InsideRoma Daily News - Allenamento Roma, domani Kolarov ed Under torneranno in gruppo - De Rossi migliora, l'obiettivo è il Napoli - Casting ds Roma. In pole c'è Ausilio, le alternative sono Campos e Petrachi

NOTIZIE DEL GIORNO | 25 MARZO 2019

- Buone notizie in casa Roma. Da domani Claudio Ranieri potrà riabbracciare sia Kolarov che Under che, come riferito da Sky Sport, torneranno ad allenarsi in gruppo e quindi potranno scendere in campo già domenica prossima contro il Napoli.

- De Rossi verso il miglioramento. Secondo Sky Sport, il capitano affronta bene l'infortunio al polpaccio e potrebbe ricominciare a lavorare insieme al gruppo già mercoledì. Il desiderio di Daniele e di tutti noi è che si rimetta in sesto per la partita contro il Napoli.

- Domani pomeriggio, gli uomini di Ancelotti torneranno adi allenarsi al Centro Tecnico in vista del match in programma domenica alle ore 15 allo stadio Olimpico contro la Roma. Gli azzurri rimasti a Napoli hanno lavorato nella settimana della sosta per le Nazionali. Questo è quanto apparso sul sito ufficiale dei partenopei, sscnapoli.it.

- La Roma segue Loïs Openda, attaccante del Bruges. Il classe 2000, attualmente impegnato con la Nazionale Under 19 belga, si è messo in mostra proprio nel match giocato contro l'Italia dove ha messo a segno una doppietta. Questo quanto riportato da voetbalnieuws.be.

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La Roma fa il casting per il nuovo direttore sportivo. Dopo l'addio di Monchi, il ruolo è stato affidato "pro tempore" a Frederic Massara ma la dirigenza giallorossa sta continuando a lavorare sotto traccia e secondo l'agenzia di stampa Adnkronos, la pista principale porta all'attuale ds dell'Inter Piero Ausilio, il cui rinnovo con il club nerazzurro, dopo l'arrivo di Beppe Marotta, non è così certo. L'ad dell'Inter, infatti, potrebbe portare un suo uomo in nerazzurro e supervisionare tutto il mercato, con Ausilio che a questo punto preferirebbe trovare una nuova sfida professionale.

Altre strade che si stanno vagliando sono quelle che portano al portoghese Luis Campos del Lille, legato al tecnico Jardim e molto vicino al famoso agente Jorge Mendes, e Gianluca Petrachi ds del Torino che ha un contratto in scadenza con i granata nel 2020 e con il presidente granata Urbano Cairo che non ha nessuna intenzione di privarsene a cuor leggero. Nessun contatto invece con Massimiliano Mirabelli, ex ds del Milan, che probabilmente andrà al Bologna.

L'influenza degli agenti non è comunque un dato da sottovalutare anche nel mercato dei ds, se Campos è vicino a Mendes, Ausilio è vicino ai fratelli Giuffrida, Gabriele e Valerio sono agenti e intermediari molto influenti sul mercato italiano e polacco e anche amici personali del ds nerazzurro con frequentazioni ad Ibiza e all'Hotel Bulgari di Milano. Come intermediari i Giuffrida hanno fatto molti gli affari sul versante genovese con il Genoa di Preziosi e la Samp di Ferrero, in particolare con giocatori polacchi, ma anche con l'Inter e la Roma, sia per giocatori affermati che per giovani promesse.

Per la panchina, la prima scelta sarebbe Maurizio Sarri che è però legato al Chelsea e Gian Piero Gasperini prima alternativa, tentato dal riprovare un'esperienza in una grande piazza. Il futuro della Roma passa però anche dalla qualificazione in Champions League. Senza il quarto posto, il club giallorosso sarebbe costretto a cedere pezzi importanti per rimettere apposto il bilancio. I maggiori indiziati sarebbero Manolas, Dzeko e Lorenzo Pellegrini, che consentirebbero plusvalenze importanti. Un discorso a parte merita Niccolò Zaniolo, giocatore su cui ha messo insistentemente gli occhi addosso la Juvnetus che sarebbe disposta a pagarlo 60 milioni, ma la piazza giallorossa non prenderebbe bene una tale cessione.

