Allenamento Frosinone. Parzialmente in gruppo Dionisi, differenziato per Simic e Ariaudo, terapie per Ghiglione

Oggi, il Frosinone si è allenato in vista del match di sabato contro la Roma. Questo il report apparso sul sito ufficiale dei ciociari, frosinonecalcio.com:

"Seduta pomeridiana per i giallazzurri alla Città dello Sport. La squadra ha svolto un lavoro in palestra, delle esercitazioni tecnico tattiche ed una partitella a campo ridotto. Parzialmente in gruppo Dionisi, differenziato per Simic e Ariaudo, terapie per Ghiglione. Domani alle 14:30 si torna a lavorare a Ferentino".


Allenamento Roma. Domani la squadra lavorerà a partire dalle ore 11

La Roma tornerà ad allenarsi domattina alle ore 11 in vista del match di sabato al Benito Stirpe contro il Frosinone. Gli uomini di Di Francesco sono chiamati a vincere contro i ciociari per prepararsi al meglio in vista del derby e del match al Do Dragao contro il Porto. 


Hall of Fame calcio italiano. Oltre a Totti, presenti anche Amadei e Viani

La Roma porta 3 suoi ex elementi di spicco nella Hall of Fame del calcio italiano. Oltre a Francesco Totti, di cui si è parlato nei giorni scorsi, anche Amedeo Amadei e Gipo Viani faranno parte di questo gruppo di personalità che tanto hanno dato al nostro campionato. Questo quanto pubblicato dal sito ufficiale giallorosso, asroma.com:

"Francesco Totti è entrato a far parte della Hall of Fame del calcio italiano.

Istituita nel 2011 dalla FIGC e dalla Fondazione Museo del Calcio, la Hall of Fame è stata creata per celebrare giocatori, allenatori, arbitri e dirigenti capaci di lasciare un segno indelebile nella storia del calcio italiano.

Francesco Totti, che ha concluso il 28 maggio 2017 la sua incomparabile carriera romanista con 786 presenze e 307 gol realizzati in competizioni ufficiali, è stato eletto nella categoria “Calciatori italiani”. 

Oltre allo storico numero dieci anche altri due ex giallorossi sono tra gli undici ingressi eccellenti nella Hall of Fame del calcio italiano del 2018. È stato infatti assegnato il Premio alla Memoria ad Amadeo Amadei, che ha indossato la maglia della Roma tra il 1937 e il 1948 totalizzando 234 presenze e 111 gol, e a Gipo Viani, tecnico giallorosso che riportò la squadra in Serie A nella stagione tra i cadetti del 1951-52.

Tra gli altri premiati dell’edizione 2018 anche Javier Zanetti nella categoria riservata ai giocatori stranieri e Massimiliano Allegri per quella degli allenatori".

La cerimonia di premiazione si terrà il prossimo maggio a Firenze e, come da tradizione, i vincitori saranno chiamati a consegnare un cimelio simbolico della loro carriera che andrà ad arricchire il Museo del Calcio".


Zaniolo: “Sarebbe un sogno fare quello che hanno fatto Totti e De Rossi"

MATCH PROGRAM - Nicolò Zaniolo, calciatore della Roma, ha rilasciato una lunga intervista al portale ufficiale del club giallorosso. Queste le sue parole:

Quali sono i tuoi primi ricordi legati al calcio?
Avevo tre o quattro anni, non ero ancora iscritto a una scuola calcio, ma appena vedevo una cosa per strada la prendevo a calci. Poi quando sono cresciuto ho iniziato ad andare a vedere mio padre Igor che giocava e lì è nata definitivamente la passione: mi piaceva vedere i tifosi esultare ai gol, vivere il campo la domenica.

Dove giocava tuo padre quando eri piccolo?
È stato in diverse squadre, ma ricordo bene quando giocava alla Carrarese, perché era vicino casa. E anche qui alla Cisco Roma, spesso venivamo qui per vederlo giocare. Mi emozionavo quando segnava un gol.

