Il principe ereditario

MESSAGGERO - TRANI - Il flash back è stato immediato, martedì sera, e al tempo stesso ingombrante. Vedere la corsa di Zaniolo sotto la Sud, in piena full immersion di gioia con la gente, e pensare subito a Totti, perché la storia del Capitano sta sempre lì. Meglio chiarirlo in partenza: nessuno lancia il paragone, essendo proprio il tempo a impedirlo. Il semestre di Niccolò non si può accostare alle nozze d'argento di Francesco con la Roma. A quei 25 anni che hanno certificato il paradosso più incredibile: l'apoteosi nella fine, in quel pomeriggio del 28 maggio 2017. Ma è proprio l'addio del campione più amato a dare un senso alla nuova storia. Quel giorno ogni tifoso ha guardato il calendario senza poter evidenziare una data in cui provare con un altro giocatore le stesse emozioni trasmesse dalle le gesta del bimbo d'oro di Porta Metronia. Chissà quanto c'è da aspettare per l'appuntamento con il talento dei sogni. Che biondo e allegro pure lui, è uscito fuori dal cilindro, di solito vuoto a perdere. Da non crederci, è già qui, come si è accorto il pubblico dell'Olimpico. La vita è (di nuovo) bella dentro quella maglia: 10 o 22, stessi brividi.

VISTA SUL CAMPIONE Al cilindro si è dedicato il mago. Anzi, il Mancio. Perché Mancini, adesso è difficile far finta di niente, chiamò Zaniolo il 1° settembre tra i 31 convocati dell'Italia, impegnata nelle partite di Nations League contro la Polonia e il Portogallo. Niccolò in campo a Coverciano senza aver ancora giocato neanche un secondo con la Roma. Oggi fa ridere l'insinuazione confezionata per quella chiamata: il ct che fa un favore all'Inter per esaltare la plusvalenza del club nerazzurro. Che non sa più che cosa raccontare sulla svista d'estate, identica a quella della Fiorentina di Corvino. Il 19 settembre, ancora il cilindro. Dal palcoscenico sotto la collina di Fiesole al tempio di Madrid: Zaniolo spunta nella formazione titolare e, senza ancora aver giocato in serie A, debutta in Champions al Bernabeu contro il Real. E' notte d'estate e di stelle. Di Francesco, però, avanza tra i fulmini. Bocciato l'azzardo, senza chiedersi perché. È stato l'allenatore, a fine mercato, a tenersi stretto Niccolò, proposto al Chievo e al Sassuolo in prestito. L'altra faccia del mago. Quella romanista che non è così diversa dall'altra tinta di azzurro. Eusebio lo lancia, accompagnandolo nel futuro: mezzala, trequartista, falso nove, all'occorrenza pure playmaker e adesso esterno alto offensivo. Bastano 22 partite e 5 reti per farlo recitare da universale, il ruolo non è la gabbia. Appena ci mette piede, fa da molla. La personalità e il carattere sono le chiavi per entrare in squadra. Si diverte, anche a fare il cattivo. E diverte, trascinandosi dietro la tifoseria.

SENZA PREZZO Pallotta lo battezza: leader. L'Uefa l'incorona. È unico nel nostro calcio: primo italiano diciannovenne a segnare una doppietta in Champions. Il mercato, invece, lo quota. C'è da sbizzarrirsi. L'unità di misura in serie A, almeno la più recente, è Piatek: il Milan ha pagato il centravanti, classe 1995, 35 milioni. Il Cagliari, invece, ne chiede 50 per il centrocampista Barella, classe 1997. Il Real ha speso per l'attaccante Vinicius, classe 2000, addirittura 45 milioni. Il Psgne ha investiti 180 per Mbappé, classe 1998. Zaniolo, valutato 4,5 milioni l'estate scorsa, lievita di partita in partita. Il dibattito è d'attualità: 40, 50 o 70 milioni, fate il vostro gioco. Almeno dieci volte (o quindici) dal prezzo iniziale. Ma a Trigoria, dove al momento non è fissato alcun incontro per il rinnovo del contratto (scadenza 2023 e ingaggio da 270 mila euro più bonus che diventerà a fine stagione di 2 milioni, se non addirittura 2,5), devono finalmente entrare nel mondo della Favola. Che vale la pena leggere e approfondire per capire che cosa si prova. Non per pochi mesi. E magari nemmeno per altri 25 anni, perché sembra chiedere troppo. Zaniolo non è Totti, ma godiamocelo come possibile erede al trono. Che è qui e colorato di giallorosso.


