Ajax-Juve, Di Francesco assiste al match
Seconda serata di Champions League per le gare di andata dei quarti di finale. Stasera si giocherà Ajax-Juventus e sugli spalti siede anche una vecchia conoscenza giallorossa: Eusebio Di Francesco. Lo riporta gianlucadimarzio.com.
Romagnoli: "Ci giochiamo la Champions con Roma, Atalanta e Lazio"
Alessio Romagnoli, difensore del Milan, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Sky Sport. Queste le sue parole:
“Sappiamo che abbiamo sbagliato le letture di alcune partite, siamo rimasti scottati dal derby. Dobbiamo ripartire, isolarci, quello che è passato, è passato. Dobbiamo pensare solo a sabato, pensare partita dopo partita”.
La Lazio?
“Ringraziamo i tifosi per il sostegno, cercheremo di dare il massimo anche per loro e speriamo che loro siano calorosi come sempre”.
Corsa Champions?
“Oltre a noi, ci sono Roma, Atalanta e la stessa Lazio. Penso che saremo noi quattro a giocarcela. Inter? A meno che non faccia qualche errore credo che ormai sia andata”.
Champions League, Ajax-Juve 1-1. All'Old Trafford 1-0 per il Barcellona
Si concludono stasera le partite di andata dei quarti di finale di Champions League. Il match tra Ajax e Juventus si è risolto con un pareggio 1-1. I bianconeri si portano in vantaggio allo scadere del primo tempo con una rete del solito Ronaldo. I Lanceri rispondono subito all’inizio della ripresa con Neres. All’Old Trafford si è giocata la sfida tra Manchester United e Barcellona. Ai blaugrana bastano 13’ di gioco per assicurarsi il match, conclusosi 0-1, grazie al gol di Suarez, complice una deviazione fatale di Shaw.
InsideRoma Daily News | Individuale in campo per Florenzi. Massara al lavoro per il centravanti Benedetto. El Shaarawy: "Roma squadra da Champions"
NOTIZIE DEL GIORNO | 10 aprile 2019
QUI ROMA
La Roma si è ritrovata alle 11 sui campi di Trigoria per preparare la gara con l'Udinese. È iniziata in palestra la seduta di allenamento odierna per la Roma di Claudio Ranieri, alle prese con la preparazione della sfida di sabato prossimo contro l’Udinese all’Olimpico. La squadra è poi scesa sui campi del Fulvio Bernardini per un lavoro tecnico-tattico. Prosegue il recupero di Florenzi, che oggi si è diviso tra lavoro individuale in campo, palestra e fisioterapia. Manolas, Perotti, Pastore e Santon hanno svolto fisioterapia e palestra mentre per Karsdorp è prevista solo fisioterapia.
La trattativa per l'acquisto della Roma da parte della Qatar Sports Investment viene definita ‘long shot’, cioè a lungo raggio. Questo è quanto riferisce una fonte interna del fondo qatariota nel corso della trasmissione Te la do io Tokyo, in onda su Centro Suono Sport che spiega come la società stia valutando ulteriori investimenti nel calcio europeo. Stando a queste indiscrezioni, la pista che porterebbe alla società giallorossa non sarebbe totalmente infondata. Lo scorso ottobre avevano provato a sostituire la Barclays come main sponsor della Premier League.
Darío Benedetto è sempre nel mirino della Roma. Frederic Massara, ds giallorosso ad interim, sta lavorando per preparare la squadra del prossimo campionato ed il centravanti del Boca Juniors è uno dei calciatori più accreditati per sostituire Edin Dzeko, che fa gola a West Ham ed Inter. Secondo quanto riporta Fox Sports Argentina i giallorossi continuano a seguire l'attaccante classe '90 ed il ds romanista sarebbe pronto a presentare un'offerta al club argentino per battere la concorrenza, grazie anche alle basi gettate in un precedente incontro con Nicolas Burdisso, ex Roma e attuale direttore sportivo del Boca.
Il futuro di Javier Pastore sembra essere sempre più lontano dalla Roma. L'argentino non ha mai davvero influito positivamente sulla stagione giallorossa, complici anche gli infortuni ed i lunghi stop. La Roma, per via di ciò e di prestazioni deludenti, non è rimasta colpita da Pastore e vorrebbe cederlo. La destinazione più plausibile, come riferisce calciomercato.com, potrebbe essere la Cina; che però non convince il giocatore attratto maggiormente dalla Spagna. Intanto l'unico vero sondaggio per Pastore è stato fatto dal River Plate, che vorrebbe prenderlo in prestito; ma la Roma si priverebbe del giocatore solo a titolo definitivo.
