Pallotta-Elliott: ecco la sfida tra "amici"

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Difficile dire chi riuscirà a farsi amare prima dai tifosi. Il fondo Elliott, che ha appena iniziato, o Pallotta che ci prova da 7anni ma dopo la disfatta di Firenze sembra difficile che la cosa accada in tempi brevi. Intanto, sia il fondo che fa del rigore finanziario la sua mission che il presidente giallorosso puntano al rilancio del brand, sfruttando la scia di città come Milano e Roma. Servono i ricavi commerciali per mettere a posto i conti, i trofei arriveranno. Stasera, intanto, all’Olimpico si contendono un pezzo di Champions (e di introiti) del prossimo anno: sfida in campo, ma non fuori, considerando i rapporti assolutamente cordiali, fatti di continui confronti tra Londra, l’Italia e gli States.

[...] Entrambi, di certo, sono ambiziosi, come racconta la loro storia, e guardano avanti a lungo raggio. Vincere un trofeo nell’immediato non è una priorità, costruire società sane e stabilmente nell’elite europea sì. Il difficile sta nel farlo capire ai tifosi, ma loro, a quanto pare, amano le sfide complicate.


Di Francesco: «Siamo agonizzanti, ma non morti»

IL MESSAGGERO - CARINA - Volto tirato, umore pessimo, risposte a volte piccate in una conferenza stampa che dura appena 11 minuti e 20 secondi. Di Francesco avrebbe fatto a meno di parlare. Ma tant’è: «Squadra malata? Ho detto che non è guarita, che è diverso. Siamo agonizzanti ma non per forza si deve morire». Si aggrappa al ritorno di De Rossi, pur non avendo certezze sulla tenuta fisica del calciatore: «Mi auguro che ci dia una mano come presenza, una sorta di mister dentro la partita». Di certo c’è invece l’importanza del match: «Il Milan tre partite fa sembrava in difficoltà, poi ha cambiato tutto. Sarà una gara non facile». Difficile appare la gestione del gruppo: «Il nervosismo è stata la parte più brutta del ko di Firenze. Dzeko? Ha chiesto scusa a tutta la squadra. Dobbiamo essere più uniti e sinceri, c’è un libro che dice: quando si deve comunicare ci deve essere lealtà tra le parti. In sala stampa è difficile, nello spogliatoio ci deve essere». E per una volta l’appello è rivolto più all’interno che all’esterno.


Stadio, caccia al parere segretato. L'opposizione: denunciamo Raggi

IL MESSAGGERO - DE CICCO - Il caso del parere segretato sul nuovo stadio a Tor di Vallerischia di finire in Procura. Mentre i consiglieri grillini continuano a chiedere a Virginia Raggi di pubblicare tutto, in nome della trasparenza, vecchio mantra stellato, l'opposizione in batteria, dal Pd a Fdi all'ex M5S Cristina Grancio, ha fatto richiesta di accesso agli atti. Con la postilla che se il documento rimanesse al chiuso dei cassetti della sindaca, allora si procederà per le vie legali. Lo dicono i meloniani, lo dice Grancio, passata dopo l'espulsione dal Movimento al partito di De Magistris, e lo stesso fa Marco Palumbo, il dem che presiede la Commissione Trasparenza del Campidoglio.

Proprio qui, in Trasparenza, domani si discuterà del rapporto del Politecnico di Torino. Sia della prima bozza, in cui si definiva «catastrofico» l'impatto del nuovo stadio (con annesso mega-complesso di uffici e negozi) sul quadrante Sud di Roma, sia di quella finale, approdata a Palazzo Senatorio giovedì pomeriggio e da allora blindata nelle stanze di Raggi e fedelissimi. Nemmeno i consiglieri 5 Stelle l'hanno vista, nemmeno gli assessori. Tutto per evitare un'altra fuga di notizie, come avvenne per la versione provvisoria, trapelata sui giornali. La maggioranza è in fibrillazione. Era stata convocata per venerdì mattina in Campidoglio, per fare il punto con Raggi sul documento dei professori piemontesi che avrebbe dovuto fare luce sul progetto già travolto dall'inchiesta per corruzione, ma il vertice è saltato all'ultimo. Rimandato a domani.