Chi erano i tuoi idoli calcistici da bambino?
Il mio idolo è sempre stato Kakà, mi appassionava il suo stile di gioco, era bello da vedere quando toccava il pallone.

A che età hai capito che avresti fatto il calciatore professionista?
Non saprei, ho sempre pensato a divertirmi e a giocare. Nella mia carriera tra le giovanili non ho avuto certezze, anzi: più delusioni. Non c’è un momento in cui ho pensato “ce la faccio”. Nemmeno adesso ci sto pensando, ti dico la verità. Voglio solo allenarmi e giocare.

Ci racconti gli esordi della tua carriera?
Ho iniziato al Genoa e poi sono andato alla Fiorentina, partendo con gli Esordienti. Sono arrivato fino agli Allievi e alla preparazione estiva con la Primavera. Poi mi hanno comunicato che non c’era posto per me…

Quell’episodio ti ha demoralizzato?
Sì. Dopo sette anni trascorsi lì mi ero fatto i miei amici, mi sentivo in famiglia. È stata una doccia fredda e ci ho pianto una settimana intera. Poi mi sono rimboccato le maniche. Sono andato all’Entella, vicino casa e alla mia famiglia, e da lì è nato tutto.

C’è stato un momento in cui hai pensato che non saresti riuscito a fare il calciatore?
Sì. Nel primo mese alla Virtus Entella. Ero in Primavera e non giocavo, dovevo ancora ambientarmi, ero arrivato a preparazione già finita. Mi ritrovai nel bar di mio padre a La Spezia, che piangevo. Gli dicevo “se non riesco a giocare qui, forse devo fare qualcos’altro nella vita”. E lui mi rispose: “Fai l’ultima settimana, a mille, fatta bene, senza pensare”. L’ho fatta e da lì non sono più uscito”.

Proprio con l’Entella hai fatto il tuo esordio in Serie B. Che ricordi hai di quel momento?
Era già nell’aria. Una volta ci sono andato vicino e ancora me lo ricordo. Eravamo a Vicenza, vincevamo 1-0 il mister mi disse “scaldati che fra poco tocca a te”, poi abbiamo preso gol e ha scelto di mettere un difensore. Poi a Benevento, un giorno prima del compleanno di mio padre, è arrivato l’esordio. È stata un’emozione incredibile, non ci credevo: era passato meno di un anno dallo scarto della Fiorentina e stavo esordendo tra i professionisti.

A diciotto mesi di distanza, dopo essere passato per l’Inter, è arrivato l’esordio in Champions League contro il Real Madrid. In quel momento cosa hai pensato?
Il mister fece la riunione tecnica alle 11. Non annunciò la formazione, ma mi disse che voleva parlarmi a fine riunione. Lì mi comunicò che avrei giocato, mi chiese se ero pronto. Io gli ho detto di sì. Invece di riposare, sono stato tutto il giorno in camera a guardare il soffitto. Poi una volta arrivato allo stadio, ho pensato solo a giocare e a fare quello che sapevo. Quando sei in campo pensi solo a quello.

Quanto ti hanno aiutato i compagni?
De Rossi è venuto a dirmi di stare tranquillo. Di giocare come sapevo, a due tocchi. Anche Totti è venuto a dirmelo.

Com’è cambiata la tua vita dopo quella partita?
Sono cambiate le attenzioni nei miei confronti. E anche nei confronti delle persone che mi stanno attorno. Però voglio che si parli molto di più di me e di quello che faccio in campo, rispetto a quello che c’è fuori. A me piace molto il calcio, questa è la mia passione. Sono contento della mia stagione e spero che continui così.

Dopo cinque mesi sono arrivati i due gol in Champions contro il Porto e ora tutto il mondo parla di te. Come ti sei sentito dopo quella doppietta all’Olimpico?
È un’emozione che ancora adesso non riesco a descrivere. Forse non ho ancora realizzato quello che è successo la scorsa settimana. Ora però devo allenarmi, penso a quello: andare forte sul campo per avere altrettante soddisfazioni.