INTERVISTE
Frontale con l'auto, per evitare la condanna El Shaarawy insegnerà calcio ai bimbi disabili
IL MESSAGGERO - LUPINO - Un sorpasso di troppo porta a processo il Faraone. È finito davanti al giudice monocratico l'esterno d'attacco della Roma, Stephan El Shaarawy: lesioni personali stradali, l'accusa. Era il 25 settembre 2016, quando la sua Audi si è scontrata con una Panda che, in via Pontina, andava in senso opposto. Per il conducente dell'altra vettura poteva andare peggio, ma i 70 giorni di prognosi lo hanno portato a presentare una denuncia. E adesso il calciatore è rimandato a settembre. Per evitare la condanna, dovrà fare lezioni di calcio a bambini con disabilità.
Ieri la vicenda giudiziaria ha avuto un primo esito: il giocatore giallorosso, classe 92, da anni nel giro della nazionale, per i prossimi cinque mesi sarà un volontario presso l'accademia di viale Giotto Calcio Integrato. La messa alla prova, così viene definita la sospensione del procedimento ordinata ieri dal giudice monocratico, prevede che l'attaccante presti i suoi servizi e le sue conoscenze in ambito di assistenza presso la scuola calcio per bambini affetti da disabilità. La decisione del magistrato è stata sollecitata dalla difesa, rappresentata dall'avvocato Gianluca Tognozzi, che aveva richiesto, visto il completo risarcimento del danno alla parte offesa e l'ammissione di responsabilità dell'imputato, una misura rientrante nelle competenze del giocatore. A settembre, El SHaarawy dovrà ripresentarsi in aula dopo avere alternato allenamenti e big match al volontoriato.
L'INCIDENTE - Era appena finita una giornata di campionato non proprio fortunata per i giallorossi, sconfitti a Torino per tre reti a una dai Granata, quando l'esterno della Roma e della nazionale si trova nei pressi dell'Hotel Park Mancini. Si appresta a imboccare via Pontina, superando un'altra auto. Ed è a questo punto, come sostiene l'accusa, che il giocatore avrebbe commesso prima l'infrazione e poi urtato la macchina della persona offesa - un 70enne romano - nella parte anteriore sinistra.
L'ACCUSA - Il burocratico linguaggio del capo di imputazione ricostruisce i fatti: «Giunto nei pressi dell'intersezione tra via di Valleranello e scrive l'accusa rappresentata in aula dal pm Donatella Motta la strada laterale di via Pontina (l'imputato ndr) sorpassava invadendo l'opposta corsia di marcia, lungo la quale sopravveniva la persona offesa». Da lì il botto, nonostante l'estremo tentativo di rientrare nella carreggiata. Il mezzo della vittima «veniva travolto si legge ancora nell'imputazione e respinto all'indietro».
Lo scontro avrebbe provocato al 70enne «una lesione grave, consistente nella frattura scomposta della tibia sinistra, un trauma cranico non commotivo scrive l'accusa una contusione al ginocchio destro». Il referto del Sant'Eugenio stabilisce una prognosi totale di 70 giorni. Il giocatore, uscito illeso dall'incidente, nonostante il veicolo si trovasse in condizioni pessime, aveva atteso i soccorsi sul posto e il giorno dopo aveva ripreso gli allenamenti a Trigoria dopo un controllo medico.
La querela della vittima, però, non si era fatta attendere. Ma, altrettanto in fretta, il calciatore aveva pagato l'intero danno. Una circostanza che, di certo, ha pesato sulla decisione del giudice, che ha accolto la richiesta di messa in prova. Rimandato a settembre, vedremo se avrà superato gli esami.
