Roma, occhi puntati su Openda

La Roma segue Loïs Openda, attaccante del Bruges. Il classe 2000, attualmente impegnato con la Nazionale Under 19 belga, si è messo in mostra proprio nel match giocato contro l'Italia dove ha messo a segno una doppietta. Questo quanto riportato da voetbalnieuws.be.


Ferrero: "La Roma è un sogno"

Massimo Ferrero, Presidente della Sampdoria, ai microfoni di Radio Radio:

"Voglio precisare una cosa: sono presidente della Sampdoria - risponde Ferrero -. E la Samp è nel mio cuore e nella mia testa, è la mia azienda. Oggi sono presidente di una squadra meravigliosa, nella quale metto tutto, amo i miei tifosi. La Roma è un sogno che ho fin da bambino, ma la mia azienda è la Samp". Ferrero poi risponde ai messaggi dei tifosi del Palermo, che lo hanno invitato a rilevare il club da Zamparini: "Adesso non posso comprare nulla, sono presidente della Samp e fin che Dio vorrà sono felice di rappresentare i colori più belli del mondo". Poi si esprime sul presidente laziale Claudio Lotito: "E' il miglior presidente del mondo... Con Lotito il successo è garantito! Non vedetelo così come appare, è una persona molto divertente".


Bookie, Sarri in pole position per sostituire Ranieri alla Roma

Maurizio Sarri non sarà più il tecnico del Chelsea, l'unica variante è se accadrà nelle prossime settimane o a fine stagione. La prossima destinazione dell'attuale mister dei Blues sembra esser sempre più Roma. Secondo il tabellone Sisal Matchpoint, le quote dell'ex trainer del Napoli sarebbero addirittura scese da 3,00 a 2,00.

Si è così allargata la forbice tra Sarri e gli altri candidati, con Gian Piero Gasperini, Marco Giampaolo ed Antonio Conte tutti a 4,50. Ancora più lontani Christian Panucci e Vincenzo Montella, entrambi a 9,00, mentre la conferma di Claudio Ranieri è a 12,00. A riferire tutto questo è agipronews.


Ex assessore Caudo contro la Raggi: "Progetto stadio trattato con pressappochismo" (Foto)

Giovanni Caudo, ex assessore all'Urbanistica del Comune di Roma e professore di Urbanistica presso l'Università Roma Tre, tramite il suo profilo Facebook ha pubblicato un post per spiegare "cosa la giunta Raggi ha fatto o non ha fatto fin dall’inizio sulla vicenda stadio della Roma". Questo il lungo post dell'ex assessore:

Quando si insediò la giunta Raggi, nel giugno del 2016, il progetto era ormai definitivamente approvato?
"No. Come giunta Marino avevamo approvato in Assemblea Capitolina il 22 dicembre 2014 (132/2014) la delibera che dichiarava solo “il pubblico interesse della proposta di realizzazione del nuovo stadio della Roma a Tor di Valle” e che prescriveva 14 “necessarie condizioni” alle quali il proponente doveva attenersi per avviare la fase di esame del progetto e della conseguente conferenza di servizi decisoria".

Cosa sarebbe successo se il proponente non presentava la documentazione per l’avvio della fase successiva? 
"Non sarebbe successo nulla. La procedura si sarebbe esaurita senza che fosse maturato alcun diritto edificatorio per il proponente o qualsiasi altro obbligo per il Comune".

C’erano diritti edificatori che potevano essere riconosciuti al privato a seguito della delibera approvata?
"No. La delibera Marino non aveva alcuna valenza urbanistica. La condizione numero 3 delle 14 previste prescriveva che solo ad esito della trasformazione l’area di Tor di Valle avrebbe cambiato zonizzazione di piano regolatore e che la variante urbanistica diventava effettiva solo al momento dell’approvazione definitiva, quindi solo alla fine di tutto il percorso decisionale, che si conclude, come previsto dalla legge, con un decreto del Presidente della Regione Lazio".

Quando è che il privato ha presentato la documentazione per l’avvio della procedura di approvazione del progetto?
"Il proponente ha presentato la documentazione per l’avvio della procedura di approvazione il 15 giugno del 2015, sei mesi dopo l’approvazione della delibera 132/2014. Tutta la documentazione e il plastico del progetto completo con tutte le sue parti, lo stadio, il business Park, il sistema delle infrastrutture e il sistema ambientale venne esposto al pubblico a partire dal 7 luglio 2015 alla “casa della Città”.

