Ecatombe infinita per la Roma

IL TEMPO - AUSTINI - Cadono come mosche. Al ritmo di uno al giorno. La Roma accoglie in infermeria l'ennesima «vittima» della stagione: Stephan El Shaarawy ha lasciato ieri il ritiro della Nazionale dopo aver accusato un risentimento al polpaccio prima della gara con la Finlandia, che ha seguito dalla panchina. Quindi teoricamente pronto a entrare. Visto che ieri mattina il fastidio non era passato, un consulto tra i rispettivi staff medici ha consigliato la via della prudenza: non dovrebbe trattarsi di nulla di serio, ma la Roma ha richiamato alla base l'attaccante e oggi lo sottoporrà agli esami del caso per quantificare il danno.  Un altro che si aggiunge a una lista infinita: si tratta infatti del 67° infortunio stagionale, il 41° di natura muscolare e il 15° che riguarda un polpaccio. El Shaarawy si era già fermato per l’intero mese di dicembre in seguito alla lesione accusata al flessore nell’avvio della gara interna di Champions con il Real Madrid. Ora un altro stop, nel momento in cui era il giocatore più in palla nel pacchetto offensivogiallorosso, con 4 gol e 3 assist nelle ultime 9 partite di campionato. Ma l’ultima in casa della Spal l'aveva terminata nel peggiore dei modi dentro lo spogliatoio all'intervallo: una lite particolarmente accesa con Dzeko ha spinto Ranieri a lasciare fuori il Faraone. Impossibile sbilanciarsi sui tempi di recupero, ma si può ipotizzare che El Shaarawy salti almeno Napoli e Fiorentina e sia a rischio per la gara con la Samp. Un tris di partite da giocare in una settimana che rappresentano davvero l’ultima chiamata per inseguire un posto in Champions. La rincorsa è già durissima, così diventa una missione impossibile. Ranieri dovrà tentare il miracolo senza Florenzi e non sa chi e quando riavrà degli altri convalescenti. De Rossi, Manolas, Kolarov, Under e Lorenzo Pellegrini si stanno allenando tutti in campo da qualche giorno, ma sempre a parte. Sta molto meglio il terzino serbo, che potrebbe rientrare in gruppo tra domani alla ripresa e mercoledì, giorno in cui è previsto di rivedere finalmente Under lavorare insieme ai compagni dopo oltre due mesi. Il tecnico potrà fare la conta solo al rientro di tutti i nazionali dai vari impegni, sperando di non rivedere nessun altro tornare in anticipo: in una settimana quattro giallorossi hanno fatto avanti e indietro. Intanto mercoledì e giovedì i dirigenti Totti, Baldissoni, Fienga e Calvo saranno a Doha per il workshop con gli sponsor insieme al Ceo della Qatar Airways. Rimarrà il diesse Massara a presidiare Trigoria, lui che si sta giocando la conferma per il futuro ma deve allontanare le ombre di Petrachi e Campos. Chiunque sarà a costruire la nuova Roma dovrà iniziare da un allenatore, che porti con sé uno staff capace di non far «rompere» un calciatore al giorno: tanti indizi continuano a portare verso Sarri, magari in coppia col preparatore atletico exromanista Bertelli.


Raggi: «Tor di Valle, indagine interna. Berdini andò via per le sue calunnie»