Che cosa pensi quando la gente ti descrive come il nuovo Totti o come la speranza per il futuro del calcio italiano?
Fare paragoni con lui è davvero una forzatura. Sono onorato anche solo dell’accostamento, ma io ancora non ho fatto niente.

Ai tifosi della Roma ha fatto piacere sentire che vorresti giocare per tutta la carriera qui. Lo pensi davvero o lo hai detto perché eri davanti a una telecamera?
Alla fine giocando in squadra con De Rossi e Florenzi, o vedendo a quello che ha fatto Totti, capisci quanto si può essere attaccati a questa squadra e a questi tifosi. Sarebbe un sogno fare le stesse cose. Io ora penso ad allenarmi e a giocare.

Il tuo esordio in Serie B è arrivato poco tempo prima dell’addio al calcio di Francesco Totti. Ti piaceva come calciatore? Ti capita di chiedergli qualche consiglio?
Era troppo forte, vedeva la giocata due ore prima degli altri, era impressionante. Io sono timido, mi vergogno ad andare a parlarci e per questo non gli ho mai chiesto niente direttamente, ma è sempre venuto lui a darmi dei consigli.

Kolarov ha detto che hai la testa sulle spalle ma che sarebbe il primo a tarparti le ali se ti vedesse troppo su di giri. Che ne pensi?
Alex è esperto, fortissimo, conosce le dinamiche. Sa cosa può succedere a un ragazzo che è sulla bocca di tutti. Se dovesse vedermi con la cresta alzata farebbe bene a tirarmela giù. Lui è un esempio nello spogliatoio e in campo. Ha ragione.

Da chi apprendi di più durante gli allenamenti?
Dove ti giri ti giri ci sono i campioni. Mi ispiro ai più esperti, ai senatori, a De Rossi, Manolas, Kolarov, Dzeko. Sono i miei esempi.

Qual è stato il miglior consiglio che hai ricevuto finora in carriera?
Mio papà mi dice che si fa presto ad andare in alto, ma ci si mette ancora meno ad andare in basso. Me lo ripete in continuazione, “non montarti la testa”, soprattutto adesso. E mi dice anche “ricordati come stavi quando la Fiorentina ti ha mandato via.

Il Club ha creduto tanto in te, tenendoti in rosa dopo il mercato estivo. C’è stato un momento in cui hai pensato che saresti andato fuori a farti le ossa?
Non ho fatto la preparazione estiva con la squadra perché ero impegnato nell’Europeo e nemmeno la tournée. Quando sono tornato ero il nono centrocampista e l’idea di andare sei mesi o un anno a farsi le ossa c’era. La Società ha creduto in me, però, e anche il mister. Devo ringraziarli per questo. Spero di continuare a dimostrare che la fiducia data non è stata persa. Di Francesco ogni giorno mi dà consigli, mi dice come muovermi, anche fuori dal campo. Lo ringrazio per tutte queste possibilità.

Nello spogliatoio sei circondato da calciatori come De Rossi e Nzonzi che hanno vinto un Mondiale. Ci pensi mai?
Giusto ieri parlavo con Daniele delle emozioni vissute con la vittoria del Mondiale. E mi è venuta la pelle d’oca. Questi sono giocatori da cui devo prendere spunto per far bene. Un giorno, magari, spero di riuscirci anch’io. Ma non ci sto pensando ancora.

A volte i calciatori più grandi  sostengono che i loro colleghi più giovani pensano troppo ai social media e poco al calcio giocato. Cosa ne pensi? Ti rivedi in questa descrizione?
Sono nato nell’era dei social media ed è difficile non utilizzarli. Ti ci diverti, ma so che bisogna stare attenti. La gente è andata a ripescare dei post che ho fatto cinque anni fa quando avevo tredici anni.

Qual è una giornata tipo di Nicolò Zaniolo?
Mi sveglio, faccio colazione con mia mamma. Mi porta all’allenamento e mi viene a riprendere. Poi ogni tanto ultimamente vedo la mia ragazza, che ho conosciuto qua. E niente, così.