Anche l'opposizione è sugli scudi. «In Commissione Trasparenza ci aspettiamo di ricevere copia dello studio commissionato al Politecnico di Torino dall'amministrazione capitolina, sul quale abbiamo da tempo presentato accesso agli atti», faceva sapere ieri Andrea De Priamo, capogruppo di Fratelli d'Italia. «Se così non fosse, faremmo un esposto, qui non stiamo parlando di un fumetto da tenere in un cassetto e leggere quando si ha voglia, ma di atti pubblici». Il presidente della Commissione Trasparenza ipotizza una denuncia «per omissione d'atti d'ufficio, nel caso in cui il parere non venisse reso pubblico». Anche Cristina Grancio, la dissidente grillina che proprio per il voltafaccia dei colleghi su Tor di Valle (prima contrari, poi favorevoli) ha rotto col Movimento, si dice pronta a rivolgersi alla magistratura: «La verità - dice - deve venire fuori».


Kolarov e l’insulto ultrà: «Sei un croato»

CORRIERE DELLA SERA - In altri tempi una partita come Roma-Milan, valida per il quarto posto che è l’ultimo treno per arrivare in Champions League, si sarebbe giocata in un clima infuocato e con un tifo caldissimo. Invece le possibilità che questa sera la formazione giallorossa sia accolta dai fischi dei circa 40mila presenti, di cui 2 mila milanisti che occuperanno il settore ospite, sono molte. Il clima intorno alla squadra di Eusebio Di Francesco è pesante: il 7-1 di Firenze è una ferita destinata a rimare impressa nella testa e nel cuore dei tifosi, soprattutto per le modalità con cui è maturata. [...]

Non è difficile prevedere fischi: da Di Francesco in poi, passando per Manolas (contestato alla stazione Termini prima della partenza per Firenze) e finendo a Kolarov, che ieri ha avuto un risveglio amaro. «Abbassa la cresta» e «croato di m...», sono state le scritte che il terzino serbo (e non croato) si è ritrovato sotto casa. La firma Asr è quella di un gruppo ultrà e testimonia come i rapporti tra l’ex calciatore del Manchester City e una parte della tifoseria si siano incrinati negli ultimi tempi.


I soldi dell’Europa per salvare il futuro dei proprietari Usa

LA REPUBBLICA - CURRO' - PINCI - Con lo scontro diretto tra Roma e Milan, cioè tra Dzeko e Piatek, tra Di Francesco accerchiato dalla critica e Gattuso di nuovo beatificato ("ma non mi importa se mi accarezzano o mi massacrano"), tra Kolarov e i tifosi che lo contestano e tra i due club nobili della serie A numericamente più provvisti di talenti italiani, inizia stasera all'Olimpico il campionato nel campionato. Lungo le 17 giornate restanti, impegnerà le 10 squadre sotto Juventus e Napoli nella corsa verso il terzo e il quarto posto, traguardo obbligato per qualificarsi alla prossima Champions: la fonte di introiti indispensabili, per non cadere nella terza fascia d'Europa.

La premessa circoscrive il romanticismo alla sfida del gol tra il centravanti polacco, che in Coppa Italia si è presentato con la formidabile doppietta al Napoli, e il collega bosniaco, che ha vissuto una pagina nera (gol divorati ed espulsione contro la Fiorentina) importante per la Nazionale la vetrina degli azzurri, tutti motivatissimi. Mancini ne ha chiamati 8 per lo stage di domani a Coverciano. Tra i milanisti saranno titolari stasera Donnarumma e Romagnoli, mentre Contivuole sfruttare l'eventuale spazio nella ripresa per scalare le gerarchie interne. Calabria, assente a Coverciano, ha invece l'occasione per convincere il ct, e Cutrone spera di averla a partita in corso. Tra una settimana anche Caldara, tornando a disposizione di Gattuso, potrà riprendere la rincorsa alla maglia azzurra. Nella Roma è squalificato Cristante, ma ci saranno gli altri 4 co-vocati di Mancini: Florenzi, Pellegrini, il giovane prodigio Zaniolo ed El Shaarawy. Di Francesco punta sugli italiani: immagina un centrocampo futuro Pellegrini-Cristante-Zaniolo e considera Florenzi ed El Shaarawy (con 7 gol migliore marcatore in campionato) più affidabili dei due giovani olandesi Karsdorp e Kluivert, teoriche stelle del mercato.