IL MESSAGGERO - Dall’inchiesta sullo stadio alla crisi della giunta, dal nuovo rogo al Tmb Rocca Cencia fino alle scale mobili della metro A che si rompono, lasciando il Centro isolato. Virginia Raggi a tutto campo, intervistata ieri sera a “Non è l’Arena”, il programma di Massimo Giletti. La sindaca,come ha già fatto in questi giorni, passa al contrattacco e si toglie anche qualche sassolino contro ex collaboratori oggi avversari. Come Paolo Berdini, già assessore all’Urbanistica, “stadista” della prima ora, poi oppositore del progetto Tor di Valle, infine uscito dall’esecutivo per delle dichiarazioni fuori le righe sulla sindaca: «È andato viaper lo stadio? No, è andato via perché disse che avevo l’amante...», ricorda oggi la sindaca. Berdini, infatti, parlando con un giornalista, ipotizzò una liaison tra la prima cittadina e Romeo, all’epoca capo segreteria. E se precisa «Io e Salvini andiamo molto d’accordo», in riferimento al ministro leghista dell’Interno, sull’arresto di Marcello De Vito, Raggi puntualizza: «Chiaramente sono furiosa, non ce l’aspettavamo. Ma abbiamo reagito immediatamente, con l’espulsione. Stanno accomunando M5S agli altri partiti, ma noi abbiamo avuto un arrestato e due ore dopo è stato espulso. Noi continuiamo a credere nel valore dell’onestà e legalità e appena capita un evento prendiamo le distanze». E le dimissioni “congelate” di Frongia: «La giunta non cade a pezzi, lavoriamo pancia a terra». Sul progetto stadio, la conferma dei dubbi espressi al Messaggero nell’intervista: «Io ho fatto una due diligence e alla luce di quanto accaduto ne sto facendo fare un’altra. È evidente che io non posso sottoporre l’amministrazione capitolina a un danno erariale perché poi paghiamo tutti». Poi ci sono le ultime emergenza. Quella dei rifiuti, di ieri sera: «Se questo non è un incidente ma un attacco, devono sapere che non ci fermiamo». E le scale della metro A: «Revochiamo il contratto con la ditta».


E Parnasi disse: «Dopo lo stadio voglio una squadra di calcio»

IL MESSAGGERO - ALLEGRI - Due settimane prima di essere arrestato, Luca Parnasi pensava in grande. Grazie all'appoggio del presidente del Consiglio comunale di Roma, Marcello De Vito, e degli altri politici capitolini finiti sotto inchiesta insieme a lui per l'affaire Tor di Valle, l'imprenditore era convinto di avere in tasca il progetto «Nuovo stadio della Roma». Ed era una fucina di idee e ambizioni, tutte da esporre al politico e al suo socio, l'avvocato Camillo Mezzacapo. Non c'era solo l'ipotesi di trasformare Roma in una Capitale dello Sport, con la riqualificazione dell'Ex Fiera, dove realizzare un palazzetto per il basket: l'ex presidente di Eurnova voleva espandersi fuori dal raccordo e comprare una squadra di calcio. A frenare le sue aspirazioni e a consigliargli di tenere un profilo più basso, è l'avvocato Luca Lanzalone, consulente di punta della sindaca Virginia Raggi, già a processo per corruzione.

 
L'ARRESTO - I nuovi dettagli dell'inchiesta che scuote il Campidoglio a Cinquestelle e che ha portato all'arresto di De Vito e Mezzacapo - le accuse sono corruzione e traffico di influenze per le tangenti incassate da Parnasi e da altri tre imprenditori - emergono dalle informative dei carabinieri del Nucleo investigativo, agli atti del fascicolo. Ma potrebbe essere solo l'inizio. Perché alcuni indagati - compreso Mezzacapo - hanno fatto istanza al tribunale del Riesame per tornare in libertà. L'udienza è prevista nei prossimi giorni e le pm Barbara Zuin e Luigia Spinelli dovrebbero depositare nuovi atti: interrogatori, verbali e, soprattutto, nuove intercettazioni che potrebbero ulteriormente imbarazzare il Campidoglio.

 
IL BUSINESS - È il 31 maggio del 2018. Parnasi, intercettato, citofona allo studio di Mezzacapo, in via Col di Lana. In ufficio lo aspettano l'avvocato e De Vito. E l'imprenditore espone i suoi progetti futuri. «Ho orchestrato una situazione», dice. Racconta che «molti amici gli stanno dicendo di fare un business comprando una squadra di Eccellenza in Sicilia, per fare un vivaio - annotano gli investigatori - discutono della Correr Sport Management, che acquista giovani calciatori, e Parnasiparla di un calciatore giovane di origine croata, stile Modric». Parnasi accenna anche al progetto «Stadio del Milan» - dopo Tor di Valle pensava di replicare a Milano - e dice di essere in procinto di chiudere l'accordo. Poi, spiega perché è andato a incontrare De Vito e socio: «C'è la possibilità di fare una nuova operazione importante su Roma», vuole costruire il palazzo del basket.

