Il doppio ex di Chievo-Roma: Massimo Marazzina
INSIDEROMA.COM – MATTEO LUCIANI - L'attaccante Massimo Marazzina giunge nella Capitale in prestito per sei mesi, a partire da gennaio del 2003, non riuscendo però mai a essere decisivo. In sua difesa, si può affermare, però, che l'ex centravanti del 'Chievo dei miracoli' abbia avuto veramente poche partite per mettersi in mostra.
Marazzina nasce a Lodi il 16 luglio del 1974, crescendo nel vivaio della squadra della sua città, il Fanfulla, prima di essere notato dagli osservatori dell’Inter ed essere portato in nerazzurro, dove debutta nella massima serie nel corso della stagione ’93-94. Tre sole presenze, prima di girovagare per l’Italia nelle serie inferiori per tanto tempo.
Dal ’94 al 96 gioca nel Foggia, mettendo a segno le sue prime 5 reti da professionista nelle 38 partite giocate. Arriva poi il Chievo Verona, l’esperienza più importante dell’intera carriera di Marazzina. In tutto, nella città di“Romeo e Giulietta”, Marazzina gioca sei stagioni, tra il ’96 e il 2003, eccezion fatta per l’anno in cui veste la maglia amaranto della Reggina, campionato 2000/2001, giocando per la prima volta con continuità nella massima serie.
Durante la prima esperienza veronese, l’attaccante di Lodi colleziona 119 presenze con 29 gol all’attivo. A Reggio Calabria scende, invece, in campo 29 volte mettendo a segno cinque reti. Tornato al Chievo, Marazzina diviene parte integrante del cosiddetto “Chievo dei miracoli” di Gigi Del Neri che, alla prima apparizione in serie A, stupisce tutti con un calcio spettacolare e un ottimo quinto posto finale. Marazzina giostra da seconda punta accanto all’ariete Bernardo Corradi, svolgendo un grande lavoro anche in fase di ripiego. Nell’anno e mezzo giocato con il Chievo in Serie A, Marazzina colleziona 60 partite e 18 gol.
Durante il mercato invernale del gennaio del 2003 per Marazzina arriva la grande occasione: la chiamata della Roma di Fabio Capello.
Franco Sensi ha appena ceduto un Gabriel Omar Batistuta sul viale del tramonto, affermando di aver lasciato all’Inter di Moratti una vera e propria “sòla” e i giallorossi si mobilitano per trovare un sostituto all’altezza. Il mercato di gennaio non offre grandi occasioni, soprattutto se pensiamo che il nuovo arrivato avrebbe dovuto rimpiazzare uno dei più grandi centravanti della storia del calcio, seppur ormai a fine carriera, come il “Re Leone”. Alla fine la spunta Massimo Marazzina, un nome tutt’altro che altisonante e che non fa decisamente infiammare i tifosi giallorossi, ancora tristi per l’addio del capocannoniere dell’ultimo tricolore romanista.
Marazzina si presenta nella Capitale con qualche problema fisico ereditato dall’ultimo mese veronese. Su alcuni quotidiani dell’epoca si legge addirittura di un Capello entusiasta per l’arrivo dell’attaccante di Lodi. In realtà, sembra difficile immaginare un tecnico di Pieris festante, con champagne al seguito, per l’arrivo di quello che era comunque un buon attaccante ma non certo una punta in grado di fare la differenza. Marazzina arriva a Roma a pochi minuti dalla chiusura ufficiale del mercato di gennaio, dopo aver temuto anche che la trattativa potesse saltare, dicendosi ovviamente carico e al settimo cielo per l’opportunità capitatagli.
L’attaccante afferma di essere molto felice anche perché la sua compagna è romana e quindi sarebbe stato il sogno di entrambi potersi fermare a lungo all’ombra del Colosseo. La sua, invece, risulta essere una vera toccata e fuga.
