fondamentale per la squadra di Ranieri che dovrà confermare agli spettatori – attesi oltre 40 mila – di aver ritrovato la verve. Subito prima di Pasqua (sabato 20 aprile) la Roma sarà di scena a San Siro contro l’Inter, per poi ospitare il Cagliari allo Stadio Olimpico (sabato 27 aprile), occasione utile per riscattarsi dopo il rocambolesco pareggio dell’andata. La Roma tornerà nuovamente a Marassi (domenica 5 maggio), stavolta per affrontare il Genoa, mentre la domenica successiva (12 maggio) ci sarà la Juve all’Olimpico. Chiuderanno questo campionato gli scontri con il Sassuolo al Mapei (sabato 18 maggio) e il Parma in casa all’ultima giornata (domenica 26 maggio).
De Rossi riaccende la speranza
INSIDEROMA.COM – SARA BENEDETTI – La Roma ci avrebbe messo la firma. Per assurdo, per come è maturato il pareggio della Lazio all’ultimo minuto, poteva andare anche meglio ma tanto è. Biancocelesti fermati sul pari, così come l’Atalanta sul campo dell’Inter ed il Torino a Parma, oltre alla sconfitta del Milan sul campo della Juventus: si riaccendere una speranza Champions. La prestazione è da provinciale, ma di sostanza. Con equilibrio e carattere. Senza mai scoprirsi. Il successo è costruito sulla pazienza e sull'attenzione. E con la distribuzione delle energie fisiche e mentali. L'ingresso di Dzeko per Pellegrini, a metà della ripresa, risulterà decisivo. In partenza Ranieri, pur cambiando la metà dei giocatori di movimento dopo il pari inutile di mercoledì contro la Fiorentina, ha riproposto lo stesso sistema di gioco, cioè il 4-2-3-1. Ma sempre truccato. Perché, in fase di non possesso palla, è sempre scattato il programma più gettonato in questo periodo: indietro tutta. Baricentro basso, Zaniolo e Kluivert in linea con De Rossi e Cristante, Pellegrini qualche passo dietro Schick a guardare a vista il play avversario Viera o al massimo a salire su Tonelli, i 4 quattro difensori appostati davanti all'area di rigore, con Karsdorp e Kolarov sentinelle sui lati del fortino e con Manolas e Fazio a presidiarlo in mezzo. Dietro di loro, il cannone caricato a salve: Mirante obbligato a calciare sempre oltre la metà campo, sempre su Schick che fa il possibile per controllarlo o indirizzarlo. Entrano, dunque, in 5: Karsdorp, Manolas, De Rossi, Pellegrini e Schick. Infortuni e impegni ravvicinati impongono la rotazione. Il 4-3-1-2 della Sampdoria è abbastanza organizzato, ma senza Ekdal la gestione è senza ritmo. Solo Saponara, chiamando il fluidificante Murru in avanti, prova ad accelerare.
FINALMENTE COMPATTI - La Roma rischia meno del solito tant'è vero che chiude con il 6° clean sheet stagionale. L'assetto sembra meglio calibrato negli interpreti. La serata di Manolas e Fazio è chic. L'ex Defrel, schierato da Giampaolo accanto a Quagliarella, calcia da fuori e chiama al volo Mirante. E' la chance più spettacolare del 1° tempo, anche se in avvio c'è la conclusione ravvicinata e pericolosa di Quagliarella a sfiorare la traversa e più tardi quella larga di Cristante. L'unico giallorosso a inquadrare la porta è Kluivert: tiretto sporcato e centrale. Pellegrini sale ad aiutare Schick, ma di testa sbaglia sul più bello. Si fa male, subito dopo l'intervallo, Karsdorp: ecco Jesus. Giampaolo va all'attacco: dentro Jankto e Gabbiadini rispettivamente per Linetty e Saponara. Defrel arretra da trequartista. Ranieri replica con Dzeko per Pellegrini, chiedendo a Schick di mettersi dietro al centravanti. Dentro anche El Shaarawy per Kluivert. Il doppio intervento fa la differenza. Dal corner di Kolarov, spizzata di Schick e respinta di Audero. De Rossi irrompe e accompagna, con gli addominali, la palla in porta per il vantaggio. Mazzoleni ha l'ok dal Var: Gabbiadini tiene in gioco il capitano giallorosso. Che firma il 1° successo esterno con il nuovo allenatore: l'ultimo, un mese e mezzo fa, il 23 febbraio a Frosinone. Gol di Dzeko, simile proprio a quello del capitano. Non si poteva sbagliare prima e lo si è fatto, a maggior ragione oggi il concetto è ancora più valido, perfetti o quasi fino all’ultima, che vedrà i giallorossi impegnati contro la Juventus, per non abbandonare e credere ancora nel sogno Champions.
