Roma, la città sottosopra. Verdone: “E Pallotta pensa alle plusvalenze”

CORRIERE DELLA SERA - C’è stato un momento, nei minuti finali della partita del Franchi, in cui qualche romanista ha sperato che la Fiorentina ne segnasse ancora uno. E invece niente da fare, altro 7-1 da mandare giù, dopo quelli in Champions League contro il Manchester United e il Bayern Monaco.
«Ho visto più 7-1 che scudetti», la frase postata da un tifoso sui social, proseguita poi con un insulto come centinaia ne sono volati nelle ultime 24 ore. Virtuali, ma non solo. C’è chi si è presentato in tarda serata a Trigoria ad attendere il pullman e chi ha fatto lo stesso ieri mattina, aspettando i giocatori fuori dai cancelli e cercando spiegazioni. Daniele De Rossi ha abbassato il finestrino, ma non ha fatto un fiato. «Che sta a succede, Danie’, ci siamo rotti i c...., siamo romanisti». Patrik Schick, invece, si è limitato a chiedere «scusa», sulla scia di quanto fatto dal direttore sportivo Monchi, al termine della mattanza, nella pancia dello stadio di Firenze. E di pancia è stata anche la reazione di romanisti vip come Alessandro Gassmann: «Presi a pallate, che amarezza», il tweet eloquente, seguito da sette palloni come quelli che il povero Robin Olsen si è trovato costretto a raccogliere in fondo alla porta.

Carlo Verdone ci è andato giù durissimo. Stava vedendo Fiorentina-Roma con Enrico Vanzina, «poi - racconta a Un giorno da Pecora - al quarto gol lui si è alzato e se n’è andato, senza salutare nessuno. Io, invece, vorrei prendere la sedia e tirarla in testa a qualcuno». L’attore non risparmia nessuno. A partire da Di Francesco: «Non riesce a formare il gruppo, la squadra non può essere così bipolare». (...) Si passa a Pallotta: «Se non si sbrigano a dargli l’ok per lo stadio, che non arriva per colpa della burocrazia, continuerà a pensare alle plusvalenze».


Righetti: “Non serve cambiare tecnico”

CORRIERE DELLA SERA - (...) Ubaldo Righetti, difensore del secondo scudetto e oggi opinionista tv, il giorno dopo la disfatta di Firenze chiarisce il suo pensiero.

(...) A mente fredda che pensa?
«Credo che dentro Trigoria debbano andare alla ricerca del problema. Non bisogna pensare che quello di Firenze sia stato un incidente di percorso perché i segnali c’erano già stati».

Di chi è la colpa?
«Le responsabilità sono di tutti. C’è un problema profondo, che è esploso».

Deve pagare l’allenatore?
«Cambiare non dà nessuna garanzia, la soluzione va trovata dentro. Di Francesco ha la sua responsabilità e lavora tutti i giorni sul campo, la società deve farlo sui concetti di dovere e personalità. Monchi ha giocato, certe dinamiche di spogliatoio le conosce».

(...) Pallotta ha responsabilità del mancato mercato?
«Servono forse nuovi giocatori per battere Bologna, Cagliari, Spal e Chievo?»

(...) Come se ne esce?
«Tutti insieme e senza mollare».


