Dzeko: "Bisogna lavorare duro sempre, nessuno ti regala nulla. Non solo nel calcio" (video)

Edin Dzeko, attaccante della Roma, ha rilasciato un'intervista all'European External Action Service in cui ha ripercorso a grandi linee la sua carriera: "Bisogna lavorare duro sempre, non solo nel calcio, nessuno ti regala nulla. E' stato un bene per me giocare in tanti paesi diversi, ho imparato molte lingue. Questo fa di me un vero europeo. Il momento più bello della carriera? Il mio primo gol in Nazionale, nel 2007, giocammo in Turchia contro il Kosovo. Ho ottenuto risultati solo grazie al lavoro costante".


InsideRoma Daily News: Rinviato a giugno il rinnovo di Zaniolo. Rottura del crociato per Bianda

NOTIZIE DEL GIORNO | 4 FEBBRAIO 2019

QUI ROMA
La Roma ha ripreso gli allenamenti in vista del prossimo impegno di campionato contro il Chievo. Scarico per chi ha giocato ieri, lavoro atletico e partitella per gli altri. Individuale per Under, Perotti e Juan Jesus. Domani di nuovo in campo alle ore 15.
Assenti quest’oggi i nazionali Cristante, El Shaarawy, Florenzi, Pellegrini e Zaniolo.
Intanto si ferma il difensore Bianda, che ha riportato la rottura del crociato del ginocchio destro e sarà operato mercoledì a Villa Stuart.
Rinviato a giugno il rinnovo di contratto per Zaniolo, così come deciso dalla società e dall’entourage del giocatore. Per lui si parla di un prolungamento fino al 2024 più aumento di stipendio fino ad 1.2 milioni.

QUI CHIEVO
Anche i veneti si sono allenati in vista della sfida contro la Roma. Attivazione fisica ed esercizi tecnici all’avvio, mentre per chiudere la sessione si è effettuata una partitella contro la formazione Primavera.

INTERVISTE
Mancini: "Zaniolo sta migliorando partita dopo partita ed e' una buona cosa per noi"

Stadio Roma. Sgandurra, pres. controllo e qualità dei servizi pubblici: "L'opera dovrebbe essere un'opportunità per migliorare e non per evitare il peggio”

Quaglierella: "Eredi? In giro ci sono tanti giovani forti, Zaniolo è tra questi senza essere un attaccante di ruolo"

Frongia: "Il lavoro è arrivato e in massima trasparenza Raggi ne parlerà anche con un tecnico"

Italia Nostra sullo Stadio della Roma: "Grave il diktat che azzera il principio di trasparenza"

Dzeko: "Bisogna lavorare duro sempre, nessuno ti regala nulla. Non solo nel calcio" (video)


Serie A, Frosinone-Lazio termina 0-1. Annullato rigore ai padroni di casa

E' terminato il primo posticipo di giornata, con la Lazio che si è aggiudicata il derby regionale contro il Frosinone per 1-0. In gol per i biancocelesti Caicedo al 36'. Ma il match è stato caratterizzaro da un episodio sfavorevole al Frosinone. Infatti i ciociari avevano ricevuto un calcio di rigore poi trasformato da Ciano, ma l'arbitro dopo la realizzazione si è recato al VAR annullando la rete.


Preziosi: "Sanabria alla Roma non era maturo. Non mi pento per non aver scelto Zaniolo"

Enrico Preziosi, presidente del Genoa, ha parlato ai microfoni di Sky Sport. Tra i temi trattati anche il neo acquisto Sanabria, ex Roma, e del giovane giallorosso Zaniolo:

Un parere su Sanabria?
"Era un talento già conosciuto, alla Roma non era maturo invece oggi può farci la differenza". 

Ha rimpianti per Zaniolo?
"Dovevo scegliere tra Zaniolo e Valietti e non me ne pento, dimostrerà di essere un ottimo giocatore".