Dzeko-West Ham: intesa De Rossi verso il rinnovo
LEGGO - BALZANI - La fermata West Ham per Dzekoè sempre più vicina. L’interessamento del club inglese, nato lo scorso inverno, si è materializzato con un’offerta che ha già convinto il bosniaco. Secondo il Daily Express il West Ham avrebbe offerto un triennale da 9 milioni a stagione. In realtà l’offerta è da cinque, ma basta e avanza. Ora c’è da accontentare la Roma che ne chiede 20. A rischio pure Schick seguito con interesse (pure a Marassi) dal Lipsia. Per quanto riguarda invece il rinnovo di De Rossii: si va verso il sì per un’altra stagione.
Effetto Ranieri
LEGGO - BALZANI - Chiamatela pure Farmacia Ranieri. E' aperta 24 ore su 24 (anzi 25 come ha detto Claudio qualche giorno fa) ed è riuscita in meno di una settimana a prescrivere una cura miracolosa in grado di riaccendere seriamente le speranze Champions (il Milan è a -1). La Romatosta e unita vista con la Sampdoria, infatti, è l'esatto opposto della squadra molle e confusa andata in campo col Napoli appena 7 giorni prima. Un percorso di crescita fulmineo che ha vissuto la tappa intermedia con la Fiorentina e ha portato ai 3 punti strappati a Marassi. La ricetta Ranieri si basa su tre principi: cura della fase difensiva, eliminazione dei carichi inutili di lavoro con gestione degli infortunati più oculata e riqualificazioni individuali. Il primo punto è quello che interessava di più al tecnico testaccino. La Roma da 8 mesi non riusciva a chiudere una gara senza subire gol in trasferta. Inquietante per un club che punta ai primi posti. Con la Sampdoria si è rivisto un reparto corto, unito e in grado di fermare il capo cannoniere Quagliarella. La coppia Manolas-Fazio è sembrata quella dei bei tempi e sugli esterni sono funzionate le sovrapposizioni a turno di Karsdorp e Kolarov. Altro cambio decisivo per far tornare il sereno in difesa è stato quello del portiere: fuori il disastroso Olsen dentro l'affidabile e più comunicativo Mirante. Ranieri aveva già goduto del cambio in porta nel 2010 quando promosse Julio Sergio al posto di Doni. Fondamentale è stato poi il lavoro in fase di copertura di un centrocampo tutto italiano comandato da capitan De Rossi (a rischio squalifica per una bestemmia dopo il gol) e bilanciato dal lavoro in doppia fase di Pellegrini e Cristante. Quest'ultimo si sente meno ingabbiato rispetto alla gestione Di Francesco quando era spesso relegato davanti alla difesa per fornire supporto a Nzonzi. Ma a beneficiare della cura Ranieri è soprattutto Kluivert: decisivo con la Fiorenrtina, brillante a tratti pure con la Sampdoria. Anche qui bisogna fare un salto nel passato e ricordare il percorso di Menez. Segnali confortanti pure da Schick.