Di Francesco a oltranza

IL TEMPO - MENGHI - Il coraggio di non cambiare, l’azzardo di tenere in panchina l’allenatore più discusso del momento e il rischio di subirne poi le conseguenze. Vince ancora la linea Monchi e Di Francesco batte tutte le sue ombre. La Roma rimane immobile, perde 7-1 a Firenze eppure sceglie di andare avanti con gli stessi uomini, in campo e soprattutto fuori, ma non lo fa per inerzia, crede davvero che la strada migliore sia quella già intrapresa, che il tecnico migliore si trovi già a Trigoria. Una valutazione sui possibili sostituti è stata fatta più volte in questa stagione, nessuno ha fatto innamorare il direttore sportivo, che finché avrà pieni poteri decisionali non caccerà Di Francesco. Salvo serie complicazioni legate all’obiettivo prioritario, il 4o posto in campionato, ma parliamo di una combinazione di risultati negativi e reazioni depressive del gruppo che al Bernardini si augurano di evitare. Pallotta ha delegato ogni decisione a Monchi, che si sta assumendo una grande responsabilità nel confermare l’allenatore e, se alla fine la Roma dovesse sbandare oltremisura, sarà il primo a essere messo in discussione. A fine stagione verrà fatto un bilancio generale, è inevitabile, ma al momento nessuno è in bilico e tutti insieme proveranno ad uscire da questa situazione. Il day after è stato dedicato ai faccia a faccia, Di Francesco ha parlato alla squadra, cosa che il diesse farà nei prossimi giorni (ha lasciato il centro sportivo intorno alle 15.30, quando i tifosi erano già andati via) per confrontarsi proprio con Monchi, che gli ha ribadito una fiducia totale. Prima o dopo Firenze non è cambiato nulla e non sarà il Milan, comunque vada, la partita della vita per l’abbruzzese.

La società preferisce ragionare con calma sul futuro, a giugno potrà eventualmente pescare tra una rosa di allenatori più ampia (vedi il caso Sarri, reduce da una figuraccia - il 4-0 col Bournemouth - e in bilico al Chelsea). Fare la rivoluzione a meno di 4 mesi dalla fine dell’anno calcistico non è qualcosa che rientra nella filosofia di Monchi, anche se forse sarebbe la strada piú facile e terrebbe a bada le smanie dei tifosi. Il diesse a fine gara li ha messi a dura prova, “niente ritiro, nessun acquisto e nessun esonero”, la sintesi delle sue parole spiazzanti ma sincere. Il mercato invernale della Roma si è chiuso senza mai essere iniziato, ieri Luca Pellegrini è andato a Cagliari in prestito secco e ci sono state solo altre operazioni minori in uscita: Marcucci a titolo definitivo al Foggia, col 30% sulla futura rivendita per i giallorossi, che incasseranno 1.25 milioni di euro a giugno grazie alla cessione di Machin (via Pescara) al Parma. Monchi ha sfiorato il colpo Vida, una volta saltato (per mancato accordo economico col Besiktas) ha scelto di non cercare altro, anche se teneva sott’occhio Skrtel e Kannemann, e l’ha fatto per ribadire la fiducia nei giocatori che ha. L’ultima volta con 0 acquisti a gennaio è stata nel 2010-11, non era mai accaduta nell’era americana. È una rivoluzione al contrario, funzionerà?


De Rossi si riprende la Roma

IL TEMPO - MENGHI - Tutto su De Rossi. Momento delicato l’emergenza centrocampo mettono fretta al capitano, che dopo il “riscaldamento” nella disfatta di Firenze vuole riprendersi la Roma sulle spalle e col Milan dovrebbe essere in campo dall’inizio. Senza gli squalificati Nzonzi e Cristante, Di Francesco non puó inventarsi molto e deve scommettere sulla tenuta del ginocchio del numero 16 e di Pellegrini. A due allenamenti di distanza dalla partita Under e Perotti si sono sottoposti a terapie, hanno bisogno ancora di tempo per rientrare e allora sulle corsie esterne dell’attacco le opzioni sono sempre meno, visto che Zaniolo stavolta dovrebbe giocare trequartista: Florenzi non è al meglio della condizione, ma potrebbe essere lui l’ala destra designata (con Karsdorp e Santon in ballottaggio per sostituirlo in difesa), a meno che Kluivert riesca a convincere l’allenatore. Schick guadagna punti coi tifosi, fermandosi ai cancelli a chiedere scusa, ma non con Di Francesco, che dovrebbe tornare a puntare su Dzeko dal 1’.