La campagna acquisti estiva dei due club e legata ai 50 milioni di euro in media che garantisce la Champions. Ne conosce l'importanza la Roma, semifinalista della scorsa edizione e 15a società europea per fatturato nel 2017-18, con 221 milioni. Lo studio appena pubblicato dalla Deloitte conferma l'eccessivo peso dei diritti tv (il 65% del fatturato): senza Champions, per via degli alti costi di gestione prodotti dal vorticoso scambio di calciatori che produce plusvalenze ma anche nuove spese da ammortizzare, la Roma rischia di dover ricorrere a cessioni per 140 milioni. Il Milan, 18° con 184 milioni di fatturato, attende di conoscere la portata delle restrizioni dell'Uefa per il fair-play finanziario, prima di altre spese come quelle da 70 milioni complessivi per Paquetà e Piatek. Nel frattempo anche gli osservatori dei due club hanno dato un'occhiata alla Coppa d'Asia: sono emersi l'attaccante del Qatar Almoez All e it portiere cinese Yan.


Roma-Milan ad alta tensione: rischio scontri tra gli ultrà

IL MESSAGGERO - MOZZETTI - Le misure di sicurezza, sul fronte del numero degli agenti per il controllo del territorio e delle tifoserie, sono state intensificate rispetto ad una normale partita di campionato. E questo perché ci sono almeno due fattori che rendono sensibile il match tra Roma e Milan, in programma questa sera alle 20.30 allo stadio Olimpico. La Curva Sud è pronta a contestare la società sportiva dopo la débacle subita dalla Roma a Firenze nei quarti di Coppa Italia dove è stata battuta dalla Fiorentina per 7 a 1. Non resteranno in silenzio i tifosi giallorossi che già da giorni promettono e annunciano contestazioni anche per aver visto la Lazio passare in semifinale di Coppa Italia battendo l'Inter ai rigori. A questo si aggiunge poi una ricorrenza che lega nella drammaticità la Roma al Milan e vola indietro di trent'anni. Sempre la Sud ha deciso di commemorare con una coreografia prima del fischio di inizio la memoria di Antonio De Falchi, il 19enne tifoso giallorosso, morto in seguito ad un pestaggio, avvenuto trent'anni fa (era il 4 giugno 1989) e compiuto da un gruppo di ultrà milanisti, di fronte all'ingresso dello stadio San Siro a poche ore da una partita Milan-Roma. Non è escluso che possano verificarsi degli scontri tra le due tifoserie. E quindi sì, per quanto il match rientri nella 22esima giornata di campionato è comunque un incontro che ha richiesto alle autorità un'attenzione maggiore. Anche perché il flusso generale degli spettatori dovrebbe attestarsi intorno alle 40 mila presenze, di cui 2 mila riconducibili alla tifoseria milanista.