Serie A, l'Atalanta batte di misura il Cagliari. Decide Hateboer

L'ultimo match di giornata, giocato tra Cagliari ed Atalanta, ha visto trionfare i nerazzurri con il risultato di 1-0. Decisivo Hateboer che al 50' ha battuto Cragno con un colpo di testa centrale. Al 91' sfortunato il Cagliari, che ha colpito un palo con Deiola.


Step by step

INSIDEROMA.COM - ANDREA FOTI - Dopo la sonora sconfitta di Firenze, mister Di Francesco e i suoi ragazzi faticheranno per riconquistare la fiducia dei suoi tifosi, rimasti delusi dalla scadente prestazione dell’Artemio Franchi. I giallorossi dovranno lavorare step by step, ma il pareggio contro il Milan è un inizio.

La formazione di ieri non faceva ben sperare all’inizio: ritorno al 433 con l’inedito ruolo di esterno d’attacco per Schick. L’attaccante ceco è parso in più circostanze propositivo e con i buoni propositi per interpretare al meglio le due fasi. Tuttavia la fase offensiva è migliorata grazie a Dzeko, l’uomo in grado di spostare gli equilibri e di portare su la squadra, giocando di sponda all’occorrenza. Il bosniaco si è più volte reso pericoloso trovando però uno sbalorditivo Donnarumma.

L’uomo che serviva alla Roma per ristabilire gli equilibri si chiama Daniele De Rossi. Con lui non manca certo la comunicazione in mezzo al campo e i reparti lavorano come un corpo unico che sa subire e far male allo stesso tempo. A mister Di Francesco serve un leader che detta i tempi e richiama i suoi in mezzo al campo e ieri è stata la dimostrazione che l’assenza di De Rossi dalla gara di andata contro il Napoli è pesata, eccome se è pesata.

Non sono più una sorpresa le ottime prestazioni di Zaniolo, che ieri ha regalato il gol del pareggio alla Roma e ha dimostrato la sua incredibile versatilità rivestendo il ruolo di mezz’ala. Il talento giallorosso, deve imparare la gestione dell’irruenza nei contrasti, che con fischietti dal cartellino facile come quello di Maresca (7 nel match di ieri) può condizionare la prestazione, specie se si è molto giovani, giocando per tutta la gara con un’ammonizione. Ma questo è il modo e la specialità di Nicolò, aggressività e grinta che gli allenatori pagherebbero oro per averla in tutti i giocatori.


Roma, la notte del giudizio

IL MESSAGGERO - TRANI - Basta alzare gli occhi al cielo per capire che notte sarà all'Olimpico.Annunciati rovesci, fulmini e saette sulla Capitale. E sulla Roma che avrebbe preferito giocare lo scontro diretto con il Milan (ore 20,30, quando la pioggia dovrebbe comunque rallentare), in palio il 4° posto, con ben altro clima. Da non associare, però, al meteo delle ultime ore. Più del diluvio nel weekend, conta la grandinata di mercoledì. I giallorossi, umiliati dalla Fiorentina (7-1 al Franchi ed eliminazione ai quarti della Coppa Italia), si devono riabilitare davanti al proprio pubblico. La gente è stanca di giustificazioni e figuracce. Il riscatto dopo la vergognosa resa in Toscana ha quindi la priorità sulla zona Champions. Che è l'unico obiettivo della stagione e il principale della proprietà Usa. La tifoseria, invece, chiede di meglio, scottata dal chiaro ridimensionamento iniziato nell'estate 2017. Ecco perché, con lo stadio che rischia di svuotarsi (annunciati 40 mila spettatori, cornice non da big match), non perdona nessuno: presidente, allenatore, società e squadra.

SENZA PARACADUTE - Di Francesco è sempre più solo. Monchi lo difende come può pensando a se stesso, la società si limita a farlo sotto traccia: non rischia il posto nemmeno se perde contro il Milan. Non ci crede nessuno, ma bisogna dirlo perché, aspettando il 3° turno del girone di ritorno, è sembrato doveroso rafforzarne la posizione dentro Trigoria, dove il tempo è volato via pesante tra confronti e sussurri. L'allenatore, bocciato da Pallotta già a settembre, sceglie il solitario per giocarsi la sfida cruciale della sua gestione.

