Roma-Porto, arbitra Makkelie. I precedenti col fischietto olandese
INSIDEROMA.COM - ILARIA PROIETTI - L’andata dell’ottavo di finale di Champions League tra Roma e Porto è stata affidata ad una squadra arbitrale olandese. A dirigere il match sarà Danny Makkelie, affiancato dagli assistenti Mario Diks e Hessel Steegstra e con Kevin Blom quarto uomo. La novità di questa fase della competizione è senza dubbio l’introduzione del Video Assistant Refree, approvato lo scorso dicembre dalla UEFA. Al VAR, dunque, ci sarà Pol van Boekel con Jochem Kamphuis AVAR. Altra introduzione degna di nota è la possibilità di effettuare un quarto cambio in caso di tempi supplementari.
I PRECEDENTI – Bilancio perfettamente omogeneo per la Roma con il fischietto olandese (in due incontri una vittoria e una sconfitta). Makkelie ha già diretto i giallorossi in due occasioni nelle competizioni europee, il primo incrocio è stato il match contro il Villareal, nell’andata dei sedicesimi di finale di Europa League 2016/17, quando gli uomini di Luciano Spalletti si imposero per 4-0 (rete di Emerson Palmieri e tripletta del solito Dzeko). L’altro precedente risale a poco più di un anno fa: la sconfitta per 4-1 contro il Barcellona al Camp Nou, nella partita di andata dei quarti di finale di Champions League. Nessun precedente, invece, per il Porto di Conceiçao, domani sera al debutto con l’arbitro olandese.
Roma, il dilemma centrale
IL MESSAGGERO - ANGELONI - Il rebus, per la Champions, è là in mezzo. Dove ci sono uomini su cui si vuole puntare e altri che, seppur non al top, sono importanti per l'equilibrio, per la personalità, perché portano esperienza e solidità al gruppo, vedi De Rossi, che però si è fermato di nuovo ed Eusebio farà di tutto per recuperarlo, proprio per i motivi di cui sopra. Nulla di serio, a quanto pare, le solite noie al ginocchio: nessuno a Trigoria vuole forzare, Di Francesco cerca di preservare il capitano. La sensazione è che alla fine contro il Porto ci sarà. Quindi, tutti presenti: siamo nella terra della semi abbondanza. Che ha risvolti positivi, ma per un fatto matematico, più uomini ci sono a disposizione e più è facile sbagliare scelta. Il centrocampo, si sa, è il reparto più delicato, specie ora che la Roma è tornata a giocare come un tempo, ovvero con un uomo davanti alla difesa e due mezz'ali, che si abbassano in fase difensiva (4-1-4-1) e si alzano in fase offensiva (4-3-3).
I PRO E CONTRO - Andiamo con ordine. Se recupera, una maglia sicura ce la avrà De Rossi, che interpreta bene il ruolo di perno difensivo; Nzonzi pur avendo sulle spalle una buona prestazione con il Chievo, parte come alternativa. In passato, Eusebio ha rinunciato al 4-3-3 per farli giocare insieme, schierando un trequartista là davanti (da Pastore a Zaniolo, passando per Pellegrini). Da lì nasce il famigerato 4-2-3-1, utile in un certo momento della stagione, disastroso ultimamente, vedi Firenze. La squadra difende meglio col 4-3-3 e oggi c'è più disponibilità ad apprendere e sacrificarsi anche in un ruolo che non si sente sulla pelle. Quindi? Di Francesco, contro il Chievo, negli ultimi minuti, con l'ingresso di De Rossi, ha alzato il francese: era un finale di partita (vinta) e l'avversario si chiamava Chievo. Difficile riproporre con il Porto un sistema di questo tipo. Se sarà Nzonzi-De Rossi, vedremo più un 4-2-3-1 che non un 4-3-3. E questo ci sembra improbabile. Facile pensare all'esclusione di uno dei due (Nzonzi è il candidato numero uno, sempre che Daniele sia pronto).