 


Ranieri, i fatti oltre le parole

IL MESSAGGERO - CARINA - Doppia rivoluzione. La prima, imminente, sul campo. L’altra, futuribile, sul mercato. Se per la seconda (aspettando di conoscere i nuovi ds e tecnico: oltre a Sarri e Gasperini, il nome nuovo è Jardim) inizia a trapelare qualcosa sui possibili obiettivi estivi - monitorati Cragno per la porta e il difensore centrale Magalhaes del Lilla - per la prima la parola passa a Ranieri. Che nel post-gara di Ferrara è stato chiaro, sia su quello che attende la Romasenza Champions sia sulla delusione provata per l’atteggiamento del gruppo. Il tecnico ha volutamente puntato sul concetto di squadra ma inevitabilmente questa passa per i singoli. E sono in molti, nei primi 180 minuti, a non averlo soddisfatto.

POCO CARATTERE Sir Claudio è un uomo schietto. E se ha utilizzato il bastone è perché vuole provocare una reazione nello spogliatoio. Sinora il comportamento di molti calciatori lo ha sorpreso in negativo. Soprattutto a livello di personalità. In pochi in campo azzardano la giocata, meglio nascondersi limitandosi al compitino. Anche con l’Empoli non era rimasto contento ma il 2-1 finale aveva lenito le prime perplessità. Inutile girarci intorno: quando ha accettato l’incarico, sapeva di andare incontro a delle difficoltà ma non pensava fossero così numerose. E soprattutto strutturali. Perché anche lui, come Di Francesco, si sta scontrando con una squadra costruita male. Che sia 4-3-3, 4-2-3-1 o 4-4-2 fa poca differenza. Aspettando i rientri di De Rossi e Pellegrini (il centrocampista ha 20-30 minuti nelle gambe con il Napoli: possibile impiego a partita in corso) la mediana fa terribilmente fatica. Nzonzi e Cristante non formano una coppia. Errori in impostazione, con nessuno dei due che accompagna l’azione come dovrebbe tanto meno copre la difesa come vorrebbe il tecnico. Il reparto arretrato è un altro punto dolente. A partire da Olsen, sul quale inizia a serpeggiare l’ombra di Mirante. Davanti a lui, la grande delusione per Ranieri è Juan Jesus. I gravi errori nelle ultime due gare, c’entrano fino ad un certo punto: il tecnico si attendeva infatti un altro atteggiamento dal punto di vista caratteriale. Karsdorp ha invece confermato l’inadeguatezza tattica già riscontrata nei suoi primi mesi romani: contro il Napoli, con il ko di Florenzi, spazio a Santon. Sperando sempre che Kolarov recuperi.

NO ALLA RASSEGNAZIONE Dei due centrali, pur considerando Fazio un big, per adesso quello che lo ha convinto è Marcano. In avanti è rimasto favorevolmente sorpreso da Kluivert. L’olandese gli piace ma al pari del suo connazionale, va disciplinato tatticamente. Deluso invece da Perotti e Schick. L’argentino in un paio di occasioni s’è mostrato eccessivamente permaloso, nonostante Ranieri gli avesse motivato le partenze in panchina. Il ceco (che con il rientro di Under rischia il posto: ieri per il turco via libera dopo la risonanza magnetica) merita un capitolo a parte. Nonostante gli elogi reiterati e il gol, non lo aveva convinto nemmeno contro l’Empoli. Troppo molle, avulso dal gioco, poco cattivo e reattivo. Per questo motivo, al netto dei rapporti che andranno chiariti tra Dzeko e El Shaarawy, Ranieri a Ferrara ha lasciato in campo Edin. Serve una scossa. E se questa deve arrivare con un litigio, ben venga.