Debutta in maglia giallorossa il 9 febbraio del 2003, entrando nel secondo tempo, al posto di Vincenzo Montella, in un Modena-Roma terminato 1-1. Marazzina fa tanto movimento ma senza rendersi mai pericoloso. Alla fine è il gigantesco difensore greco Traianos Dellas a fare il mestiere di Marazzina, pareggiando i conti allo scadere, nell’insolita posizione di centravanti boa. La settimana successiva, per l’ex Chievo arriva la grande chance da titolare nel non proibitivo impegno interno della Roma contro il Brescia. Marazzina, seppur inserito in una delle annate peggiori della Roma di Capello, buca anche questa volta, sostituito al 62’ da Montella. Il tecnico romanista prova a lanciarlo titolare per la seconda volta consecutiva in campionato, in unUdinese-Roma terminato 2-1 per i bianconeri, ma Marazzina viene richiamato in panchina dopo soli 45’. Capello capisce, quindi, che probabilmente non è la cosa migliore puntare tutto sull’attaccante lombardo quando in attacco dispone già di Montella e Cassano, oltre che del solito capitano Francesco Totti; per Marazzina si spalancano così le porte di panchina e tribuna. Alla fine, in giallorosso raccoglie solo 7 presenze in campionato senza mai andare in rete.
Il compito di sostituire uno come Batistuta non sarebbe stato semplice per nessuno, tuttavia Marazzina, arrivato nella Capitale anche non a posto fisicamente da Verona, dimostrò di non riuscire minimamente ad avvicinarsi all’essere un cecchino infallibile. Peccato, anche se si capì fin da subito che il suo acquisto era avvenuto per mettere una vera e propria “pezza” su quanto non era stato fatto in sede di mercato durante l’estate precedente.
Chievo-Roma, arbitra Abisso. I precedenti col fischietto di Palermo
INSIDEROMA.COM - ILARIA PROIETTI - Sarà Rosario Abisso della sezione di Palermo ad arbitrare Chievo-Roma, anticipo della 23esima giornata di Serie A. Il direttore di gara sarà coadiuvato dagli assistenti Bettegoni e Prenna con Piscopo quarto uomo. VAR e AVAR rispettivamente a Pairetto e Tolfo.
PRECEDENTI – Un solo incrocio tra il fischietto siciliano e i giallorossi. Abisso ha diretto Roma-SPAL dello scorso campionato, sempre in un friday night, quando gli uomini di Di Francesco conquistarono la vittoria per 3-1. Le reti giallorosse portano la firma di Dzeko, Strootman e Pellegrini (assente causa squalifica questa sera). Da sottolineare il rosso a Felipe, assegnato dopo pochi minuti di gioco in seguito all’intervento del VAR; il direttore di gara aveva optato per il cartellino giallo, in seguito al contrasto con Dzeko al limite dell’area di rigore, decisione poi rettificata col rosso dopo l’on field review.
Sette, invece, sono le gare dei clivensi dirette da Abisso. Il bilancio è negativo, con una sola vittoria, due pareggi e quattro sconfitte per i gialloblù. L’unico successo, però, è proprio al Bentegodi, nel derby vinto 3-2 contro l’Hellas Verona nel 2017. L’ultima sconfitta, invece, è lo schiacciante 6-1 subito dalla Fiorentina lo scorso agosto.
Chievo-Roma 0-3 - Le pagelle dei giallorossi
INSIDEROMA.COM – FEDERICO FALVO – La Roma torna alla vittoria e lo fa nel migliore dei modi con un tondo 3-0. Certo, l’avversario non era dei più ostici, ma visto il momento il successo può fare solo che bene ed aumentare il morale.
Ma vediamo come si sono comportati i giallorossi in campo:
MIRANTE 6.5 – Torna titolare e difende alla perfezione la porta giallorossa. Due gli interventi decisivi per lui, uno nel primo tempo e uno nel secondo. Entrambi decisivi ai fini del risultato.
KARSDORP 6.5 – Sempre perfetto dal punto di vista atletico. Avanza e rientra senza accusare i metri macinati. Migliora anche nelle chiusure difensive.
FAZIO 6 – Molto meglio che in passate occasioni. Prende in mano la difesa e la guida alla perfezione. Ottime chiusure e tempi di intervento.
MARCANO 6.5 – Si posiziona bene prendendo il tempo agli attaccanti avversari ed intervenendo in più di una occasione per liberare l’area o porre fine a situazioni di possibile pericolo.
KOLAROV 6.5 – Si sovrappone sempre bene ed in contropiede piazza la cavalcata che porta al diagonale vincente.
CRISTANTE 6 – Inizia con foga agonistica e rimedia un giallo che ne condiziona il rendimento. Abbassa i ritmi per non venire espulso. Rispetto alle precedenti uscite è meno preciso palla al piede.
