Col Bologna riecco Olsen e Perotti. Under punta almeno la panchina

INSIDEROMA.COM – ILARIA PROIETTI – Dopo la vittoria in Champions League contro il Porto, la Roma sarà nuovamente di scena all’Olimpico, nel monday night che la vedrà affrontare il Bologna. L’andata è una faccenda da dimenticare per la banda guidata da Di Francesco, che nel ko subito al Dall’Ara ha sfiorato l’esonero. Nel gran ballo degli acciaccati il tecnico abruzzese si inventerà l’ennesima formazione rimaneggiata ma, fortunatamente, ci sono anche buone notizie. Se Karsdorp e Schick rimangono ai box, riecco spuntare Olsen, Under e Perotti.

Per il portierone svedese è stata cosa da poco, avendo dovuto abbandonare i pali solo in due gare, contro Chievo e Porto, dove il vice Mirante – seppur poco impegnato in entrambi i match – non ha fatto rimpiangere il numero 1 giallorosso.

Diversa la situazione dei due attaccanti, fuori entrambi da circa un mese. Lo stop per Perotti è arrivato il 14 gennaio, subito prima della partita di Coppa Italia con l’Entella, per un trauma al polpaccio riscontrato durante il riscaldamento pre-partita. L’argentino, però, ha fatto i compiti a casa durante la settimana: da giovedì si allena regolarmente col gruppo (partitelle finali comprese) e ieri ha svolto un lavoro di potenziamento in palestra insieme a De Rossi. Il Monito figurerà sicuramente nella lista dei convocati di Di Francesco.  

La presenza ancora incerta è quella di Cengiz Under. Il turco, costretto a uscire durante le prima battute di Roma-Torino dello scorso 19 gennaio, prosegue il lavoro individuale in allenamento dando però segnali positivi. Provino decisivo nel pomeriggio di oggi, durante la rifinitura, per cercare di prenotare un posto almeno in panchina.


Il club giallorosso vola: 12° posto del ranking UEFA

MESSAGGERO - CARINA - A pensarci bene, è sempre una questione di crescita. Da un lato c’è la Roma che in virtù dell’ottimo percorso in Champions negli ultimi 2 anni è salita al 12° posto nella classifica generale del ranking Uefa: i giallorossi, con 81 punti, hanno staccato loShakhtar Donetsk portandosi a -5 dall’Arsenal (10°).

Dall’altro c’è invece Zaniolo. La sovraesposizione del ragazzo di Massa inizia a preoccupare a Trigoria. L’eventuale possibilità di affidargli in futuro la maglia numero 10, può dunque attendere. Parola di Di Francesco, durante l’inaugurazione della sesta edizione del Corso da Team Manageralla Luiss: «Bisogna mantenere il ragazzo con i piedi per terra. La differenza la fa l’equilibrio. Non si smette mai d’imparare, questo vogliamo far passare a Nicolò. Di assegnargli la maglia numero 10 non me ne frega niente. Non valuto in base a quello, è riduttivo e poi c’è ancora tanta strada da fare».


Nella chat "Famo sto stadio" favori ai politici e incarichi

MESSAGGERO - ALLEGRI - Dopo la chat dei quattro amici al bar, utilizzata dalla sindaca Virginia Raggi per confrontarsi con i suoi fedelissimi, spunta anche quella 'famo sto stadio', ispirata all'hashtag lanciato dall'allora allenatore della Roma Luciano Spalletti. Ne facevano parteLuca Parnasi e i suoi collaboratori, adesso vicini al processo per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione. Una chat su whatsapp dove commentavano il progetto e, soprattutto, raccontavano degli incontri con politici e funzionari, a libro paga grazie a finanziamenti illeciti e consulenze che, per la procura, erano vere e proprie tangenti. Uno su tutti: Luca Lanzalone, consulente di punta della sindaca, ingaggiato senza contratto ma diventato il punto di riferimento dell'amministrazione pentastellata per il dossier sullo stadio. Sono i nuovi interrogatori depositati agli atti dell'inchiesta sull'affaire Tor di Valle, dopo la richiesta di rinvio a giudizio - sono in tutto 15 gli imputati che il 2 aprile compariranno davanti al gup - a tratteggiare il ruolo di Lanzalone, finito a processo per corruzione per avere agevolato Parnasi in cambio consulenze.