Toh, si rivede Under. È fuori dal tunnel e prenota il Napoli

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Lo scorso anno, di questi tempi, dopo alcuni mesi di apprendistato aveva incominciato a prendersi la Roma e con i suoi gol aveva aiutato la squadra nella corsa al terzo posto e alla semifinale di Champions League. Dodici mesi dopo Cengiz Ünder non è riuscito a mantenere le (legittime) attese che c’erano sul suo conto, e anzi dopo un buon avvio di stagione – tre gol in campionato (Frosinone, Inter e Parma) e altrettanti in Champions League (Viktoria Plzen all’andata e al ritorno e Cska) – di lui si sono praticamente perse le tracce. (…). Negli ultimi tre mesi non si è praticamente mai visto, all’attivo ha solo 6’, quelli disputati all’Olimpico il 19 gennaio prima che il muscolo cedesse: uno scatto sotto la Tevere e poi lo stop, lesione al retto femorale sinistro. Un recupero lento e complicato da una ricaduta proprio quando sembrava pronto per il rientro. Ora la luce alla fine del tunnel sembra sempre più vicina: nei giorni scorsi Under ha effettuato una risonanza, utile a verificare i progressi rispetto al percorso di recupero dall’infortunio. L’esame è risultato negativo, quindi da un punto di vista medico l’esterno turco può dirsi guarito: entro la metà della prossima settimana è previsto il suo rientro in gruppo, e a questo punto la palla passa nelle mani di Ranieri. (…) Da mercoledì avrà la possibilità di studiarlo più da vicino per capire come utilizzarlo nel suo 4-4-2 in cui può fare l’esterno su entrambe le fasce ma anche la seconda punta, al fianco o qualche metro dietro l’attaccante centrale, che può essere Dzeko o Schick. 


Rivoluzione in difesa. La Roma si muove per Cragno, Magalhaes e Mancini

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Al momento, insieme a Petrachi, Ausilio e al reggente Massara, viene molto considerato Luis Campos, 54 anni, portoghese, prima allenatore in patria, poi scout del Real Madrid e quindi direttore tecnico del Monaco, prima di diventare d.s. della società francese. Inseguito anche da Chelsea e Arsenal, il suo modello è quello del Porto, il che evocherà anche brutti ricordi in casa giallorossa, ma è un club che – pur scovando e poi rivendendo talenti – riesce a restare ai vertici nel proprio Paese e nella élite del calcio europeo. E così, stabilito il feeling, all’improvviso sputano due piste che riguardano altrettanti giocatori del Lilla: il centrale difensivo Gabriel Magalhaes, 21 anni, brasiliano, che in questa stagione ha giocato finora 10 partite, ed il centrocampista con vocazioni difensive Boubakary Soumaré, 20 anni, francese di origine senegalese. Per ciascuno di loro il prezzo dovrebbe aggirarsi intorno ai 10 milioni, anche se Campos potrebbe anche spuntare condizioni migliori. (…).Tra quelli destinati a rimpolpare e ringiovanire la rosa, comunque, c’è sempre Gianluca Mancini, 23 anni ad aprile, per cui l’Atalanta chiede al momento 25 milioni. Parlando del reparto, sembra destinato a partire (direzione Premier) anche Olsen, visto che sono avviate le trattative per Alessio Cragno, 24 anni, portiere del Cagliari e nel giro azzurro. Ovvio, però, che molto dipenderà anche dalle scelte che riguarderanno appunto il ruolo di direttore sportivo, ma anche quello dell’allenatore. E oltre i soliti nomi italiani (Sarri, Gasperini, Giampaolo), la rete tessuta da Franco Baldini si allarga anche all’estero, tant’è che si fanno i nomi di Leonardo Jardim, tecnico del Monaco, e addirittura quello di Marcelo Bielsa, attualmente al Leeds.