SVOLTA TATTICA - Così, pure per cautelarsi dall'emergenza in cui si trova per infortuni e squalifiche (giocatori contati in ogni reparto: tra i 21 convocati, i primavera Riccardi e l'attaccante Cangiano, ieri 3 gol proprio al Milan), ripropone il suo 4-3-3, scartato 4 mesi e mezzo fa e scelto in 5 delle prime 6 partite stagionali. Virò, per accontentare i giocatori e metterli a loro agio. Ma, al 30° match del suo calvario, prepara il nuovo ribaltone. In fase difensiva sarà il 4-1-4-1 che si è visto già nella ripresa a Firenze e che ha tenuto decentemente per metà tempo, fino alla sciocchezza di Cristante (rete del 4-1 e partita chiusa) e all'espulsione di Dzeko. Il rientro di De Rossi che, non essendo titolare dal 28 ottobre, incide sul cambio del sistema di gioco. Il capitano non è al top della condizione (a Firenze, solo 13 minuti per il rodaggio), scende in campo con la sorta dei giovani scudieri Pellegrini e Zaniolo. In difesa il ballottaggio a destra tra Santon e Karsdorp permette la mossa di Florenzi alto sulla stessa corsia. A sinistra conferma per El Shaarawy. E Dzeko di nuovo dall'inizio per cercare il sorpasso: il Milan quarto ha 1 punto in più della Roma e si può accontentare del pari dopo il successo al fotofinish dell'andata.

ASSETTO FRAGILE - Di Francesco di sicuro invidia Gattuso: 1)Il suo collega ha avuto, nel mercato di gennaio, 2 rinforzi, il centravanti cecchino Piatek e la mezzala talentuosa Paquetà: doppio colpo di Elliott e nessuno di Pallotta, nonostante per l'allenatore fosse inevitabile intervenire anche in inverno; 2) il Milan nelle ultime 3 partite non ha incassato reti (1 gol in 5), la Roma ne ha prese 12 (media di 4 a match): a far la differenza l'equilibrio (il 4-3-3, abbandonato momentaneamente, è il modulo di riferimento), sconosciuto ai giallorossi dalla stagione scorsa; 3) la stabilità ritrovata, pur non avendo mai avuto la fiducia di Leonardo: il gruppo, però, lo ha sempre sostenuto, proprio quello che non accade più nello spogliatoio di Trigoria.


Missione Eurogol: rilancio Dzeko, decollo Piatek. Servono reti da Champions

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Uno lo abbiamo lasciato con entrambe le pistole fumanti sul prato di San Siro, a svuotare un caricatore che ha esaltato i suoi nuovi tifosi. L’altro invece con la testa bassa, col dubbio galeotto di uno sputo all’arbitro (caso poi rientrato in fretta) e con la certezza che la sua espulsione aveva trasformato una inaspettata sconfitta in una caporetto indimenticabile. [...]

Ecco, come nelle migliori tradizioni del calcio, la sfida tra Roma e Milan mette in palio la Champions e in vetrina gli attaccanti. Quindi il «tramontante» Edin Dzeko (33 anni fra un mese) contro lo spietato pistolero 23enne Krzysztof Piatek. Ovvero quello che deve farsi perdonare nevrastenie e (soprattutto) i soli 4 gol in campionato e il suo specchio bello (13 reti finora in Serie A), il flop di Coppa (a Firenze) e il re di Coppa (col Napoli).