I VERBALI È uno dei collaboratori di Parnasi, Simone Contasta, a parlare del super-consulente e della chat. Lanzalone era l'interlocutore privilegiato di Parnasi «per tre specifiche qualità: conosceva il progetto, era competente e aveva un potere di interloquire con il ruolo apicale del Comune», per la sua «vicinanza al Movimento 5 stelle». L'imprenditore aveva deciso di coinvolgerlo anche «nel progetto di Marino, l'Ecovillage, conferendogli un incarico. C'erano analogie con le problematiche sorte in relazione allo stadio». Poi Contasta aggiunge: «Parnasi evidenziava le competenze di Lanzalone e la sua vicinanza al Movimento». Il primo incontro con il super-consulente è nel febbraio 2017: «Mi è stato presentato quale rappresentante del Comune per la definizione di un progetto soddisfacente per il M5s. Ci venne presentato come referente con cui dialogare nel corso di una riunione alla quale parteciparono, tra gli altri, Bergamo, Berdini, Frongia, Ferrara e De Vito».Contasta racconta che la sua mediazione è stata fondamentale: «Comprese quali fossero le esigenze del Comune, grazie alla mediazione di Lanzalone, si è giunti alla predisposizione di un progetto gradito al Movimento». Lanzalone è sempre stato presente, «sia Giampaoletti che Montuori (Franco Giampaoletti, dg del Campidgolio, e Luca Montuori, assessore all'Urbanistica, ndr) avevano necessità di essere supportati nelle loro decisioni», aggiunge Contasta. E precisa che Lanzalone ha continuato a collaborare sia con Parnasi che con il Comune anche «con l'avvio della Conferenza di servizi», fino «al giorno degli arresti in giugno». Contasta affronta anche i rapporti di Parnasi con la politica, al centro di un secondo filone d'indagine con i finanziamenti alle fondazioni di Lega e Pd: Eyu e Più Voci. «Ho sempre saputo che finanziasse la politica in generale, non in particolare un partito».

Contasta ha parlato anche del Soprintendente Francesco Prosperetti, che ha archiviato la proposta di vincolo sull'ippodromo di Tor di Valle. L'ipotesi è che lo abbia fatto in cambio di un incarico per il datore di lavoro di sua figlia, l'architetto Paolo Desideri. «Desideri mi parlò del problema del vincolo, disse che conosceva Prosperetti - aggiunge Contasta - e che sarebbe stato felice di dare un contributo per trovare una soluzione di mediazione con la Soprintendenza per giungere all'archiviazione della proposta. Disse che anche Prosperetti sarebbe stato felice». Subito dopo quell'incontro, sottolinea la pm, Contasta scrive nella chat 'famo sto stadio', comunicando agli interlocutori di avere «info sul vincolo». Il socio di Parnasi replica agli inquirenti: «Mi era stato detto da Desideri che Prosperetti voleva che fosse lui a elaborare un progetto». Poi sottolinea l'inutilità di quella commessa: «La progettazione non aveva in sé alcuna utilità, mi è stato detto che la realizzazione del progetto era un passaggio necessario per ottenere l'archiviazione».

IL CONSULENTE Agli atti, c'è anche l'interrogatorio di Lanzalone, del 7 dicembre. Parla del rapporto con Fabio Serini, l'ex commissario straordinario dell'Ipa, l'ente di previdenza dei dipendenti capitolini, finito sotto processo insieme a lui. Lanzalone e il suo socio Fabio Costantini, una volta entrati nelle grazie dell'amministrazione capitolina, gli avrebbero fatto ottenere la nomina all'Ipa, intercedendo con la sindaca. In cambio, avrebbero avuto almeno due incarichi. «L'ho segnalato al sindaco Serini - spiega Lanzalone - era una persona qualificata». E in relazione alle consulenze ottenute dice: «Non mi ha meravigliato che ci abbia conferito un incarico poco dopo l'insediamento. Pensai che potesse essere stato per la fiducia professionale». Dall'interrogatorio emerge anche un altro progetto poi naufragato: un ulteriore incarico da conferire a Serini.


Da martedì i biglietti del derby

IL TEMPO - PIERETTI - Il derby si avvicina. La Lazio da martedì prossimo (alle 12) metterà in vendita i biglietti per la sfida in programma sabato 2 marzo alle 20.30. I tagliandi si potranno acquistare presso i negozi Lazio Style 1900 e i punti vendita Listicket gruppo Ticketone.

Per Monte Mario e Tribuna d'Onore sarà possibile acquistare i biglietti anche on-line. Nella stessa giornata ci sarà la possibilità di effettuare il cambio posto per tutti gli abbonati del settore Distinti Sud-Est (destinato nell’occasione ai tifosi ospiti): titolari dell’abbonamento potranno ritirare il tagliando d'ingresso per la Tevere solo presso il negozio Lazio Style 1900 di Via G. Calderini 66/C.