DUBBIO SCHICK - L'infortunio di Schick facilita il compito per la scelta delle mezze ali. Nel senso che, il ceco è difficile che recuperi, quindi Zaniolo è candidato per giocare largo a destra. Come a Bergamo. In questo caso Florenzi o va in concorrenza con Zaniolo, oppure con Karsdorp. Nel caso di Zaniolo esterno, il nome delle due mezz'ali diventa scontato, il rientrante Pellegrini e l'ottimo Cristante. Un ragionamento che ha una sua logica, utile per la protezione di Mirante, alla sua seconda consecutiva e in Champions (ha giocato contro il Plzen, oltre che a Udine e a Verona) la prima da titolare all'Olimpico. Quanto a protezione, da segnalare anche il rientro di Manolas. Scontate poi, le presenze di El Shaarawy, a caccia del suo primo gol stagionale in Champions, e di Dzeko che ha segnato fino a ora cinque reti in Europa (tutte all'Olimpico, tre con il Plzen e due con il Cska Mosca) e cinque in campionato (tutte in trasferta Torino, Empoli, 2 a Bergamo, e Chievo). Altra presenza scontata quella di Kolarov, che non se la passa bene con i tifosi, ma che è tornato a vivere una condizione di forma più che accettabile. Pure lui che in Champions ha giocato sempre titolare tranne la sfida con il Plzen: lì zero gol, mentre tra coppa Italia (uno) e campionato (sei) è a quota sette. Come un bomber.
Siviglia, una poltrona per Monchi
IL MESSAGGERO - TRANI - Passano gli anni e Trigoria è sempre più al centro del mercato. I manager dei club stranieri e, comunque, anche di quelli italiani si affacciano con curiosità sospetta dentro il recinto del centro sportivo giallorosso. Oggi come ieri, massima attenzione alle posizioni dei giocatori della Roma, soprattutto quelli più in vista. L'attualità chiama in causa Manolas, Under, Pellegrini e ultimamente Zaniolo, anche perché, per il momento, la proprietà Usa ha scelto di rinviare ogni discorso sui rinnovi dei contratti. Sia quelli necessari e obbligati che gli altri. In vetrina, però, non hanno spazio solo i calciatori, titolari o giovani che siano. A prendersi la scena, da qualche tempo, è Monchi. In Spagna, dopo averlo accostato al Barça e al Real, lo hanno recentemente riavvicinato al Siviglia. Se il ds, per ora, ha escluso il ritorno, la carica di presidente gli potrebbe far cambiare idea.
PISTA ITALIANA - L' offerta dell'Arsenal, per affiancarlo nuovamente ad Emery, sembra più affascinante, come del resto può essere ogni proposta in arrivo dalla Premier. In Inghilterra lo stimano proprio come a casa sua che non è solo San Fernando e l'Andalusia. Monchi, insomma, ha mercato almeno quanto i migliori giocatori a disposizione di Di Francesco. Finora Pallotta, dopo avergli dato carta bianca, non ha fatto una piega per i rumors sul futuro del suo ds. Ma i collaboratori del presidente non si faranno certo trovare impreparati in caso di addio dello spagnolo. Tra i dirigenti informalmente contattati c'è Mirabelli che, l'estate scorsa, ha lasciato il Milan e che è stato osservatore dell'Inter con Mancini (biennio 2014-2016). L'ex ds rossonero continua a girare l'Europa: Germania, Belgio, Olanda e Inghilterra. Scouting e aggiornamento, aspettando la chiamata giusta. Magari spendendo la carta Gattuso, al quale è ancora legatissimo.
Kolarov si inchina ma non si spezza: la tregua con i tifosi è ancora lontana
IL MESSAGGERO - CARINA - L'inchino della discordia. Kolarov spacca il tifo della Roma. Chi era a Verona (500 tifosi) e vicino al mondo ultras, lo vive come un gesto di sfida. La maggior parte dei sostenitori social, corre invece in soccorso del difensore. Non c'è una via di mezzo e le spiegazioni di Di Francesco nel post-gara («Credo che abbia fatto un gran gesto per chiedere scusa») non fanno altro che esacerbare le rispettive posizioni. Le immagini parlano chiaro: dopo aver segnato il gol del 3-0 al Chievo, mentre il serbo festeggia con i compagni, parte un coro di insulti e Aleksandar viene etichettato come «bastardo». A quel punto, Kolarov si gira e s'inchina verso i romanisti. Apriti cielo.