Attacco al Var: Rizzoli si difende
IL MESSAGGERO - RIGGIO - Non tutti i partecipanti alle due ore di dibattito hanno lasciato la Lega serie A con il volto sereno. Si ha la sensazione che club, allenatori e giocatori abbiano perso fiducia nei confronti dell'utilizzo del Var. Al di là del posticipo di ieri, Bologna-Chievo, o delle coppe europee che incombono (ma solo per Juventus e Napoli), erano presenti soltanto 10 allenatori: Andreazzoli, D'Aversa, Gasperini, Gattuso, Giampaolo, Maran, Pioli, Semplici, Spallettii e Tudor. La metà di quelli che siedono la domenica in panchina. Sono, infatti, aumentate le ammonizioni (da 83 a 100) e le espulsioni dirette per proteste (da una a nove), tornate ai livelli dell'ultimo anno pre-Var. Però, sono diminuiti gli interventi dell'arbitro davanti al video (121, di cui 89 correzioni e 32 conferme) e gli errori (18 a fronte di 1.984 situazioni sottoposte a check).
ABISSO OK - Visto quanto successo 24-48 ore prima della riunione (oltre a Nicola Rizzoli, c'erano anche Marcello Nicchi, Gabriele Gravina, Gaetano Micciché, Damiano Tommasi e Renzo Ulivieri), non si poteva non parlare del rigore concesso dall'arbitro Abisso (protagonista in negativo in Fiorentina-Inter del 24 febbraio) in Lazio-Sassuolo. Decisione giusta secondo il designatore della Can A, Rizzoli, con tanto di spiegazione a un incredulo Locatelli, presente ieri a Milano (assente De Zerbi, nonostante le polemiche del giorno prima), provando a fare chiarezza sui concetti di volontarietà, congruità e aumento del volume del corpo. Un rimpallo non esclude il fallo di mano: «Se l'intenzione è impattare la palla col corpo e il braccio è largo, poco conta che rimpalli su un'altra parte del corpo. Se invece l'intenzione è di giocare la palla, marcare l'avversario o presidiare la zona, si propende per la non punibilità», la tesi di Rizzoli. Parlando dei falli di mano, per Beppe Marotta «serve chiarezza su certe interpretazioni, dobbiamo farci sentire di più all'Ifab». Favorevole alla Var, si conferma il ct Mancini: «Sicuramente nel week-end sulla Var c'è stato qualche problema, ma sono convinto che risolva più problemi di quanti ne crei. Questa è una cosa positiva»
MICHAEL HA SBAGLIATO - Altro episodio controverso è stato il tocco di mano di Alex Sandro in Juventus-Milan. Rigore da concedere e quindi errore di Michael Fabbri non fischiarlo, nonostante sia andato a visionare le immagini al Var: «Non possiamo supportare la sua decisione», ha ammesso Rizzoli. «Fabbri deve crescere, così come tanti arbitri». Curioso che al dibattito non fosse presente Leonardo, il più arrabbiato dopo la sconfitta dei rossoneri contro la squadra di Allegri (anche lui non pervenuto, c'erano il suo vice Landucci e Barzagli). Per il Milan presenti Gattuso e Romagnoli, che non hanno fatto nessun intervento («Noi penalizzati, ma non deve essere un alibi», le parole di Rino, qualche ora dopo, al canale tematico rossonero). Nemmeno quando è stato analizzato il rigore non concesso a Piatek in Sampdoria-Milan, ritenuto non sanzionabile.
MANDZUKIC-ROMAGNOLI - Sempre Rizzoli non ritiene giustificate le proteste rossonere sulla reazione in area di Mandzukic contro Romagnoli. In quel caso non c'erano gli estremi per azionare il Var Calvarese perché mancava la componente del «chiaro errore dell'arbitro» che è poi alla base della revisione dell'assistenza tecnologica. La Procura della Figc ha richiesto la prova tv per Mandzukic. Oggi si pronuncerà il giudice sportivo, Gerardo Mastrandrea, ma è difficilissimo che il croato possa essere squalificato. Per due motivi: manca la condotta violenta e l'episodio è già stato analizzato dal Var. Infine, è stata ribadita l'importanza della control room, dal prossimo anno a Coverciano (tutti nello stesso luogo, fondamentale per l'uniformità di giudizio), e la necessità di individuare i migliori arbitri al Var.