Pallotta a tutto campo: «Voglio il 4°posto. Col nuovo stadio a livello delle big»

GAZZETTA DELLO SPORT - Non nascondiamolo: la Roma è il carburante segreto delle sue giornate. Grazie al «file» audio che ci giunge dagli Usa, lo si capisce dal tono con cui James Pallotta parla che ha l’universo giallorosso nel cuore. A cominciare dal Porto per arrivare al nuovo stadio che oggi vedrà una giornata importante, con l’acquisto da parte del presidente, per 110 milioni di euro, dei terreni di Tor di Valle di proprietà di Eurnova (i vertici sono a Boston), con clausola «liberatoria» qualora l’impianto fosse stoppato, ma non sembra esserci questo sentore. (…).«Non so se andrò a Oporto, ma quella dell’Olimpico è stata una bella sfida, in cui loro purtroppo sono riusciti a far gol su una palla fortunata . Hanno segnato quando nessuno se lo sarebbe aspettato – dice a Radio Sirius XM–. Credo che abbiamo giocato un’ottima partita. (…)». Sul campionato è tiepido. «Non sono molto contento, perché dovremmo essere al 2° o 3° posto. Abbiamo perso un sacco di punti quest’anno e spesso nei finali. È stato un po’ scoraggiante, come con l’Atalanta. Se prendessimo i due terzi dei punti persi in partite in cui ci siamo complicati la vita, saremmo vicini al Napoli. D’altronde abbiamo avuto un sacco di stupidi infortuni muscolari.(…)Mi aspetto di finire tra le prime 4». Poi Pallotta vira sullo stadio. «La sindaca Raggi vuole sbloccare l’inizio dei lavori per la fine dell’anno. Speriamo che entro fine maggio le cose verranno approvate. I problemi da affrontare sono legati all’acquisto dei terreni. Abbiamo trovato un accordo due mesi e mezzo fa con Eurnova. Purtroppo, abbiamo a che fare con un avvocato poco ragionevole che continua a chiedere cose che non accetteremo (…).Lo stadio sarà di una holding della Roma, cosa che molte persone non realizzano perché pensano che sia il mio giocattolo. Tutti i ricavi e le entrate che otterremo ci offriranno maggiore solidità. Spesso, infatti, siamo costretti a vendere per il “financial fair play”. La gente non lo capisce. Sei costretto a fare i conti con condizioni da cui alcuni sono riusciti a svincolarsi. Ma per noi non è così. Ho scritto una lettera alla Uefa. Quando guardiamo ad alcune sanzioni il mio punto di vista è: “Perché mi sto preoccupando del FFP, non è meglio prendere 12 milioni di multa?”». Ovvio però che lo stadio sia un’altra cosa. «La Roma ne ha bisogno per competere coi top club, non c’è altro modo per farlo. Puoi essere il più bravo possibile sul mercato, e questo per un po’ può funzionare, ma per rimanere stabili hai bisogno di queste entrate. (…)». La coda è su Kolarov. «È un professionista assoluto, dà sempre il 100%. A volte commette qualche errore, come tutti, ma ne vorrei avere 22 come lui in squadra, (…)».


Karsdorp lesione, salta il Bologna

GAZZETTA DELLO SPORT - La ripresa ci sarà alle 11, e Di Francesco spera che sia un allenamento in cui Perotti e Underpotranno allenarsi con i compagni per poter essere poi convocati lunedì per la partita contro il Bologna. (…).Per Karsdorp piccola lesione al flessore: sarà out col Bologna. Schick prova il rientro con la Lazio.