Berdini: «Raggi era contraria allo stadio, poi con Lanzalone tutto cambiò»

CORRIERE DELLA SERA - «Un terremoto? Be’ qua direi che siamo già ben oltre. Siamo a uno tsunami per una città cui evidentemente non bastava l’essere stata travolta da Mafia Capitale, dalla mafia a Ostia, dalla mafia ovunque. L’unico sussulto di dignità che può salvare la giunta Raggi passa attraverso un ritorno alle regole, e quindi dall’addio al progetto dello stadio della Roma a Tor di Valle. Vede, per ogni urbanista serio il piano regolatore è “la” legge. E chiunque si muova fuori da quello, come sta facendo la giunta Raggi, si muove al di fuori delle regole... Chi vuole capirci qualcosa su ciò che è successo e sta succedendo dovrebbe indagare su quello che accade in Campidoglio dopo il 16 dicembre 2016. È tutto là». Paolo Berdini è stato il primo assessore all’Urbanistica di Virginia Raggi, carica da cui si dimette nel febbraio del 2017. (…).

Arriva il 16 dicembre 2016. L’arresto di Raffaele Marra, braccio destro di Raggi.
«Da lì cambia tutto. Prima di allora, sia nei discorsi pubblici che in quelli privati, la Raggi era contrarissima a realizzare lo stadio della Roma a Tor di Valle. Si valutavano aree alternative, visto che c’erano e ci sono. Su questo eravamo d’accordo sin da subito».

Al di là delle dichiarazioni pubbliche, aveva mai sospettato che qualcuno in Campidoglio remasse contro la posizione sua e della sindaca sullo stadio?
«Mai, all’epoca non ne avevo alcuna ragione
».

Neanche De Vito, il presidente del Consiglio comunale arrestato per corruzione?
«Men che meno. Anche De Vito era contrario alla realizzazione dell’impianto a Tor di Valle. Se pensate che oggi l’attuale amministrazione ha esteso le cubature ben oltre a quelle previste dalla giunta di Marino, che già andavano al di là del piano regolatore, capite la reale dimensione del cambio della loro impostazione iniziale, che partiva appunto da lrispetto delle regole. Erano stati votati per questo, no?».

(…)

Cosa cambia con l’arresto di Marra?
«Tutto. Il M5S nazionale commissaria di fatto la Raggi con Bonafede e Fraccaro. Spunta questo Lanzalone…».

Il suo arresto, nel giugno scorso, «apre» l’inchiesta sullo stadio.
«All’epoca chiesi conto alla Raggi del suo ruolo, del perché stesse sui dossier dell’Urbanistica. La sindaca mi rispose che Lanzalone era un uomo di sua fiducia, che stava lì per aiutarmi ad arrivare alla risoluzione del contratto per Tor di Valle. E invece stava lì per l’esatto contrario».

(…).

Se mai ci fosse un referendum sullo stadio a Tor di Valle?
«La stragrande maggioranza dei romani voterebbe contro. Soprattutto dopo questo scandalo devastante».


Dagli incarichi fittizi ai bonifici gonfiati: ecco il sistema-De Vito

IL MESSAGGERO - ALLEGRI - Consulenze legali fittizie per mascherare le tangenti destinate al presidente del Consiglio comunale di Roma, Marcello De Vito. Vincolate, oltretutto, all'approvazione in Campidoglio delle delibere relative ai progetti. Sono le informative agli atti dell’inchiesta che ha portato in carcere per corruzione il politico e il suo socio, l’avvocato Camillo Mezzacapo, a raccontare come quegli incarichi fossero relativi a lavori non svolti o, comunque, non compatibili con l’entità delle parcelle che, per incassare favori, gli imprenditori Luca Parnasi, Claudio e Pierluigi Toti, e Giuseppe Statuto, avevano deciso di pagare.