La vera sorpresa però arriva dallo stato di forma: disastroso con Spal e Napoli, quasi invidiabile sabato sera. Ranieri ha visto la squadra pesante sulle gambe e ha deciso di alleggerire i carichi di lavoro e di gestire, da farmacista appunto, convalescenti e acciaccati. Ora esce Karsdorp, ma torna Florenzi e con l'Udinese ecco dal 1' pure Dzeko, Under e El Shaarawy. Presupposti ottimi che si sposano con un calendario in discesa. Esclusa la trasferta con l'Inter (20 aprile) i prossimi avversari si chiamano: Udinese, Cagliari, Genoa, Juve (al 99% già campione), Sassuolo e Parma.
Roma, il quarto di umiltà
IL MESSAGGERO - TRANI - Il raccolto del nuovo corso è ancora insufficiente: solo 7 punti in 5 partite, 7 gol fatti e 9 subiti. Ma sabato a Marassi nella partita vinta contro la Sampdoria, e sicuramente più di 3 giorni prima all'Olimpico nella sfida contro la Fiorentina, la Roma ha mostrato qualche lieve progresso. Non nel gioco, ma nello spirito. E quindi nel modo di stare in campo. È già qualcosa. Perché Ranieri, predicando la collaborazione tra singoli che di conseguenza favorisce quella tra i reparti, ha preso atto di come i calciatori abbiano ripreso ad aiutarsi tra loro. Così si è rivisto quel comportamento da squadra che, sparito da tempo, diventa necessario per nascondere le lacune tecnico tattiche che sono nel dna del gruppo.
SEMPLICITA' AL POTERE - Il 4° posto, dopo il weekend, è lì: il Milan e l'Atalanta sono avanti di 1 punto. La corsa per la zona Champions è dunque apertissima. E la Roma è di nuovo protagonista con il copione scritto, in queste settimane, da Ranieri che è ormai evidente in partita. Solo piccoli accorgimenti per ridurre i rischi di questa squadra che, in 41 match stagionali, ha incassato 64 reti (solo 6 clean sheet nelle 31 di campionato), confermando la sua fragilità. Il piano del tecnico, nella notte passata a Genova, ha finalmente funzionato: pericoli zero o quasi, l'unica parta di Mirante, nel 1° tempo, su conclusione di Defrel. E dalla distanza. Così, dopo 2 mesi, nessun gol subìto. Manolas lo stesso Fazio sono sembrati più concentrati del solito, ma al tempo stesso va elogiato anche l'atteggiamento degli altri interpreti. Il 4-2-3-1 è tanto basso nel baricentro al punto di trasformarsi nell'equilibrato 4-4-1-1. Che garantisce la compattezza chiesta dall'allenatore. Ecco gli esterni Zaniolo e Kluivert che si sacrificano sui lati, Pellegrini che disturba il portatore di palla avversario insieme con Schick che gli sta vicino. Entrambi, però, li ritroviamo poi dietro la linea di centrocampo. Densità e presenza. L'unione fa la forza. Banale, ma vero. Si rivedono il carattere e la personalità in gran parte dei protagonisti. E si sommano all'esperienza dei senatori, da De Rossi a Kolarov passando per Fazio, e alla sfrontatezza dei giovani, da Zaniolo a Pellegrini e da Kluivert e a Karsdorp (lesione muscolare alla coscia destra).
DOLCE ATTESA - La Roma di Marassi è pratica e umile. Lascia l'iniziativa alla Sampdoria, come fece a lungo nella partita contro la Fiorentina. Il dato del possesso palla è inequivocabile: 39 per cento. Mirante ha il compito di sparare il pallone, sempre e comunque oltre la metà campo, rispettando il 1° comandamento della nuova gestione: non si gioca dal basso. Tanto c'è, in alto, Schick a controllare e smistare. Il centravanti che lavora fuori area e non dentro dove, quando è possibile, si presentano i compagni. A cominciare da Pellegrini che da seconda punta non si trova del tutto a suo agio. Non è un caso che, con questa traccia, l'ingresso di Dzeko sia diventato decisivo. Schick ha, davanti a sè, il suo punto di riferimento. E viceversa. Dzeko è attaccante e Pellegrini no, c'è poco da capire. La mossa di Ranieri, a metà ripresa, è il messaggio al gruppo. Adesso non è più il momento di aspettare. La pazienza è finita, avanti con il coraggio e anche con la brillantezza. I giallorossi, dopo 70 minuti in versione ibrida, hanno fisicamente conquistato campo. E hanno colpito, unendo il passato al presente, su calcio da fermo: 21 reti da palla inattiva. Nessuno in serie A ne ha segnate di più. E ha fatto centro con De Rossi, il 17° marcatore della stagione.