Quel ragazzo che ha già un prezzo indecente

MESSAGGERO - TROTTA - Sono i giovani d'oro, costosi come i grandi calciatori. Sono i '99 copertina degli ultimi mesi, richiesti e corteggiati dai maggiori club: Gigio Donnarumma e Nicolò Zaniolo. La doppietta in Champions League contro il Porto ha permesso al duttile centrocampista della Roma di far viaggiare velocemente il suo nome in giro per l'Europa. Tanti osservatori e dirigenti, presenti martedì sugli spalti dell'Olimpico, hanno voluto approfondire la sua storia e il suo percorso, mentre la Uefa ha deciso di celebrarlo con un tweet: «Il giovane prodigio che dopo la notte europea ha il mondo ai suoi piedi». Insomma, lo stupore per l'affermazione del talento giallorosso non conosce confini. Un'esplosione unica, inarrestabile: nessuno al momento riesce a fissare un vero e proprio prezzo del suo cartellino. I 40-50 milioni di euro ipotizzati giorni fa appartengono al passato.

RITMO Con questo ritmo Zaniolo, pagato appena 4,5 milioni di euro nell'ambito dell'affare Nainggolan, rischia di diventare l'italiano più caro del momento. E di superare quindi anche Federico Chiesa ('97, 60-70 milioni), Donnarumma ('99, 60-70 milioni) e campioni come Rakiticdel Barcellona (80 milioni) nella classifica delle valutazioni. La Roma si coccola pure Lorenzo Pellegrini ('96, clausola sui 30 milioni) e Bryan Cristante ('95) che, insieme a Nicolò Barella('97, 50 milioni) fanno parte della Nazionale del presente del futuro. Il sogno del ct Roberto Mancini è quello di avvicinarsi al modello francese, una selezione trascinata dalla tecnica e dalla qualità del bomber dei record: Kylian Mbappé, classe '98. Ancora più giovane è Vinicius Junior(2000). L'attaccante brasiliano sta conquistando i tifosi del Real Madrid a suon di giocate e di prestazioni convincenti. Presentato come nuovo Neymar, per il presidente Florentino Perez è già l'erede di Cristiano Ronaldo.


Olsen torna con il Bologna

CORRIERE DELLA SERA - Per Roma-Bologna, lunedì 18 alle 20.30, Di Francesco recupererà Olsen, in panchina col Porto. Il tecnico potrà contare anche su Perotti e Cengiz, ieri in campo mentre il resto della squadra ha riposato. (…). Out Schick e Karsdorp. Ieri è iniziata la vendita libera per il ritorno di Champions: circa 1.000 biglietti venduti on line, che si aggiungono agli oltre 500 acquistati in prevendita. (…).


Tutto l’oro di Zaniolo, la Roma gli affiderà il brand

REPUBBLICA - PINCI - A fine partita ha raggiunto i familiari, che lo guardavano estasiati. «Nicolò, ti rendi conto di cosa hai fatto?». E lui, con quel sorriso timido e il berretto di lana calato sugli occhi: «No, che ho fatto?». Due gol al Porto negli ottavi di Champions League, alla sua età, non li aveva mai segnati nessun italiano. Ma Nicolò Zaniolo, 19 anni, 7 mesi e 12 giorni oggi, martedì sera non lo sapeva ancora: sembrava preoccuparsi soprattutto di quei segni lasciati sulle sue mani da un pestone del difensore portoghese Pepe. Il club che vive di cessioni multimilionarie - da Lamela e Marquinhos a Alisson e Strootman - ha già deciso: lui non partirà. Per tre motivi. Il primo è economico: Zaniolo ha un contratto per altri 4 anni a 700mila euro all'anno. Chi lo vuole dovrebbe spendere una cifra enorme per prenderlo - 70 milioni, almeno: in pochi possono farlo. E a un 19enne al primo contratto nessuno offre cifre irraggiungibili, dopo un solo anno di Serie A. Secondo: ha 4 anni di contratto, quindi è nel suo interesse rinnovare a cifre più alte, visto che la Roma, potendolo trattenere per 4 anni a quello stipendio, è in una posizione di forza. Il terzo è il più importante: la società ha riscontrato in Nicolò il profilo per un percorso di identificazione internazionale, utile anche dal punto di vista commerciale: è italiano, giovane, forte. Lo sa anche Pallotta: «Zaniolo potrà diventare un leader del nostro futuro», ha detto ieri. A Roma c’è addirittura chi vorrebbe che Totti gli mettesse sulle spalle la sua maglia numero dieci. Per ora gli ha regalato complimenti.