 
I CONSIGLI DI LANZALONE - Su tutti i progetti in cantiere racconta di essersi «un po' consultato, ho fatto una chiacchierata pure con Lanzalone... dico: Voi come la vedete questa cosa?». E il legale avrebbe risposto: «Meno ti fai vedere in questo momento come uno che sta dappertutto a Roma... che onestamente ci dai un po' di problemi di immagine, no? Primo che stai facendo lo stadio della Roma». Ma Parnasi lo ignora: «Dobbiamo ragionarci bene, strategicamente. Dovete farci una riflessione ampia, politica!». Il costruttore vorrebbe procedere in tempi rapidi: «Ho l'idea di andare molto veloci su un progetto nuovo, che avrà Berdini contro per l'ennesima volta». Parlando dell'ex assessore all'Urbanistica - contrario al progetto Tor di Valle - fa una battuta: «Ma il fatto di avere Berdini contro è un vantaggio». E De Vito: «Pure per noi, politicamente!». Poi l'imprenditore torna serio: «Prendiamoci del tempo per riflettere, su come la si vede all'interno del Comune; tu hai gli umori». E De Vito: «Lo strumento, il vantaggio politico». Parnasi non ha dubbi: «Questa è una cosa grossa».


Roma, occhi puntati su Openda

La Roma segue Loïs Openda, attaccante del Bruges. Il classe 2000, attualmente impegnato con la Nazionale Under 19 belga, si è messo in mostra proprio nel match giocato contro l'Italia dove ha messo a segno una doppietta. Questo quanto riportato da voetbalnieuws.be.


Ferrero: "La Roma è un sogno"

Massimo Ferrero, Presidente della Sampdoria, ai microfoni di Radio Radio:

"Voglio precisare una cosa: sono presidente della Sampdoria - risponde Ferrero -. E la Samp è nel mio cuore e nella mia testa, è la mia azienda. Oggi sono presidente di una squadra meravigliosa, nella quale metto tutto, amo i miei tifosi. La Roma è un sogno che ho fin da bambino, ma la mia azienda è la Samp". Ferrero poi risponde ai messaggi dei tifosi del Palermo, che lo hanno invitato a rilevare il club da Zamparini: "Adesso non posso comprare nulla, sono presidente della Samp e fin che Dio vorrà sono felice di rappresentare i colori più belli del mondo". Poi si esprime sul presidente laziale Claudio Lotito: "E' il miglior presidente del mondo... Con Lotito il successo è garantito! Non vedetelo così come appare, è una persona molto divertente".


Bookie, Sarri in pole position per sostituire Ranieri alla Roma

Maurizio Sarri non sarà più il tecnico del Chelsea, l'unica variante è se accadrà nelle prossime settimane o a fine stagione. La prossima destinazione dell'attuale mister dei Blues sembra esser sempre più Roma. Secondo il tabellone Sisal Matchpoint, le quote dell'ex trainer del Napoli sarebbero addirittura scese da 3,00 a 2,00.

Si è così allargata la forbice tra Sarri e gli altri candidati, con Gian Piero Gasperini, Marco Giampaolo ed Antonio Conte tutti a 4,50. Ancora più lontani Christian Panucci e Vincenzo Montella, entrambi a 9,00, mentre la conferma di Claudio Ranieri è a 12,00. A riferire tutto questo è agipronews.