I CONTRATTI CON PARNASI «Soldi buttati al cesso», commenta Parnasi con un collaboratore parlando di un incarico inutile e costoso commissionato a una prestanome di Mezzacapo. Un dialogo eloquente, per i carabinieri del Nucleo investigativo che, coordinati dalle pm Barbara Zuin e Luigia Spinelli, hanno analizzato conti correnti e bonifici. Dagli accertamenti è emerso - è la tesi della procura - che quelle consulenze erano «irrilevanti». Per l’accusa, per comprare l’aiuto di De Vito, Parnasi avrebbe commissionato allo studio del suo socio vari incarichi. Il primo è «il conferimento da parte dell’amministratore della Capital Holding Spa e del presidente del consiglio di amministratore della Vigest Srl e di Luca Parnasi, amministratore della Energie Alternative Srl». É destinato a Mezzacapo, ma viene formalizzato nei confronti dell’avvocato Virginia Vecchiarelli, sua cognata e collaboratrice. La donna - indagata - avrebbe svolto il ruolo di prestanome. La prestazione viene pagata 95.123 euro. Un compenso «sproporzionato all’impegno profuso» e all'attività in concreto svolta, che è «quasi inesistente», visto che il lavoro è stato portato avanti da altri professionisti, si legge in un’informativa. Il secondo incarico - non formalizzato - conferito a Mezzacapo è relativo a «un accordo transattivo tra Parsitalia - società del gruppo Parnasi - e Roma Capitale del valore di 10 milioni». L’imprenditore promette anche una consulenza su «un contenzioso con la Banca delle Marche» e una relativa alla «realizzazione presso l’ex Fiera di Roma di un polo di intrattenimento»: è l’ultimo progetto che il costruttore intende chiudere grazie a De Vito.

I FRATELLI TOTI Per l’accusa, lo stesso copione si sarebbe ripetuto con i fratelli Toti che, «sfruttando le relazioni del politico», avrebbero ottenuto l’approvazione del progetto di riqualificazione degli Ex Mercati Generali all’Ostiense. Il 24 ottobre 2017 sul conto dell’avvocato arriva il bonifico con questa causale: «Pagamento preavviso di fattura del 25 settembre». Il compenso, di 110.620 euro, è stato «corrisposto sotto forma di incarico conferito dalla Silvano Toti Holding Spa allo studio legale Mezzacapo», si legge negli atti. E, per gli investigatori, «è non in linea rispetto al profilo finanziario emerso dall'esame del conto corrente di Mezzacapo, nel quale sono presenti plurimimovimenti in entrata, per cifre che non superano mai i 25.000 euro». Il contratto, stipulato il 29 maggio 2017, ha come oggetto «l’assistenza legale alla Silvano Toti Holding spa per la consulenza commerciale, amministrativa e societaria relativamente all'intervento di riqualificazione del complesso degli ex Mercati Generali». Gli inquirenti notano un dettaglio: nella clausola conclusiva si legge che «il contratto si intenderà risolto di diritto ove entro il 30 luglio 2017 non sia stato approvato dalle competenti Autorità il Progetto Definitivo». Agli atti dell’inchiesta ci sono anche gli affari dell’asse De Vito-Mezzacapo con il gruppo Statuto. Dall'analisi dei conti correnti dell’avvocato è emerso un bonifico da 24 mila euro emesso il 6 febbraio 2018 dalla società “Servizi Direzionali Srl”, con causale «preavviso fattura del 31.1.2018 Ippolito Nievo srl». Entrambe le compagini societarie appartengono al gruppo Statuto «impegnato in progetti immobiliari di rilievo, quali la realizzazione di un hotel presso l’ex stazione Trastevere». È proprio questo il progetto per il quale De Vito avrebbe dovuto ottenere il via libera. Mezzacapo parla con un architetto del gruppo, preoccupato perché hanno ricevuto un preavviso di diniego del progetto. Il 31 gennaio 2019 l’avvocato dice che, «parlerà con una persona che potrebbe intervenire». Per gli inquirenti il riferimento è «chiaramente a De Vito».