Niente videogiochi?
No, non mi piacciono.

Il tuo hobby preferito al di fuori dal calcio?
Uscire con gli amici, parlare di cavolate e scherzare con loro.

Sei diventato famoso?
Non famoso, ma sono sotto gli occhi di tutti sì. So che sono giovane, sto facendo bene in una piazza così importante. Devo essere bravo a gestire tutto questo.

Hai ancora gli stessi amici di sempre?
Sì sì. A Capodanno ho preferito restare con loro, piuttosto che andare in vacanza. Ho fatto una cena con loro a La Spezia, siamo stati bene.

Chi è il tuo migliore amico nel calcio?
Giuseppe Caso, che gioca nel Cuneo. Fino a quando ero piccolo, ai tempi del Canaletto e poi l’ho ritrovato alla Fiorentina.

Hai un messaggio per i tifosi della Roma che già ti adorano?
Li ringrazio per il sostegno. Spero di continuare così e centrare assieme a loro i nostri obiettivi.

 


Siviglia-Lazio 2-0 - La squadra di Inzaghi è fuori dall'Europa League

Finisce l'avventura della Lazio in Europa League. La squadra di Inzaghi, dopo aver perso 1-0 l’andata dei sedicesimi di finale all’Olimpico contro il Siviglia, perdono anche in Spagna con il punteggio di 2-0 grazie alle reti di Ben Yedder Sarabia.

 

 

 

Cena AIRC,con Nzonzi, Bianda e Massara. Parla il dirigente: “Siamo tutti felici di essere qui”

Questa sera presso il Park Hotel Mancini si è tenuta la tradizionale cena dell’AIRC1927. Presenti anche due calciatori della Roma: il centrocampista Steven Nzonzi e il giovane difensore William Bianda, oltre al responsabile dei rapporti con i Roma Club, Marco Seghi, e a Frederic Massara.

Queste le parole di Massara:“Grazie a tutti voi e all’associazione italiana Roma Club per questa accoglienza e per l’affetto che ci state portando tutti i giorni e anche questa sera. Siamo molto felici di essere qui e condividere questa serata con voi, siamo felici e porto il saluto di tutta la società, del presidente Pallotta, del vicepresidente Baldissoni, di Guido Fienga e del direttore Monchi. Tutta la Roma è molto fiera dell’affetto che tutti voi ci riservate. Abbiamo qui due giocatori importanti, un campione del Mondo, Steven Nzonzi, e un giovane molto forte, Nazionale U19 francese come William Bianda. Sono anche loro molto felici di essere qui ed hanno accolto il vostro invito con entusiasmo. Vi ringraziano, non parlano ancora molto bene l’italiano ma il vostro affetto lo percepiscono”

Queste invece le parole di Nzonzi“Grazie a tutti, grazie al presidente, sono molto felice di essere qui con voi, e forza Roma“.


Champions League - La Juve perde per 2 a 0 contro l'Atletico - Corsaro il City in casa dello Schalke 04, 3 a 2 per la squadra di Guardiola

Atmosfera da super match a Madrid, dove questa sera si è giocata Atletico-Juve, gara di andata degli ottavi di Champions League.  Al Wanda Metropolitano è stata partita vera con la squadra di Diego Simeone che vince 2 a 0 grazie alle reti di Gimenez al 78' e Godin al 83'. 

Nell'altro match di giornata, il Manchester City vince a casa dello Schalke 04 per 3 a 2. 


Il ritorno di elementi importanti per dare una svolta alla stagione

INSIDEROMA.COM - MASSIMO DE CARIDI - Roma brutta, timorosa e fortunata. Queste le critiche più gentili mosse alla squadra nel post-match vinto 2-1 contro il Bologna. Giusto analizzare cosa si potesse fare meglio, quali sbagli sono stati commessi e come rimediare ma ormai sembra un vero e proprio tiro al bersaglio.