Ex assessore Caudo contro la Raggi: "Progetto stadio trattato con pressappochismo" (Foto)

Giovanni Caudo, ex assessore all'Urbanistica del Comune di Roma e professore di Urbanistica presso l'Università Roma Tre, tramite il suo profilo Facebook ha pubblicato un post per spiegare "cosa la giunta Raggi ha fatto o non ha fatto fin dall’inizio sulla vicenda stadio della Roma". Questo il lungo post dell'ex assessore:

Quando si insediò la giunta Raggi, nel giugno del 2016, il progetto era ormai definitivamente approvato?
"No. Come giunta Marino avevamo approvato in Assemblea Capitolina il 22 dicembre 2014 (132/2014) la delibera che dichiarava solo “il pubblico interesse della proposta di realizzazione del nuovo stadio della Roma a Tor di Valle” e che prescriveva 14 “necessarie condizioni” alle quali il proponente doveva attenersi per avviare la fase di esame del progetto e della conseguente conferenza di servizi decisoria".

Cosa sarebbe successo se il proponente non presentava la documentazione per l’avvio della fase successiva? 
"Non sarebbe successo nulla. La procedura si sarebbe esaurita senza che fosse maturato alcun diritto edificatorio per il proponente o qualsiasi altro obbligo per il Comune".

C’erano diritti edificatori che potevano essere riconosciuti al privato a seguito della delibera approvata?
"No. La delibera Marino non aveva alcuna valenza urbanistica. La condizione numero 3 delle 14 previste prescriveva che solo ad esito della trasformazione l’area di Tor di Valle avrebbe cambiato zonizzazione di piano regolatore e che la variante urbanistica diventava effettiva solo al momento dell’approvazione definitiva, quindi solo alla fine di tutto il percorso decisionale, che si conclude, come previsto dalla legge, con un decreto del Presidente della Regione Lazio".

Quando è che il privato ha presentato la documentazione per l’avvio della procedura di approvazione del progetto?
"Il proponente ha presentato la documentazione per l’avvio della procedura di approvazione il 15 giugno del 2015, sei mesi dopo l’approvazione della delibera 132/2014. Tutta la documentazione e il plastico del progetto completo con tutte le sue parti, lo stadio, il business Park, il sistema delle infrastrutture e il sistema ambientale venne esposto al pubblico a partire dal 7 luglio 2015 alla “casa della Città”.

La documentazione e il progetto presentato rispettavano tutte le 14 “necessarie condizioni” prescritte per la dichiarazione di pubblica utilità?
"Si, ma era incompleto. Il 20 luglio del 2015 dopo una disamina del gruppo tecnico interassessorile il Comune invia, come prevede la legge, il progetto alla Regione Lazio per gli ulteriori adempimenti. La trasmissione avviene con l’accompagnamento di una nota lunga diverse pagine che in sintesi dice: “il Progetto tiene conto delle prescrizioni dettate dall’Assemblea capitolina per il pubblico interesse ma tuttavia ci sono carenze dovute a una certa fretta nella fase finale di preparazione della documentazione”.

Che successe quindi a quel punto?
"Successe che l’iter si interruppe in attesa che il proponente consegnasse, integrasse e completasse la documentazione mancante. Infatti, il 5 agosto del 2015 la Regione Lazio prende atto di quanto scrive il Comune di Roma e a sua volta scrive al proponente chiedendo di “perfezionare e completare il progetto definitivo di tutti gli interventi previsti così come integrati e modificati ad esito della conferenza preliminare conclusasi in data 4/9/2014 ed in conformità con la Deliberazione dell’Assemblea Capitolina 132/2014”.

Quando è che viene consegnata la documentazione mancante?
"La consegna avviene in piena campagna elettorale per le amministrative, il 30 maggio del 2016, un anno dopo la prima consegna".

Si poteva quindi dare seguito alle promesse elettorali di Cinque Stelle che era contro lo stadio e cancellare la procedura avviata con la delibera della giunta Marino?
"Si. Ricordo che la delibera della giunta Marino del dicembre 2014 non aveva valenza urbanistica e non costituiva alcun diritto edificatorio sull’area diverso da quello contenuto nel Piano regolatore vigente approvato da Veltroni nel febbraio 2008. Inoltre, a quel momento non era ancora stata avviata la conferenza dei servizi in Regione e per altro il Comune doveva ancora valutare la nuova documentazione consegnata per sanare le carenze denunciate nel luglio del 2015 e richiamate dalla lettera della Regione Lazio il 5 agosto del 2015. C’erano tutti i margini e le condizioni per un ripensamento. anche radicale".