Questi i prezzi dei biglietti: Curva Nord-Distinti Nord-Distinti Ovest 35 euro, Tribuna Tevere 50 euro (ridotto 35 euro), Tevere Top 70 euro (ridotto 50 euro), Monte Mario 95 euro (ridotto 60 euro), Tribuna d'Onore Centrale 250 euro.

La vendita per i tagliandi riservati ai tifosi della Roma si articolerà in due fasi: diritto di prelazione per gli abbonati dalle ore 12 di martedì fino a domenica 24 febbraio. Dalle 10 di lunedì 25 partirà la vendita libera. Prezzi: 35 euro la Curva Sud, 45 i Distinti Sud Est e 95 la Monte Mario Sud.


La commissione: «Per il parere del Politecnico spesi 30 mila euro»

IL TEMPO - «Sulla base della relazione presentata dal Politecnico di Torino in merito all'impatto del nuovo Stadio della Roma a Tor di Valle sulla viabilità della zona sussiste ancora l’interesse pubblico dell’opera?». È questa la richiesta che il presidente della Commissione capitolina Trasparenza Marco Palumbo invierà al Consiglio superiore per i lavori pubblici. Il dem Palumbo ha annunciato l'iniziativa al termine della seduta di questa mattina della commissione.

«Non so perché è stato scelto il Politecnico di Torino, è una fase che ha gestito il Dipartimento Mobilità. Nel corso di una riunione fu detto di far fare il parere a un Istituto universitario indipendente ed estraneo al contesto romano. Non sono stati chiesti altri preventivi». Lo ha detto Roberto Botta, vicedirettore generale di Roma Capitale, nel corso della riunione della Commissione capitolina Trasparenza dedicata al parere del Politecnico di Torino sui flussi di traffico legati al progetto dello stadio dell'As Roma a Tor di Valle.

«Dopo gli arresti della scorsa estate - ha aggiunto - l’amministrazione ha avuto il dubbio che il procedimento sullo stadio potesse essere inficiato. Dalle intercettazioni sembrava ci fossero stati degli imbrogli e delle cose taciute e quindi il Campidoglio ha ritenuto opportuno, anche se non era obbligatorio, far fare una verifica a un soggetto esterno sulla mobilità in relazione allo stadio».


Sentite DiFra: «La numero 10 a Zaniolo? Va guadagnata, ma non incide sulla crescita»

GAZZETTA DELLO SPORT - Di Francesco e De Sanctis ieri erano ospiti alla Luiss, ma il protagonista di gran parte delle domande a cui hanno risposto era sempre Zaniolo: «Bisogna però mantenere il ragazzo con i piedi per terra - ha spiegato Di Francesco -. Della maglia numero 10 non me ne frega niente - garantisce il tecnico - perché non conta sulla crescita. E comunque va guadagnata». 

Dello stesso avviso De Sanctis, che ha fatto riferimento ad alcuni screenshot che vorrebbero Zaniolo tifoso della Juventus: «Non si è mai parlato della maglia da dargli. Però sono usciti dei post di 4-5 anni fa, quando aveva 14 anni, e questo deve farvi capire quanto è importante ciò che scrivete». 

Tra battute e aneddoti — De Sanctis racconta anche del ruolo di Totti nel caso Kolarov, con lo storico capitano chiamato a confrontarsi con lui, insieme a De Rossi — , qualche rivelazione: si scopre che il regolamento di spogliatoio della Roma è molto dettagliato, che le multe vanno in beneficenza, che anni fa Di Francesco prestò, a Perugia, diecimila euro a Guglielmo Stendardo per «fare casa».


La chat di Parnasi: «famostostadio»

IL TEMPO - DI CORRADO - Luca Parnasi aveva creato su Whatsapp un'apposita chat, intitolata «famostostadio», in cui si scambiava, con i suoi fidati collaboratori, gli aggiornamenti e i progressi relativi alla «strategia di avvicinamento» di pubblici ufficiali messa in atto dell'imprenditore romano per ottenere il via libera definitivo alla realizzazione del nuovo stadio della Roma.