La squadra di Di Francesco ha giocato certamente uno dei primi tempi più orribili della stagione, meritando di andare sotto anche con più di una rete di scarto e se questo non è avvenuto è solo grazie alla buona sorte e ad un Olsen in splendida forma. Solo nella prima frazione di gioco si possono contare almeno 3 parate decisive dell'estremo difensore svedese più la traversa colpita da Soriano. Sembrava più un duello tra l'ex torinista ed il numero 1 romanista che una gara vera e propria tra 22 giocatori. Per fortuna dei giallorossi, però, a vincere è sempre stato l'ex Copenaghen.

La ripresa è cominciata subito con la svolta per il match: rigore netto per un fallo di Helander che si disinteressa del pallone e placca El Shaarawy, scaraventandolo su un altro difensore rossoblu. Dal dischetto va Kolarov, che spiazza Skoruspki e va a 7 reti in campionato. Poco dopo arriva anche la seconda rete ed è l'altro neoentrato De Rossi a servire l'assist di testa a Fazio, che raddoppia con un bel destro ad incrociare.

Per una buona mezz'ora, è la formazione di Di Francesco a fare la partita e potrebbe andare ancora a segno ma a 10-15 minuti dalla fine, torna la paura della vittoria e puntualmente vengono puniti. Stavolta, il gol di Sansone arriva all'84' ed è bravo l'ex Villarreal ad accentrarsi ed a tirare dove Olsen non può arrivare pur essendoci una posizione di fuorigioco attivo di Svanberg non segnalato nè dal guardalinee nè dal VAR.

A quel punto, c'è il terrore negli occhi dei giocatori e dei tifosi romanisti, con i primi che si affidano ai calciatori di esperienza come Dzeko, che si trascina la squadra sulle spalle ed i secondi che cantano con maggiore forza per incoraggiare la squadra nel momento di grande difficoltà.

Molti continuano ad attribuire grandi colpe al mister ma tra infortuni continui (32 problemi muscolari in stagione), una rosa non particolarmente esperta e campagna acquisti estiva che non si sta rivelando un fattore determinante (quella invernale ha visto solo la partenza di Luca Pellegrini, quindi neanche a parlarne) se non in un paio di elementi.

Il ritorno di Under e Karsdorp ed una condizione di forma migliore di Perotti, De Rossi ed El Shaarawy potrebbero diventare fondamentali per il proseguo della stagione e coprire quelle falle evidenti a cui Di Francesco ha provato a rimediare cambiando modulo e gettando nella mischia Zaniolo, Kluivert ed altri giovani che non sempre e non tutti hanno reso per come si era sperato.

L'ex Primavera dell'Inter è già ritenuto come un calciatore importante e dal grande futuro ma deve crescere e sbagliare e non caricargli la squadra sulle spalle. Grossa delusione l'olandese, che non sta rendendo per nulla secondo quelle che erano le attese.

Da capire anche quando tornerà in campo Schick, che sembrava in fase di miglioramento rispetto al resto della carriera romanista. Malissimo Marcano e Pastore, che sembrano ormai ai margini della squadra. Cristante aveva iniziato male la stagione per poi crescere ma ultimamente sta giocando tanto ed il rendimento è un pò calato. Nzonzi, invece, non ha mai avuto dei veri acuti ma è un giocatore troppo flemmatico ed in certe gare appare inadatto.

Poi ci sono alcuni elementi della vecchia guardia come Florenzi e soprattutto Fazio che sono nettamente sotto la media dei passati campionati. Forse, sarebbe il caso di dare qualche altra chance a Santon e a Juan Jesus, che sinora ha fatto comunque meglio dei loro compagni.


Semaforo giallo: derby a rischio per Zaniolo, Fazio, Manolas e Florenzi

INSIDEROMA.COM – ILARIA PROIETTI – Brutti, sporchi e cattivi potrebbe essere un buon riassunto della prestazione dei giallorossi contro il Bologna. Soprattutto brutti ma, in questi casi, quel che conta è il risultato. La Roma riesce a restare nella scia del Milan – sempre a +1 – e ad approfittare delle sconfitte delle dirette avversarie alla corsa Champions per mettere una distanza di tre punti con Atalanta e Lazio.