Pallotta smentisce la cessione del club
IL MESSAGGERO - LENGUA - C’è una suggestione chesta stregando i tifosi: il Qatar avrebbe messo nel mirino la Serie A e starebbe seguendo da vicino sia il Milan che la Roma. Un’indiscrezione riportata dal quotidiano economico Milano Finanza, e smentita dal presidente Pallotta, che sta trovando sempre più terreno fertile per via del recente viaggio a Doah della dirigenza romanista per un workshop con gli sponsor assieme alla sindaca Virginia Raggi. Lo staff del primo cittadino ha tenuto segreta la visita in Qatar finoall’ultimo, ma quando tutto è venuto a galla ha smentito qualsiasi legame con quella della Roma, a cui ha preso parte anche Francesco Totti. Ed è stato proprio l’ex numero 10 a scattarsi una foto assieme a Alkass Faisal Alhajiri ungiornalista che sarebbe molto legato al proprietario del Psg Nasser Al-Khelaifi. Ai tanti tifosi della Roma che hanno commentato l’immagine postata su Twitter, Faisal Alhajiri ha risposto: «Aspettate il prossimo anno, penso che verranno risolte molte cose». Un altro segnale è arrivato dallo stesso Totti che, pochi minuti prima della partita contro il Napoli,ha commentato «Se dovessi prendere io delle decisioni, qualcosa cambierò».
Da Cesena a Genova, il viaggio di De Rossi lungo 1476 giorni
IL MESSAGGERO - FERRETTI - Ci sono voluti 1476 giorni, ma forse ne è valsa la pena. Ci sono voluti più di quattro anni, ma nessuno se la sente di rimproverare qualcosa a qualcuno per il ritardo. Perché quando De Rossi segna è già una cosa bella di suo, ma quando Daniele va a bersaglio e la Roma vince proprio grazie al suo gol (soltanto grazie al suo gol), è tutta un'altra cosa. Molto romanista, per chi vuole o riesce a capire. Certo, per chi ama la Lupa sarebbe fantastico esultare ogni volta con una rete di un Figlio di Roma, ma - anche se il regolamento non lo vieta - la cosa non è (più...) abbastanza frequente. Vale la pena godersi il momento, senza pensarci o rivangare più di tanto.
QUALITÀ E PROBLEMI - Era dal 22 marzo del 2015 che, come accaduto sabato a Genova, la Roma non vinceva una partita grazie alla rete di De Rossi. Quella volta si giocava a Cesena, era la Roma di Rudi Garcia al suo secondo anno sulla panchina giallorossa. Ed era anche un periodo poco felice per una squadra carica di qualità e di problemi. Quella volta, la Roma si presentò al Manuzzi priva di Totti, Strootman, Maincon e Castan infortunati, più Pjanic e Keita squalificati. E con l'obbligo di vincere la partita dopo cinque appuntamenti senza i tre punti per respingere la concorrenza Champions.
ESULTANZA SOTTO OSSERVAZIONE - Occhio alla formazione di partenza, con l'abituale 4-3-3- garciano: De Sanctis, Florenzi, Manolas, Astori, Holebas; Nainggolan, De Rossi, Uçan; Ljaljic, Doumbia, Gervinho. Roma in vantaggio a pochi minuti dalla fine del primo tempo: cross di Holebas dalla sinistra, stop incompleto a centro area da Uçane pallone che schizza verso De Rossi che, arrivando in corsa, di piattone sinistro lo spedisce alle spalle di Leali. Da sottolineare nel secondo tempo l'esordio di A di Lorenzo Pellegrini al posto di Uçan. Un giorno da ricordare anche per questo.