L'ultimo appello di Di Francesco: "Con il Milan reagiamo uniti"

LA REPUBBLICA - FERRAZZA - Provato, come uno che non dorme da giorni. Di Francesco è l'immagine della crisi romanista, nervoso e stanchissimo, simbolo di una squadra che però proverà oggi in tutti i modi a trovare una strada che possa portare punti contro il Milan. "Dobbiamo reagire, mettendo in campo una prestazione di altissimo livello — reagisce il tecnico — Prestazione non solo fisica, ma soprattutto mentale, in questo che è un momento delicato. La fortuna, nel calcio, come nella vita, è che dopo una sconfitta, ti puoi rifare". Lontani i discorsi legati a esonero o dimissioni. "Questo è un ambiente pessimistico, ma le chiacchiere stanno a zero: fatti, fatti, fatti" aggiunge. Fatti richiesti alla squadra, che se stasera perderà contro i rossoneri, potrà considerarsi fuori (quasi definitivamente) dalla conquista del quarto posto.

La serata si preannuncia rovente: quasi 40mila gli spettatori presenti, con la curva sud che porterà avanti la contestazione nei confronti della squadra, dopo aver ricordato con una scenografia i trent'anni dalla morte del tifoso Antonio De Falchi ucciso a Milano. Nella notte tra venerdì e sabato, sono apparse scritte contro Kolarov, in zona Torrino (quartiere nel quale il giocatore vive). "Kolarov abbassa la cresta" e ancora "Kolarov "croato" di m...", a lui che è serbo, le frasi fatte sul muro con la vernice nera e la firma "asr". Il difensore è criticato per il rendimento al di sotto di quello avuto la scorsa stagione, e per due episodi: le dichiarazioni in cui diceva che i tifosi non capiscono di tattica e la risposta stizzita a un ragazzo che, prima della partenza per Firenze (dove poi la Roma è stata umiliata 7-1 dalla Fiorentina nei quarti di Coppa Italia), aveva urlato ai giocatori "Svegliatevi".

"Mi sento come un papà che alla squadra non ha dato i consigli giusti, a volte, ma altre volte invece sì — continua Di Francesco — nelle difficoltà non dobbiamo disunirci, è successo spesso invece. Nello spogliatoio deve esserci lealtà, dobbiamo essere noi a rimediare a questo momento difficile".Dopo tre mesi di stop, torna titolare De Rossi, complici le assenze di Nzonzi e Cristante, squalificati. "Mi auguro che Daniele sia una presenza importante, come un allenatore in campo. I miei dubbi sono solo fisici perché non gioca da tanto". Davanti confermato Dzeko. "Il suo nervosismo è stata la parte più brutta della sconfitta dolorosa di Firenze. Ha chiesto scusa alla squadra, siamo uomini, può succedere".


Un solo uomo al comando: Monchi

IL MESSAGGERO - FERRETTI - La Roma si è avvicinata all'appuntamento odierno contro il Milancome se nulla fosse accaduto. Come se, insomma, la squadra giallorossa pochi giorni fa non sia stata eliminata dalla Coppa Italia dopo aver incassato sette gol (sette gol!) in casa della Fiorentina. Un'inedita terapia del dolore, forse. Ritiro? Macché. Multe? Niente. Rimborso per i tifosi che hanno preso acqua, insulti e sfottò a Firenze? Nulla. Tutto è stato già accantonato, ci si augura non dimenticato, ma di certo messo da una parte. Nel post Firenze, ad eccezione delle scuse a caldo del ds Monchi, nessun dirigente si è fatto avanti per spiegare pubblicamente, e con chiarezza, ai tifosi le mosse del club; si è fatto semplicemente trapelare che Di Francesco non rischiava il posto e che non lo rischierà neppure nel caso in cui dovesse perdere contro il Milan. Il presidente Pallotta ha affidato a Monchi la gestione dell'intera faccenda, riconoscendogli un ruolo altissimo all'interno del club e al tempo stesso mettendolo alla prova (anche) in vista della Roma che verrà. Monchi, oggi, a Trigoria comanda come nessun altro, e per questo difende - contro tutto e tutti - le sue creature, squadra e Di Francesco. Il quale, dopo aver invocato un inevitabile mercato, adesso si trova con una rosa più corta (via Luca Pellegrini in cambio di nessuno), ma si guarda bene dal lamentarsi. Perché un allenatore, si sa, lavora sempre con il materiale che gli mette a disposizione la società. Alzare la voce, perciò? No. Anzi, non facendo mercato in entrata, Monchi paradossalmente gli ha fornito un assist: io questi c'ho, cosa posso fare?