DÉJÀ VU - Kolarov non è/sarebbe nuovo ad inchini con connotati polemici. Lo fece anche dopo il gol segnato nel derby d'andata, in quel caso rivolgendosi alla dirigenza laziale con la quale non si era lasciato benissimo. Quello che sorprende, in negativo, è che sarebbe bastato poco per chiarire l'equivoco. E l'occasione c'era, visto che Sky era pronta a far parlare il difensore al fischio finale, allegando anche il filmato dell'inchino. Il club ha invece deciso diversamente e anche in mix zone il calciatore è stato scortato dagli addetti della comunicazione giallorossa al fine di non fargli rilasciare dichiarazioni. Decisione lecita che però non fa altro che alimentare divisioni e nervosismo dei quali la squadra, alla vigilia di un match importantissimo come quello contro il Porto, avrebbe fatto volentieri a meno. L'escalation del malumore nei confronti di Kolarov, trova l'apice nella risposta oltremodo piccata («Sveglia tua madre») che il calciatore regala ad un tifoso alla Stazione Termini alla vigilia della partita di coppa Italia di Firenze. Ma prima, c'era stato dell'altro. Dal battibecco all'Olimpico con la Tribuna Tevere allo sputo fantasma' in Roma-Genoa, passando per dichiarazioni tranchant prima di Roma-Real Madrid («I tifosi devono essere consapevoli che di calcio capiscono poco»), senza dimenticare gli applausi sarcastici di Firenze dopo il 7-1, come replica agli insulti a fine gara. È chiaro che il passato laziale del calciatore non aiuta. Va però sottolineato che dopo il debutto in campionato del serbo - ormai datato due anni fa (Atalanta-Roma) - tra Kolarov e la Curva Sud s'era instaurato un rapporto di reciproco rispetto, rinsaldato dal gol al derby (7 in stagione). Rispetto che ora una delle parti ritiene sia venuto meno. Parlare aiuterebbe a capirsi o quantomeno a spiegarsi. Chiudersi a riccio, meno.
Kolarov e l'inchino che divide la gente: "Ha chiesto scusa". "No, ci provocava"
LA GAZZETTA DELLO SPORT - L’impressione è che difficilmente se ne verrà a capo. A meno che non ci sia un passo avanti da una delle due parti, se non da tutte e due. Da un lato c’è Aleksandar Kolarov: dall’altra i ragazzi della Curva Sud. In mezzo una ferita lacerante che sembra non volersi rimarginare. Già, perché se a Verona Kolarov ha segnato il suo 6° gol in campionato (il che lo rende uno dei difensori più prolifici d’Europa, con quello di Coppa Italia sono 7 stagionali), quel gol ha finito con l’acuire la ferita. Perché dal settore giallorosso sono arrivati subito cori contro il serbo («bastardo») e lui ha reagito con un inchino interpretato come una replica polemica. (...) Così la città si è divisa, tra web e radio. «Se lo insultiamo non ce lo meritiamo un giocatore così», il succo di chi lo ha difeso; «È falso e presuntuoso, non lo vogliamo più con la Roma» il concetto di chi è intransigente. (...) Kolarov avrebbe potuto parlare in zona mista, ma ha preferito rinunciare. In Serbia sono convinti che quell’inchino sia un gesto di rispetto e non di provocazione. E di questo è sicuro anche Di Francesco, che ha difeso il terzino a fine gara. (...)
Delvecchio: "Edin, ti stavo aspettando. E quel gesto di Kolarov spero sia di scuse..."
LA GAZZETTA DELLO SPORT - L'ex attaccante della Roma, Marco Delvecchio, ha rilasciato un'intervista alla rosea, parlando anche di Edin Dzeko, che contro il Chievo lo ha agganciato all'ottavo posto nella classifica cannonieri all-time. (...)
L’inchino di Kolarov a Verona era ironico? O davvero Kolarov voleva chiedere scusa ai tifosi?
Mi piace pensare che sia stato un gesto di scuse. Spero sul serio che significasse questo.
Si aspettava che ci volesse tutto questo tempo per gli 83 gol di Dzeko?