E una storia da raccontare: Zaniolo aveva appena segnato il primo gol in Serie A col “cucchiaio” e i compagni nello spogliatoio iniziarono a prenderlo in giro. «Ma che fai, imiti Totti?». Proprio in quel momento passava di lì Francesco. Per l’imbarazzo, Zaniolo aveva provato a nascondersi dietro un sorriso, a cui il vecchio capitano ha risposto a modo suo: «A regazzì, che cacchio te ridi?». Tutta “colpa” della timidezza, la stessa per cui i suoi genitori - papà Igor, ex calciatore, e mamma Francesca, una star sui social network - sono rimasti senza biglietti per la partita di Coppa Italia a Firenze: Nicolò si era vergognato di chiederne al club. In campo corre Zaniolo, tanto: contro il Porto ha coperto quasi 12 chilometri, roba da mediano più che da esterno d’attacco. Ma nella vita può sembrare persino pigro: esce poco, sempre in zona Eur, dove abita. Il tracciato è quello di molti colleghi, l’aperitivo al bar dei vip, il pranzo al ristorante dove fu di casa Spalletti, a 10 minuti da Trigoria, la cena a Ponte Milvio. A volte va con la mamma, ultimamente con la nuova fidanzata, una ragazza romana che frequenta da dicembre. Niente scuola guida, ancora: «C’è tempo, non c’è fretta». Fretta che ha avuto invece la Fiorentina lasciandolo andar via gratis nell'agosto 2016. Una pratica diffusa, in Italia: nel suo caso, il neo ds Corvino voleva far posto nella Primavera al coetaneo Maganjic, croato preso per 900mila euro dall’Hajduk Spalato. Non un caso isolato, considerando che in questa stagione ci sono squadre (la Samp) che nel campionato Primavera hanno schierato anche 9 calciatori stranieri provenienti da 9 paesi differenti. Anche così gli Zaniolo d’Italia finiscono per disperdersi. Nicolò ce l’ha fatta ugualmente, “sopravvivendo” pure all'altra prassi che mina il futuro dei ragazzi: il mercato delle plusvalenze per cui, ogni anno, il giovane viene venduto a una cifra più alta per produrre benefici finanziari, a danno della sua formazione. Così l’Inter lo ha infilato nell’operazione Nainggolan, come fece prima coi terzini Valietti (con Radu al Genoa) ed Eguelfi (all’Atalanta nell’operazione Bastoni). Il paradosso è che se per i due colleghi partire è stato anche un po’ morire (sportivamente), per Zaniolo ha significato trovare Di Francesco: l’uomo a cui dire grazie due volte, per non averlo lasciato partire in prestito la scorsa estate e poi per avergli affidato la Roma. Che ora ringrazia quel ragazzino. Anche se lui, guardandola, sorriderà dicendo: «Perché, che ho fatto?».