La documentazione e il progetto presentato rispettavano tutte le 14 “necessarie condizioni” prescritte per la dichiarazione di pubblica utilità?
"Si, ma era incompleto. Il 20 luglio del 2015 dopo una disamina del gruppo tecnico interassessorile il Comune invia, come prevede la legge, il progetto alla Regione Lazio per gli ulteriori adempimenti. La trasmissione avviene con l’accompagnamento di una nota lunga diverse pagine che in sintesi dice: “il Progetto tiene conto delle prescrizioni dettate dall’Assemblea capitolina per il pubblico interesse ma tuttavia ci sono carenze dovute a una certa fretta nella fase finale di preparazione della documentazione”.

Che successe quindi a quel punto?
"Successe che l’iter si interruppe in attesa che il proponente consegnasse, integrasse e completasse la documentazione mancante. Infatti, il 5 agosto del 2015 la Regione Lazio prende atto di quanto scrive il Comune di Roma e a sua volta scrive al proponente chiedendo di “perfezionare e completare il progetto definitivo di tutti gli interventi previsti così come integrati e modificati ad esito della conferenza preliminare conclusasi in data 4/9/2014 ed in conformità con la Deliberazione dell’Assemblea Capitolina 132/2014”.

Quando è che viene consegnata la documentazione mancante?
"La consegna avviene in piena campagna elettorale per le amministrative, il 30 maggio del 2016, un anno dopo la prima consegna".

Si poteva quindi dare seguito alle promesse elettorali di Cinque Stelle che era contro lo stadio e cancellare la procedura avviata con la delibera della giunta Marino?
"Si. Ricordo che la delibera della giunta Marino del dicembre 2014 non aveva valenza urbanistica e non costituiva alcun diritto edificatorio sull’area diverso da quello contenuto nel Piano regolatore vigente approvato da Veltroni nel febbraio 2008. Inoltre, a quel momento non era ancora stata avviata la conferenza dei servizi in Regione e per altro il Comune doveva ancora valutare la nuova documentazione consegnata per sanare le carenze denunciate nel luglio del 2015 e richiamate dalla lettera della Regione Lazio il 5 agosto del 2015. C’erano tutti i margini e le condizioni per un ripensamento. anche radicale".

E invece?
"La giunta Raggi, con la firma dell’assessore all’urbanistica, invia il 30 agosto 2016 (a due mesi dall’insediamento) alla Regione Lazio la documentazione del progetto senza che sia stata accertata la conformità alle “necessarie condizioni” per la dichiarazione di pubblica utilità prescritte dalla delibera Marino, la 132/2014. Si tratta di una mancanza grave (La Regione ne sottolinea con una nota l’assenza) perché un conto è la carenza di documentazione, di relazioni o di alcuni elaborati, decisamente diverso è incardinare una conferenza dei servizi su un progetto che potrebbe essere in contrasto con le condizioni fissate per la dichiarazione di pubblica utilità. Già allora da parte di Roma Capitale si ebbe una gestione quantomeno contraddittoria del progetto e dell’iter amministrativo e procedurale.
Sempre la giunta Raggi a firma dell’assessore all’urbanistica presenta il 16 settembre del 2016 una memoria nella quale vengono elencati tutti gli adempimenti nonché la cronologia per l’approvazione del progetto, compresa la variante urbanistica (prima data per il suo esame come da cronoprogramma il 14 novembre del 2016)".
Nessuno di questi adempimenti verrà onorato.

La giunta Raggi anche all’inizio era quindi contraria al progetto?
"No, negli atti amministrativi predisposti e approvati no. Anzi, appena insediata aveva la possibilità di decidere diversamente ma scelse un comportamento contraddittorio: comunicare ai giornali la contrarietà e contemporaneamente dare seguito agli atti amministrativi per la sua approvazione incardinando il processo decisionale. Un comportamento contraddittorio che da quel momento in poi ha messo l’amministrazione pubblica in una condizione di debolezza. L’avvio della conferenza di servizi decisoria, il 3 novembre del 2016, e il suo svolgimento avviene nella totale incertezza di indicazioni da parte dei rappresentanti del Comune. I lavori si svolgono ma a volte l'esame tecnico, stante le incertezze di fondo, non appare minuzioso data anche la mole di elaborati e documenti presentati per le diverse parti dell'intervento. Così avviene anche per le valutazioni sui beni culturali, sul paesaggio. Un insieme di incertezze che sarà uno dei motivi per i quali si giungerà a un primo parere negativo sul progetto del 2015".