Mancio, carezze ai ragazzi: «Avanti così con qualità»

LA GAZZETTA DELLO SPORT - L’Italia di Mancio porta a casa la posta piena nella prima tappa verso Euro 2020. Una Nazionale giovane, che ha come pilastri ragazzi che ancora potrebbero giocare in Under 21. Una squadra che ha dimostrato di poter metabolizzare tutto sommato senza problemi assenze importanti, quali erano ieri quelle di Insigne, Chiesa e Florenzi. (…). Non ha convinto Ciro Immobile, che però ha avviato il 2-0 di Kean. «Ciro deve stare tranquillo – continua il commissario tecnico azzurro –, non era facile per lui, aveva addosso tanti difensori, era marcatissimo. Kean? Ha qualità, deve lavorare tanto. Ha margini enormi, dipende da lui. Abbiamo puntato su Moise perché lo abbiamo visto molto bene in questi giorni a Coverciano, e nel momento in cui ci è venuto a mancare Insigne serviva un giocatore con qualità diverse, particolari. Serviva imprevedibilità. Non è comunque difficile andare a pescare giovani come lui e Zaniolo. Possiedono doti eccezionali, e si vedono subito certe cose». Tre punti che fanno classifica, danno autostima, «Ora dobbiamo però continuare a lavorare sodo, in grande umiltà. La strada verso Euro 2020 è ancora molto lunga. Pensiamo immediatamente alla sfida di martedì». Un pensiero anche per Barella, quinta gara consecutiva da titolare, ennesima prestazione super in entrambe le fasi. «È una conferma – continua il c.t. –, in ogni modo tutti hanno fatto bene, sono contento. Il problema dei gol? Intanto subiamo poco, un solo gol nelle ultime cinque gare. E là davanti le azioni le creiamo, cosa fondamentale. Poco alla volta faremo quadrare tutti i conti, ne sono certo. Quagliarella? Un esempio stare così alla sua età». (…). Rispetto alla lista dei 29 giocatori convocati inizialmente dal commissario tecnico azzurro sono già rientrati nei rispettivi club gli infortunati Federico Chiesa (problemi nella zona pubica) e Alessandro Florenzi che ieri è stato sottoposto ad esami strumentali che hanno evidenziato una lesione del soleo della gamba sinistra. Per il giallorosso è previsto uno stop di 20 giorni circa.

 


Nicolò felici: Barella per il gol, Zaniolo per il debutto

IL MESSAGGERO - TRANI - Segna Nicolò Barella e indirizza la sfida contro la Finlandia, ma il suo 1° gol con l'Italia è gioia e al tempo stesso tristezza. L'ultimo giocatore del Cagliari a far centro con la maglia azzurra è stato Davide Astori. Che proprio qui, a Udine, è scomparso un anno fa, il 4 marzo del 2018. E sono passati quasi 6 anni dalla rete del difensore all'Uruguay nella finale per il 3° e 4° posto della Confederations Cup. Astori aprì il match all'Arena Fone Nova di Salvador (vittoria della nazionale, ai rigori, dopo il 2-2 al 90°) proprio come ha fatto Barella alla Dacia Arena. Nicolò entra anche nella storia della sua città. È il 1° calciatore nato a Cagliari a far gol con la maglia della Nazionale. A bordo campo, nell'euforia, viene chiamato in causa addirittura il Re dei marcatori della storia azzurra. Ma Barella non cade in trappola: «Il gol è dedicato alla mia città. Essere accostato a Riva è un onore, lui è un mito. L'allenatore mi chiede di stare più avanti per lasciar giocare Verratti e Jorginho. Io, comunque, mi trovo benissimo con loro. Così sono più libero mentalmente. Non so se sono sul mercato: decide il presidente Giulini». L'altro Nicolò a sorridere è Zaniolo: il romanista è il 15° debuttante di Mancini che lo chiamò a settembre senza ancora averlo mai visto in serie A. «L'esordio è un sogno che avevo da bambino. L'ho realizzato qui. Arrivare in Nazionale non è facile e restarci è difficilissimo. Non penso alle voci di mercato ma a rappresentare l'Italia al meglio. Mancini ci dà tranquillità e spensieratezza. Posso fare la mezzala, l'esterno e il trequartista. Devo, però, migliorare con il destro. Ora dobbiamo a battere il Liechtenstein, poi penserò alla Roma: l'obiettivo è la zona Champions». «Serata fantastica, ringrazio il pubblico: peccato non sia arrivato anche il gol» Quagliarella si gode il nuovo debutto: a 36 anni, da capocannoniere del campionato con 21 reti.