LE MISURE - La macchina della sicurezza si è messa in moto venerdì quando, negli uffici di via San Vitale, si è tenuto il tavolo tecnico presieduto dal Questore Guido Marino. L'area intorno all'Olimpico sarà come per ogni appuntamento calcistico di rilievo controllata fin dalle prime ore di oggi pomeriggio. In campo, non solo agenti di polizia ma anche della guardia di finanza, dei carabinieri e della municipale con un aumento complessivo di uomini rispetto ad altri incontri. I cancelli si apriranno alle 18.30 mentre per il solo settore ospiti è stata disposta l'apertura anticipata alle 17.30 per motivi di ordine pubblico. Come di consueto è stato isolato un doppio percorso separato per le due tifoserie: per quella del Milan è stata riservata l'area del parcheggio di via Macchia della Farnesina mentre per la tifoseria locale la zona intorno a piazzale Clodio. A scattare saranno anche i divieti di transito e di sosta intorno all'Olimpico. Nel dettaglio, a piazzale della Farnesina, nel tratto compreso tra viale Paolo Boselli e Viale Antonino di San Giuliano-Via Alberto Blanc, auto e moto non potranno passare, fatta eccezione per i veicoli provvisti di contrassegno disabili, mentre non si potrà sostare in 21 tra strade e piazze che vanno da via Morra di Lavriano a piazza Lauro de Bosis, da piazzale della Farnesina a via Tommaso Tittoni, da via Mario Toscano a largo Ferraris IV. Nel tavolo tecnico è stato disposto anche il divieto della vendita per asporto e il trasporto di bevande in bottiglie di vetro ad eccezione dei generi alimentari di prima necessità confezionati esclusivamente in vetro in tutta l'area dello stadio e nelle strade limitrofe proprio per evitare possibili tafferugli.

LA DISPOSIZIONE  - Il divieto scatterà alle 17.30 e durerà fino alle 24 quando l'area, al termine del match, dovrebbe iniziare a liberarsi. Per controllare che i divieti siano rispettati, è stata istituita una task force composta da personale della polizia, della guardia di finanza e della polizia locale di Roma Capitale che vigileranno sul rispetto delle ordinanze prefettizie e sulla presenza di bagarini, parcheggiatori e venditori abusivi.
Come anticipato, la Curva Sud ha deciso già da alcuni giorni di ricordare questa sera il giovane tifoso morto per un arresto cardiaco nel 1989 dopo esser stato accerchiato e picchiato da un gruppo di tifosi milanisti. Dei quattro imputati riconosciuti poi dagli amici di Antonio e dai poliziotti, tre non furono processati per insufficienza di prove e uno, Luca Bonalda, venne condannato a 7 anni per omicidio preterintenzionale con la concessione della libertà vigilata. All'Olimpico questa sera ci sarà anche la sorella di Antonio De Falchi con i due figli, invitata dalla Curva Sud a prendere parte all'incontro. I tifosi giallorossi, via social per lo più, hanno lanciato ai compagni questo messaggio: «Vi invitiamo a portare la sciarpa che, tesa durante l'inno, andrà ad abbracciare simbolicamente Antonio». Insomma, nessuna minaccia è trapelata finora ma le autorità sono pronte a controllare capillarmente le due tifoserie per evitare che la celebrazione dell'anniversario di De Falchi possa tramutarsi in uno o più scontri tra gli ultrà.


Di Francesco: «Roma agonizzante ma non si deve morire per forza»

CORRIERE DELLA SERA - Dieci minuti scarsi. Record di velocità. La durata della conferenza stampa di Eusebio Di Francescoprima di Roma-Milan racconta molto del momento che si vive dentro Trigoria. Voglia di parlare: zero. Ottimismo: sottozero. Gli parlano di squadra malata («Ma io avevo detto che non era guarita, non che era malata ed è diverso») e il discorso scivola su qualcosa di ancora più preoccupante e lugubre: «[...] È vero, a Firenze la Roma è stata agonizzante, ma questo non significa che per forza si deve morire. Ci si può anche salvare [...]».

[...] Sul banco degli imputati sale soprattutto Edin Dzeko, che si è fatto espellere sul 4-1 e che prima aveva litigato in campo con Cristante: «Certi comportamenti sono stati più brutti ancora di questa sconfitta dolorosa. Edin, però, è stato il primo a chiedere scusa pubblicamente per quello che è accaduto, perché è un giocatore di esperienza. Siamo uomini, ha avuto un atteggiamento sbagliato e non deve più succedere [...]».