“Daniele che fate? Noi ci siamo rotti”. La rabbia dei tifosi dopo la disfatta

LA REPUBBLICA - FERRAZZA - Giocatori e allenatore sotto tiro, società in pieno caos decisionale, tifoseria sull’orlo di una crisi di nervi: il day after romanista prende in fretta le sembianze di uno psicodramma collettivo, di quelli che la città giallorossa faticherà non poco a digerire. La prima reazione all’umiliante 7-1 subito a Firenze - che vuol dire eliminazione dalla Coppa Italia e inspiegabile sgretolamento tecnico - si consuma nel settore ospiti del Franchi: intorno all’ottantesimo, i circa 2.500 sostenitori arrivati dalla capitale, levano bandiere e stendardi dalle vetrate, svuotando in segno di protesta le gradinate a loro dedicate. L’arrabbiatura vorrebbe sfogarsi alla stazione e sul treno, ma la società precauzionalmente fa rientrare nella notte la squadra in pullman, preferendo non ordinare il ritiro per evitare che il nervosismo presente tra i giocatori (vedi la lite in campo tra Dzeko e Cristante, per esempio) peggiorasse rapporti già logori all’interno. Meglio sbollentare gli animi, ritrovandosi il giorno dopo (ieri) alle 11 a Trigoria. Ma prima del “rompete le righe”, intorno alla mezzanotte, una trentina di tifosi ha accolto il pullman di rientro dalla Toscana, lanciando oggetti e insultando pesantemente tutti


Politecnico, arriva la perizia. Scatta il vertice del M5S

CORRIERE DELLA SERA - Arriva la relazione finale del Politecnico di Torino sullo stadio della Roma e in Campidoglio scatta il vertice di maggioranza M5S. Il plico è giunto ieri a Roma ed è stato secretato in attesa che lo legga la sindaca Raggi. Ma, secondo le prime indiscrezioni, conterrebbe l'ok dei tecnici torinesi sulla correttezza degli studi effettuati dagli uffici comunali circa i flussi del traffico. Ed escluderebbe, queste le voci, un ulteriore parere «choc» sulla gestione globale della mobilità nell'area di Tor di Valle.

La notizia naturalmente è subito rimbalzata in Consiglio comunale con il gruppo grillino che ha chiesto una riunione allargata a tutta la maggioranza M5S per parlare dell'opera alla luce della relazione del professore del Politecnico, Bruno Della Chiara. (...) In ogni caso alcuni consiglieri - si parla di almeno quattro grillini del Campidoglio già perplessi dopo lo scoppio dell'inchiesta che ha portato in carcere sia il costruttore Luca Parnasi sia il «facilitatore» di Raggi, Luca Lanzalone - continuano a nutrire forti dubbi sull'equilibrio del progetto stadio. (...) Lunedì, per altro, è convocata una commissione Trasparenza proprio per esaminare la relazione del Politecnico: nell'occasione la relazione potrebbe saltare fuori.


DiFra resta. Bene la società. Ora nel mirino c’è il gruppo

LA REPUBBLICA - BOCCA - Ha coraggio, e forse addirittura ragione, la Roma a tenerei Eusebio Di Francesco. Non perché l’allenatore non abbia colpe e non sia corresponsabile degli inquetanti tracolli, ma tenere la barra dritta, non cedere alla piazza, legarsi mani e piedi a lui è a suo modo una scelta. Forte e coraggiosa. È un po’ come giocare alla roulette e puntare le poche fiches rimaste tutte sul rosso o sul nero - e infatti domenica sera all’Olimpico arriva il Milan... -, è un pugno sbattuto sul tavolo di fronte alla gran caciara capitale. A un’indignazione persino esagerata se consideriamo che non sono in ballo i diritti umani. Una furia rabbiosa quella per il crac della Roma che eguaglia quella per le buche in strada, le montagne di immondizia e le periferie abbandonate. E anzi, chissà cosa sceglierebbero certi tifosi se chiedessero loro: vuoi una città pulita e civile oppure la Roma in Champions?