Zaniolo, il campioncino che studia da futuro Totti

REPUBBLICA - BOCCA - Sarebbe ipocrita non vedere in Nicolò Zaniolo un’affinità con Francesco Totti. Se lo domandano tutti perché è naturale, inevitabile. L’essenza stessa del calcio, della passione, del tifo. E’ come guardare un bambino e vederci il sorriso, gli occhi del padre o della madre: non saranno mai le stesse persone, non faranno le stesse cose e non raggiungeranno gli stessi traguardi, però guarda come si somigliano. E intanto uno pensa che forse sì è successo, lo spirito di Totti si è reincarnato in questo giovanotto 19enne, toscano di origini liguri, che fa cose strabilianti, segna gol straordinari, importanti e anche un po’ da sbruffone, ha una gioia innata nel toccare il pallone. Proprio come Totti appunto. Entrambi attaccanti ma senza un ruolo preciso, fanno la punta ma anche un po’ il trequartista, l’esterno, il centrocampista, tutto. Quelli come Totti e Zaniolo fanno il mestiere loro e rosicchiano un po’ anche il posto e il compito di quello accanto. Fanno gol Totti e Zaniolo di “scavetto” e da angoli impossibili, dribblano con naturalezza senza paura di perdere il pallone. Zaniolo, come Totti, ha un fisico possente, due gambe forti, glutei rocciosi che danno guizzi, scatto, rapidità e permettono al corpo di assecondare il cervello.

Nessuno può dire se oggi Zaniolo potrà essere un altro Totti. Totti è/è stato un’anomalia assoluta, già basterebbe mettere sul tavolo la storia dei 25 anni di Roma per capire che è impossibile, che molto difficilmente Nicolò deciderà di trascorrere l’intera sua carriera alla Roma. Non lo vedremo mai invecchiare a Trigoria, non esisterà mai un problema per il suo ultimo contratto o il voler giocare fino a 40 anni in giallorosso. Due pianeti diversi, con un po’ di polvere di stelle che li tiene comunque in contatto. Per ora i tifosi vogliono solo che Zaniolo resti almeno l’incubazione del sogno di un erede di Totti, una speranza, un talento da non gettare subito nel tritacarne del calciomercato e delle plusvalenze. Per quanto Zaniolo possa già valere magari 100 milioni, si chiede che con lui si inventi un futuro da grande squadra, si pensi a finalmente vincere. Magari anche più di quel poco che con la Roma ha vinto Totti. Resta solo adesso la questione della maglia. No, non sarebbe giusto rispolverare la 10 per riconsegnarla subito a Zaniolo. Finirebbe col pesargli addosso, gli toglierebbe la leggerezza e forse anche l’allegria. Troppo presto, sarebbe una forzatura. Il giorno giusto verrà e sarà facile per tutti capirlo.


Malagò: «Flaminio a Ferrero? Ci pensi il Comune»

LEGGO - CALBONI - Il presidente del Coni Giovanni Malagò replica al presidente della Sampdoria Massimo Ferrero, che si era proposto di rilevare lo stadio Flaminio, abbandonato da diversi anni e ormai malridotto per ristrutturarlo ed utilizzarlo: «Conosco bene Massimo Ferrero, - ha affermato Malagò - mi ha parlato due o tre volte dell'idea sullo stadio Flaminio, io gli ho detto di rivolgersi a chi è proprietario dell'immobile, il Comune di Roma». L'idea del Viperetta era quello di ristrutturare l'impianto sportivo vicino Corso Francia per poi utilizzarlo per la sua baby Academy di giovani talenti blucerchiati.

Ma il comitato olimpico potrebbe avere altre idee per il fatiscente impianto dei Parioli: secondo quanto detto dallo stesso Malagò infatti «il Coni ha presentato un'opportunità che coinvolge la Federazione italiana rugby e non ha alternative - spiega il presidente a margine di un evento al Coni - Peraltro sarebbe un'operazione particolare in cui è compreso lo sviluppo del marchio e la sinergia con il Sei Nazioni. Ma se il Comune ha altre idee è padrone di prendere le sue decisioni come ritiene più opportuno». E proprio contro il comune di Roma si era lanciato Massimo Ferrero, accusando il Campidoglio di non rispondergli neanche al telefono per ascoltare il suo progetto sul Flaminio che, nonostante le tante voci sul suo futuro, ancora rimane abbandonato in un cumulo di macerie.