La Roma a un anno dalla notte magica: il rischio è perdere Manolas, l’eroe di Coppa
CORRIERE DELLA SERA - Non è l’effetto collaterale più importante di Samp-Roma: quello è essere rientrati nella volata per il quarto posto. Però i tre punti strappati a Marassi rendono anche meno triste un «amarcord» che, altrimenti, sarebbe stato devastante: quello di Roma-Barcellona del 10 aprile 2018. Una partita che sembra essere stata giocata in un’altra era. (...) Tanto, troppo è cambiato da allora. A partire dal numero 1: lì c’era Alisson, uno dei tre migliori portieri del mondo mentre adesso c’è Mirante, che ha appena scalzato Olsen, schiacciato dall’eredità del brasiliano, troppo pesante da portare sulle sue spalle. Fazio non è più lo stesso e la difesa che aveva reso l’Olimpico un fortino si è trasformata in una banda del buco che, in stagione, ha incassato 64 gol in 41 partite tra campionato (45/31), Champions (12/8) e Coppa Italia (7/2). Dal centrocampo sono spariti Nainggolan e Strootman, ceduti in estate. Dzeko è diventato un grande punto interrogativo dopo essere stato l’eroe della Champions. (...) Il trait d’union non può che essere Kostas Manolas. È stato il greco a segnare il 3-0 che ha eliminato Messi e compagni, ma è sempre il greco uno dei due nomi - l’altro è Cengiz Under - che vengono fatti come cessioni estive per evitare il sacrificio di Nicolò Zaniolo per esigenze di bilancio (in caso di mancata qualificazione alla Champions). È vero che il difensore ha una clausola di rescissione da 36 milioni di euro, ma la sua cessione darebbe un segnale terribile alla tifoseria. Sarebbe una perdita tecnica e simbolica (...).
Viaggio a ostacoli per la Grande Europa tra scontri diretti e avversari pericolanti
IL MESSAGGERO - FERRETTI - Sette gare alla fine del campionato, sei squadre in lizza per due posti Champions. Si va dall'Inter, terza a quota 57 punti, alla coppia formata da Lazio e Torino a 49. In mezzo Milan e Atalanta (52) e Roma (51) . Con un asterisco: i biancocelesti devono giocare una gara in più delle rivali, visto che il 17 recupereranno contro l'Udinese all'Olimpico. Ventuno punti a disposizione, numerosi gli scontri-diretti ma particolare attenzione deve essere rivolta anche alle sfide con chi è invischiato nella lotta salvezza, visto l'alto numero di squadre coinvolte: forse, proprio quei verdetti potrebbero indirizzare il traguardo finale delle aspiranti Champions.
VIA AL RUSH FINALE - L'Inter, ad esempio, comincerà il settebello finale in casa del Frosinone, rinfrancato dal successo a Firenze. Poi, a seguire, due impegni casalinghi da bollino rosso: prima la Roma e poi la Juventus. Va detto, però, che la squadra di Max Allegri probabilmente a partire da sabato sarà campione d'Italia e, quindi, potrebbe giocare l'ultima parte del campionato solo in funzione finale Champions, Ajax permettendo. Tre pericolanti nelle quattro partite prima dello stop del 26 maggio: massima attenzione, dunque.
Il Milan sabato ospiterà la Lazio a San Siro poi dovrà giocare due volte di fila in trasferta, la seconda in casa del Torino. Anche per i rossoneri, che oggi non stanno vivendo un momento esaltante di forma, tre sfide contro squadre invischiate nella lotta per non andare in serie B negli ultimi quattro turni. Come nel caso dell'Inter, massima attenzione ai colpi di scena. Senza dimenticare che, alla pari di Lazio e Atalanta, il Milan è ancora impegnato in Coppa Italia. Stress psico-fisico supplementare, per le tre.
L'Atalanta ha un calendario quasi spaccato in due per via del nome e della qualità degli avversari: tre squadre di bassa classifica e altrettante di alta, oltre al Sassuolo. Significativi, perciò, gli appuntamenti in casa di Napoli e Lazio, un po' meno elettrizzante quello allo Stadium contro la Juventus alla penultima. Di certo, la Dea, guidata magnificamente da Gian Piero Gasperini, sta vivendo un sogno e non vuole svegliarsi: resta da verificare se avrà la forza, non solo fisica, per arrivare fino in fondo con il passo mostrato finora.
RISCHIO CAPITOLINO - Il Torino di Walter Mazzarri rappresenta, forse, la reale sorpresa del campionato, anche se viaggia a sette punti dal terzo posto e a 35 dalla Juventus capolista. Milan, la stessa Juve e Lazio prima della fine: lo scontro all'Olimpico di Roma contro i biancocelesti proprio all'ultima giornata potrebbe rivelarsi decisivo. Per entrambe. Ma qualcosa, in ottica granata, potrebbe cominciare a capirsi in maniera netta dopo l'uno-due Milan-Juventus, quindi alla chiusura della giornata numero 35.