NZONZI 6.5 – Positiva la prova del francese, che da diga davanti alla difesa recupera molti palloni e riapre per i compagni in cerca del contropiede vincente.
ZANIOLO 6.5 – Buon primo tempo con pressing a tutto campo ed ottimo controllo della sfera. Si da sempre da fare per la squadra ma nella ripresa, forse anche per stanchezza, perde incisività.
DE ROSSI (dal 76’) SV – Pochi minuti, per far vedere che è completamente recuperato.
SCHICK 6 – Sottotono la prova del ceco, che non riesce a dare il giusto apporto alla manovra offensiva della squadra. Fuori fase e molto meno incisivo dei compagni, anche se compie buoni ripiegamenti. Ma l’infortunio muscolare alla coscia ha fatto anche il suo. Uscito per evitare il peggio.
FLORENZI (DAL 58’) 5.5 – Il risultato è ormai acquisito al suo ingresso in campo. Fa il suo senza incidere.
EL SHAARAWY 7 – Apre le marcature con un ottimo scavetto sull’uscita di Sorrentino. Tiene bene la palla e prova a metterla in area per i compagni. Sfortunato quando il palo gli nega la doppietta personale.
KLUIVERT (dall’85’) SV – Solo cinque minuti per lui, otto totali considerando il recupero.
DZEKO 7 – Da capitano sfodera una prestazione eccezionale. Perfetto sul 2-0 quando trova l’angolo giusto con il mancino e altruista con l’assist per Kolarov. Agisce da boa tenendo palla e aprendo per i compagni che si sovrappongono. Peccato per la traversa che gli nega la doppietta.
La Roma insegue la svolta. Ci pensa El Shaarawy…
GAZZETTA DELLO SPORT - PUGLIESE - Fosse per lui giocherebbe di fatto sempre contro il Chievo. Perché gli porta fortuna, perché alcune delle sue giornata più belle le ha vissute proprio contro la squadra veneta e perché la formazione di Mimmo Di Carlo è la sua vittima preferita: fino ad oggi 6 gol (e due assist) in 12 sfide personali. Tra l’altro, senza mai una sconfitta, con dieci vittorie e due pareggi in cascina. Insomma, se Stephan El Shaarawy non vede l’ora che arrivi la partita di domani sera c’è anche da capirlo. Perché viene dalla gara a singhiozzo giocata contro il Milan e perché la Roma al Bentegodi di Verona andrà a caccia di tre punti-chiave nella corsa verso la prossima Champions League. E lui, in tal senso, ci vuole mettere su un bel marchio a fuoco. Quello del Faraone.
IL PERCORSO La prima volta che i destini di El Shaarawy e del Chievo si sono incrociati risale addirittura ad oltre dieci anni fa, esattamente il 21 dicembre 2008. El Shaarawy era un ragazzino che si stava affacciando in prima squadra con il Genoa e quel giorno entrò a sette minuti dalla fine, sostituendo il serbo Bosko Jankovic. Poi il Chievo lo ha affrontato anche con il Milan, quando gli ha segnato il primo gol in carriera (3 novembre 2012, 5-1 per i rossoneri a San Siro). Ma è con la Roma che in realtà Stephan ha spiccato il volo contro i gialloblù, segnando altre 5 reti (in sei partite): la prima è datata 22 dicembre 2016 (vittoria per 3-1 all’Olimpico), l’ultima è invece arrivata nella sfida del girone d’andata, quando il Faraone ha aperto le danze in una partita che poi si è rivelata un’autentica beffa per i giallorossi (da 2-0 a 2-2, con superparata finale di Olsen su Giaccherini a «congelare» il pareggio ed evitare un k.o. che sarebbe stato clamoroso).
GOLEADOR El Shaarawy, dunque, domani tornerà a giostrare da titolare a sinistra, lui che finora è anche il capocannoniere stagionale della Roma in campionato con 7 reti (in 14 partite, con una media di 0,5 a partita). Ne dovesse arrivare un’altra, magari proprio a Verona, Stephan eguaglierebbe in largo anticipo il suo record di reti in campionato con la Roma: 8, segnate nei primi sei mesi in giallorosso (quelli dal gennaio al giugno 2016) e nella stagione successiva, la 2016/17. Di Francesco ha bisogno della sua freschezza per cercare di scardinare il presunto fortino difensivo che allestirà Di Carlo. Che, tra l’altro, è l’allenatore che in carriera è riuscito a battere due sole volte la Roma in 11 confronti diretti da allenatore, ma sono due volte che per la Roma sono state sanguinanti: il 2-1 con la Sampdoria del 2011, quello che acuì la crisi di Claudio Ranieri (che si dimise da lì ad un mese) e il 4-2 ai calci di rigore con cui lo Spezia eliminò la Roma agli ottavi di finale di Coppa Italia, nel 2015.