E a proposito del parere negativo sulla delibera Marino, è vero che si prevedeva solo il prolungamento della Metro B che però non si poteva realizzare?
"No, non è vero. Nella delibera Marino era prescritto un livello di servizio alla stazione di Tor di Valledi 16 treni l’ora per assicurare il trasporto di circa 20 mila passeggeri. Livello che poteva essere soddisfatto “prioritariamente attraverso il prolungamento della Linea B della metro fino a Tor di Valle” con otto treni l’ora (uno ogni 7 minuti) e otto treni l’ora sulla Roma Lido, potenziata anche grazie all’intervento già previsto allora dalla Regione Lazio che è proprietaria della linea. Era il punto 1 dei 14 elencati nella delibera Marino che prevedeva anche che la decisione finale sarebbe stata presa nella conferenza dei servizi decisoria indetta dalla Regione che come detto era anche titolare della ferrovia Roma Lido e competente per gli eventuali investimenti".

Si poteva quindi decidere di potenziare anche solo la Roma Lido?
"Si, prevedendo però 16 treni l’ora sulla Roma Lido, uno ogni 3,5 minuti. In questo caso il contributo a carico del privato per il prolungamento della Metro B, pari a 50,5 milioni, poteva essere spostato per contribuire agli investimenti della Regione sulla Roma Lido o ad altre opere di interesse generale o a una riduzione della cubatura; tutte prefigurazioni già previste sempre dal punto 1 della delibera: …minori costi determinati in sede di Conferenza di servizi decisoria, anche a seguito di apporti esterni alla realizzazione delle opere, comporteranno l’integrazione di opere indicate in sede di Conferenza di servizi decisoria ritenute di interesse generale o in alternativa in minore SUL discendente dalla variante ovvero il versamento all’Amministrazione Capitolina della somma equivalente”.
L’accordo del febbraio 2017 tra la Raggi e la As Roma, quello annunciato in piazza davanti ai tifosi, è il frutto dell’incertezza e di un certo pressapochismo con cui venne trattato un progetto complesso e diede il colpo di grazia alla procedura che era stata incardinata durante la giunta Marino. Da quel momento in poi i ruoli si ribaltarono, non c'è più un proponente e un'amministrazione che valuta la proposta, ma un privato che deve cambiare il progetto in virtù di un input politico dato direttamente dalla sindaca. Non si capisce ad esempio in base a quale delibera o atto si avviò una fase negoziale che stravolgerà l’atto votato dall’Assemblea Capitolina e che porterà a #unostadiofattobene concretizzatosi nel dare in pasto alla comunicazione solo la riduzione della cubatura".

"E’ in queste condizioni di incertezza e di assenza di rigore procedurale che si inserisce il “rito romano” dei facilitatori e degli intermediari che hanno sempre contornato le vicende urbanistiche a Roma. Altro che rispetto delle regole. L’11 settembre 2016, riprendendo un articolo di Vezio de Lucia scrivevo: Sullo stadio “Il vostro parlare sia si si no no, il di più viene dal maligno". E purtroppo, oggi lo possiamo dire, si è scelto il maligno".


Striscione contro Pallotta durante Boston Celtics-Charlotte Hornets (Foto)

Ieri, allo Spectrum Center di Boston, un tifoso della Roma ha esposto uno striscione contro James Pallotta, patron del club capitolino e della squadra di basket americana. Il tifoso giallorosso ha acquistato un biglietto per assistere al match di NBA tra  Boston Celtics e Charlotte Hornets e, una volta all'interno dell'impianto, ha tirato fuori lo striscione "Pallotta Go Home. Curva Sud".


Manolas: "Sto bene alla Roma, qui c'è la mia vita"

Kostas Manolas, difensore della Roma, ha parlato al canale greco Skai. Queste le sue dichiarazioni:

«Come affronto la mia carriera? Come la vita: posso andare in alto e ottenere ottimi risultati ma devo sempre rimanere con i piedi per terra e ricordarmi da dove sono partito. Il calcio, così come la vita, non ti regala niente. Devi lottare per raggiungere gli obiettivi», continua Manolas, che poi parla anche del sostegno ricevuto dalla sua famiglia: «Mio nonno quando ero piccolo mi ha regalato le prime scarpe da calcio. Mia madre ha detto che la mia prima parola è stata «obiettivo» mentre tenevo in mano un pallone da calcio. Non è stata «mamma» o «papà». Qualcosa dentro di me ha subito capito che sarei diventato un calciatore, anche se a scuola andavo molto bene. Ho preso tutto da mio zio, uno dei difensori più forti della Grecia. Ho cominciato a lottare per inseguire il mio sogno e ora sono a un ottimo livello grazie anche alla mia famiglia che ha sempre sostenuto il mio obiettivo. Mio padre era un medico a Naxos, ha lasciato tutto per aiutarmi. Facevo tre allenamenti al giorno per raggiungere un buon livello».