E invece?
"La giunta Raggi, con la firma dell’assessore all’urbanistica, invia il 30 agosto 2016 (a due mesi dall’insediamento) alla Regione Lazio la documentazione del progetto senza che sia stata accertata la conformità alle “necessarie condizioni” per la dichiarazione di pubblica utilità prescritte dalla delibera Marino, la 132/2014. Si tratta di una mancanza grave (La Regione ne sottolinea con una nota l’assenza) perché un conto è la carenza di documentazione, di relazioni o di alcuni elaborati, decisamente diverso è incardinare una conferenza dei servizi su un progetto che potrebbe essere in contrasto con le condizioni fissate per la dichiarazione di pubblica utilità. Già allora da parte di Roma Capitale si ebbe una gestione quantomeno contraddittoria del progetto e dell’iter amministrativo e procedurale.
Sempre la giunta Raggi a firma dell’assessore all’urbanistica presenta il 16 settembre del 2016 una memoria nella quale vengono elencati tutti gli adempimenti nonché la cronologia per l’approvazione del progetto, compresa la variante urbanistica (prima data per il suo esame come da cronoprogramma il 14 novembre del 2016)".
Nessuno di questi adempimenti verrà onorato.

La giunta Raggi anche all’inizio era quindi contraria al progetto?
"No, negli atti amministrativi predisposti e approvati no. Anzi, appena insediata aveva la possibilità di decidere diversamente ma scelse un comportamento contraddittorio: comunicare ai giornali la contrarietà e contemporaneamente dare seguito agli atti amministrativi per la sua approvazione incardinando il processo decisionale. Un comportamento contraddittorio che da quel momento in poi ha messo l’amministrazione pubblica in una condizione di debolezza. L’avvio della conferenza di servizi decisoria, il 3 novembre del 2016, e il suo svolgimento avviene nella totale incertezza di indicazioni da parte dei rappresentanti del Comune. I lavori si svolgono ma a volte l'esame tecnico, stante le incertezze di fondo, non appare minuzioso data anche la mole di elaborati e documenti presentati per le diverse parti dell'intervento. Così avviene anche per le valutazioni sui beni culturali, sul paesaggio. Un insieme di incertezze che sarà uno dei motivi per i quali si giungerà a un primo parere negativo sul progetto del 2015".

E a proposito del parere negativo sulla delibera Marino, è vero che si prevedeva solo il prolungamento della Metro B che però non si poteva realizzare?
"No, non è vero. Nella delibera Marino era prescritto un livello di servizio alla stazione di Tor di Valledi 16 treni l’ora per assicurare il trasporto di circa 20 mila passeggeri. Livello che poteva essere soddisfatto “prioritariamente attraverso il prolungamento della Linea B della metro fino a Tor di Valle” con otto treni l’ora (uno ogni 7 minuti) e otto treni l’ora sulla Roma Lido, potenziata anche grazie all’intervento già previsto allora dalla Regione Lazio che è proprietaria della linea. Era il punto 1 dei 14 elencati nella delibera Marino che prevedeva anche che la decisione finale sarebbe stata presa nella conferenza dei servizi decisoria indetta dalla Regione che come detto era anche titolare della ferrovia Roma Lido e competente per gli eventuali investimenti".