L’UTILITà Insomma, la Roma ha bisogno di El Shaarawy in questo momento. Perché tra gli attaccanti è l’unico che sembra avere una certa confidenza con il gol e perché tra gli esterni è quello che garantisce maggiori coperture difensive. È vero, con il Chievo gli spazi davanti da attaccare saranno esigui, ma la sua capacità di ripiegare può essere molto utile. Perché il piano partita del Chievo sarà presumibilmente quello: difesa e ripartenze, cercando di sfruttare gli eventuali sbilanciamenti difensivi della Roma. Perché la Roma ha bisogno dei tre punti e cercherà di attaccare fin dall’inizio. Ed allora uno come El Shaarawy, che fa gol ma sa anche difendere, può essere utilissimo. Soprattutto contro il Chevo, la sua vittima prediletta...
Manolas in dubbio: fastidio muscolare
IL MESSAGGERO - CARINA - Un problema muscolare con il quale convive dalla trasferta di Firenze. Ieri Manolas ha preferito non partecipare alla seduta di allenamento con i compagni e svolgere un lavoro differenziato insieme agli infortunati Under, Perotti e Jesus. Il difensore oggi dovrebbe rientrare in gruppo ed essere disponibile per la trasferta di Verona. Toccherà a Di Francesco decidere se impiegarlo o meno. Il discorso è molto semplice: se Marcano avesse dato risposte positive, probabilmente il tecnico domani avrebbe risparmiato il greco. Considerando però che già un minimo di turnover sarà necessario in mediana - vista la squalifica di Pellegrini e il probabile riposo per De Rossi – Eusebio potrebbe vedersi costretto a schierarlo. Rimanendo in tema di difensori, Bianda è stato sottoposto ad un intervento in artroscopia: i chirurghi sono intervenuti sul collaterale e su un microframmento del menisco esterno del ginocchio destro. La prognosi è tra le 6 e le 8 settimane. Visita ieri di Dzeko (insieme a Baldissoni) al Comitato Uefaper assistere alla lezione tenuta da Rosetti sul Var, introdotto in Champions.
Chievo di volta. Roma, la sfida di Verona decisiva per il 4° posto
LEGGO - BALZANI - Mantenere alta la tensione è un esercizio che a Di Francesco non è riuscito molto bene in questa stagione. Anche contro le piccole come il Chievo Verona (9 punti in classifica) che ha costretto all'andata sul 2-2 la Roma all'Olimpico. Domani la Roma va al Bentegodi per ritrovare la vittoria dopo due pareggi e la rovinosa sconfitta con la Fiorentina. Ma proprio col Chievo in trasferta riemergono brutti ricordi e un dato negativo. Nell'era americana, infatti, sono state solo due le vittorie a Verona col club di Campedelli: il 5-3 nel 2017 con Spalletticon doppietta di Salah e lo 0-2 nel 2013 con Garcia. Poi cinque pareggi e una sconfitta, quella del 16 dicembre 2012 quando Pellissier (su un campo ridotto in condizioni oscene) gelò la Roma a 3' dalla fine.
Ben tre le partite finite a reti bianche, l'ultima lo scorso anno che vide tra i protagonisti negativi Schick. Il ceco avrà l'occasione di rifarsi domani visto che sarà schierato di nuovo come ala destra poco dietro Dzeko. Allo scarso bottino elencato finora va aggiunta pure una vittoria amarissima, quella del 16 maggio 2010. Quel giorno l'Inter di Mourinho finì un punto sopra la Roma di Ranieri avendo approfittato tre giornate prima dello scivolone in casa con la Samp. Finì comunque con gli applausi dei 15 mila tifosi romanisti che avevano invaso il Bentegodi. Non ci sarà lo stesso spettacolo domani visto anche lo sciopero di alcuni gruppi ultras come forma di protesta verso la squadra. Superare il tabù Chievo ed evitare ulteriori sorprese in stile Bologna o Udinese diventa, però, obbligatorio per Di Francesco anche perché pure le altre concorrenti al quarto posto avranno un impegno morbido: Milan, Atalanta e Lazio giocheranno in casa rispettivamente con Cagliari, Spal ed Empoli.