Quattro partite in casa e tre fuori per la Roma di Claudio Ranieri; quattro a Roma e quattro in trasferta per la Lazio Simone Inzaghi: facile ipotizzare che le due romane saranno costrette a fare la corsa sul quarto posto. Il rischio di una in Champions e l'altra fuori è pari a quello di entrambe fuori dalla Grande Europa.
Roma, un en plein per la speranza
IL MESSAGGERO - TRANI - «Non guardo la classifica. Tireremo le somme poi alla fine». Ranieri, dopo il successo di Marassi, ha evitato di andare oltre il prossimo impegno della Roma, quello di sabato pomeriggio contro l'Udinese all'Olimpico. De Rossi, sempre dopo la sfida contro la Sampdoria, ha inquadrato il bersaglio: «Dobbiamo prendere il maggior numero di punti nelle ultime 7 gare». L'allenatore, insomma, vive alla giornata e lascia al capitano il compito di spingere i compagni verso il massimo del raccolto da qui al 26 maggio. Il management di Pallotta, invece, è andato oltre, buttando giù qualche tabella che, risultati (pure delle altre) alla mano, (ri)porta direttamente in Champions con 5 successi e 1 pareggio. Nessuno, però, può essere sicuro sul numero di vittorie necessarie per andare a dama. Con 2 squadre davanti, il Milan e l'Atalanta, e con il rischio che diventino 3, se la Lazio vincerà il 17 aprile la gara da recuperare contro l'Udinese, la rincorsa giallorossa, al netto degli scontri diretti che riguardano le rivali e degli impegni in calendario, è comunque complicata. Al distacco, attualmente di 1 punto, bisogna aggiungere che, in caso di arrivo alla pari, avrebbero sempre la meglio gli avversari: Gattuso e Inzaghi proprio per gli scontri diretti e Gasperini per la miglior differenza reti (+12). Ecco perché nemmeno con l'en plein, possibile anche per una (o addirittura due) delle tre rivali, c'è la certezza di centrare il piazzamento, vitale per la proprietà Usa.
WORK IN PROGRESS - LA Roma, in 31 giornate, non è mai stata al 4° posto che è l'unico obiettivo dell'annata. E Ranieri, con 7 punti in 5 partite, ha sfruttato solo nell'ultimo weekend la frenata delle 3 rivali. C'è riuscito proprio nel turno in cui la squadra non ha subìto gol. Fatto inedito per lui, raro per il gruppo che in campionato ne ha presi già 45 (e 64 in 41 match stagionali). La compattezza ritrovata a Genova, e da confermare sabato, è alla base del nuovo corso. La zona Champions è raggiungibile solo eliminando la fragilità che non appartiene solo della linea difensiva. Così l'allenatore non si è limitato a cambiare il Portiere, rinunciando al titolare Olsen da 2 gare e promuovendo il suo vice Mirante. Ha innanzitutto corretto il sistema di gioco. Nelle posizioni e negli atteggiamenti. Ecco il baricentro basso per il 4-2-3-1 che, in fase di non possesso palla, si trasforma nel 4-4-1-1 che, in attacco, prevede il centravanti e la mezza punta (più che il trequartista): Pellegrini o, come è successo in corsa a Marassi, Schick o, volendo, pure Zaniolo. Ed ancora: la velocità di Kluivert per ribaltare l'azione, la rinuncia al palleggio e la scelta di andare a mettere il fisico sulle seconde palle. Concetti elementari per riacquistare la solidità e diminuere i pericoli, costati 16 punti contro le squadre di bassa classifica. 1
SALTO DI QUALITÀ - Le assenze pesano quando Ranieri deve scegliere la formazione. Sabato sarà senza terzini: out Karsdorp e Santon, oltre allo squalficato Kolarov. E non è certo il recupero di Florenzi, fondamentale per la volata finale. Come Dzeko, El Shaarawy e anche Under. La Champions dipende dal rendimento degli attaccanti. Se ritrovano l'efficacia, con le prestazioni e soprattutto con le giocate, la Roma può dare un senso alla rimonta in classifica. Ma non dovrà più far cilecca.