Si poteva quindi decidere di potenziare anche solo la Roma Lido?
"Si, prevedendo però 16 treni l’ora sulla Roma Lido, uno ogni 3,5 minuti. In questo caso il contributo a carico del privato per il prolungamento della Metro B, pari a 50,5 milioni, poteva essere spostato per contribuire agli investimenti della Regione sulla Roma Lido o ad altre opere di interesse generale o a una riduzione della cubatura; tutte prefigurazioni già previste sempre dal punto 1 della delibera: …minori costi determinati in sede di Conferenza di servizi decisoria, anche a seguito di apporti esterni alla realizzazione delle opere, comporteranno l’integrazione di opere indicate in sede di Conferenza di servizi decisoria ritenute di interesse generale o in alternativa in minore SUL discendente dalla variante ovvero il versamento all’Amministrazione Capitolina della somma equivalente”.
L’accordo del febbraio 2017 tra la Raggi e la As Roma, quello annunciato in piazza davanti ai tifosi, è il frutto dell’incertezza e di un certo pressapochismo con cui venne trattato un progetto complesso e diede il colpo di grazia alla procedura che era stata incardinata durante la giunta Marino. Da quel momento in poi i ruoli si ribaltarono, non c'è più un proponente e un'amministrazione che valuta la proposta, ma un privato che deve cambiare il progetto in virtù di un input politico dato direttamente dalla sindaca. Non si capisce ad esempio in base a quale delibera o atto si avviò una fase negoziale che stravolgerà l’atto votato dall’Assemblea Capitolina e che porterà a #unostadiofattobene concretizzatosi nel dare in pasto alla comunicazione solo la riduzione della cubatura".

"E’ in queste condizioni di incertezza e di assenza di rigore procedurale che si inserisce il “rito romano” dei facilitatori e degli intermediari che hanno sempre contornato le vicende urbanistiche a Roma. Altro che rispetto delle regole. L’11 settembre 2016, riprendendo un articolo di Vezio de Lucia scrivevo: Sullo stadio “Il vostro parlare sia si si no no, il di più viene dal maligno". E purtroppo, oggi lo possiamo dire, si è scelto il maligno".


Striscione contro Pallotta durante Boston Celtics-Charlotte Hornets (Foto)

Ieri, allo Spectrum Center di Boston, un tifoso della Roma ha esposto uno striscione contro James Pallotta, patron del club capitolino e della squadra di basket americana. Il tifoso giallorosso ha acquistato un biglietto per assistere al match di NBA tra  Boston Celtics e Charlotte Hornets e, una volta all'interno dell'impianto, ha tirato fuori lo striscione "Pallotta Go Home. Curva Sud".


Manolas: "Sto bene alla Roma, qui c'è la mia vita"

Kostas Manolas, difensore della Roma, ha parlato al canale greco Skai. Queste le sue dichiarazioni:

«Come affronto la mia carriera? Come la vita: posso andare in alto e ottenere ottimi risultati ma devo sempre rimanere con i piedi per terra e ricordarmi da dove sono partito. Il calcio, così come la vita, non ti regala niente. Devi lottare per raggiungere gli obiettivi», continua Manolas, che poi parla anche del sostegno ricevuto dalla sua famiglia: «Mio nonno quando ero piccolo mi ha regalato le prime scarpe da calcio. Mia madre ha detto che la mia prima parola è stata «obiettivo» mentre tenevo in mano un pallone da calcio. Non è stata «mamma» o «papà». Qualcosa dentro di me ha subito capito che sarei diventato un calciatore, anche se a scuola andavo molto bene. Ho preso tutto da mio zio, uno dei difensori più forti della Grecia. Ho cominciato a lottare per inseguire il mio sogno e ora sono a un ottimo livello grazie anche alla mia famiglia che ha sempre sostenuto il mio obiettivo. Mio padre era un medico a Naxos, ha lasciato tutto per aiutarmi. Facevo tre allenamenti al giorno per raggiungere un buon livello».

E poi sul suo primo approccio mondo del calcio «Quando ero ancora un ragazzo ed ero in cerca di una squadra trovai su internet un annuncio dell’Aek Atene che stava cercando ragazzi da tesserare. Dissi ai miei genitori che sarei andato a sostenere il provino, e il club mi prese. Poi però dopo qualche mese l’allenatore mi disse che non ero ancora pronto, così presi un taxi per andare a Fyli e il giorno dopo firmai un contratto da professionista per il Thrasyvoulos. Nella vita bisogna sempre essere sicuri di se stessi».