Per questo Fazio, che di passaggi a vuoto in questa stagione ne ha avuti molti, invita a tenere alta la guardia: «Dobbiamo solo guardare avanti, ripartendo dalla grande prestazione offerta contro il Milan. Col Chievo non sarà facile, lo sappiamo, come sappiamo che da qui alla fine nessuna gara sarà semplice da affrontare. Nel girone di ritorno succede sempre così. Soprattutto contro squadre come il Chievo, che si giocano il tutto per tutto per la salvezza».
Da Trigoria arrivano notizie di Manolas in leggero dubbio per domani: ha un fastidio al gluteo che si porta dietro da Firenze. Oggi la decisione, ma prevale l'ottimismo.
Bianda operato al ginocchio destro: lo stop è di 6-8 settimane
LEGGO - BALZANI - Bianda tira un piccolo sospiro di sollievo. Il difensore, acquistato per 6 milioni (+5 di bonus che difficilmente raggiungerà viste le 0 presenze in serie A), dopo l’infortunio rimediato in Primavera contro il Milan ieri è stato sottoposto a un intervento in artroscopia. Esclusa la rottura del crociato al ginocchio destro, i chirurghi sono intervenuti sul collaterale e su un microframmento del menisco esterno. Prognosi tra le 6 e le 8 settimane.
Kluivert, il momento della verità ma il papà attacca: "Scelta errata"
GAZZETTA DELLO SPORT - PUGLIESE - A guardare i numeri, in fin dei conti, non è che ci sia tutta questa differenza. Nel senso che la scorsa stagione, di questi tempi, Justin Kluivert con l’Ajax aveva giocato in tutto 23 partite e segnato sei reti. Oggi l’olandese a Roma è fermo a 22 partite, con due sole reti. Insomma, non è che ci sia una differenza abissale, anche se poi il peso specifico delle presenze con l’Ajax era sicuramente maggiore rispetto a quello avuto finora in giallorosso. Eppure la percezione della stagione di Justin è ancora di difficile lettura. Prospetto di possibile campione o giovane da crescere e coltivare? Difficile dare una risposta, anche perché Justin ha ancora solo 19 anni ed una vita (calcistica e non) da costruirsi con il tempo, anche con gli errori. Di Francesco, però, da lui si aspetta un salto di qualità a breve. Almeno nella selezione delle scelte e delle giocate, che è un fattore che fa la differenza per uno che gioca nel suo ruolo e ha quella velocità lì.
DALL’OLANDA Ad affrontare la questione, nel frattempo, ci ha pensato ancora una volta papà Patrick, che dall’Olanda ha parlato del momento di suo figlio. «Non credo che Justin abbia fatto bene ad andare via dall’Olanda così giovane – ha detto l’ex centravanti di Milan e Barcellona –. Ho sempre detto che sarebbe dovuto rimanere un altro anno ancora o forse anche due all’Ajax. Ma come padre devi seguire e rispettare le decisioni di un figlio. Insomma, andare via secondo me non è stata una buona scelta. Ma nel momento in cui ha deciso di andare, ha fatto bene ad andare a Roma, una città dove si trova molto bene. Ovviamente vorrebbe giocare di più, ma ha 19 anni e non può pretendere più di tanto. Quando gioca si impegna al massimo, gli piace il suo ruolo e questa cosa è già abbastanza. Sono curioso però di capire come andrà la prossima stagione e se avrà eventualmente più occasioni per giocare titolare».