Cangiano superstar abbatte il Milan: Roma al 3° posto

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Al Tre Fontane, sotto una pioggia incessante, la Primavera di De Rossi domina una partita a senso uni­co e cala un poker che blinda il 3° posto in solitaria in campionato. [...] Contro il Milana prendersi la standing ovation è Gianmarco Cangiano: tripletta, la seconda in carriera contro i rossoneri, che ha sbaragliato gli avversari. Mentre il poker è del solito Ce­lar che firma, grazie al suo mancino, il suo 20° gol in cam­pionato che vale la quinta vittoria romanista di fila, il terzo clean sheet consecutivo e il se­sto trionfo su 9 partite casalin­ghe.

[...] Felicissimo il tecnico De Rossi: «Sono euforico: stiamo tirando fuori cose che avevamo dentro e si è visto carattere, concentra­zione. Gara perfetta con un pri­mo tempo di grande calcio».


Occhio a Piatek già a segno con il Genoa

CORRIERE DELLA SERA - Il Milan è l’unica squadra contro cui la Roma ha un bilancio negativo in casa nelle partite di serie A: 25 vittorie, 28 sconfitte e 31 pareggi. I rossoneri hanno vinto gli ultimi 2 confronti diretti (2-1 a San Siro, 2-0 all’Olimpico): non fanno tris dal 1996. La Roma è reduce per la prima volta in questo campionato da 4 risultati utili (3 vittorie e un pari) e ha vinto, segnando sempre 3 gol, gli ultimi tre incontri giocati all’Olimpico, contro Genoa, Sassuolo e Torino. [...] Dzeko, in giallorosso, ha segnato 3 gol al Milan, tutti a San Siro. [...]

Di Francesco ha perso 2 volte su 2 contro Gattuso, uno dei tre allenatori affrontati più di una volta in serie A contro cui è ancora a secco. Occhio a Piatek: in questo campionato ha già giocato 2 volte all’Olimpico, con la maglia del Genoa, segnando sia alla Lazio sia alla Roma.


Kolarov insultato: straordinari e gol non bastano più

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Neppure il gol al derby è riuscito a farlo entrare, definitivamente, nel cuore dei romanisti. Non c’è ti­ foso della Roma che possa rim­proverare qualcosa ad Alek­sandar Kolarov come profes­sionista: esemplare, sempre tra i primi ad arrivare a Trigo­ria e tra gli ultimi ad andare via, in un anno e mezzo ha se­gnato in campionato, in Cham­pions League e in Coppa Italia e in questa stagione, dove pure paga le fatiche fisiche del Mon­diale, è già a sei centri. Mai aveva segnato così tanto in car­riera, mai era stato così prolifi­co, ma forse mai si era sentito così contestato dai propri tifo­si.

[...] Gli ultrà, nella notte tra venerdì e sabato, sono andati al Torrino, dove abita Kolarov, e scrivere sui muri: «Croato di m...» e «Kolarov abbassa la cresta». In­sulti soprattutto quello riferi­to alla sua nazionalità, visto che il difensore è serbo che il giocatore non si aspettava ma a cui, almeno per ora, non ha re­plicato attraverso i suoi profili ufficiali. Ave­va replicato, invece, martedì scorso, a Termini a chi diceva a lui e agli altri giocatori di «svegliarsi» e forse quella replica ha rappre­sentato una frattura difficile da rimarginare con la parte più calda del tifo ro­manista. [...]

An­che in serate come quelle di stasera, quando prima del fi­schio d’inizio non arriveranno certo applausi e carezze. Ma a Kolarov poco importa, lui va dritto per la sua strada, cioè la fascia sinistra. E se non è ama­ to da tutti la sensazione è che se ne sia già fatto una ragione.


C'è un trio a caccia della gloria perduta

IL MESSAGGERO - ANGELONI - I giocatori, quando si sentono definiti senatori, la prendono male. Come fosse un'offesa. Magari hanno pure ragione, perché chi lo dice, spesso, gli attribuisce un significato/tono negativo. Come a dire: il senatore è colui che ha privilegi, che comanda. Questo è sbagliato. Senatore è chi fa valere la sua esperienza, spesso è un leader, uno ascoltato più di altri, uno che, insomma, conta. Dzeko, Kolarov e Manolas, ad esempio, sono tre senatori della Roma, per classe, per militanza, per esperienza. Senatori, senza offese. Conteranno di più, in uno spogliatoio, le parole di Kolarov o di Luca Pellegrini (tanto per prenderne uno che è appena andato via)? Kolarov. Dzeko o Kluivert? Dzeko. Manolas o Bianda o Marcano? Manolas. Chiaro, no? Sempre senza offese.