Sinceramente no, visto come aveva iniziato l’ano pensavo che mi avrebbe raggiunto già entro due o tre partite rispetto a quando mi ha messo “nel mirino”.
(...)
A novembre lei disse: “Di Francesco non va messo in discussione, è la Roma che pecca un po’ in personalità…
Confermo, spesso ci sono state prove troppo altalenanti in questi mesi. E ne hanno fatto le spese tutti, anche i campioni, come lo stesso Dzeko.
In 50.000 per sognare un tesoretto da 15 milioni
LA GAZZETTA DELLO SPORT - Ci sono almeno 10,5 milioni per provare a sbarazzarsi del Porto, ma potrebbero arrivare a 15 in caso di sorteggio da vetrina. E’ di 10,5 milioni il bottino sul quale la Roma può mettere le mani in caso di accesso ai quarti di Champions. (...) Intanto sono attesi 50.000 spettatori all’Olimpico per il match di martedì nonostante una stagione non all’altezza delle aspettative. Intanto Di Francesco deve risolvere alcuni problemi di formazione: Olsen resterà in bilico fino alla fine, difficile che ce la faccia Schick. Si punta al recupero di Manolas così come sul rientro di Under.
Dzegol, la promessa del numero uno: "Roma, ora ci penso io"
LA GAZZETTA DELLO SPORT - Guardate la classifica, quella che ricorda i 10 cannonieri storici della Roma. Se si eccettua l’inarrivabile capitan Totti, nel complesso delle sue qualità Edin Dzeko meriterebbe di essere tra i più amati dal tifo giallorosso? Probabilmente sì, ma siamo convinti invece che – nonostante due giorni fa abbia agganciato Marco Delvecchio all’8° posto – dal punto di vista sentimentale per il momento il bosniaco navighi in fondo alla classifica del cuore, anche se come media gol gli sono davanti solo Manfredini e Volk, cioè uomini di un altro calcio. (...) A far cambiare gli equilibri servirebbe far entrare la Roma nella storia. Difficile, certo, ma meglio muoversi un passo alla volta. E così martedì c’è un’occasione ghiotta da sfruttare, di quelle che piacciono a Dzeko. Si chiama Champions e il bosniaco ha un trono da difendere. (...) Certo, le cifre del campionato non sono all’altezza del suo talento, visto che le reti segnate sono solo 5 e peraltro realizzate tutte in trasferta. «Potevo segnare molto più gol quest’anno, ma arriveranno», ha promesso l’attaccante. Da questo punto di vista, forse il Porto non è il peggiore degli avversari possibili, perché alla squadra di Conceiçao piace giocare piuttosto che costruire bunker. E allora, davanti ai presumibili 50.000 che martedì saranno all’Olimpico, può essere l’occasione anche per ricucire definitivamente lo strappo con una tifoseria che fa ancora fatica a dimenticare il 7-1 con la Fiorentina. (...) Occhio però alle responsabilità. La sensazione è che Dzeko dovrà sostenere sempre di più il peso dell’attacco, sia pure alla sua maniera: non (solo) finalizzatore, ma uomo ovunque. «Se non tocco il pallone per 5-10 minuti poi mi perdo un po’. Quando invece tocco più palle sono più carico e gioco meglio. Speriamo che lo capiscano anche i miei compagni, così mi danno di più il pallone». La sensazione è che col Porto succederà spesso, visto che il reparto si assottiglia. (...)