LA SITUAZIONE Già, anche se poi la Roma in realtà si aspetta un passo avanti da Kluivert già in questa, magari in questi ultimi 5 mesi di stagione che mancano da qui alla fine. Soprattutto ora che nel suo ruolo mancano comunque due pedine importanti come Diego Perotti e Cengiz Under, il che sulla carta gli avrebbe dovuto aumentare le possibilità di scendere in campo da parte del baby olandese. Ed invece a sinistra il titolare continua ad essere Stephan El Shaarawy, mentre a destra le soluzioni scelte nelle ultime uscite da Di Francesco sono ricadute su Alessandro Florenzi we Patrik Schick. Insomma, Kluivert sembra aver perso qualche posizione nelle considerazioni dell’allenatore giallorosso ed ora spetta soprattutto a lui risalire la china, recuperare fiducia e credibilità. Per la gara di Verona, con il Chievo, Schick sembra essere favorito sia su di lui sia su Florenzi. Ma se dovesse arrivare anche solo uno spezzone di partita, stavolta Justin non lo dovrà sprecare. Perché si risale anche dalle piccole cose. Per poi arrivare alle grandi.
Il 21 febbraio Consiglio straordinario
LEGGO - Il Consiglio straordinario sullo Stadio della Roma si terrà il 21 febbraio in Aula Giulio Cesare. Ad annunciare la data della seduta tematica, di cui ieri aveva parlato anche la sindaca Virginia Raggi, è il capogruppo M5S in Campidoglio Giuliano Pacetti. La riunione verterà anche sul parere sui flussi di traffico reso dal Politecnico di Torino. «Il parere del Politecnico di Torino sulla mobilità connessa al progetto Stadio chiarisce che con il potenziamento delle ferrovie Roma-Lido e Roma-Fiumicino il progetto dello Stadio a Tor Di Valle può proseguire andando a soddisfare i flussi previsti. Il parere è stato reso pubblico. Non eravamo obbligati a richiederlo, ma lo abbiamo fatto perché le grandi opere a Roma si devono fare, ma devono essere fatte bene e all'insegna della trasparenza per questo ci sarà anche il 21 febbraio un Consiglio Straordinario sul tema - scrive Pacetti su Fb -. Abbiamo evitato anche il progetto monstre che avevamo ereditato. Lo stadio sarà moderno eco-compatibile e all'avanguardia e nella costruzione verrà data priorità alle opere pubbliche nell'interesse di tutti i cittadini e non solo dei tifosi», conclude.
Rinvio a giudizio per Parnasi. Con lui altri 14 al processo
GAZZETTA DELLO SPORT - PUGLIESE - Forse è destino che il percorso verso lo stadio della Roma debba essere sempre tormentato, a prescindere. Così il giorno dopo l’annuncio di Virginia Raggi (con tanto di hashtag, «#lostadiosifa») e il sì «condizionato» del Politecnico di Torino, ecco il rinvio a giudizio per 15 persone nell’ambito dell’inchiesta aperta la scorsa estate proprio relativamente all’impianto di Tor di Valle. A richiedere il rinvio è stata direttamente la Procura di Roma, con i pm che hanno chiesto il processo, tra gli altri, per l’imprenditore Luca Parnasi (ex numero uno di Eurnova, la società che era stata incaricata della costruzione dell’impianto), per l’ex vicepresidente del Consiglio della Regione Lazio Adriano Palozzi, per l’ex assessore regionale Michele Civita, per il capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale Davide Bordoni e per il soprintendente ai beni culturali di Roma, Francesco Prosperetti. A seconda delle singole posizioni il pm Barbara Zuin e il procuratore aggiunto Paolo Ielo ipotizzano i reati di associazione a delinquere, corruzione e finanziamento illecito. «Sono fiducioso che possa essere dimostrata la mia totale estraneità», è stata la reazione del soprintendente. Per l’ex presidente di Acea, Luca Lanzalone, i magistrati avevano invece già ottenuto il giudizio immediato, con il processo che si dovrebbe aprire il prossimo mese.
LE REAZIONI Va sottolineato, comunque, come l’inchiesta attualmente sia un filone parallelo al progetto della costruzione dello stadio, impianto che secondo gli stessi pm non è stato inficiato dagli atti corruttivi messi in opera dai 15 rinviati a giudizio. Un sistema quello messo in piedi da Parnasi che secondo i pm era volto ad un «modello di corruzione sistemica» per aggirare la macchina burocratica per la costruzione dello stadio. Impianto di cui, tra l’altro, ieri ha parlato anche il presidente del Coni Giovanni Malagò, da sempre tifosissimo della Roma. «Speriamo che non si rimangino la parola anche questa volta, altrimenti si rischia il linciaggio», l’affondo del numero uno dello sport italiano, riferendosi alle parole della Raggi. E alle parole di Malagò hanno fatto da contraltare le quelle di Luigi Di Maio, vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico: «Sono contento che il progetto vada avanti. Quello attuale non era il progetto originario, rispetto al quale abbiamo ridotto le cubature ed eliminato delle opere ad alto impatto ambientale. Il che dimostra che siamo gente ragionevole, che vuole portare a casa le infrastrutture che servono». Adesso il prossimo passo è l’approvazione della variante urbanistica. La speranza della Roma, ovviamente, è che fili tutto liscio.