Il 30 novembre 2018 Simone Contasta, dirigente di Eurnova accusato di far parte di un'associazione a delinquere capeggiata da Parnasi e composta da altre 4 persone, viene interrogato dai pm Barbara Zuin e Luigia Spinelli. In questa occasione conferma che Luca Lanzalone «mi è stato presentato a febbraio 2017 quale rappresentante del Comune di Roma per giungere alla definizione di un progetto che fosse soddisfacente per il Movimento 5 Stelle». Lanzalone, in questo ruolo strategico, viene subito avvicinato e corrotto da Parnasi, con l'offerta e la promessa di incarichi al suo studio legale. «Il valore aggiunto che avremmo conseguito dalla nomina di Lanzalone nel team di legali - spiega Contasta - derivava dalla sua capacità professionale, dalla sua vicinanza a M5S e dalla credibilità che aveva acquisito sia nel Comune di Livorno che nel Comune di Roma».

Intanto è stata fissata per il 2 aprile l'udienza preliminare nella quale il giudice deciderà se accogliere la richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla Procura nei confronti di Parnasi e altri 14 indagati, tra cui l'exvicepresidente del Consiglio della Regione Lazio Adriano Palozzi (Forza Italia), il consigliere regionale Michele Civita (Pd), il consigliere comunale Davide Bordoni (Forza Italia), l'assessore allo Sport del X Municipio Giampaolo Gola (M5S).


I destini incrociati della Roma: Monchi medita sull'addio, Di Francesco legato alla Champions. Baldissoni in scadenza ma rinnova

IL TEMPO - AUSTINI - In bilico. Ognuno per i suoi motivi. Ma in fondo c'è un filo neppure troppo sottile che li unisce. La Roma di oggi non è detto sia la stessa di domani, dalla panchina ai posti di comando di Trigoria, per non parlare dei giocatori.

Di Francesco, Monchi e, in misura minore, Baldissoni: in ballo c’è il futuro di tutti e tre. I risultati, ovviamente, saranno alla base di qualsiasi scelta. Personale o del presidente. E se la Champions di oggi è una fantastica occasione per sognare ancora, qualificarsi a quella di domani è l’obiettivo principale per impostare al meglio il prossimo anno. Col quarto posto, se non addirittura il terzo (perché non provarci con un'’Inter così piena di problemi?), la Roma avrebbe fatto il suo «minimo sindacale» e Di Francesco avrebbe dei meriti da presentare a Pallotta sul tavolo quando si tireranno le somme. Ma la classifica di oggi tutto dà tranne certezze e le conseguenze di un flop, dal quinto posto in giù, porterebbero al probabile esonero dell’allenatore con un anno d’anticipo rispetto alla scadenza del contratto.

Se fosse dipeso dal presidente, in realtà, il tecnico abruzzese sarebbe già saltato. In almeno due momenti della stagione, Pallotta ha perso la fiducia. E le staffe. Ma non ha voluto comunque cambiare le dinamiche prestabilite nella società: il responsabile dell’area sportiva è Monchi, a lui sono delegate le decisioni tecniche e i conti si fanno alla fine.  Come noto, è stato proprio il direttore sportivo spagnolo a confermare Di Francesco, pure dopo una batosta pazzesca come quella in Coppa Italia con la Fiorentina. Prestazioni e risultati successivi contro Milan, Chievo e Porto stanno dando ragione al diesse, ma quella serata di Firenze ha lasciato il segno.

«È stata la peggiore sconfitta della mia carriera» ha detto Monchi nel post-partita al Franchi. Ed era sincero. Già deluso dal rendimento di alcuni acquisti - Pastore il simbolo degli acquisti riusciti male - e dal rendimento generale della squadra, lo spagnolo si sta mettendo seriamente in discussione da solo. Pallotta a mandarlo via non ci pensa, non che tra i due sia tutto rose e fiori, ma l’eventuale - e in questo momento possibile - addio prematuro di Monchi sarebbe una scelta personale dello stesso diesse. Di certo non una buona notizia perla Roma a prescindere, visto che abortire un progetto a metà non è mai funzionale alla crescita.

Psg e soprattutto Arsenal corteggiano Monchi, lui per ora non ha dato la parola a nessuno, intanto da settimane riflette, non è soddisfatto e si interroga se sia il caso di continuare qui. Ha altri due anni di contratto più l'opzione per un terzo. e, come per Di Francesco, molto dipenderà dai risultati finali. Ad esempio, l’entusiasmo di una qualificazione ai quarti di Champions può cambiare le carte in tavola. Lo stesso un brillante finale di campionato, o magari la crescita ulteriore di Zaniolo che, al contrario di Pastore, oggi rappresenta uno dei migliori affari della storia del mercato giallorosso.  A maggio si tireranno le somme e il destino di Monchi è inevitabilmente legato a quello dell'allenatore. Inutile fare nomi oggi di potenziali sostituti, si cercherebbe una verità che non può (ancora) esistere.