Dzeko leader in Europa confermato col Porto. Olsen e Schick out. Quasi 50 mila presenti
LA REPUBBLICA - FERRAZZA - Con metà attacco decimato - Ünder e Perotti out da settimane, e Schick che sarà valutato nei prossimi giorni per stabilire l’esatta entità del problema muscolare - Eusebio Di Francesco si affida ancora una volta ad Edin Dzeko. L’attaccante, al decimo centro stagionale, inizia a sentire aria di Champions e l’ottima prova contro il Chievo autorizza il tecnico ad essere almeno un po’ ottimista in vista dell’andata degli ottavi contro il Porto, in programma martedì sera all’Olimpico. D’altronde, l’ambiente non è al massimo: oltre a Schick, con ogni probabilità in porta toccherà ancora a Mirante perché il problema al polpaccio di Olsen difficilmente lo farà recuperare, mentre in difesa Manolas farà di tutto per esserci. Con Marcano che sta vivendo una stagione piena di difficoltà, nonostante a Verona sia andato bene, e Juan Jesus che non gioca da quasi un mese, il rientro del greco diventa prioritario. Sugli spalti attesi 47mila spettatori (di cui oltre 4mila del Porto), per la Roma sarà la prima in casa dopo la contestazione contro il Milan. Attesa, soprattutto, per vedere come si comporterà la parte più calda del tifo verso Kolarov, visto che per molti il suo inchino dopo il gol contro il Chievo era ironico, e non di scuse, al contrario di quello che ha detto Di Francesco. Di certo, potrebbe aiutarlo la presenza in campo dall’inizio del suo amico De Rossi: il capitano tornerà dal primo minuto, probabilmente avrà accanto, nel 4-3-3, Cristante e Pellegrini, con Zaniolo ed El Shaarawy accanto a Dzeko. Un altro dei fedelissimi di Kolarov, un altro di quelli che potrebbe aiutare il difensore in un clima, almeno all’inizio, non proprio semplice.
Roma all’italiana per sfidare il Porto e sognare i quarti
CORRIERE DELLA SERA - Cinque, sei o addirittura sette. In ogni caso, tanti. Tantissimi per le abitudini delle squadre italiane, che spesso e volentieri schierano dal 100% all’80% di calciatori stranieri. Cinque, sei o addirittura sette italiani nella Roma che dopodomani all’Olimpico, alle 21, affronterà il Porto per la gara di andata degli ottavi di finale di Champions League. (...) In parte per scelta e in parte per necessità, la Roma di Champions potrebbe essere molto «italiana». Per necessità perché Olsen è più no che sì: il polpaccio è un punto molto delicato, si rischia un lungo stop in caso di ricaduta. E Mirante, contro il Chievo, è sembrato sano e reattivo. Fuori anche Schick (...) Ci sarà Kolarov, il difensore che ha segnato di più nei principali campionati europei (6 gol) ma che resta al centro della contestazione della curva. In un’intervista al canale Youtube SoccerAM, tra scarpe da calcio e videogames, il serbo ha raccontato un retroscena sul suo arrivo a Roma: "Prima ho parlato con il d.s. (Monchi; ndr) e poi ho sentito Dzeko per chiedergli come fosse il club. La decisione finale l’ho presa dopo la telefonata a Edin. I miei ex tifosi della Lazio? Nell’ultimo derby ho anche segnato… So che la loro reazione non è stata buona" (...)
Ora la Capitale insidia Milano, ma è solo calcio
LA REPUBBLICA - CARDONE - Roma contro Milano, la sfida infinita. Condita di veleni, luoghi comuni, sfottò. Ora la storia si ripete nel calcio, con in palio i milioni della Champions League. Quattro squadre in corsa per due posti, sono tutte lì, in una manciata di punti: le due romane all’assalto delle due milanesi, con l’Atalanta come quinta incomoda. La banda Inzaghi e quella guidata da Di Francesco chiedono spazio, vogliono dare una spallata a Inter e Milan, nemiche di sempre. Le due romane si sono ritrovate, il diabolico sgambetto alle milanesi può riuscire. Dzeko e Immobile non hanno nulla da invidiare, anzi, a Icardi e Piatek, la lotta sarà intensa e avvincente fino all’ultima giornata. Le variabili sono tante, a partire dagli infortuni, ma Roma ha la forza di battere Milano. Almeno nel calcio.
Sarà Makkelie ad arbitrare Roma vs Porto
Roma-Porto, andata degli ottavi di finale di Champions League che andrà in scena martedì alle 21:00 allo Stadio Olimpico. Per la prima volta in questa competizione vengono designati anche VAR e assistente VAR. Sarà l'olandese Danny Makkelie ad arbitrare il match dell'Olimpico.
Arbitro: Danny Makkelie
Assistenti: Mario Diks - Hessel Steegstra
Quarto Ufficiale: Kevin Blom
VAR: Pol van Boekel
AVAR: Jochem Kamphuis