È un segno di vitalità, quello della scommessa su di Francesco, che arriva quando si pensava che fosse davvero finita e che la rassegnazione fosse ormai allo stesso insopportabile livello dei gol presi. Quando si pensava che l’unica via di scampo e di espiazione per i 7 gol di Firenze, fosse la cacciata dell’allenatore ecco chi se lo tiene stretto e lo difende a proprio rischio e pericolo. Potrà trascinarla ancora più giù, Di Francesco, ma adesso i giocatori sanno che la società è dalla sua parte e che sono soprattutto loro a essere nel mirino. A cominciare da Dzeko che si permette di insultare l’arbitro con tale rabbia, da farsi espellere e non permettere alla Roma di perdere a Firenze con un risultato più dignitoso. È una scommessa, quella della conferma di Di Francesco, sulle proprie convinzioni. Molto poco condivisibili e chiaramente perdenti - l’ultima volta che la Roma ha vinto qualcosa (Coppa Italia 2008), si stava tra i sindaci Veltroni e Alemanno e Pallotta & C erano ancora al di là da venire a dare lezioni di football americano e soprattutto a promettere trofei in cinque anni - ma forse più genuine e sincere dell’apparenza.

Sembra davvero, adesso, che lo spagnolo Monchi - il marziano di Flaiano a Roma - catalizzatore di malumori e architetto di questa Roma cosí sghemba, creda in Di Francesco e nei giocatori che ha scelto e messo sotto paga. Sembra davvero, adesso, che James Pallotta oltre ad aver affidato il portafogli a dirigenti che fanno plusvalenze e soldi, ma hanno perso di vista i reali obiettivi di chi fa calcio, affidi loro anche se stesso. Pronto a offrire il petto alla causa giallorossa. La scelta di mandar via l’allenatore era sicuramente più normale. Ma non l’unica e soprattutto senza alcuna garanzia. Il non aver un sostituto convincente (chi, Paulo Sousa?) nonché constatata pure l’estinzione dei barcaroli romani per far da traghettatore, ha costretto il club a una mossa sconvolgente e rivoluzionaria: tenersi il tremebondo Eusebio. Che secondo cliché non si è dimesso ma forse è davvero un bravo e sfortunato allenatore. Senza per questo apparire dei terrapiattisti per il solo sostenerlo. Intanto lui sta lì a Trigoria, orgogliosamente piantato come l’edera di Orietta Berti. “L’amore è come l’edera s’attacca dove muore”

 

 

 

 

La Roma fa gli auguri a Batistuta (Video)

La Roma fa gli auguri su Twitter a Gabriel Omar Batistuta che oggi compie 50 anni. Con la maglia giallorossa, il "Re Leone" ha vinto uno scudetto e una Supercoppa Italiana, successi che gli sono valsi un posto nella Hall of Fame capitolina.

 


Allenamento Roma, individuale per Jesus e Mirante

La Roma torna sui prati di Trigoria in vista del match contro il Milan di domenica. La squadra ha seguito un programma diviso tra torello, poi parte tattica e infine la partitella conclusiva. Juan Jesus e Mirante hanno svolto lavoro individuale in campo mentre Perotti e Under, alle solite terapie, hanno alternato dell'allenamento in palestra.

 


Corsi, pres. Empoli: "I giallorossi ci hanno chiesto Bennacer, ma non era in vendita a gennaio"

Fabrizio Corsi, presidente dell'Empoli, ha parlato a radio CRC di Bennacer, giocatore che piace anche alla Roma. Queste le sue parole del presidente della squadra toscana: "Bennacer al Napoli per Tonelli all’Empoli? Diciamo che c’è un interesse da parte del Napoli e noi siamo contenti che una società importante sia interessata. Ritengo che possa giocare nel Napoli nella Roma e nell’Inter. Ha grande dinamismo, grande piede e grande personalità. È un giocatore importante. Cristiano (Giuntoli, ndr) e Ancelottihanno dimostrato apprezzamenti già quando giocammo a Napoli. È una garanzia, ma è destinato a lasciare Empoli alla fine del campionato. Rapporto con il Napoli? Sinceramente con il Napoli ho un rapporto collaborativo. Chi ricorda? Secondo me somiglia a Torreira, l’ex Sampdoria, solo più tecnico. Dalla Roma ce lo cercarono, ma sapeva che non l’avremmo dato adesso".