Quanto a Baldissoni, da poco nominato vice-presidente con la contemporanea promozione di Fienga nel ruolo di Ceo, è difficile pensare che Pallotta rinunci all'uomo con cui da sempre ha il dialogo più intenso. L'avvocato romano è infatti l’unica colonna portante della società rimasta in piedi dall'avvio dell’era americana. Tra i vari incarichi che ha ricoperto negli anni, adesso sta curando in prima persona una vicenda cruciale come quella del progetto stadio. Anche per Baldissoni c'è un «ma»: gli scade il contratto a giugno. La stanchezza non manca, tantomeno la voglia di Pallotta di tenerselo stretto.


La Roma è contata, turn over azzerato

MESSAGGERO - TRANI - Improvvisamente la giostra delle rotazioni, finora più o meno obbligate, si blocca: non si sale e nemmeno si scende. Di Francesco, nella fase cruciale della stagione, deve convivere con l'emergenza, ritrovandosi con i giocatori contati nei ruoli chiave. I 31 ko muscolari hanno di sicuro inciso nelle scelte dell'allenatore, costretto a cambiare da una partita all'altra. Ma la ricchezza della rosa, numericamente ben assortita, lo ha almeno aiutato nella gestione dell'annata. Così la Roma, fin qui, non è stata mai uguale, con 32 formazioni diverse in 32 match stagionali. Il turnover forzato ha evidenziato la mancanza di identità e di continuità della squadra che di conseguenza è andata in altalena sia nelle prestazioni che nei risultati. Adesso, però, la situazione è peggiorata con gli ultimi infortuni di Karsdorp e Schick: le soluzioni sono ridotte al minimo e nelle prossime settimane dovranno spesso scendere in campo gli stessi interpreti.

CORSIA DESERTA Di Francesco si augura di recuperare almeno Perotti per la gara di lunedì sera all'Olimpico contro il Bologna. Ma solo per avere un'alternativa in panchina che al momento non c'è. Anche Under è vicino al rientro, ma lo staff medico procedere con cautela dopo la raffica di imprevisti che ha colpito la maggior parte dei giocatori. La fascia destra, quindi, rimane la più scoperta: fermo Schick e convalescente Under, da esterno alto offensivo l'unico interprete a disposizione è Zaniolo. Kluivert, del resto, è una forzatura: preferisce stare a sinistra e quindi nelle gerarchie viene dopo El Shaarawy e Perotti. In teoria, in quella posizione, può avanzare Florenzi, ma poi in difesa dovrebbe aver spazio Santon. E, out Karsdorp e ceduto a gennaio Luca Pellegrini, tutti i terzini finirebbero in campo: Kolarov, Florenzi e appunto Santon. A sinistra, in caso di necessità, potrebbero invece scivolare sull'esterno le riserve Jesus o Marcano. Oppure l'allenatore dovrebbe modificare il sistema di gioco, passando alla difesa a 3: è già successo in questa stagione e anche in quella scorsa. Opzione da non scartare: solo i centrali sono in abbondanza.

DOPPIO PLAY L'unico ballottaggio possibile è nel ruolo di regista: De Rossi è il titolare, Nzonzi la fotocopia del capitano. Di Francesco, nel 4-3-3, preferisce non utilizzarli in coppia. Il tandem è la mossa da fare in corsa, è successo pure contro il Porto, per preservare Pellegrini, Cristante o teoricamente anche Zaniolo. Quotidianamente viene verificato De Rossi che deve convivere con l'infiammazione al ginocchio e dunque rinunciare a qualche partita. A centrocampo non esistono altre soluzioni, almeno fino a quando Zaniolo dovrà giocare sulla fascia destra. Fuori dalle rotazioni restano per ora Pastore e Coric.

FINALIZZATORE UNICO Dzeko, assente Schick che lo ha sostituito in 8 partite tra metà novembre e fine dicembre, non ha attualmente il suo vice. Zaniolo, come è accaduto contro il Genoa, diventa l'alternativa pure per l'unico centravanti in rosa.