E poi sul suo primo approccio mondo del calcio «Quando ero ancora un ragazzo ed ero in cerca di una squadra trovai su internet un annuncio dell’Aek Atene che stava cercando ragazzi da tesserare. Dissi ai miei genitori che sarei andato a sostenere il provino, e il club mi prese. Poi però dopo qualche mese l’allenatore mi disse che non ero ancora pronto, così presi un taxi per andare a Fyli e il giorno dopo firmai un contratto da professionista per il Thrasyvoulos. Nella vita bisogna sempre essere sicuri di se stessi».

Poi Manolas rivela la squadra per cui fa il tifo («L'Olympiacos») e l'avversario più duro:«Ho giocato contro Messi, ma Ibrahimovic è il più forte di tutti». L'unico pensiero al futuro riguarda cosa farà una volta appese le scarpette al chiodo. Su questo Manolas non ha dubbi:«Tornerò a Naxos, che per me è il paradiso. Sono cresciuto lì e ci tornerò».


Allenamento Roma, lavoro per De Rossi, Kolarov, Under, Pastore e Pellegrini. Domani gli esami per Elsha

Oggi giornata di allenamento a TrigoriaDe Rossi, Kolarov, Manolas, Pellegrini, Pastore e Under si dividono tra palestra e individuale sul campo. Lavoro individuale per Florenzi ed El Shaarawy, che è rientrato a Trigoria dopo l'infortunio accusato in Nazionale. L'attaccante della Roma fa ritorno alla base dopo il problema muscolare (il 41esimo stagionale in casa giallorossa) al polpaccio accusato prima del match Italia-Finlandia di sabato scorso. Previsti per domani gli esami strumentali per valutare l'entità dell'infortunio. Domani alle 11 prevista la ripresa di tutto il gruppo.

Under e Kolarov sono prossimi al rientro. Non è escluso che possano farcela anche gli altri, ma è preferibile essere prudenti e spostare la previsione nelle prossime ore.


Allenamanto Napoli. Domani pomeriggio si ricomincia in vista della Roma

Domani pomeriggio, gli uomini di Ancelotti torneranno adi allenarsi al Centro Tecnico in vista del match in programma domenica alle ore 15 allo stadio Olimpico contro la Roma. Gli azzurri rimasti a Napoli hanno lavorato nella settimana della sosta per le Nazionali. Questo è quanto apparso sul sito ufficiale dei partenopei, sscnapoli.it.


Stadio della Roma. Grancio, ex M5S: "Mi sembra che la Raggi vada mano nella mano con Baldissoni"

Cristina Grancio, consigliera espulsa dal Movimento 5 Stelle, è stato intervistata nel corso della trasmissione Te la Do io Tokyo in onda su Centro Suono Sport ed è tornata a parlare delle ultime vicende relative allo stadio della Roma. Queste le sue dichiarazioni:

"Ho sentito ieri la sindaca Raggi e mi sembra vada mano nella mano con Baldissoni e con il libro di Collodi sotto al braccio. Il parere dell’avvocatura è stato segretato, ma i contenuti non dicono quello che ha affermato la Raggi ieri sera. Sicuramente la Roma avrebbe impugnato l’annullamento, questo è vero, ma c’era l’opportunità di tornare indietro perché eravamo in una fase endoprocedimentale e non dovevamo temere nulla. Questa cosa ci è stata confermata anche in una riunione con l’avvocatura; paradossalmente ci fu confermata dallo stesso Lanzalone, quindi voglio dire, quello che abbiamo sentito ieri dalla sindaca a me fa ridere se non piangere. Ho capito subito che non ci si muoveva con chiarezza e che le pressioni esercitate erano di tipo ‘ti porto in aula senza farti sapere niente e lì smentiscimi’, della serie ‘adesso mettiti contro la sindaca’, era più una provocazione. Ricordo ancora che durante la prima votazione, durante il consiglio straordinario tenuto nel tardo pomeriggio, all’unanimità decidemmo di non portare nessun atto in aula il giorno dopo; verso mezzanotte ci arrivò un’altra convocazione, e questa era una delle loro caratteristiche perché accadde anche in municipio: alla convocazione ufficiale tutti quanti votarono contro lo stadio, dopodiché si riunirono di nuovo e ricordo che Paolo Ferrara, con tono perentorio, ci disse che la cosa doveva andare avanti. Quindi le pressioni non erano che ti prendevano da parte e ti minacciavano, piuttosto ti portavano in aula e ti sfidavano a votare contro”.