Al termine della partita, Francesco Totti da casa scrive un tweet legato proprio al gol di De Rossi, che non stava attraversando un momento di grande feeling con l'ambiente . «Daniele è e sarà sempre la Roma». Sembrano parole di ieri; anzi dell'altro ieri a Genova. Dove DDR ha esultato dopo la rete in maniera vocalmente molto pesante. Il che potrebbe portarlo a giudizio, come Zaniolo ma in un'altra azione.
Under, la parabola del campioncino in stato di crisi
IL MESSAGGERO - CARINA - Otto minuti con il Napoli a risultato acquisito. Poco più (15) contro la Fiorentina tre giorni dopo, subentrato nel finale alla ricerca della vittoria che però non arriva. Zero con la Sampdoria. Probabilmente Under si aspettava un rientro diverso. E nemmeno a dire che sabato sera una sostituzione nel suo ruolo Ranieri non l’abbia fatta: minuto 72, fuori Kluivert, stremato. Chi entra? El Shaarawy, reduce da un infortunio, rimasto in dubbio per l’intera settimana e recuperato in extremis. È bastato guardare in faccia Cengiz, scaldatosi a lungo, nel momento in cui ha capito che al suo posto sarebbe entrato il Faraone per capire che non se l’aspettava.
FRENATO E SUPERATO - Sette gare gli restano. E almeno 6 allenamenti in questa settimana per far venire qualche dubbio a Ranieri che, da quando è tornato a disposizione, lo vorrebbe più determinato già a Trigoria. Chissà se quella paura di farsi male, rivelata a Dazn, non lo stia condizionando. Di sicuro, al momento l’allenatore romano ha le sue gerarchie, dove Under parte dietro. La motivazione è molteplice: tecnica, tattica e atletica. L’ha spiegata chiaramente l’allenatore l’altra sera, quando a Sky gli hanno fatto notare un recupero di El Shaarawy nel finale: «È quello è quello che voglio. A me non piacciono i giocatori che giocano su un campo in discesa e quando c’è da rientrare è in salita, il campo è in orizzontale. Vai a 100 all’ora devi rientrare a 200 all’ora, è sempre stata la prerogativa delle mie squadre. Chi ce la fa a farlo ha più possibilità di giocare». Chissà se a Under saranno fischiate le orecchie. Parole che fotografano il tallone d’Achille di Cengiz,che faceva già dannare Di Francesco. Senza contare altri due fattori: 1) Kluivert in questo momento rispecchia il giocatore ideale per Claudio: nel momento in cui il tecnico chiede alla squadra di tenere il meno possibile il pallone, rinunciando al possesso e provando immediatamente la verticalizzazione, la velocità di Justin è un’arma alla quale è difficile rinunciare. 2) Nel 4-2-3-1 ,con il rientro di Pellegrini, Ranieri ha trovato finalmente l’equilibrio che cercava con Lorenzo trequartista, Zaniolo spostato a destra e De Rossi insieme a Cristante in mediana. Rimane così soltanto un posto. E Under, attualmente, è dietro a El Shaarawy e Kluivert.