Tra serbi... che derby! Kolarov sfida Mihajlovic: idolo, amico e consigliere

GAZZETTA DELLO SPORT - La sfida di lunedi prossimo tra Roma e Bologna vedrà opposti Aleksandar Kolarov e Sinisa Mihajlovic. Un confronto particolare, visto che il terzino giallorosso non ha nascorto la sua predilezione l'attuale tecnico rossoblu. «Da piccolo ho sempre sognato di diventare come lui, la vittoria della Stella Rossa nella Coppa dei Campioni del 1991 è stata come una sorta di folgorazione– ha detto tempo fa il terzino giallorosso – Avevo solo sei anni, ma quello fu un momento di grande sport nel nostro mondo. Mi piaceva tutta la squadra, ma mi sono sempre ispirato a Mihajlovic».

Quando Kolarov nel 2007 sbarcò alla Lazio, una delle prime telefonate la ricevette proprio da Mihajlovic. A favorire il contatto fu Sergio Berti, che di Sinisa fu procuratore e di Aleksandar è ancora fido consigliere. «Per qualsiasi cosa, aiuto o consiglio, io sono qui», fu il succo del discorso di Mihajlovic. Kolarov un po’ arrossì, a chiamarlo era stato proprio lui, l’idolo di tante immagini precedenti. Oggi no, Aleksandar non arrossisce più, ma quando capita di andare a cena insieme (nei mesi scorsi è successo spesso, per esempio) o di fermarsi a parlare, gli dà ancora del lei.


Tor di Valle, c'è l'accordo tra Pallotta e Eurnova: ma la firma è condizionata

MESSAGGERO - DE CICCO - La firma ancora non c'è, la delegazione di Eurnova - la società di Parnasi guidata da un nuovo Cda dopo l'arresto del costruttore - tornerà oggi da Boston senza il contratto di «pre-accordo». Ma, dicono su entrambi i fronti della trattativa, la stretta di mano con James Pallotta vale per la chiusura dell'operazione: il «draft» sarà scritto dai legali nelle prossime ore e siglato per corrispondenza. È l'ultimo atto, dunque, di Parnasi & co nel progetto Tor di Valle. La sua società, travolta dall'inchiesta per tangenti e affidata a nuovi vertici (l'ad attuale è Giovanni Naccarato), venderà i terreni di Tor di Valle e tutto il progetto stadio al patron giallorosso. «Lo stadio sarà di proprietà di una holding dell'AS Roma», ha detto Pallotta.

Le cifre della cessione? 105 milioni, anche se il manager americano ne verserà 9 nella prima fase. Una caparra, in attesa di capire se la partita si chiuderà positivamente, per lui, anche sul campo del Campidoglio, dove diversi grillini ancora rumoreggiano sul «» alla variante urbanistica che regalerebbe ai proponenti cubature record per negozi, uffici e alberghi. Virginia Raggi ha ormai rinnegato la sua contrarietà al progetto stadio, bollato dal M5S come «speculazione» fino al 2016, e twitta a ripetizione che «lo stadio si fa».

DIRIGENTI «SOLLECITATI» Nel suo entourage, c'è chi ipotizza che si possa arrivare al voto della variante addirittura prima delle elezioni europee, anche Di Maio del resto è diventato un fan dell'operazione calcistico-immobiliare, nonostante l'inchiesta. I dirigenti capitolini, allora, sono stati «sollecitati» a schiacciare sull'acceleratore, si racconta negli uffici dell'Urbanistica, per chiudere la bozza di convenzione con i privati il prima possibile. Il dg della Roma, Mauro Baldissoni, è stato visto al dipartimento comunale diverse volte, in queste settimane. La parte più difficile è politica. Convincere cioè i pentastellati ancora perplessi ad avallare un progetto che, a questo punto, consegna al gruppo di Parnasi una discreta «plusvalenza», come già si dice nelle discussioni interne, perché il costruttore comprò i terreni a 42 milioni e ora la sua società li rivende a oltre il doppio, nonostante le accuse di tangenti.


Nuovo stadio, 105 milioni per i terreni

GAZZETTA DELLO SPORT - Per la firma c'è ancora da attendere, questione di giorni, ma l'accordo c'è. Nella notte tra giovedì e venerdì, a Boston, è stata raggiunta l'intesa tra Pallotta ed Eurnova per la cessione alpresidente giallorosso dei terreni di Tor di Valle, su cui sarà costruito lo stadio della Roma. Un affare complessivo da 105 milioni di euro, con una caparra iniziale di 9.

Le parti hanno trovato un accordo su tutti i punti del contratto, i legali stanno scrivendo il testo finale che sarà sottoscritto a breve dalle parti. Il rogito dovrebbe essere sottoscritto solo dopo l’approvazione della variante in Campidoglio.