 

 

 

Notte di sangue a Roma: botte e coltelli, 3 tifosi feriti

LEGGO - ORLANO - Alla vigilia del match di Europa League tra Lazio e Siviglia le strade della capitale si macchiano di sangue. Ieri sera c'è stata una maxi rissa nel rione Monti, al centro di Roma. Tre le persone soccorse e trasportate in ospedale con ferite d'arma da taglio. Si tratta di due spagnoli, presumibilmente tifosi del Siviglia, e di un americano. Il più grave è uno spagnolo trasportato in ospedale in codice rosso. Sul posto la polizia. Si ipotizza una rissa tra tifosi. L'aggressione è avvenuta in via dei Serpenti intorno alle ore 21.30. Si sospetta che ad accoltellare i tre stranieri sia stato un gruppo di Irriducibili, che approfittando del buio hanno accerchiato i due spagnoli e l'americano. Ad avere la peggio è stato uno spagnolo, che è stato circondato dal gruppo di ultras e preso a coltellate, mentre gli altri due dopo essere stati feriti sono riusciti a scappare e si sono rintanati in un ristorante, sempre in via dei Serpenti. Sul posto sono intervenute le ambulanze del 118. Le 3 vittime sono state immediatamente trasportate all'ospedale Santo Spirito, in codice rosso il più grave e in codice giallo gli altri.
Sono intervenuti sul luogo dell'aggressione sia gli uomini della Digos che del commissariato Viminale. Gli investigatori stanno scaricando le immagini delle telecamere per poi partire con le indagini e stringere il cerchio sugli autori della violenza.  L'episodio di ieri sera contribuirà al rafforzamento del circuito di sicurezza messo in campo per oggi dal Questore Guido Marino per il match Lazio-Siviglia.
A dicembre era avvenuta un altro episodio violento dopo il match di Europa league tra Lazio ed Eintracht Francoforte, quando un carabiniere era stato aggredito dai tifosi a Trastevere. Sempre nel rione Monti, invece, nel 2011 ci fu un'aggressione ad un musicista: Alberto Bonanni, che morì dopo 3 anni di coma. Un episodio non legato alle tifoserie, ma a gruppi violenti di estrema destra.


Arrestati tre portoghesi

GAZZETTA DELLO SPORT - Tre tifosi del Porto sono stati arrestati durante la sfida con la Roma per aver aggredito con calci e pugni alcuni poliziotti e uno steward. (…).Da registrare anche alcune navette Atac danneggiate destinate al trasporto dei tifosi locali.


Zaniolomania

IL TEMPO - SCHITO - Tutti pazzi per Zaniolo. La vittoria della Roma arrivata grazie alla doppietta del 19enne ex Inter è celebrata in tutto il mondo. I primi a rendere merito alla nuova stellina giallorossa lanciata da Di Francesco, che l'aveva fatto esordire nella massima competizione europea contro il Real Madrid prima ancora di aver saggiato i campi della Serie A, sono stati i quotidiani della stampa straniera: «Nicole è Olimpico» scrive il quotidiano argentino Olé. «Zaniolo trascina la Roma» certifica l'Equipe, mentre France Football non ha dubbi: «La Roma Salvata da un Lupetto». Oltremanica attestati di stima arrivano anche dal Sun che titola: «La stellina che con due gol continua a crescere in una stagione sorprendente», mentre per il Daily Mail Zaniolo è «teen star romanista, autore di due gol molto importanti».