Stadio, Parnasi e altri 14 a processo
LEGGO - CALBONI - Rinvio a giudizio per 15 persone. Questa la richiesta che il pm ha avanzato alla Procura della Capitale riguardo all'inchiesta sullo stadio della Roma. Non sono passate nemmeno ventiquattro ore dall'annuncio della Sindaca Virginia Raggi, che ha definitivamente sbloccato l'impasse burocratica, che la vicenda collegata alla costruzione dell'impianto giallorosso si arricchisce di un nuovo capitolo: la richiesta di rinvio per 15 persone, coinvolte nell'indagine giudiziaria sulla struttura che verrà costruita sull'area attualmente occupata dall'ippodromo di Tor di Valle, e di proprietà del costruttore romano Luca Parnasi. Lo stesso Parnasi è considerato dagli inquirenti il capo e organizzatore della struttura che ha cercato di trasformare la costruzione del centro sportivo giallorosso in un lucroso affare. Affare che si è considerevolmente ridimensionato, dopo che il Campidoglio e la giunta Raggi hanno imposto, per l'approvazione del progetto un taglio delle cubature di circa il 50% del totale.
Secondo la Procura di Roma infatti il costruttore era a capo di un gruppo che ha commesso «una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione al fine di ottenere provvedimenti amministrativi favorevoli alla realizzazione del nuovo stadio della Roma e di altri progetti imprenditoriali». Una associazione portata avanti da Parnasi e dall'ex numero 1 di Acea, Luca Alfredo Lanzalone. Ma proprio il nome di quest'ultimo dirigente, altra figura di spicco all'interno dell'inchiesta su Tor di Valle, non figura fra le persone rinviate a giudizio: il gip infatti a dicembre aveva accolto la richiesta della Procura di giudizio immediato per Lanzalone, e il suo processo partirà il prossimo 5 marzo. L'ex numero 1 della Acea è accusato di corruzione e si trova dallo scorso giugno agli arresti domiciliari.
Nel filone principale dell'inchiesta, le accuse a vario titolo vanno dall'associazione a delinquere al finanziamento illecito e corruzione. Oltre allo stesso Luca Parnasi rischiano di rimanere coinvolti nell'inchiesta della procura, oltre ai suoi più fidati collaboratori, anche l'ex vicepresidente del Consiglio della Regione Lazio eletto con Forza Italia Adriano Palozzi, l'ex assessore regionale PD Michele Civita e il soprintendente ai beni culturali Francesco Prosperetti: quest'ultimo si dice «fiducioso», e convinto che le indagini dimostreranno la sua «totale estraneità» ai fatti.
Baldissoni: «Figc faccia chiarezza sul calcio femminile»
LEGGO - BALZANI - La Roma femminile ha sempre più tifosi, e negli ultimi mesi ha scalato la classifica portandosi al 4° posto. L’intento del club è quello di investire ancora, ma ieri Baldissoni - nel corso della presentazione del ebook “Donne di calcio” presso il Credito Sportivo - ha lanciato un allarme: «Le cose o si fanno o non si fanno: noi abbiamo scelto di farlo seguendo l’eccellenza. Michele Uva (vicepresidente Uefa, ndr) ci ha chiamato dicendo che voleva accelerare lo sviluppo del calcio femminile e aveva bisogno dello sviluppo di squadre professionistiche. Abbiamo affrontato questo sforzo economico e amministrativo. Ma siamo un po’ in difficoltà perché sentiamo incertezza per il futuro. Non abbiamo capito dove va ad atterrare il calcio femminile. Non abbiamo capito come queste ragazze verranno inquadrate: professionismo o no?». L’ex campionessa (oggi membro del Cda romanista) Mia Hamm però è positiva: «Il calcio femminile in Italia è in espansione. Credo che vedremo crescere il numero delle calciatrici e aumentare la qualità di gioco».