Sabato sera gli uomini di Di Francesco saranno di nuovo in campo a Frosinone, per cercare di confermare la striscia più che positiva delle ultime settimane. La Roma è infatti imbattuta da sette giornate consecutive (cinque vittorie e due pareggi) e la sfida con gli uomini di Baroni sembra un’ottima occasione per allungare il trend. All’orizzonte, però, incombe il pericolo gialli. Al Benito Stirpe potrebbero scendere in campo ben quattro titolari diffidati: Zaniolo, Fazio, Manolas e Florenzi. Sono loro gli osservati speciali che, in caso di ammonizione, salterebbero il derby, previsto per la settimana successiva. Quattro uomini fondamentali che Di Francesco potrebbe preservare contro il Frosinone. Dei diffidati solo Fazio dovrebbe partire titolare, mentre gli altri approfitteranno di un turno di riposo, anche in vista delle fatiche della Champions League. Subito dopo il derby, infatti, è in programma il match all’Estadio do Dragao, dove la Roma affronterà il Porto nella partita di ritorno degli ottavi di finale.

A Frosinone, quindi, Santon si accinge a prendere il posto di Florenzi (Karsdorp è fermo in infermeria); per Manolas, invece, è pronto Juan Jesus, fermo da gennaio e pronto a rientrare in campo. Sarà il momento di riposare anche per Zaniolo, al suo posto si potrebbe, finalmente, rivedere lo sfortunato Diego Perotti, protagonista di una stagione mai veramente decollata a causa dei numerosi infortuni.


Cornet, il nome nuovo per il mercato di Monchi

INSIDEROMA.COM - SARA BENEDETTI - La Roma guarda già al mercato estivo e nonostante quello invernale sia da poco concluso, il toto nomi è già più vivo che mai. E' di iei la notizia che la Roma ed il ds Monchi avrebbero messo gli occhi su Cornet, attaccante ivoriano di proprietà del Lione, club con il quale, il classe '96 si sta mettendo in mostra. Lo sa bene anche il Manchester City che nel girone di Champions tra andata e ritorno contro i francesi, ha subito ben quattro gol, tre dei quali segnati dallo stesso ragazzo nativo di Bregbo, piccola realtà urbana vicina alla capitale ivoriana Abidjan.

UN PO' DI STORIAMaxwel Cornet nasce il 27 settembre 1996 a Bregbo, località della Costa d’Avorio, tuttavia, il calciatore del Lione è praticamente cresciuto sempre in Francia, dato il trasferimento nel paese transalpino all’età di tre anni. Non c’è voluto molto per comprende le capacità del ragazzo: a sette anni era stato già inserito nelle giovanili del Metz, ma le sue doti colpiscono così tanto gli allenatori francesi che viene inserito in squadra con i ragazzini di undici anni. Già a sedici anni esordisce tra i professionisti con il Metz, due stagioni più tardi il Lione lo acquista per 200 mila euro. Con la maglia dell’OL dimostra le sue qualità vestendo il numero 27. Cornet è una attaccante mobile, dotato di tecnica e rapidità, che ama partire dall’esterno per poi accentrarsi e cercare la giocata vincente con il suo piede preferito, il sinistro. Il ragazzo sulla carta può giocare sia come ala destra che sinistra, infatti spesso durante le partite si allarga per cercare spazi e lo scambio veloce con i compagni. Da evidenziare la sua grande abilità di scattare e attaccare la profondità, mettendo spesso in difficoltà le retroguardie avversarie. Nonostante la struttura fisica non sia imponente e l’altezza arrivi fino a 179 cm, il Nazionale ivoriano in area di rigore sa farsi valere: la velocità nel breve, unita alla capacità di andare al tiro con entrambi i piedi, risulta spesso fatale alle difese che giocano contro Cornet, come testimoniano i 33 gol (alcuni pesantissimi) messi a segno in 149 presenze (molte delle quali da subentrato) con la maglia dell’OL. Il ragazzo è in continua evoluzione, anche in virtù dell’età (22 anni): non ha limiti e sembra rispecchiare a pieno il prototipo del calciatore moderno. Diversi top club hanno già manifestato un grandissimo interesse, ma se il Lione dovesse cederlo allora metterebbe a segno una grande plusvalenza. Per il momento il club francese si gode il talento di Maxwel Cornet, pronto a brillare anche nei palcoscenici più prestigiosi d’Europa e chissà che il prossimo stadio in cui poterlo ammirare non sia proprio l'Olimpico di Roma, con la casacca giallorossa sulle spalle.