Ma a tessere le lodi del giocatore che ha mandato in visibilio la curva Sud ci ha pensato chi lo conosce bene. Si tratta di Stefano Vecchi, ex allenatore dell'Inter Primavera che ha avuto tra i suoi ragazzi campioni d'Italia lo scorso anno proprio l'attuale numero 22 giallorosso: «Zaniolo non è stato lasciato andare via a cuor leggero. L'Inter voleva un giocatore pronto ed a stata fatta una plusvalenza importante. Ad agosto erano tutti contenti, ora invece un po' meno. Zaniolo ha bruciato le tappe, nonostante le qualità fossero indiscusse. Pensavo che sarebbe arrivato nel giro in un anno o due, non certo subito. Nicolò sta facendo cose straordinarie: merito suo e grande merito va sicuramente a Di Francesco che ha avuto il coraggio di lanciarlo e dargli continuità. Mi auguro possa continuare così e che magari riesca un giorno ad andare al Real Madrid, nel top club per eccellenza». A Roma sperano invece che resti il più a lungo possibile, ma questa è un'altra storia. Dall'altra sponda di Milano, a parlare è l'ex amministratore delegato rossonero Adriano Galliani: «Mi sembra che stia nascendo una stella nel calcio italiano. Questo ragazzo sembra veramente straordinario e facciamogli i complimenti, però non montiamolo troppo perché i ragazzi, soprattutto quelli giovanissimi, devono trovare continuità nel tempo, ma lui ha le qualità per poterlo fare». Immancabile il commento del numero uno del Coni Giovanni Malagò: «Di Zaniolo ho già parlato molto bene, è fondamentale che il ragazzo mantenga quell'umiltà che sta già dimostrando perché nello sport e nel calcio in particolare troppi complimenti possono alterare un percorso di crescita che sembra scritto. Ma non è il suo caso perché è un ragazzo serio e umile». Ultimo ma non meno importante Paolo Nicolato, attuale ct dell'Italia Under 20 e primo allenatore ad aver convocato in azzurro Zaniolo ai tempi dell'Under 18 e poi nell'Under 19 che ha conquistato il secondo posto agli Europei di categoria l'estate passata: «I giocatori bravi, più lo sono e più possono giocare in vari ruoli. Lui può giocare in tutti i ruoli con buona efficacia, ma per me è un interno di centrocampo. Chi mi ricorda? Kevin De Bruyne». I complimenti arrivano da ogni parte, intanto a goderselo è Di Francesco.


Confermarlo un affare per la società

IL TEMPO - CARMELLINI - Il mondo intero celebra il talento straordinario di questo neo giallorosso capace di diventare il più giovane calciatore a realizzare una doppietta in Champions League. Un palcoscenico molto più allargato rispetto al campionato italiano, una vetrina che espande l'immagine di Nicolò Zaniolo e le sue gesta, ben oltre i confini nazionali. La Roma se lo gode, Monchi si lecca i baffi ben sapendo che più avanti la strada si può far dura e i tifosi adesso stanno vivendo il trip del possibile addio rischiando anche di rovinarsi il momento felice. E non che siano matti eh, perché i precedenti in questo senso in effetti non lascerebbero tranquilli nessuno e vanno tutti in quella direzione. Dice: ma Pallotta ha detto che resta e che il futuro della Roma sarà lui. Ecco, appunto, potrebbe replicare qualcuno visto che le stesse cose il numero uno giallorosso le aveva dette elogiando Alisson che poi però era volato via, per una cifra clamorosa, in Premier League. Eppoi, la presenza all'Olimpico del ds bianconero Paratici proprio nella serata dell'impresa, non ha fatto altro che aumentare l'agitazione innescando una sorta di isteria collettiva. Il problema è che la Roma dovrebbe capire invece quanto non le conviene vendere Nicolò: almeno adesso (e in effetti non sembra a rischio per la prossima stagione). Certo in questo momento metterlo sul mercato equivarrebbe a incassare un assegno in bianco sul quale il club giallorosso dovrebbe solo scrivere la cifra. Ma siamo sicuri che, mero denaro a parte, le convenga davvero? Confermandolo a Roma avrebbe tutta una serie di ritorni in parte economici ma soprattutto di immagine. Innanzitutto con i suoi tifosi che in questo senso sono quasi disamorati, perché ogni volta che si scopre o si valorizza un fenomeno (tanto di cappello s'intenda eh), subito dopo arriva il momento degli addii. E poco importa se e a suon di milioni, perché quelli non vanno certo nelle tasche dei tifosi. Secondo perché con Zaniolo e Pellegrini (senza considerare Schick) la Roma avrebbe un futuro assicurato e tutto di marca italiana. Si può decidere di percorrere la strada delle plusvalenze, ma sicuramente paga di più quella di un riaffiancamento con un popolo che ha bisogno di avere qualcosa indietro. Ha bisogno di continuare ad identificarsi e che dopo De Rossi, sembra aver preso Zaniolo e Pellegrini quali nuovi punti di riferimento: forse un po' presto, però al cuore non si comanda.