«Stadio fuori dall’indagine del Campidoglio»

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Il progetto del nuovo stadio della Roma a Tor di Valle non è interessato dall’indagine interna disposta dalla sindaca Virginia Raggi dopo la nuova ondata di arresti e indagati che ha mandato in carcere anche il presidente dell’assemblea capitolina, Marcello De Vito.

Un distinguo ufficioso che viene dal Campidoglio: sotto la lente di ingrandimento ci sono i dossier dell’ex Fiera di Roma, degli ex Mercati generali e dell’ex Stazione Trastevere. Ma sullo stadio l’inchiesta interna si fece già al tempo dell’arresto di Parnasi e Lanzalone, senza rintracciare irregolarità nel percorso di concessione dei permessi.


Bebe Vio, un’altra vittoria con dedica «Firmo fogli-gara scrivendo Totti 10»

IL MESSAGGERO - LENGUA - Bebe Vio pazza d’amore per la Roma e Francesco Totti (in queste ore in Cina per la Football Legends Cup). La campionessa schermitrice paralimpica, prima di vincere ieri a Pisa la gara di Coppa del Mondo (21°successo in carriera!), ha svelato un retroscena riguardante la firma del foglio dei punteggi e la sua attestata fede giallorossa: «Non so neanche quanto sia legale, perché è il foglio che dice tutti i punteggi che hai fatto e tu firmandolo li confermi. All’inizio firmavo Bebe Vio, ma non facevo bene in gara. Poi ho detto “Vabbè”, mi porta bene Totti, sono romanista e stavolta firmo Totti 10. Da quando ho iniziato a firmare così sono andata bene in tutte le gare. Se Totti lo sa? No,non lo so. In realtà me lo sono sempre tenuta per me. L’importante è che non inizino a farlo anche gli altri», le sue parole a Sky. Il primo incontro tra Totti e Bebe Vio risale al 2014 quando Beatrice è stata ospitata a Trigoria assieme al presidente del comitato paralimpico Luca Pancalli in vista delle Olimpiadi di Rio. Nel 2017, invece, è stata conduttrice del programma “La vita è una figata!” in onda su Rai 1 e grazie alla complicità del presidente del Coni Giovanni Malagò ha ricevuto la telefonata dell’ex capitano romanista: «Ciao bambola...Una sera organizziamo una cena insieme».

 

 

Un Riccardi da applausi con l’Italia Under 19

LA GAZZETTA DELLO SPORT - C’è un romanista che ogni volta che scende in campo strappa applausi. Si tratta di Alessio Riccardi, nuovo «golden boy» del settore giovanile, e ultima (in ordine di tempo) promessa del calcio italiano, su cui ha già messo gli occhi il c.t. azzurro Mancini. Ieri il talento giallorosso ha avuto un ruolo fondamentale nella vittoria dell’Under 19 (in campo anche l’altro romanista, Greco, assist per lui) contro l’Ucraina, realizzando il gol del momentaneo 2-1 proprio sul finire del primo tempo e confermando quello che a Trigoria sanno già da un po’, e cioè che il classe 2001 è un predestinato.


Florenzi, stop di venti giorni. E anche Kolarov è a rischio

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Nel momento più importante della stagione, con tre partite (Napoli, Fiorentina e Samp) in sei giorni, la Roma è rimasta senza terzini titolari. Gli esami a cui si è sottoposto ieri mattina, infatti, hanno confermato i timori per Alessandro Florenzi, costretto ad abbandonare il ritiro della Nazionale per un problema al polpaccio sinistro: lesione al soleo il verdetto: almeno 20 giorni fuori. Anche Kolarov per ora non riesce a recuperare. L’esterno serbo, rientrato anche lui dal ritiro della nazionale, è vittima di un nuovo problema muscolare, probabilmente per il sovraccarico di lavoro per recuperare dal vecchio infortunio.