La Roma vede il Diavolo

MESSAGGERO - TRANI - Basta metà prestazione per prendersi il match: la Roma, entrando in scena all'Olimpico solo nella ripresa, supera il Bologna (2-1) e si riavvicina al Milan quarto, ora a più 1, restando in corsa per la zona Champions e staccando di 3 punti l'Atalanta e la Lazio. Successo, dunque, sofferto, ma prezioso per la classifica: allungata la striscia positiva in campionato (7 risultati utili: 5 vittorie e 2 pari), cominciata dopo Natale.

FALSA PARTENZA - Di Francesco limita gli interventi e, per otto-undicesimi, ripropone la formazione che ha battuto martedì scorso il Porto. È sempre inedita, la numero 33 in 33 partite, come è nuovo il tridente con Zaniolo, Dzeko e Kluivert. Sono loro, del resto, gli unici 3 giocatori offensivi a dare garanzie. In panchina torna Perotti e trova spazio, recuperato in extremis, El Shaarawy. I 3 che entrano sono Olsen, cioè il portiere titolare, Nzonzi, anche per evitare la full immersion a De Rossi dopo i 3 mesi abbondanti di stop, e appunto Kluivert. Zaniolo, dunque, gioca il suo 3° match di fila da esterno alto. Il 4-1-4-1, però, va presto in tilt: la Roma non ha l'equilibrio delle ultime partite e, nella prima parte, rischia come spesso è accaduto in questa stagione. Mihajlovic risponde al collega con il 4-2-3-1, puntando sul rombo offensivo che ha qualità e potenza: dietro al centravanti Santander, il trequartista è Soriano, con Edera e Sansone rispettivamente sulle corsie di destra e di sinistra. Il più ispirato è Soriano che calcia subito di destro: Olsen alza sopra la traversa. Sempre Soriano, dopo torre di Santander, calcia sul portiere giallorosso di sinistro, sprecando la chance per il possibile vantaggio. Ancora decisivo Olsen prima dell'intervallo: chiusura con le gambe sul sinistro di Edera. E nel recupero Soriano centra la traversa. Fazio sbanda e spesso è fuori posizione. L'Olimpico fischia i giallorossi, bocciati dal pubblico per la prova sciatta e soprattutto fiacca.

SENZA RITMO - Il Bologna usa il pressing per limitare la Roma. La scelta paga nel 1° tempo. Le assenze non incidono sul piano di Mihajlovic: mancano gli infortunati Lyanco, Mattiello, Orsolini, Destro e Gonzalez, più lo squalificato Palacio, ma l'atteggiamento di chi va in campo è comunque propositivo. I giallorossi, lenti nel palleggio, faticano a conquistare campo. Timidi e impacciati, anche se davanti hanno la terzultima squadra della serie A, non riescono a salire, restando bloccati nella loro metà campo. Kluivert va per conto suo, Dzeko, ancora a digiuno all'Olimpico in campionato, non ha l'appoggio di Cristante e Pellegrini che si preoccupano solo della fase difensiva e di collaborare con Nzonzi passeggia. Kolarov frena a sinistra, Florenzi è almeno più intraprendente.