Sogno Champions. Classifica e morale: è tornata la Roma
GAZZETTA - La vittoria contro la Sampdoria ha di colpo riaperto la porta dei sogni, intesa come Champions League. Dopo un solo punto nelle tre partite precedenti, l’idea di prendere parte per il sesto anno consecutivo alla più prestigiosa competizione europea sembrava accantonata. Il gol di De Rossi a Marassi, in concomitanza con le frenate delle concorrenti, ha ridato speranza a Trigoria, a patto che domenica la Roma sconfigga l’Udinese. (...) Con la testa, l’unione e la compattezza i giallorossi hanno tenuto viva la speranza. Nell’esultanza collettiva per il gol del numero 16 è riassunta la crescita dei capitolini nel match di Genova. Una settimana prima contro il Napoli Perotti festeggiò in solitaria la rete del pareggio, mettendo in evidenza anche una situazione di gruppo non idilliaca. Evidentemente, Ranieri è riuscito a ridare un’anima al gruppo.
Con la testa si superano tutte le crisi
IL TEMPO - Le cronache del tempo, raccontano la crisi economica e finanziaria del 1929 come una crisi dalla quale gli Stati Uniti, ma in realtà il mondo intero, non si sarebbero mai
ripresi. Eleanor Roosvelt, moglie del presidente americano Franklin Roosvelt che passò alla storia come l'artefice del nuovo corso e della ripresa - con l’intento di fornire una visione
che potesse portare all'uscita da quella crisi, dichiarò che il futuro «appartiene a chi crede alla bellezza dei propri sogni». Forse un po’ tirata come analogia ma nei momenti di difficoltà, siano questi personali, familiari o aziendali, coloro che credono nei propri ideali e
che sono in grado di sognare, hanno più probabilità di altri di venir fuori dal baratro della crisi. E di riprendersi il futuro. Questa mentalità deve essere impersonificata da un leader, capace di farsi carico delle difficoltà e prendere per mano gli altri. In aggiunta a tutto ciò e con un po’ di realismo, il fattore «C» aiuta sempre. Difficile dire che DDR non creda alla bellezza dei propri sogni, che in fondo sono anche i nostri, semplicemente perchè se DDR non avesse saputo giocare a pallone, sarebbe stato assieme a noi nei settori ospiti degli stadi italiani ed europei. Lo sappiamo che è così. Difficile dire che DDR non sia un leader perchè lo è, lo è sempre stato e speriamo che continui ad esserlo per sempre. Aggrappiamoci a lui, lui sa come tirarci fuori da questo momento complicato e raggiungere quello che ad inizio anno sembrava il minimo sindacale e che oggi, nostro malgrado, è diventato un sogno bellissimo. Aggrappiamoci anche al mister che sa benissimo che è tardi per schemi, tattiche e per fare esperimenti. Serve carattere, solidità e tanta cattiveria. Ce le metterebbe tutte se
potesse scendere in campo. Ma sa benissimo che in campo ci va DDR. Sappiamo che loro due (e forse un altro paio) ci tengono davvero alla maglia che vestono e difendono: prendessero per mano gli altri figuranti e gli mostrassero la strada giusta per raggiungere i sogni, quelli belli. Forza Roma!
Calciomercato Roma: Dzeko la prima scelta dell'Inter per il dopo Icardi
GAZZETTA - L’Inter che nasce deve poggiare su una solida base – la qualificazione in Champions – e solidi numeri. Perché prima di uscire dal settlement agreement Uefa c’è un ultimo step da compiere, una buona dose di plusvalenze necessarie – circa 40 milioni di euro – entro il 30 giugno, prima di provare il gusto di viaggiare ad altre velocità. E non è impossibile immaginare che tutta la cifra possa essere abbondantemente coperta da Mauro Icardi, che a fine stagione sarà a bilancio per una cifra bassissima, circa 2,5 milioni. (...) Chi al posto di Maurito, questo è il tema. E qui l’Inter balla tra la voglia/convinzione di puntare sul lancio definitivo di Lautaro e l’esigenza di prendere un giocatore di maggiore prospettiva. Nel primo caso il profilo perfetto risponde al nome di Edin Dzeko, con il quale i discorsi sono stati già avviati da tempo. L’Inter ha in tasca il gradimento del bosniaco, che preferisce la soluzione italiana alle sirene del West Ham, che pure hanno già sondato il terreno con la Roma.