LA TATTICA DI JIM - Il ruolo di Monchi merita una riflessione. Lo spagnolo, confermando sine die EDF, probabilmente sta rischiando qualcosa di suo sul piano professionale, ma qualora le cose alla fine dovessero andare male (leggi Roma fuori dalla zona Champions) lui potrebbe salutare baracca e burattini, e ricominciare da un'altra parte con gli antichi onori del caso. O potrebbe essere esonerato da Pallotta, ma a giochi non più preziosi già fatti. Chissà. E ci si interroga su che fine abbia fatto Franco Baldini, lo sponsor di Paulo Sousa: possibile che sia passato da tutto tutto a niente niente, sorpassato a destra da Monchi arrivato a Roma proprio su suo input? Domande che non troveranno una risposta immediata: l'attualità si chiama Milan, e la squadra «non malata, ma non ancora guarita» (cit. EDF) stasera non può, non deve fare la stupida. Qualora riuscisse a vincere, avrebbero avuto ragione i profeti del tuttoaposto che lavorano a Trigoria. E questo noi alla Roma auguriamo.


Avendo perso ogni speranza

IL MESSAGGERO - LIGUORI - De Rossi torna, DiFra resta: due buone notizie per un Roma-Milan che chiude una settimana da incubo. Il nostro umore da tifosi assomiglia al cielo di Roma in queste ore, a tratti diluvia e quando migliora è grigio. La partita si gioca tra due squadre, due allenatori ma anche due società e, se analizziamo quest'ultimo aspetto, francamente non si possono fare paragoni. Il Milan ha avuto problemi enormi ed ha sofferto dopo l'uscita di Berlusconi, ma la proprietà straniera oggi si sente e come: ha preso manager capaci e di sicura fede ed ha provato a ricostruire, investendo e spendendo, soltanto a gennaio per i due acquisti più importanti. La Roma di Pallotta non ha vinto nulla, ha comprato soltanto per rivendere e si è tenuta qualche scarto. Il lavoro di Monchi, che oggi si erge a difensore dell'allenatore, è stato tra il negativo e il disastroso. Ci viene una fitta al cuore a vedere Totti soffrire come noi. Francesco uno di noi, anche nel dolore. Il cuore è gonfio, la testa stanca, le parole insufficienti. Stasera si può soltanto vincere, almeno per l'onore. Però sarà dura, perché da Bergamo siamo tornati con la sensazione di tifare per una squadra che vale l'Atalanta. Con tutto il rispetto.


DiFra: "Agonizzanti, ma non certo morti. Io? Sbagli da papà"

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Le parole si trascinano dietro emozioni. Per questo, se volessimo isolare quelle più importanti usate da Eusebio Di Francesco, non faremmo fatica a trovarne tre: «Unità, pessimismo, agonizzante». [...] «La Roma è stata agonizzante, ma non per forza si deve morire, ci si può anche salvare e ritornare ad essere vitali sotto tutti i punti di vista. Capisco che c’è grande depressione, ma la forza sta nel ribaltarla. Tre partite il Milan fa poteva essere nella nostra stessa situazione, poi è cambiato tutto e ora stanno bene», le parole in conferenza stampa.

[...] Ritrovando De Rossi da titolare dopo tre mesi è possibile che l’allenatore pensi ad un ritorno all’antico, ovvero al prediletto 4-3-3. «Mi auguro che Daniele possa essere un po’ il mister nella partita [...]». E allora meglio ricordare che, secondo il club, DiFra sulla carta non rischia esoneri. A meno di harakiri storici.