Poi Manolas rivela la squadra per cui fa il tifo («L'Olympiacos») e l'avversario più duro:«Ho giocato contro Messi, ma Ibrahimovic è il più forte di tutti». L'unico pensiero al futuro riguarda cosa farà una volta appese le scarpette al chiodo. Su questo Manolas non ha dubbi:«Tornerò a Naxos, che per me è il paradiso. Sono cresciuto lì e ci tornerò».


Allenamento Roma, lavoro per De Rossi, Kolarov, Under, Pastore e Pellegrini. Domani gli esami per Elsha

Oggi giornata di allenamento a TrigoriaDe Rossi, Kolarov, Manolas, Pellegrini, Pastore e Under si dividono tra palestra e individuale sul campo. Lavoro individuale per Florenzi ed El Shaarawy, che è rientrato a Trigoria dopo l'infortunio accusato in Nazionale. L'attaccante della Roma fa ritorno alla base dopo il problema muscolare (il 41esimo stagionale in casa giallorossa) al polpaccio accusato prima del match Italia-Finlandia di sabato scorso. Previsti per domani gli esami strumentali per valutare l'entità dell'infortunio. Domani alle 11 prevista la ripresa di tutto il gruppo.

Under e Kolarov sono prossimi al rientro. Non è escluso che possano farcela anche gli altri, ma è preferibile essere prudenti e spostare la previsione nelle prossime ore.


Allenamanto Napoli. Domani pomeriggio si ricomincia in vista della Roma

Domani pomeriggio, gli uomini di Ancelotti torneranno adi allenarsi al Centro Tecnico in vista del match in programma domenica alle ore 15 allo stadio Olimpico contro la Roma. Gli azzurri rimasti a Napoli hanno lavorato nella settimana della sosta per le Nazionali. Questo è quanto apparso sul sito ufficiale dei partenopei, sscnapoli.it.


Stadio della Roma. Grancio, ex M5S: "Mi sembra che la Raggi vada mano nella mano con Baldissoni"

Cristina Grancio, consigliera espulsa dal Movimento 5 Stelle, è stato intervistata nel corso della trasmissione Te la Do io Tokyo in onda su Centro Suono Sport ed è tornata a parlare delle ultime vicende relative allo stadio della Roma. Queste le sue dichiarazioni:

"Ho sentito ieri la sindaca Raggi e mi sembra vada mano nella mano con Baldissoni e con il libro di Collodi sotto al braccio. Il parere dell’avvocatura è stato segretato, ma i contenuti non dicono quello che ha affermato la Raggi ieri sera. Sicuramente la Roma avrebbe impugnato l’annullamento, questo è vero, ma c’era l’opportunità di tornare indietro perché eravamo in una fase endoprocedimentale e non dovevamo temere nulla. Questa cosa ci è stata confermata anche in una riunione con l’avvocatura; paradossalmente ci fu confermata dallo stesso Lanzalone, quindi voglio dire, quello che abbiamo sentito ieri dalla sindaca a me fa ridere se non piangere. Ho capito subito che non ci si muoveva con chiarezza e che le pressioni esercitate erano di tipo ‘ti porto in aula senza farti sapere niente e lì smentiscimi’, della serie ‘adesso mettiti contro la sindaca’, era più una provocazione. Ricordo ancora che durante la prima votazione, durante il consiglio straordinario tenuto nel tardo pomeriggio, all’unanimità decidemmo di non portare nessun atto in aula il giorno dopo; verso mezzanotte ci arrivò un’altra convocazione, e questa era una delle loro caratteristiche perché accadde anche in municipio: alla convocazione ufficiale tutti quanti votarono contro lo stadio, dopodiché si riunirono di nuovo e ricordo che Paolo Ferrara, con tono perentorio, ci disse che la cosa doveva andare avanti. Quindi le pressioni non erano che ti prendevano da parte e ti minacciavano, piuttosto ti portavano in aula e ti sfidavano a votare contro”.