CORREZIONE IN CORSA - Fuori Cristante, dentro El Shaarawy che indirizza il match: Di Francesco cerca di aggiustare l'assetto, mettendosi a specchio con il 4-2-3-1. Pellegrini va ad affiancare Nzonzi, Zaniolo si accentra da trequartista e Kluivert passa a destra, lasciando la fascia sinistra a El Shaarawy. Fazio regala a Edera il contropiede: conclusione scontata e Olsen blocca. El Shaarawy, andando a chiudere il triangolo con Dzeko, cade in area, atterrato da Helander: rigore, trasformato da Kolarov sotto la Sud. Il gol del vantaggio sveglia i giallorossi, anche se Olsen deve subito volare sul tiro di Poli. Skorupski ferma Zaniolo, lanciato da El Shaarawy. Cambia pure Mihajlovic: Svanberg per Edera. Esce Kluivert per De Rossi che lascia la fascia a Florenzi. Pellegrini si alza a destra. Ecco Dzemaili per Poli. Fazio si fa perdonare e firma il raddoppio: destro su spizzata di De Rossi. Olsen è il migliore in campo e si arrende solo prima del recupero sul destro di Sansone (gol confermato dal Var).


Robin si veste da supereroe come Batman

MESSAGGERO - FERRETTI - La Roma vince la partita che doveva vincere per guardare il Diavolo più da vicino. Ma quanta sofferenza. Troppa, come è accaduto un sacco di volte nel passato più o meno recente. I giallorossi portano a casa tre punti e, per questo, devono ringraziare, tanto, lo svedese Robin Olsen che para tutto quello che era possibile (e assolutamente non semplice) parare. Il successo porta soprattutto la sua firma, a legger bene la cronaca.

Partita complicata, secondo pronostici. Bologna attento nella fase di palleggio, Roma meno ordinata ma più rabbiosa quando entra in possesso del pallone. Nulla di straordinario, comunque, per via della serata in sordina di troppi elementi con la maglia rossa. La squadra di Di Francesco sembra aspettare le mosse del nemico prima di mettersi in moto oppure, probabilmente, non ce la fa proprio a prendere in mano le redini della partita. Troppi errori, ad esempio, nella fase di impostazione del gioco, con una marea di palloni bruciati nella fase di uscita. E con un'altissima percentuale di errori riferibile ai difensori, eccessivamente fallosi al momento di azionare il pallone. E Zaniolo? Là a destra poco servito, poco cercato, molto marcato e, per questo, poco nel vivo della partita. Un paio di strappi in avanti, anche un paio di recuperi importanti in fase difensiva ma nulla da Zaniolo. Da segnalare nel primo tempo, invece, quattro parate determinanti di Olsen e una traversa di Soriano. La testimonianza diretta della serata svagata della squadra di EDF. Sì, bravino il Bologna ma Roma molle e troppo perforabile specie centralmente. E con la testa chissà dove. Mah.

L'INTERRUTTORE - Ancora una volta, insomma, stupisce l'immensa capacità della Roma di giocare in maniera pessima una partita contro un avversario sulla carta (molto) abbordabile. Come se a far funzionare o meno i giallorossi ci fosse un interruttore on off nelle mani del destino. Impensabile, del resto, che tutte le cose brutte siano frutto solo della mente dei calciatori o di chi li guida. Fosse vero il contrario, si sarebbe trovata da tempo una soluzione, invece niente. Tu non sai mai che Roma farà. Puoi, anzi devi aspettarti di tutto nel bene o nel male. E, per l'appunto, il cambio di modulo nella ripresa, con El Shaarawy dentro e Zaniolo al centro, porta quasi subito al calcio di rigore trasformato da Kolarov, sette gol in campionato, proprio sotto la Sud. Niente inchino, stavolta. Olsen protegge ancora da par suo il vantaggio, poi Fazio raddoppia sugli sviluppi di una palla inattiva. Evidentemente l'interruttore durante l'intervallo era stato spostato sull'on. Così il gol di Sansone, nel finale, non preoccupa più di tanto.