De Rossi: la panchina può aspettare
IL TEMPO - BIAFORA - Se starà bene fisicamente a fine stagione, continuerà a giocare. De Rossi era stato chiaro alla vigilia dell’andata di Champions con il Porto e l’idea sul futuro è sempre la stessa. Il gol vittoria alla Sampdoria ha rinforzato la convinzione che la panchina può aspettare, nonostante durante la stagione abbia accusato l’infortunio più grave della sua carriera. La lesione alla cartilagine del ginocchio, le cui prime avvisaglie lo avevano costretto al cambio nel derby dello scorso settembre per poi metterlo definitivamente ko a Napoli, non gli ha permesso di giocare 16 partite, ma dopo una lunga terapia conservativa il numero 16 è tornato in campo. Fino ad oggi non è stato fissato alcun appuntamento con il ds Massara per trattare il rinnovo di contratto: l’intenzione di De Rossi e della società è quella di parlarne senza fretta alla fine del campionato. La priorità del capitano giallorosso è portare la sua squadra nei primi quattro posti e, facendo attenzione alla gestione del ginocchio, ci sarà poi tempo per sedersi a parlare. La trattativa sarà verosimilmente simile a quella di due anni fa, quando il prolungamento del matrimonio tra la Roma e De Rossi venne annunciato a stagione conclusa. La carriera da allenatore può attendere.
Ipotesi Mourinho. La Champions sogno di De Rossi
LA REPUBBLICA - FERRAZZA - È bastato anche solo nominarlo che in città, sponda romanista, i tifosi sono entrati in fibrillazione. Mentre Ranieri si gode la vittoria di Genova (0-1 contro la Sampdoria), dalla Francia rimbalza la notizia di un contatto (o più di uno) tra Pallotta e Mourinho. La voglia di alzare l’asticella, provando a portare nella capitale un top coach, starebbe spingendo il presidente giallorosso a fare dei sondaggi tra i big della panchina, vedi prima Conte, adesso, appunto, lo Special One (in ballo anche per un ritorno all'Inter). Molto difficile riuscire però a convincere tecnici di quel livello ad accettare un ingaggio più “umano” e a trasferirsi nella capitale con un progetto che non preveda l’arrivo di campioni belli e fatti. Ma, di contro, la Romagarantirebbe al nuovo mister totale autonomia all’interno delle decisioni di Trigoria, alla ricerca più di un manager-coach che di un insegnante di calcio. Una suggestione che per ora sembra destinata a naufragare nei sogni dei tifosi, davanti ai quali si è rispalancata la possibilità di giocare la Champions anche la prossima stagione, grazie ai tre punti presi contro la Samp. In particolare De Rossi, che ha paura di non poter risentire l’emozionante musichetta europea, visto che il tempo non è suo alleato e al massimo potrà fare un’altra stagione da giocatore. Sempre che il club sia d’accordo nel fargli rinnovare un contratto in scadenza a giugno. Totti, a Genova, è stato molto chiaro, schierandosi al fianco dell’amico e spingendo affinché venga considerato come giocatore, non già come allenatore. «Daniele ci piace vederlo ancora in campo – le parole dell’ex numero 10 – è fondamentale per noi». Il ritorno al gol in campionato dopo 13 mesi (l’ultimo era contro il Torino il 9 marzo del 2018), riapre la corsa Champions per la Roma e aiuta De Rossi a vivere con più serenità un periodo complicato, per sé e per la squadra. La paura di non farcela ad affrontare un altro anno ad alto livello, sta lasciando sempre più lo spazio alla voglia di esserci ancora un po’, prima di pensare davvero a un futuro nelle giovanili come allenatore. Sembra sempre più vicino al West Ham, invece, Dzeko. Il club inglese sarebbe infatti disposto a sborsare ben nove milioni di euro l’anno pur di avere il centravanti che a Trigoria sembrano ormai aver deciso di cedere la prossima estate. Edin è fortemente tentato, ma aspetta di valutare tutte le offerte, con Everton e Inter che lo stanno corteggiando. Sul fronte ds, dopo l’addio di Monchi, si stanno valutando due ipotesi: una italiana e una straniera. Pallotta è attratto dalla seconda, da Luis Campos, del Lille, in particolare, dirigente molto legato, guarda caso, proprio a Mourinho, attraverso gli ottimi rapporti personali e d’affari col re dei procuratori portoghesi, Jorge Mendes. In Italia resta invece l’ipotesi Petrachi, oppure la conferma di Massara, con Totti vicino. La scelta ci sarà quando si capirà se la Roma giocherà o meno la Champions la prossima stagione.