Roma ed Inter si sfidano per Thomas ma per Simeone è incedibile

Thomas Partey nel mirino di Roma ed Inter. Questo è quanto scrive il quotidiano spagnolo As in merito al centrocampista dell'Atletico di MadridDiego Simeone, tecnico dei colchoneros, stima moltissimo il giocatore e si oppone in maniera forte alla cessione del giocatore ghanese classe '93. 


Stadio Roma. Montuori pronto a denunciare Berdini per calunnie (Foto)

L'assessore all'Urbanistica Luca Montuori querelerà Paolo Berdini. Questo è quanto fa sapere il giornalista di Radio Radio Alessio Di Francesco, tramite il suo account Twitterche spiega come il tutto sia dovuto alle ultime vicende relative allo stadio della Roma in quanto il  precedessore e grande oppositore del progetto di Tor di Valle, avrebbe rivolto "parole calunniose" nei suoi confronti. Attesa nelle prossime ore una nota ufficiale del Campidoglio.

 


Casting ds Roma. In pole c'è Ausilio, le alternative sono Campos e Petrachi

La Roma fa il casting per il nuovo direttore sportivo. Dopo l'addio di Monchi, il ruolo è stato affidato "pro tempore" a Frederic Massara ma la dirigenza giallorossa sta continuando a lavorare sotto traccia e secondo l'agenzia di stampa Adnkronos, la pista principale porta all'attuale ds dell'Inter Piero Ausilio, il cui rinnovo con il club nerazzurro, dopo l'arrivo di Beppe Marotta, non è così certo. L'ad dell'Inter, infatti, potrebbe portare un suo uomo in nerazzurro e supervisionare tutto il mercato, con Ausilio che a questo punto preferirebbe trovare una nuova sfida professionale.

Altre strade che si stanno vagliando sono quelle che portano al portoghese Luis Campos del Lille, legato al tecnico Jardim e molto vicino al famoso agente Jorge Mendes, e Gianluca Petrachi ds del Torino che ha un contratto in scadenza con i granata nel 2020 e con il presidente granata Urbano Cairo che non ha nessuna intenzione di privarsene a cuor leggero. Nessun contatto invece con Massimiliano Mirabelli, ex ds del Milan, che probabilmente andrà al Bologna.

L'influenza degli agenti non è comunque un dato da sottovalutare anche nel mercato dei ds, se Campos è vicino a Mendes, Ausilio è vicino ai fratelli Giuffrida, Gabriele e Valerio sono agenti e intermediari molto influenti sul mercato italiano e polacco e anche amici personali del ds nerazzurro con frequentazioni ad Ibiza e all'Hotel Bulgari di Milano. Come intermediari i Giuffrida hanno fatto molti gli affari sul versante genovese con il Genoa di Preziosi e la Samp di Ferrero, in particolare con giocatori polacchi, ma anche con l'Inter e la Roma, sia per giocatori affermati che per giovani promesse.

Per la panchina, la prima scelta sarebbe Maurizio Sarri che è però legato al Chelsea e Gian Piero Gasperini prima alternativa, tentato dal riprovare un'esperienza in una grande piazza. Il futuro della Roma passa però anche dalla qualificazione in Champions League. Senza il quarto posto, il club giallorosso sarebbe costretto a cedere pezzi importanti per rimettere apposto il bilancio. I maggiori indiziati sarebbero Manolas, Dzeko e Lorenzo Pellegrini, che consentirebbero plusvalenze importanti. Un discorso a parte merita Niccolò Zaniolo, giocatore su cui ha messo insistentemente gli occhi addosso la Juvnetus che sarebbe disposta a pagarlo 60 milioni, ma la piazza giallorossa non prenderebbe bene una tale cessione.