Il Codacons denuncia la sindaca Raggi per omissione di atti dovuti

Nuova denuncia del Codacons sul caso dello Stadio della Roma. A finire nel mirino dell’associazione è la perizia finale del Politecnico di Torino che, a quanto si apprende, sarebbe stata secretata dal Campidoglio. Ecco il comunicato:“Il Comune non può imporre il segreto su un atto di importanza vitale per la città e per i cittadini – spiega il presidente Carlo Rienzi – per tale motivo presenteremo un esposto in procura chiedendo di accertare se la decisione del sindaco Raggi di secretare il documento in questione possa configurare l’ipotesi di omissione di atti dovuti, in relazione alla mancata trasparenza a danno della collettività”. Qualsiasi squilibrio che dovesse emergere dalla relazione del Politecnico confermerebbe la presenza di speculazioni e di interessi privati più volte da noi denunciati– prosegue il Codacons – una situazione che finirebbe per danneggiare gli stessi tifosi della Roma e che potrebbe portare a nuove azioni legali per bloccare la realizzazione dell’opera. Per tale motivo riteniamo che il campidoglio debba abbandonare il progetto di Tor di Valle, che presenta troppe criticità e troppe situazioni che rischiano di bloccare l’opera, e regalare alla città e ai tifosi un nuovo stadio su siti alternativi già individuati da studi realizzati dal Codacons e dal tavolo della libera urbanistica, come l’area di fronte al Luneur, la Fiera di Roma e lo stadio Flaminio. Siti che permetterebbero di realizzare lo stadio sfruttando terreni e strutture ad oggi inutilizzate, senza costi per la collettività e senza possibilità di speculazione da parte dei privati – conclude l’associazione.


Roma-Milan, tavolo tecnico in questura: varato piano di sicurezza

Il tavolo tecnico in questura a Roma, presieduto dal questore Guido Marino, ha predisposto le misure di sicurezza per l’incontro di calcio Roma – Milan, che si terrà domenica 3 febbraio alle 20.30.

L’apertura dei cancelli è prevista alle 18.30 ma anticipata, per il solo settore ospiti, alle 17.30. Alla manifestazione sportiva – spiega la questura – è prevista la presenza di 40mila spettatori di cui circa duemila tifosi del Milan. Per la tifoseria ospite che arriverà nella capitale con mezzi propri o minivan è consigliata l’uscita autostradale Roma nord e, proseguendo sul grande raccordo anulare, l’uscita via Flaminia centro. Per quanto riguarda i parcheggi, per la tifoseria milanista è stata riservata l’area di parcheggio di via Macchia della Farnesina, mentre, per la tifoseria locale è stata riservata l’area di Piazzale Clodio.

L’A.S. Roma ha attivato un servizio di bus sharing, “BusForFun”, per lo stadio Olimpico fino ad esaurimento posti.

Da tre ore prima dell’inizio dell’incontro e fino a due ore dopo – ricorda la questura – sarà vietata la vendita per asporto ed il trasporto di bevande in bottiglie o contenitori di vetro, ad eccezione di generi alimentari di prima necessità confezionati esclusivamente in vetro, nella zona dello stadio Olimpico e nelle vie vicine.

Inoltre, sarà istituita una task force composta da polizia di Stato, guardia di finanza e polizia Roma Capitale che vigilerà sul rispetto delle ordinanze prefettizie e sulla presenza di bagarini, parcheggiatori e venditori abusivi.