DIFESA E ATTACCO - Ecco, tre giocatori come questi, e in momenti come questi, possono e devono dare qualcosa di più, non solo dal punto di vista sportivo, ma nei comportamenti. Ciò che è successo martedì a Termini, prima della partenza per Firenze, tra Manolas-Kolarov, in quel dialogo con alcuni tifosi, è da censurare. E non per prendere per forza le parti dei tifosi, ma perché non è normale reagire in quella maniera solo perché un tifoso - incavolato - ti invita a «svegliarti». Tra l'altro, quel tifoso, che si è beccato gli insulti di risposta, avrà pensato dopo Firenze che la Roma non tutto si è tranne «svegliata». Nemmeno quella muscolarità che certi calciatori pesanti usa nei momenti di difficoltà, ha aiutato. La muscolarità, oggi, la gente la vuole sul campo, se non per vincere, almeno per evitare brutte figure. Stasera, una buona parte dell'Olimpico risponderà a Manolas e Kolarov (quest'ultimo si è beccato qualche striscione poco carino in giro per Roma, in uno gli si dava del croato, in un altro lo si invitava a tenere abbassata la cresta). Le minacce no, quella vanno respinte al mittente. Ma tutto questo è il segnale che il clima che si respira non è invitante. I giocatori sanno perfettamente come basti poco per far girare di nuovo il vento nella direzione giusta. Che dire di Dzeko, invece? Edin è coccolatissimo, a Termini lui aveva preso anche applausi.

IL CALMO NEL CAOS - Ma l'essere senatore non ti deve portare a comportarti come ti sei comportato al Franchi. Un giocatore della sua esperienza deve essere più responsabile. Quel gesto contro Manganiello, non solo gli è costato due giornate e passi, ma è costato alla Roma il pesante 7-1. Il senatore/leader ti deve aiutare a superare le difficoltà, non spingerti in discesa. Stasera non sarà contestato singolarmente ma finirà nel vortice che coinvolge tutta la squadra. Dzeko era tornato a segnare, è tra i calciatori più importanti. E' quello che lo scorso anno è stato aspettato e coccolato da Di Francesco. E ora? C'è bisogno di lui, di Kolarov, di Manolas. I grandi giocatori. I senatori. Senza offese, eh.


L’ultimo schema di Di Francesco: «De Rossi deve fare il mister dentro la partita»

CORRIERE DELLA SERA - Capitano, pensaci tu. È quasi una preghiera quella che Eusebio Di Francesco, mai così rabbuiato e mai così voglioso di fuggire dalle domande dei giornalisti (la conferenza stampa di ieri è durata 10 minuti scarsi), lancia nell’aria alla vigilia di Roma-Milan. [...] All’orizzonte c’è la sicura contestazione che l’Olimpico ha promesso ai giallorossi, con in testa Kolarov, che ha già visto spuntare scritte sotto casa: «Kolarov abbassa la cresta», «Kolarov croato» e «Kolarov croato di m...». Un insulto atipico, fatto su misura per un serbo, firmato con una sigla ultrà.

Di Francesco deve ricorrere a De Rossi per le squalifiche di Nzonzi e Cristante, ma forse lo avrebbe fatto anche a rosa completa. DDR sarà il perno del 4-3-3 (con Florenzi «alto») [...]. Di Francesco, nel momento più nero, gli chiede di diventare la sua proiezione in campo: «Mi auguro che Daniele possa dare una prestazione dal punto di vista della presenza, dell’aiuto generale al gruppo, della capacità di stare in campo e di essere un po’ il mister dentro la partita. I dubbi sono come starà realmente, perché non gioca da tempo [...]»